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Francesco Marinelli

Oplomanzia – la divinazione tramite la spada giapponese

Messaggi consigliati

Ho ricevuto il permesso di pubblicare questo articolo che mi auguro possa essere di vostro interesse, data la recente discussione a proposito: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=9424&page=3

 

Kokusai Tôken Kai / Franz Baldauff / conferenza del 21 marzo 2015

Oplomanzia – la divinazione tramite la spada giapponese

(riassunto della conferenza) Franz Baldauff 21 marzo 2015

Traduzione: Xavier VAN WELDEN per la Kokusai Tôken Kai

 

L’oplomanzia – kensô 剣相 o sôken 相剣 – è un'arte divinatoria che si appoggia sull'osservazione e l'interpretazione delle caratteristiche di una lama di spada con lo scopo di stabilire a partire da questa dei pronostici sul futuro del proprietario della spada.

 

Bibliografia

Poiché si tratta di superstizioni, questo aspetto della cultura della spada è stato studiato molto poco ; le uniche due pubblicazioni serie su questo argomento (che lo è così poco) sono due articoli:

- FUKUNAGA Suiken, « Kensô », in Nihontô daihyakka jiten, 5 volumi, Tôkyô, Yûzankaku shuppan, 1993.

- SATÔ Yukihiko, « Kensô gakkô », in Tôken Bijutsu n°344, NBTHK, settembre 1987.

 

Facciamo presente che l'Inglese John Talbot Clifton (1868-1928) pubblicò nel 1905 un piccolo fascicolo che riprendeva illustrazioni tratte da opere giapponesi del periodo Edo ed accompagnate di qualche spiegazione. Questo libro ha il merito di esistere ed è stato ripubblicato dalla Hawley Publishing nel 1995 (fig. 1).

fig1.jpg

Fig. 1 : « La buona ventura tramite le spade giapponesi secondo antichi manoscritti », Londra, 1905.

 

Tecniche divinatorie

Concretamente, l'indovino poteva generalmente basarsi su 5 punti per diagnosticare una lama.

 

La lunghezza della lama

Secondo una delle teorie del kensô, la stessa lunghezza di una lama poteva essere benefica o malefica. Per “misurare” la natura di una lama e dare il suo parere su una spada, l'indovino utilizzava un righello particolare chiamato kenjaku 剣尺 e di cui esistevano diversi modelli a seconda delle scuole di oplomanzia. Questo righello, lontano dall'essere un'invenzione degli indovinelli, era un'adattazione del karajaku 唐尺 (« piede cinese ») che serviva ai falegnami o agli scultori per determinare le dimensioni fauste degli elementi di una costruzione, di una tomba o di un altare buddista. Il disegno qua sotto (fig. 2) tratto dal Tôken zukô 刀劍圖考 (1843) rappresenta un modello di righello da spada. Esso viene diviso in otto sezioni ; in ciascuna è inciso un carattere cinese che rinvia ad una funzione mantica. Si succedono da destra a sinistra le funzioni seguenti: kichi 吉 (buon presagio), gai 害 (danni/lesioni), kô 劫 (minacce/peccati?), kan 官 (funzione [amministrativa]), gi 義 (dovere/lealtà), ri 離 (separazione), byô 病 (malattia), zai 財 (ricchezze).

fig2.jpg

Fig. 2 : Il righello da spada, secondo il Tôken zukô.

Il kenjaku era poggiato contro il lato posteriore o il taglio della lama la cui sporgenza (mune-machi o ha-machi) serviva di punto di partenza della misura. Il risultato viene indicato dal segmento raggiunto dall'estremità della punta della lama. Per le lame più lunghe bastava spostare una seconda volta il righello con un movimento di translazione allo scopo di coprire tutta la lunghezza della lama.

 

I difetti...

L’analisi delle imperfezioni e dei difetti di fabbricazione (kizu 疵) costituiva sicuramente il cuore del diagnostico del oplomante. Segreto conservato a lungo dai professionisti della spada, la descrizione illustrata (fig. 3) della maggior parte dei difetti sarà pubblicata solo tardi, nel 1721, nella “Raccolta delle firme delle lame nuove” (Arami meizukushi 新刃銘尽), in 6 volumi, di Kanda Hakuryûshi 神田白龍子.

 

...e la loro posizione sulla lama

Oltre alla sua forma e la sua natura, la posizione del difetto era capitale. Pur di determinare il significato e l'augurio di un kizu a funzione del suo posto sulla lama, si ricorreva a due metodi diversi. Il primo consisteva nell'applicare il righello da spada lungo la lama per determinare di fronte a quale funzione mantica si trovava il difetto. Il secondo metodo si praticava senza righello: la lama veniva virtualmente divisa in un certo numero di sezioni, ognuna definita da una funzione mantica. L'illustrazione seguente, tratta dal Sôken seiden 相剣正伝 (L'autentica oplomanzia, 1809), mostra una lama divisa in cinque sezioni. Ogni sezione presenta una doppia lettura: sulla linea in alto si succedono i Cinque Agenti, ciascun di loro associato ad una funzione mantica.

fig3.jpg

Fig. 3 : disegno figurante diversi tipi di difetti e la loro posizione su una lama (Arami meizukushi, 1721).

Da sinistra a destra:

• ki 木 (legno) associato a 運 un (destino)

• kin 金 (metallo) associato a 命 mei (vita)

• tsuchi 土 (terra) associato a 福 fuku (felicità)

• mizu 水 (acqua) associato a 聚 shû (aggregazione)

• hi 火 (fuoco) associato a 散 san (dispersione)

 

fig4.jpg

Fig. 4 : distribuzione dei Cinque Elementi e nozioni associate secondo il Sôken seiden.

La forma della tempra

La forma dello yakidashi (fig. 5), dello hamon e del bôshi dava delle indicazioni all'indovino. Lo yakidashi tipicamente Ôsaka shintô (fig. 5 in alto) veniva considerato come il più benefico, mentre uno yakidashi dritto stile kotô suriage (fig. 5 centrale) portava sfortuna. Inoltre, nel caso di uno hamon di stile « irregolare » (midareba) come il nokogiri-ba (tempra altalenante), le escrescenze che somigliano a delle onde frangenti dovevano dare l'impressione di dirigersi verso la punta della lama per essere fauste. Per quanto riguarda il bôshi, il kaen era particolarmente vituperato perché annunciatore di incendio.

 

fig5.jpg

Fig. 5 : tre tipi di yakidashi, secondo il Kensô hiden.

Le attività nel ji ed il ha

Gli indovini cercavano nelle attività di martensite dei segni di buon augurio. Le figure astrali (sole, luna, stelle) erano particolarmente apprezzate. I sunagashi o i chikei zoomorfi che evocavano degli uccelli, dei draghi o dei serpenti erano un buon segno a condizione che il capo dell'animale fosse diretto in direzione della punta della spada ; questo è d'altronde anche valido per i horimono di drago e pure per i menuki.

 

Il nakago

Il codolo era a priori di buon augurio se era nel suo stato di origine (ubu nakago). I mekugi-ana che sono disposti sullo shinogi, quelli che sono stati forati di traverso, quelli che si avvicinano troppo al bordo e quelli che non adempiono più la loro funzione sono di cattivo augurio.

A meno di essere stato tappato, un mekugi-ana vicino all'estremità del codolo (nakago-jiri) è un cattivo presagio che annuncia che il proprietario della lama si ritroverà senza dimora. I machi (ha-machi e mune-machi) devono essere allineati, nettamente tagliati e finiti accuratamente. Sono cattivi se sono scostati l'uno rispetto all'altro, se non sono tagliati ad angolo dritto, se sono consumati, assenti, o ancora se sono anormalmente profondi.

 

Origine del kensô

Se la credenza nell'esistenza, da una parte, di lame di buon augurio e, d'altra parte, di persone capaci di riconoscerle risale alla “più alta antichità”, l'origine del kensô come sistema mantico codificato appare non prima della fine del periodo di Muromachi come sembra indicarlo l'assenza di fonti documentarie risalenti a prima della fine del XVI° secolo. Infatti, il più antico testo conservato fino ai giorni nostri, il Trattato di oplomanzia della scuola Okabe (NBTHK), ci è pervenuto sotto la forma di una copia manoscritta tardiva di un esemplare del 1682, esso stesso riproducendo un testo che sarebbe stato del 1575.

E' soprattutto all'epoca di Edo, e particolarmente nella sua seconda metà, che si sviluppa l'oplomanzia che conterà fino a nove scuole. Le mie ricerche bibliografiche mi hanno permesso di compilare un elenco di una trentina di opere, dei manoscritti per lo più, che trattano del kensô e conservati in diverse biblioteche in Giappone ; solo quattro opere stampate nell'epoca di Edo sono potute essere identificate:

1774 : Sôken hiki 相剣秘記 (Note segrete sull’oplomanzia)

1802 : Kensô shinpi-roku 剣相神秘録 (I Misteri dell’oplomanzia)

1809 : Sôken seiden 相剣正伝 (L'autentica oplomanzia)

1824 : Sôken hitsuyô-ki 相剣必用記 (Note indispensabili sull’oplomanzia, ristampa del titolo del 1774)

1831 : Sôken-sen相剣筌 (La Nassa all’oplomanzia)

 

Questa lista indica che il kensô fu in voga dalla fine del XVIII° al mezzo del XIX° secolo, o almeno che i lettori potenziali erano abbastanza estesi, perché i librai-editori prendessero il rischio di investire nella stampa di queste opere.

 

L’Accoglienza

L’oplomanzia era lungi dal fare solo addetti. Più esperti dell'epoca Edo criticano il kensô, a volte con virulenza.

 

Kanda Hakuryûshi 神田白龍子 (1680-1760), Arami meizukushi新刃銘尽, 1721 :

Una credenza popolare recente vuole che il destino di una persona sia prevedibile a seconda della lunghezza del suo katana o del suo wakizashi, o ancora che una spada sia di buon o cattivo augurio a seconda che il disegno della tempra sia composto di motivi irregolari (midare) o di una linea dritta (suguha). Ancora peggio, la buona ventura viene determinata dal righello da spada (kenjaku), il che turba le genti. Queste sono storie stupide.

 

Kamada Gyomyô 鎌田魚妙 (1726-1796), Shintô bengi 新刀弁疑, 1777 :

Certi non fanno altro che dare un'occhiata sulla lama e, senza tener conto della sua qualità o della presenza di difetti, tengono un discorso ingegnoso su degli aspetti quali la fortuna, la felicità, la longevità o ancora la salute, che differisce secondo le persone. Questi individui fanno piccoli benefici ed è evidente che ingannano la gente. Le persone dotate di buon senso dovrebbero diffidarsene.

 

Araki Hoshu 荒木甫秀 (1730-1805), Shintô benwaku-roku 新刀弁惑録, 1797 :

Di recente, sono state pubblicate le « Note segrete dell'oplomanzia » (Sôken hiki). Queste note sono storie per ragazzine e non c'è niente di serio in questo libro […] Kanda e Kamada dicono che il kensô è un inganno, e benché abbiano avvisato il pubblico, il kensô è recentemente diventato di moda. Siccome si incontrano, tra le persone di alto rango ed i maestri di arti marziali, degli individui che ci credono veramente, è naturale che il pubblico si faccia ancora di più ingannare.

 

La clientela

A priori, ricorrevano ai servizi di un indovino le persone che portavano o possedevano delle spade. Si trova nel Tôken-dan (Colloqui sulle spade, 1910) di Ukô Inshi (1851-1924) un aneddoto estremamente interessante di un banchetto alla residenza di Abe Masahiro 阿部正弘 (1819-1857), membro del Consiglio superiore del shôgun, nel corso del quale si ricorse ad un indovino:

 

[traduzione parziale] Mentre gli ospiti si divertivano in una chiacchiera mondana, un certo Mizuno si fece avanti di fronte all'assemblea.

 

Mizuno: Ho un compagno esperto di oplomanzia. Le sue doti sono eccezionali e siccome è molto competente la sua fama è grande. Cosa direste, per divertirvi stasera, di sentire la buona ventura secondo le vostre spade?

Un consigliere: Abbiamo tutti già sentito parlare dell'oplomanzia e se il nostro ospitante ci consente, facciamo venire il vostro compagno e mostriamogli ciascuno la nostra spada.

Abe: Ho sentito parlare della sua fama, e se questo potesse rallegrare la nostra serata, sarebbe una cosa buona. Che venga mandato a cercare.

Si spedì seduta stante un messaggero per invitare l'indovino, il quale si presentò subito davanti all'assemblea. Giudicò prima il wakizashi del padrone di casa, poi la spada di ogni delle qualche venti persone presenti, dichiarando con sicurezza che tale spada era di buon augurio, che tal'altra non lo era e che bisognava non portarla, o ancora che tale spada era buona e cattiva insieme. Mentre l'indovino spiegava in dettaglio i vantaggi ed i difetti delle lame e si esprimeva con eloquenza, si guadagnò l'ammirazione ed il rispetto del suo uditorio. Per finire, guardò la spada del favorito di Abe.

Indovino: Questa spada è di molto cattivo augurio, porterà sicuramente sfortuna al Suo padrone. Bisogna assolutamente non portarla.

Tutta l’assemblea restò interdetta.

Favorito: questa spada apparteneva a i miei antenati e mi è stata data da mio padre che, sul suo letto di morte, mi disse “voglio trasmetterti questa spada ; mi terrà presente al tuo ricordo e stimolerà la tua lealtà e la tua pietà filiale“. Ecco come mio padre parlò di questa spada. Allora, fosse pure di cattivo augurio che non potrei decidermi a separarmene!

Il volto dell'indovino cambiò di colore.

Indovino: Avete l'intenzione di perseverare nel portare una spada nefasta al suo padrone? Fate passare le vostre considerazioni familiari prima della sicurezza del vostro signore!

Favorito: Prima di tutto, questa cosa che viene chiamata « oplomanzia », da quando esiste? Noi altri non crediamo affatto a questo tipo di cose. Secondo la tradizione, ci sono tra i tesori dell'imperatore i Tre Oggetti della legittimità imperiale, di cui il più importante è la Spada sacra. Poiché questa spada è un tesoro da generazioni, dal punto di vista dell'oplomanzia dovrebbe essere considerata come un'arma dalla buona fortuna senza uguale. Ora, si dice che l'imperatore Antoku scomparì nelle onde con questa spada! Peraltro, ho sentito che la lama più preziosa della famiglia Tokugawa è quella che porta il nome « Honjô Masamune ». Apparteneva ad un certo Umanosuke che se ne servì per attaccare il signore Honjô, ma siccome Umanosuke fù ucciso nella battaglia, questa lama è malefica dato che fu funesta al suo padrone! Da allora, come mai una lama di così cattivo augurio è diventata un tesoro ereditario della famiglia dello shôgun ? La spada è un attrezzo che protegge il signore così come la persona che la porta. Quando il cuore del suo padrone è ben intenzionato e quando è leale, allora la spada opera anche a favore della lealtà. Però quando il padrone ha una cattiva intenzione, la spada lavora per il male. Una spada, in sé, non è “benefica” o “malefica” ; è il cuore del suo padrone che lo è. E' quanto penso da sempre. Noi altri non crediamo minimamente a questo tipo di cose come l'oplomanzia.

Le parole del favorito gettarono una freddezza nell'assemblea e tutti i suoi invitati perdettero il gusto alla festa. Per provare a rappacificare l'atmosfera, Abe biasimò il guastafeste e lo cacciò dal banchetto.

Abe: Non sei altro che un pivello. Ritirati!

Il piccolo ricevimento giunse alla sua fine e quando tutti gli invitati furono andati via un segretario si presentò tutto tremolante davanti a Abe.

Segretario: Signore, il favorito ha avuto un atteggiamento inadeguato davanti agli ospiti. Mi ordinate di confinarlo?

Abe: Assolutamente no, questo non sarà necessario. Quanto ha detto era del tutto giusto. Il kensô va di moda in questi ultimi tempi, ma in realtà si tratta di una cosa che non ha senso e, come lo ha detto lui, una spada non è”buona” o “cattiva” in sé. Questa sera, le storie dell'indovino non erano più di un piccolo divertimento e ciò che ha fatto il favorito non era inadeguato. Infatti, mi rallegro per questo ragazzo la cui disposizione di cuore è ammirevole.

Il segretario, rasserenato, si ritirò.

 

 

Influenze sul mondo della spada

Il kensô influenzava i fabbri, la loro produzione o il commercio delle spade? Ci si può legittimamente fare la domanda viste le critiche dei nostri esperti del XVIII° secolo secondo i quali numerose persone “ingannate” dal kensô prendono queste stupidaggini sul serio.

 

Influenze documentate

La prova più evidente dell'effetto delle teorie del kensô sui committenti di lame e, di conseguenza, sul lavoro dei fabbri ci viene riportata da Fukunaga che menziona l'esistenza di due lame che portano le iscrizioni seguenti:

 

-sôken-zukuri 相剣造 (« fabriccato secondo i principi del sôken ») su una lama di Kuniyoshi, « piccolo » fabbro di Shitaya (Edo) attivo a fine shinshintô.

-Kameda-shi no motome ni ôjite kikkensô kore-o saku 亀田氏応需吉剣相作之 (« in risposta ad un ordine del Signor Kameda, ho realizzato questo seguendo i buoni precetti dell'oplomanzia »), su una lama del famoso Sukenaga (Osafune).

 

Peraltro, lo stesso autore segnala una pratica espiatoria originale. Certi nomi di fabbri o di scuole ponevano problema ai hoplomanti: Shimosaka 下坂, letteralmente la « pendenza discendente » (dunque di cattivo augurio), e Shitahara 下原, letteralmente « la pianura di giù », che per omofonia evoca il seppuku. Per scongiurare la cattiva sorte e con l'aiuto di qualche incisione, il carattere 下 veniva truccato in 本, pur di modificare la lettura di questi nomi.

 

Influenze probabili

I criteri di stima del kensô essendo di fatto abbastanza vicini a quelli della perizia, le raccomandazioni degli indovini hanno senza dubbio contribuito ad una selezione delle migliori lame scartando le lame di cattiva qualità, troppo consumate, in cattivo stato o con firme contraffatte. Infatti, la perizia di un indovino aveva almeno per vantaggio di sensibilizzare il suo cliente alla presenza [insospettata] di kizu sulla lama di questo.

 

Conseguenza diretta di quanto precede, quei clienti convinti della necessità di cambiare lama hanno possibilmente sostenuto la produzione dei shintô, ad un'epoca di pace in cui i samurai si trasformavano in funzionari burocrati. In fine, è facilmente concepibile che le raccomandazioni dell'oplomanzia abbiano potuto procurare a dei mercanti poco scrupolosi gli argomenti necessari alla cattura di buone lame presso una clientela scaramantica...

 

Influenze immaginabili

Nell’Arami meizukushi (1721), Kanda aggiunge:

[...] Se avete però una lama la cui forma è buona, il cui taglio è solido ed il cui kitae è fino, e se questa lama, che sia un wakizashi o un katana, che sia recente o antica, è di una lunghezza che conviene alla vostra statura, sappiate che questo è di buon augurio.

[...] portare una lama troppo lunga che non si può manipolare è così inutilizzabile come un moschetto sotto la pioggia.

 

In breve, egli considera che i suoi contemporanei portano delle lame troppo lunghe. Ora, il nagasa abituale – quasi regolamentare – di una katana shintô fluttuando attorno al famoso 2 shaku 3 sun (nishaku san-sun, 69 cm) – come se i Giapponesi avessero tutti la stessa altezza –, e sapendo che la buona ventura era anche determinata dalla lunghezza della lama, potrebbe darsi che questa lunghezza non fù fissata a caso. L’illustrazione a lato mostra che una lama di katana doveva fare almeno 68,18 cm perché la sua punta raggiungesse le sezioni « felicità » o « ricchezza » del righello da spada, qualunque sia il senso in cui si appone il righello.

Di conseguenza, non è impossibile che una parte dei suriage e machi-okuri possa essere stata praticata per delle ragioni di scaramanzia.

 

fig7.jpg

La forbice della felicità ; tra 68,18 e 77,27 cm di nagasa una lama era per forza di una lunghezza porta fortuna.


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Grazie Francesco molto interessante! Questo aspetto Partenopeo/nipponico riguardo la spada ci accomuna con i Giapponesi perbacco! Nel mio post di presentazione mi riproposi di annusare una lama al mio primo esame per poterla abbinare ad un grande vino, a questo punto l'oplomanzia mi sdogana e non mi sentirò più tanto cretino nel farlo!


Antonio Vincenzo

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Questo spirito partenopeo ha fatto proselitismo ben al di là del Giappone.

Come vi ho detto una volta, una parte della mia famiglia è indonesiana.

Voi non avete idea di cosa c'è dietro ad un kriss.... dall'utilizzo di acciaio meteorico per favorire L'Unità con gli dei, ai bagni purificatori con essenze, per levare influssi malefici. Tutt'oggi l'impossibilità di recarsi ad una festa importante, come un matrimonio, viene rimediata con l'invio del proprio kriss.

 

... eppure quelle che talvolta paiono solo superstizioni hanno dei risvolti che hanno dell'incredibile.

Un mio parente si è una volta recato in un paese con due kriss che aveva acquistato, per essere accolto dal capo del villaggio con una delegazione guardinga e sospettosa.

Senza troppi preamboli, gli si è chiesto quali erano le sue intenzioni, visto che recava due kriss di cui uno aveva già ucciso.

Furono rassicurati non tanto dalle spiegazioni date, quanto dal fatto che era lì solo di passaggio

.😂😂😂😂


 

月の道

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Che dire Francesco???

 

Grazie, grazie e ancora grazie! :arigatou:


Marco C.

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Grazie Francesco, pezzo davvero interessante! Bellissimo il racconto preso da Colloqui sulle spade!


Fabrizio T.

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sull'argomento esiste un vecchio articolo interessante, pubblicato in tre puntate

 

20170319_003258.jpg

 

la fonte è una rivista periodica di un'associazione specialistica, magari la conoscete..

 

20170319_003327.jpg

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Queste delle singolari immagini tratte da un libro su questo argomento del 1856:

 

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"Indiana Jones e la lama perduta"

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