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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Messaggi consigliati

Traduzione di un post dell'amico Paul Martin che vi invito a leggere :arigatou:

 

''Se amate veramente le spade giapponesi e la loro tradizione, vi supplichiamo di smettere di sostenere il mercato cinese a basso costo, bassa qualità, imitazioni di spade in stile giapponese. Per quello che spenderete nell'acquistato di tre o quattro di esse, potreste avere invece una bella lama, funzionale, fatta ad opera d'arte da artigiani qualificati giapponesi. Se pensate che state salvaguardando la spada giapponese con l'acquisto e l'utilizzo di cinesi (o qualsiasi altro non-giapponese / fabbricate non tradizionalmente), si sbaglia. In realtà si sta contribuendo ad uccidere il mestiere. Ci sono un sacco di veri fabbri moderni in Giappone che stanno lottando per guadagnarsi da vivere con il loro lavoro. Le loro spade non andranno perse o rotte in battaglia. Ci sono artisti al top che si vedono sempre in TV e sulle riviste, i quali costi sono naturalmente alti, ma ci sono anche gli altri fabbri, che stanno costruendo spade per il mercato del Battodo e del iai. Oltre a preservare le vecchie spade con l'acquisto di nuove, con l'effetto a catena del lavoro di altri artigiani per i kodogu, saya, togi ecc, ci sarà il salvataggio delle competenze immateriali che devono essere trasmesse alle generazioni future. Hanno bisogno del nostro patrocinio e del nostro sostegno, invece di nutrire il più economico, basso sforzo, roba di bassa qualità dalla Cina. Negli ultimi anni, ci sono stati tre suicidi di fabbri giapponesi che non riuscivano a guadagnarsi da vivere. Stiamo cercando di aprire un mercato occidentale della spada giapponese, per rendere possibile avere le migliori spade del mondo, dagli artigiani che sanno davvero come fare questi fantastici oggetti. Loro meritano il lavoro, solo noi li possiamo aiutare a preservare le spade ed il loro mestiere. The Japanese Sword farà del suo meglio per preservare le Nihontō, l'artigianato ed aiutarvi a realizzare il vostro sogno di possedere una vera spada giapponese restando nel vostro budget.''


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Grazie Francesco per la segnalazione del post...sarebbe davvero un peccato se questa meravigliosa arte non potesse essere più tramandata alle future generazioni...

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Sono d'accordo anche io con quanto scritto sopra!

Devo però ammettere che senza queste copie cinesi di scarsa qualità non penso che avrei mai scoperto il mondo delle nihonto e tutto quello che c'è dietro.

Sembra un controsenso, ma proprio confrontando quelle copie a dir poco imbarazzanti, ho cominciato ad apprezzare il vero valore delle spade tradizionali giapponesi.

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Anche a me piacerebbe poter acquistare delle Nihonto, il problema è che non so a chi rivolgermi. Un acquisto in Giappone con tutti i problemi doganali mi terrorizza ed in Italia francamente su internet ho visto poco e quel poco che ho visto ha dei prezzi alquanto elevati.

Spero nel ripristino del mercatino sul sito.

Gianfranco.

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Concordo con il post di Paul Martin, purtroppo esistono repliche di quasi tutto quello che è in commercio, e tanti di noi si saranno anche imbattuti in cinesate agli inizi.

 

Fortunatamente esiste il Forum, e vari libri su cui imparare ed approfondire le Nihonto, e si capisce quanto poca roba siano queste copie, confronto al lavoro, la storia e l'arte che rappresentano le spade Giapponesi.


HAqDe6c.png

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Andrebbe riaperto ''Scheletri nell'armadio'' ahah :whistling:

 

Il problema è che capita che i venditori alle fiere ti dicono che sono vere lame giapponesi, hanno il pienone di persone che le comprano, anche a cifre importati, più di 1000 euro (visto di persona), quando sono imitazioni cinesi...

 

Online rimangono più sul vago, ma è facile che una persona (chiamiamolo pure pollo..) che non sia un cultore in materia compri una lama del genere credendo sia una vera nihonto....anche per via del prezzo importante, mentre è un pezzo, di qualità gli auguro, forse cinese.

 

Non voglio fare contro pubblicità a nessun negozio copiandoci descrizioni, probabilmente saranno anche utenti del forum ed ognuno è liberissimo di pensarla come vuole, ma vi invito a leggerle dai siti, anche italiani.

 

(Nel caso che non vogliate usare per il naturale rischio una Nihonto o per problemi di budget, per lo iaido ci sono delle ottime lame prodotte in lega nelle fabbriche di Gifu)


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Sempre a proposito dell'attuale mondo dei forgiatori vi invito a leggervi questo articoletto, penso possa far riflettere:

http://en.rocketnews24.com/2017/08/15/japan-is-running-out-of-swordsmiths-and-a-strict-apprenticeship-requirement-is-a-big-reason-why/

 

"Japan is running out of swordsmiths, and a strict apprenticeship requirement is a big reason why Want to make katana for a living? Hope you don’t mind not getting paid a single yen for the next five years.

Although it might sound unusual for artifacts with a centuries-long history, swords are currently in vogue in Japan. Museum exhibitions of historically significant katana have been attracting large, enthusiastic crowds in recent years, but the blades’ surging popularity is yet to solve a few problems.
In 1989, the Japanese Swordsmith Association counted 300 registered swordsmiths in the country. Not 20 years later, that number has been nearly cut in half, with only 188 smiths currently registered, and their average age rapidly increasing.
Swordsmithing isn’t just an industry, it’s also part of Japan’s cultural heritage. To preserve the craft, Tetsuya Tsubouchi, one of the Japanese Swordsmith Association’s directors, says two things have to be done. First, new swordsmiths have to be trained and certified to replace the craftsmen who’re retiring or otherwise being lost to old age, but there are some major hurdles in the way.
Not just anyone start hammering away and producing swords for sale in Japan. Practitioners are required to first serve as an apprentice under a registered swordsmith for a period of five years. These apprenticeships are unpaid, meaning that blacksmithing could be considered one of Japan’s harsh “black enterprises.” Those who want to complete the training must either burn through savings they amassed working in another field (before quitting that job to start their apprenticeship) or rely on financial support from their families. But while Japanese parents are generally willing to invest in their children’s education, it’s pretty difficult to convince Mom and Dad to cover all of your living expenses for a half-decade so that you can take a shot at making it in as niche an industry as swordsmithing. As a result, Tsubouchu says that though there’s actually been a recent uptick in apprenticeship applications, very few apprentices actually make it to the end of their five-year training period.
Even if they do complete their apprenticeship, prospective smiths still have to pass a national certification test, which takes place over a period of eight days. The test is offered only once a year, so if you fail, you’ve got a long wait until you get to take another swing at it. Oh, and once that’s all done, the estimated cost to set up a swordsmithing business of your own is 10 million yen (US$91,000), an amount of seed money that’s kind of hard to scrape together when your last paycheck was five years ago.
The other thing the industry needs, Tsubouchi says, is new customers. Collectors of art and antiquities have long been happy to buy and sell historical pieces, but a demand for preexisting blades isn’t creating much work for present-day smiths. What they need are people who’re interested in buying freshly forged swords, especially since they can7t just sell batches to the local samurai warlord like their predecessors in the feudal era did.
Luckily, a surge in popularity among sword-carrying anime and video game characters (some of which are actually swords themselves), as well as cosplayers dressed as those characters, has raised awareness of katana among young people, especially Japanese women, who’ve been showing a renewed interest in Japanese history in general over the past decade. Tsubouchi also points to collaborative efforts such as exhibitions that combine anime and katana aesthetics, such as a popular traveling display of swords inspired by the Evangelion franchise.
Tsubouchi also sees potential in the fact that rekijo, as Japan calls women with an interest in samurai history, range in age from teens up through women in their 30s and 40s. The director points out that in the past, it was often older, married men who wanted to buy katana to keep as family heirlooms, only to have the idea shot down as overly extravagant by the women of their household. But if both husband and wife, and maybe their daughter too, are keen on having a sword on display in the home, that purchase becomes a lot more justifiable.
The hope, Tsubouchi says, is not necessarily for new customers to convince people to buy ultra-premium pieces, but rather to cultivate a market for Japanese swords that are within the budget of even people who aren’t wealthy art collectors. He even muses about the possibility of reestablishing the largely forgotten custom of omamorigatana, in which swords were given as a good luck charm commemorating auspicious occasions such as births and marriages.
Still, with Japan placing so much importance on financial stability, it’s going to be an uphill battle encouraging people to seriously consider a career in swordsmithing, at least until there’s some solid evidence that all those people lining up to see swords at the museum would be genuinely willing to buy one for themselves."

"Indiana Jones e la lama perduta"

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Lo ho letto in velocità quando lo avevi condiviso su fb... volevo fare ub bel post-riflessione da kilo, ma sono costretto a limitarmi a 3 concetti di fondo:

- resto dell'idea che lo stato dovrebbe riservare dei fondi pubblici diretti per mantenere anche gli apprendisti. ...E/O da dividere tra tutti quei forgiatori che tramandano quest'arte;

- visto che ci sono anche diversi apprendisti che mollano prima di finire (è normale alla fin fine), troverei un meccanismo di poter finanziare solo chi riesce a finire l'apprendistato e che lo fa con profitto, cioè con esami e test di rendimento.

- mi sento meno polemico verso chiunque cerchi di creare un indotto compresi i signori nbthk.

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Si concordo con te Enrico, e aggiungerei anche meno polemico verso le mostre dei nuovi artigiani tipo quella a tema Evangelion e Samurai warriors!


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Carmina non dant panem.

 

Purtroppo non è un discorso nuovo.

Temo che complessivamente noi siamo messi peggio.

☹️


 

月の道

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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