Ughen 5 · Inserito: 7 settembre 2005 (modificato) COME PRESERVARE NEGLI ANNI LA BELLEZZA DI UNA NIHONTO Uno degli aspetti più importanti del possedere una nihonto è il modo in cui la si deve, detto molto semplicemente, "maneggiare" e mantenere al massimo delle sue migliori condizioni evitando in questo modo che la superfice della lama non presenti mai segni di ossidazione, graffi o ruggine Gli oggetti basilari per tenere sempre pulita e oliata una nihonto sono: Mekugi-nuki-oggetto con forma conica solitamente di ottone o bambù che permette la rimozione del mekugi dall'elsa e quindi anche il codolo Uchiko-polvere ricavata dalla pietra per politura Uchigumori quest'ultima deve essere racchiusa nella seta e battuta molto delicatamente in modo che la polvere penetri attraverso la seta e "sporchi" la lama Nugui-gami-carta di riso della migliore qualità , utilizzata per rimuovere l'olio dalla lama all'inizio dell' procedimento di pulizia della stessa Abura-olio per prevenire il formarsi della ruggine sulla lama chiamato anche choji (olio di garofano), quest'ultimo previene anche l'ossidazione della superfice del metallo causata dall'ossigeno presente nell'aria Abura-nuguishi- una piccola pezza di flanella utilizzato per stendere il choji sulla lama Precauzioni da prendere quando si tiene in mano una nihonto 1)Ogni qualvolta la spada deve essere riposta nella propria custodia di tessuto protettiva sia che si trovi nella montatura formale(koshirae) o in quella da riposo(shira-saya), deve venire riposta in modo da tenere sempre in mano l'elsa, facendo sì di avere sempre il controllo sulla lama. Inoltre bisogna inserire nella custodia prima la parte finale del fodero perchè nell'eventualità che quest'ultimo si sganciasse andrebbe a battere per terra soltanto il kojiri(il pomello con cui finisce il fodero)limitando di conseguenza i danni 2)quando si estrae la spada dalla custodia bisogna accertarsi che l'elsa rimanga sempre sopraelevata dal fodero, per evitare così l'accidentale fuoriuscita della lama dallo stesso 3)nel malaugurato caso che la lama cada per terra assolutamente non afferrarla mentre cade, una spada giapponese infatti puo facilmente troncare una mano in un istante Come sfoderare e rinfoderare una nihonto Ogni volta che si sfodera/rinfodera una spada giapponese bisogna prestare sempre molta attenzione nel tenere il lato del tagliente verso l'alto per evitare il danneggiamento del sia filo sia del fodero di quest'ultima.Bisogna infatti tenere con la mano sinistra il fodero mentre con la destra si impugna saldamente l'elsa; il movimento inoltre non deve essere ne troppo veloce ne troppo lento, ma sempre uniforme Procedimento di pulizia 1)rimuovere il mekugi dall' impugnatura preparandola così per l'estrazione 2)estrarre la lama dal fodero 3)tenere con la mano sinistra l'estremità del fodero e dare dei colpetti leggeri su quest'ultimo per estrarne il codolo, se si sta operando su una lama con un koshirae rimuovere di seguito anche le seppa(spaziatori) e la tsuba(gaurdia) 4)togliere l'habaki, e, a lama nuda, passare la carta di riso per rimuovere già in parte il choji 5)a questo punto spargere uniformemente l'uchiko sulla lama e rimuoverlo con un altro pezzo di carta di riso, questo procedimento oltre che a togliere i residui di olio dalla lama evidenzierà anche la trama dell' acciaio(ji-hada) e la linea di tempra(hamon) 6)dopo aver tolto definitivamente l'uchiko, la lama è pronta per essere osservata ed apprezzata. 7)Al momento di riporre nuovamente la lama, si deve passare alla stesura dell'olio sulla lama con il abura-nuguishi che dovrà essere dato alla lama sempre con il filo rivolto verso l'alto per evitare di tagliarsi durante questo procedimento. 