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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Roberto Peruch

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Che riguarda Roberto Peruch

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  • Compleanno 21/09/1964

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  • Provenienza
    Treviso
  • Interessi
    pratico iaido

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    http://
  1. Un giorno un maestro che oramai ci ha lasciati ha detto "un giorno verranno gli stranieri ha riportarci la nostra cultura" e si riferiva alla spada perchè purtroppo anche in Giappone è in disuso. Sul fatto che "saberu" nel senso di servire abbia perso di significato , dissento vista proprio la situazione che viviamo . Mi piacerebbe che tra Tosho , Toghishi e Samurai vi fosse ancora quel legame del passato, per questo ogniuno è chiamato ad un lavoro responsabile . Forse sono solo un sognatore ma anche la vita è un sogno
  2. Roberto Peruch

    Cerco Un Amico

    io lo conosco praticava iai con me
  3. ho fatto una domanda di questo genere dopo aver letto tante cose strane non condivido l'idea molto diffusa che si possano in realtà praticare diversi ryu contemporaneamente se non per avere come ultimo scopo la collezzione di forme vuote (rispettando il principio proprio dei ryu) . inoltre ho voluto a modo mio correggere alcune affermazioni riportate in un forum già esistente sul tema. Le correnti sono state come dire la possibilità di aprire una scuola non "ereditata"ed è tipica del Ghendai.
  4. Grazie , sono nuovo del forum e non avevo visto che avevate trattato l'argomento anche se devo dire avendolo letto che ha parecchie imprecisioni la storia è più complicata . L'Hagakuredel XVII sec parla gia di etica di comportamento che è sicuramente antecedente ma che probabilmente riguardava la condotta da tenersi internamente al clan. Con i Tokugawa primi veri unificatori del Giappone si introducono nuovi concetti "Bun Bu riodo" la conoscenza delle arti e la pratica marziale devono essere coltivate all'unisono . Questo per togliere tempo alle brame di potere e per diffondere una legge condivisa . non si possono realmente distinguere due "vie " jitzu o "Do" è però evidente che le pratiche (rei) etichetta che rientravano quasi esclusivamente nel dominio dei clan Ryu da questo momento vengono codificate per l'intero Giappone . Dello stesso periodo è l'obbligo di far soggiornare nella capitale le famiglie dei nobili . Fino a questo punto i clan erano titolari di scuole marziali Ryu dentro le quali si attingeva anche per "Do" tanto che lo zen era gia ben diffuso fin dal 1185 . Dal 1600 si diffondono il Confucianesimo che detterà le nuove regole condivise e la pace porterà ai samurai l'esigenza di evidenziare nella pratica ancor più gli aspetti spirituali tipo lo zen . E il periodo dello Iai-Do che non si è inventato allora ha solo evidenziato taluni aspetti che preesistevano questo periodo durerà fino al 1868 con la restaurazione (judo karate il kendo di oggi Aikido non esistevano ) solo dopo questo periodo nasceranno queste scuole . Queste si definiscono "Ghendai"la loro funzione è di sviluppare in salute la popolazione diffondendo anche nella popolazione alcuni valori morali (che poco hanno in comune con il Bushido). Ovviamente a questo scopo serve la disponibilità ad un insegnamento diffuso cioe dove l'allievo sceglie il maestro e non il contrario come negli antichi Koryu. L'evoluzione delle scuole ghendai è stata logicamente verso lo sport e in quella direzione continuano la loro evoluzione per il resto non possiamo distinguere realmente Jitzu da Do e Ryu indica solo la via dentro un clan o scuola scusate se mi sono dilungato
  5. Si utilizzano spesso termini come Do, Ryu, Jitzu ma spesso non ci si intende nel significato creando non poche incomprensioni cosa ne pensate?
  6. Da questa discussione mi pare di poter affermare che la legge condivisa tra :forgiatori ,Pulitori,Samurai, (oggi anche collezionisti (alcuni)) sia la consapevolezza di essere conservatori o testimoni della cultura Giapponese, coscenti della responsabilità che questo determina. E evidente che in passato la funzione pratica dettava legge , mi chiedo se il venir meno della necessità pratiche abbia cristallizzato definitivamente l'evoluzione delle lame come è accaduto per le scuole di spada o se il presente porterà verso la produzione di lame per nuovi "ricchi collezionisti" egocentrici. Mi rendo conto che nascono continuamente nuove scuole di spada che non legano con la tradizione spesso portatrici di interessi diversi , come il pulitore possa essere tentato sulla strada del guadagno. cosa rimane della via degli dei
  7. Kentozazen hai ragione i Giapponesi che conosco usano le parole attribuendogli un significato diverso dal vero ! scherzo
  8. l'unica cosa che ci tocca è la morte . trovo strano dal mio punto di vista che tu distingua tra KEN-DO e IAI-DO per un Giapponese non vi è una vera distinzione in fondo Ken è spada Do è via lo Iai usa la spada per il Kendo moderno direi che sarebbe più giusto chiamarlo SHINAIdo forse è questo il motivo del seitei-iai introdotto nel Kendo per quel che riguarda il Kenjitzu direi che tutto deve passare per la tecnica prima di diventare una via (DO)
  9. Quello che voglio dire è che la spada giapponese non è solo un oggetto ma rappresenta un aspetto culturale e filosofico molto profondo . In genere si tende a sottovalutare questo aspetto ciò accade anche per le arti del Giappone , cosi siamo più preoccupati di collezzionare cose nelle arti m. kata magari di diverse scuole, o lame , trascurando il vero substrato culturale di cui sono portatrici. In fondo un samurai non è un dio , anche il più conosciuto dei forgiatori riceve la sua aurea da un movimento filosofico che a mio avviso è la vera tradizione . mi sono permesso di porre questa domanda per approfondire o condividere una riflessione su questi aspetti che reputo primordiali rispetto alla forgiatura o alla necessità estetica . La cosa nasce anche dal fatto che mi sono chiesto : quanto conta la forma rispetto all'esigenza di chi una spada la commissiona? e come praticante di iai essendo la spada il tramite per un'evoluzione personale quanto si nutre della forma donatagli dal forgiatore?
  10. Speriamo che questo no valga anche per il Samurai . conosco persona Giapp. che ha ereditato la spada di famiglia e che si preoccupa di trovare Samurai per lasciargliela non avendo figli. Meditate gente
  11. credo che venuta meno la necessita di utilizare la spada come arma si sia rotto questo rapporto e mi chiedo cosa evidenzia oggi un pulitore e cosa forgia il forgiatore posso capire il collezzionista , forse si è persa di vista la vera anima che tanto fascino ha creato . quale aprocio ritenete corretto visto anche cosa rappresentavano questi oggetti ?
  12. Vorrei porre la questione che coinvolge più parti , forgiatori, pulitori, samurai . Cosa unisce secondo voi un forgiatore nella sua opera con un pulitore e un samurai , quali aspetti sciamanici o altro condividono questi oltre l'oggetto ? cosa ne pensate
  13. Roberto Peruch

    presentazione

    Ciao a tutti mi chiamo Roberto Peruch abito in provincia di Treviso pratico Muso-Jikiden Eishin-ryu ho trovato il forum interessante e istruttivo

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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