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Budo

The Craft Of Japanese Sword

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Sono circa a met? del libro in oggetto e mi sono venute un p? di perplessit? che magari qualcuno di voi esperti mi pu? risolvere.

 

- L'autore dice che i wakizashi appaiono all'inizio dell'era Shinto. Perfetto, allora quelli che vendono come Koto cosa sono? Sono forse delle katane o Tachi danneggiate e poi accorciate nell'eopoca shinto? o altro?

 

- Relativamente alle Gunto, l'autore sostiene che non hanno nessun valore (se non sono state forgiate a mano) e che il governo non le registra ma ritiene che se trovate vanno distrutte.

 

Devo dire che quest'ultimo punto mi ha fatto riflettere, in effetti se sono state prodotte con un colata su uno stampo, non hanno nessuna delle particolarit? delle nihonto (una trama dell'acciaio, gli strati, l'hamon etc ..) e quindi niente di diverso da qualsiasi altra spada se non un valore storico della WWII per i collezionisti.

 

:arigatou:


Budo

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Se c'è qualcosa che manca ai samurai, questa è la paura.

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Il discorso gunto ? un po' complesso comunque resta vero che una gunto non ha particolare valore artistico altro discorso per quanto riguarda showato e shin-gendaito. Nel topic specifico puoi trovare le differenze comunque per precisione le gunto non erano ricavate da colate metalliche ma da barre di acciaio, fresate dal pieno venivano sottoposte a tempera ad olio, tecnica sviluppata agli inizi del secolo da un alto ufficiale di nome Murata, in alcuni casi queste lame prendevano il nome di Murata-to. Va detto che sebbene dal punto di vista di un "purista" le gunto non hanno un gran valore la cosa non si pu? dire per il sottoscritto e per tanti altri. Oltre al valore storico, che personalmente non considero assolutamente indifferente, le gunto sono ottime lame da iaido, perfette per il tameshigiri e spesso anche carine se polite con cura. E' pur vero che in Giappone ? vietata la detenzione di gunto, a meno che non si tratti di gendaito, ma tale norma dipende dal fatto che le leggi successive al temine dei conflitti hanno imposto numerose restrizioni al fine di evitare ulteriori speculazioni ideologiche e scongiurare la rinascita dello spirito nipponico dei tempi ww2, tali leggi sono state imposte dal governo americano, tra le pi? eclatanti inoltre si pu? ricordare quella che costrinse l'Imperatore a rinnegare la sua origine divina e quella sino a pochi anni fa proibiva al Giappone di possedere un esercito.

Ognuno ? libero di avere la propria opinione ma una spada unisce in se varie valenze alcune estetiche , altre ideologiche ed altre pi? intime ...diciamo spirituali.

Alla data del conflitto bellico la spada come arma era gi? superata e gli altri eserciti mondiali le avevano ormai relegato solo in rari casi il ruolo estetico dei cerimoniali, per l'esercito nipponico la spada rappresentava la dignit?, la memoria antica, il valore ed il coraggio. Volendo evitare perniciose discussioni sui buoni e i cattivi in guerra, la spada giapponese (gunto incluse) rappresentavano - e a mio parere rappresentano tuttora- l'intera motivazione, l'intero senso della vita, l'intera filosofia dello spirito giapponese.

Se si vede una spada sono come un bell'oggetto, oppure animati solo da squallido feticismo per le cose del passato non si potr? mai cogliere il senso di "anima della spada".

Per la domanda sulle waki sono un po' perplesso, direi che se si identifica come koto una waki questa ? sicuramente suriage.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Ken, che la spada sia "l'anima" del Giappone ne sono pienamente consapevole.

Essa rappresenta il simbolo e lo spirito di questo paese.

Proprio per questo sin dall'antico giappone essi hanno curato con tanta dedizione e disciplina lo sviluppo della spada fino a raggiungere livelli che nessun altro si ? mai sognato.

La spada per loro non ha mai rappresentato solo un'arma ed ? uno dei tre tesori Sacri del Giappone.

Proprio per questo le nihonto rappresentano dei veri e proprio oggetti d'arte intesa come espressione della loro anima.

Nel documentario (che non ho potuto registrare) sui Samurai, un forgiatore di cui non ricordo il nome, ha detto che le commissioni per nuove spade gli arrivano per tre motivi:

- richieste di collezionisti

- per cerimonie ufficiali

- come tradizione alcune famiglie fanno forgiare la spada per un nuovo nato che lo protegga (simbolicamente) nel cammino della vita

 

Quest'ultimo punto ci da un'idea di cosa rappresenta ancora oggi la spada nella cultura nipponica.

E' comprensibile che durante la WWII non era possibile produrre spade secondo il medoto tradizionale e quindi hanno utlizzato metodi pi? rapidi e adatti allo scopo.

Sono d'accordo conte che sono spade ben bilanciate e adatte per iaido e battodo.

E' pur vero che rispetto ad una lama forgiata a mano secondo i vecchi metodi una Gunto (pur rappesentando un alto valore simbolico) non ha avuto una genesi cos? complessa e affascinante della forgiatura che ? il sunto di secoli di evoluzione e sviluppo dell'arte di produrre spade.

Non ho nessuna preclusione per le Gunto, anzi oggi che ne comincio a capire un p?, mi mangio le mani perch? circa 12 anni f? un armiere di Pavia (dove ho fatto l'universit?) mi voleva vendere una Gunto (completa di Koshirae) per 450 mila lire. Purtroppo da studente stavo sempre in bolletta e dovetti rifiutare.

 

... spero che si possa avere anche l'occasione di poterne discutere di persona, purtroppo non sono sicuro di poter venire a Torino, ma a volte mi capita di passare da Bologna per lavoro. Magari ti avverto perch? vorrei che preparassi le pietre per la mia spada...


Budo

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Fammi sapere , ti vedo volentieri.


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Questa nello specifico ? una NCO, ecco qui siamo veramente ai minimi di valore, le lame NCo sono veramente scarse e non adatte nemmeno alla conversione per lo iaido, unico valore quello storico e simbolico ... ma devo ammettere che a questi livelli anche il sottoscritto storce il naso.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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