8)reinserire l'habaki e, nel caso del koshirae, la tsuba e le seppa nel giusto ordine stando sempre attenti a non toccare la lama 9)reinserire il codolo nell'impugnatura dando un leggero colpo con la mano destra all'estremita di quest'ultima 9) rinfoderare la lama nel fodero e inserirla nella custodia protettiva Modificato: 1 luglio 2006 da Ughen Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Castelli Gianfranco 3 · Inserita: 7 settembre 2005 Molto bello, complimenti ! Gianfranco :hiya: Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Ughen 5 · Inserita: 8 settembre 2005 Grazie 1000 tra un po' di giorni come accordato con Yama, quando riapre il mio dojo faro delle foto nuove visto che queste sono quelle dell'associazione giapponese e girano da un milione di anni Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 9 settembre 2005 (modificato) L'articolo ? ottimo ed esuriente, come sempre Ughen si distingue per impegno e competenza. Se non dispiace a nessuno vorrei aggiungere alcune note che sono difficilmente reperibili sia in rete sia nei testi in circolazione. La prima nota ? relativa all' uchiko. E' purtroppo diffusa la consuetudine di fare uso della polvere uchiko in maniera eccessiva, a tal proposito vorrei ricordare che questa polvere ha un potere abrasivo seppur blando, questo significa che l'uso frequente pu? alla lunga sfumare le caratteristiche della lama messe con tanta fatica in risalto dal politore. E' il caso per esempio dello hadori che lentamente tende a sbiadire. La misura corretta di utilizzo dell uchiko ? quindi assai parsimoniosa, lo si deve utilizzare in due casi; il primo ? quando si esmina una lama e quindi si necessita l'asportazione del choji. Il secondo caso ? quando occorre comunque sostituire il choji sulla lama. Il choji ? in realt? una miscela di olii, nella quale ? contenuta anche una certa percentuale di olio di garofano (ma non si tratta di olio di garofano puro assolutamente), questa miscela ha un forte potere antiossidante, purtroppo -essendo composta da estratti vegetali- tende col tempo ad asciugare diventando collosa e di color bruno, si tratta di un processo assai lungo, quindi questo tipo di operazione va eseguita solo quando necessario , indicativamente potrei dire una volta ogni sei o otto mesi ma consiglio comunque di effettuare periodici controlli in modo da prevenire questo fastidioso processo ed intervenire per tempo. Va da s? che l'asporatzione dell'olio ancora fluido comporta un minor uso di uchiko quindi un minore sfregamento ed una maggior durata del tessuto cos? come polito. Un ulteriore elemento da tenere presente ? il movimento del panno durante l'asportazione del choji, il movimento di strofinamento deve essere eseguito sempre in una direzione cio? dal basso all'alto, dall'habaki al kissaki, per riportare il panno in basso allentate la pressione delle dita e ripetete l'operazione, quando si arriva al kissaki occorre sempre con lo stesso movimento , muovere il panno in modo circolare, ruotandolo verso il basso, questo serve per evitare che si formino rigature sul boshi. Se si necessita di conservare la lama per lungo tempo senza poterne controllare lo stato -parliamo di anni per esempio- il choji, pur essendo l'olio tradizionale , pu? essere sostituito da lubrificanti sintetici di maggior durata che sono meno sensibili all'essicazione e permettono la conservazione per lunghi tempi, il prodotto ideale in questo caso ? l'olio per le armi da fuoco reperibile in qualunque armeria. Un ultima cosa, sebbene tutti sappiano quanto sia attento alla tradizione, anche l'utilizzo della carta di riso in molti casi pu? essere sostituito da una morbida carta igienica, soprattutto se dovete fare una manutenzione in casa senza doversi esibire di fronte a ospiti. Ho visto pi? volte persone utilizzare fogli di carta di riso sdruciti ed anneriti da numerosi interventi, in questo caso meglio usare due morbide pezze di Scottex che -anche se non particolarmente eleganti - hanno comunque una trama assai morbida , fine e pulita. Modificato: 9 settembre 2005 da Kentozazen Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Ughen 5 · Inserita: 9 settembre 2005 Grazie ken ,mi fa molto piacere che ti sia piaciuto e concordo pienemente con le tue parole Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kisuke 0 · Inserita: 9 settembre 2005 Eccezionale Ughen era proprio quello che cercavo ed anche molto decsrittvo Kisuke Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sampei 0 · Inserita: 6 ottobre 2006 Se si necessita di conservare la lama per lungo tempo senza poterne controllare lo stato -parliamo di anni per esempio- il choji, pur essendo l'olio tradizionale , pu? essere sostituito da lubrificanti sintetici di maggior durata che sono meno sensibili all'essicazione e permettono la conservazione per lunghi tempi, il prodotto ideale in questo caso ? l'olio per le armi da fuoco reperibile in qualunque armeria. scusa se dico una corbelleria, ma che io sappia, l'olio lubrificante per armi è abbastanza "corrosivo", pensi che possa davvero andare bene, sopratutto proprio se va tenuto per lungo tempo; personalemente non lo uso neanche per i miei coltelli. condivido, invece, il fatto che un olio sintetico possa avere una stabilità maggiore nel tempo. ....finchè quelli che oggi sono ciotoli diverrano grandi rocce che il muschio ricoprirà. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 6 ottobre 2006 Non saprei Sampei , mi cogli alla sprovvista, io sapevo di olii sintetici disponibili in armeria privi aggressività. Devo confessare che questo consiglio proviene in origine dalla associazione di token di California, io semplicemente l'ho sposato perchè lo trovavo coerente, ammetto di non aver mai avuto il problema di preservare a lungo una lama senza manutenzione, sono quindi privo di esperienza diretta. ritengo comunque che in armeria possano trovarsi olii per la preservazione dei metalli adatti all'uso. Comunque vista la tua sensata obiezione sarebbe bene approfondire, forse sarebbe a questo punto opportuno individuare il tipo di olio sintetico adatto e definirlo con maggior precisione. Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
bardix 1 · Inserita: 20 novembre 2006 Gli olii per armi da fuoco sono aggressivi perché devono sciogliere i residui di polvere da sparo che si depositano nelle canne. Per esempio un olio famoso come il Ballistol (quello con un vago odore di liquirizia) intaccherebbe lo Habaki (che solitamente è in lega di rame); pensate che usato nei coltelli a serramanico con il perno di ottone, può renderli pericolosi all'uso in pochi mesi. L'altro problema è che certi olii tendono a polimerizzarsi (come l'olio di lino, ingrediente appunto della pittura ad olio), dopo di che si possono togliere solamente abradendoli; questi sicuramente realizzano una pellicola che preserva la lama dall'ossidazione ma potrebbero addirittura impedire l'estrazione di una lama incollandola al fodero. Nel dubbio solo "Choji ji abura", che, trall'altro, è anche anti batterico (la sua base principale è l'eugenolo, quello dei dentisti di una volta). Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio". Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere: Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 20 novembre 2006 Grazie per la precisazione. dunque dovendo preservare al lungo senza manutenzione una lama quale olio pensi potrebbe essere valida alternativa al choji? Nessuno? Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sampei 0 · Inserita: 21 novembre 2006 oi Ken, mi reinserisco nel topic per dirti che ho fatto diverse ricerche in merito, consultandomi con armaioli e coltellinai, ma sempre con risultati negativi; alla fine credo che il choji sia l'unica soluzione "sicura". ciao ....finchè quelli che oggi sono ciotoli diverrano grandi rocce che il muschio ricoprirà. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Musashi 38 · Inserita: 21 novembre 2006 e l'olio di vasellina? <!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em> Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
shimitsu masatsune 10 · Inserita: 21 novembre 2006 L'olio di vasellina va bene,mi fu consigliato a suo tempo da Togishi come un buon ripiego. La vittoria è di colui, ancor prima del confronto, che non pensa a sè e dimora nel non-pensiero della grande origine. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Castelli Gianfranco 3 · Inserita: 22 novembre 2006 Provo a dire la mia. Io consiglierei del grasso anzichè dell'olio per il fatto che l'olio è mobile e tende a spostarsi e potrebbe lasciare scoperta qualche parte di lama. Il grasso essendo tixiotropico è mobile se sottoposto ad una forza, ma si "blocca" se la forza finisce. Per il tipo di grasso (o oilo se proprio volete) consiglierei senz'altro il siliconico per il fatto che non si altera nel tempo. Quello di grado farmaceutico da una sicurezza maggiore sulla qualità e sulla purezza. Non chiedetemi dove si trova perchè sinceramente non lo so. Io lo vendevo in quantità industriale (in contenitori da 200 kg ). Se mi ricordo faccio un po' di indagine. Gianfranco Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 22 novembre 2006 Scusa Gianfra, sono assolutamente contario ad entrambe le tue soluzioni, il grasso proprio per le sue caratteristiche si appiccica all'interno del saya, impastandosi con le polveri può fare un gran casino. L'olio siliconico intasa e porosità dell'acciaio catalizzandosi e diventa di difficile asportazione. l'unica situazione in cui possa essere necessario l'uitilizzo di un film protettivo alternativo al choji è quando non si ha la possibilità di effettuare le periodiche manutenzioni, il choji col tempo tende ad essiccare. Stiamo parlando di tempi lunghi e di particolari necessità di conservazione. Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Castelli Gianfranco 3 · Inserita: 23 novembre 2006 Scusa Gianfra, sono assolutamente contario ad entrambe le tue soluzioni, il grasso proprio per le sue caratteristiche si appiccica all'interno del saya, impastandosi con le polveri può fare un gran casino. L'olio siliconico intasa e porosità dell'acciaio catalizzandosi e diventa di difficile asportazione. l'unica situazione in cui possa essere necessario l'uitilizzo di un film protettivo alternativo al choji è quando non si ha la possibilità di effettuare le periodiche manutenzioni, il choji col tempo tende ad essiccare. Stiamo parlando di tempi lunghi e di particolari necessità di conservazione. Il grasso si impasta col legno come l'olio. Occorre usarlo in strato sottilissimo dato che protegge, nel tempo, meglio. L'olio siliconico non catalizza. Perchè avvenga qualche reazione occorrono temperature vicino ai 160-180 gradi. Hai presente l'olio che si usa nelle macchine da cucire ? Intendo quello, molto più puro, solo che con una viscosità molto maggiore (dovuta all'aumento della lunghezza della molecola). Qualsiasi altro olio naturale tende, nel tempo, ad ossidarsi rendendolo più scuro, più "secco" superficialmente e più "pastoso" dovuto alla presenza di "carbonio". L'olio siliconico (anche se di purezza particolare) è lo stesso che usano le donne per il seno o le labbra o per eliminare rughe (non usano solo quello) Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sampei 0 · Inserita: 23 novembre 2006 Qualsiasi altro olio naturale tende, nel tempo, ad ossidarsi rendendolo più scuro, più "secco" superficialmente e più "pastoso" dovuto alla presenza di "carbonio". per quanto riguarda l'olio delle macchine da cucire è una ipotesi che stavo percorrendo (mentalmente) la tua segnalazione aggiunge valore al mio pensiero; la cosa che volevo chiederti/vi è, in effetti, quale fosse il tempo entro il quale conviene rimuovere un olio naturale, sicuramente varierà anche con il variare delle temperature esterne, immagino. Personalmente, utilizzando saltuariamente la mia per fare Iaido, è ovvio che l'oliatura (scusate il termine orrendo) viene rinnovata spesso, mi chiedevo nei periodi di inutilizzo ogni quanto porvvedere. ....finchè quelli che oggi sono ciotoli diverrano grandi rocce che il muschio ricoprirà. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
bardix 1 · Inserita: 23 novembre 2006 Il consiglio "canonico" è quello di rimuovere e re-oliare (scusate la cacofonia) una lama ogni 3 mesi, ma, per esenpio, in posti come Venezia, data l'umidità media elevata, sarebbe meglio farlo più spesso; nel deserto, invece, si trovano ancora oggi lame risalenti al periodo delle crociate ancora in buono stato di conservazione, senza nessuna manutenzione, ma non ci provate con le Nipponto. Va portata anche una diversa attenzione alle lame polite di recente: vanno controllate con molta frequenza nei primi mesi dopo la politura, ponendo particolare cura nei punti in cui la lama pare "rifiutare" l'olio. Attenzione invece al silicone: il Ph non è neutro ! Ho visto personalmente una lama appoggiata su di un tampone di silicone (per tenerla ferma nella vetrina) arrugginire nella sua parte in contatto con il silicone stesso dopo solo poche settimane !!! Ho letto (non ricordo dove) che l'uso di Choji Ji Abura puro (che è di color giallo, se non lo è vuol dire che è già diluito) mescolato con l'olio (non il grasso) di vaselina per uso farmaceutico in parti di 1 a 3 oppure 1 a 4 può essere una buona alternativa. Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio". Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere: Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti