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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

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Vi posto la foto di una katana gendaito, presa da Aoi Art art.16479, c'è la firma del politore, è la prima volta che vedo, fatta cosi

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Qualche tempo fà ne avevammo discusso anche sul forum, perchè qualche cosa del genere era già capitato.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Evidentemente anche in Giappone la lusinga dell'individualismo prende sempre più piede :vecchiocinese:

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L'incisione sembra posta "non in profondità" e con un minimo di discrezione (caratteri piccoli e non appariscenti)... secondo me se la politura è della più alta qualità e fatta ad arte da un grande maestro (in grado di tirar fuori il massimo dalla lama), in questi termini la percepisco come un valore aggiunto che come un grido di autoreferenzialità...

Aggiungo però che non so giudicare una politura del più alto rango da una media e buona politura.... e detto questo su una lama di medio valore. Su un capolavoro artistico e di indiscusso valore storico, come una kokuho farebbe storcere però anche a me il naso...

Forse anche in una lama non prettamente strabiliante ma con una grande storia la vedrei come una sorta di kizu quasi...

Insomma valuterei di volta in volta.

 

probabilmente è come per i graffiti. La maggior parte sono niente di più che atti di vandalismo che rovinano il paesaggio. Altri invece per fortuna che ci sono.

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Gianluca fa probabilmente riferimento ad una tradizione, un tempo assai diffusa, che riteneva doveroso percorrere il nostro viaggio senza lasciare tracce sul percorso che potessero offuscare la meraviglia della natura.

 

Il mondo delle lame giapponesi non ha lasciato lo zen quest'anno e pensare che esso possa viaggiare in controtendenza col resto dell'umanità è follia. ....So quel che dico, visto che c'è voluto del bello e del buono per convincere la mia bimba che non è disonorevole indossare un paio di mutande mumei.

 

L'effetto estetico è gradevole.

Il punto scelto è tradizionale e sobrio nell'economia estetica complessiva.

Sono certo che presto il togi di grido sarà apprezzato e opportunamente valutato dal mercato.

Con qualche ragione.

Dal mio punto di vista, non aggiunge niente. Ma avrete capito che ho le mie idee e che non faccio testo.

 

Quello che invece riterrei opportuno è che il Togishi rilasciasse una scheda tecnica che, oltre a dettagliare la lama, certifichi il lavoro fatto e le scelte operate. Magari con un minimo di documentazione fotografica.

Oltre a valorizzare il lavoro fatto, che talvolta è un vero e proprio restauro, resterebbe traccia nella storia della lama, favorendo successivi interventi. Qualora fossero necessari, ovviamente.

...ormai te lo rilascia anche chi ti aggiusta lo scaldabagno!

 

Parere personale, eh, non se la prenda nessuno, non accuso ne critico.

Forse l'INTK potrebbe addirittura prendere posizione in merito, indicando uno standard e facendo scuola....

Sicuro serve di più di un graffio sotto l'habaki.


 

月の道

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@Getsu, hai inteso perfettamente il mio pensiero :arigatou:

Comunque si trattava solo di un commento d'istinto: so come va la faccenda e...la cosa delle mutande mumei è impagabile (ho anch'io una figlia di dodici anni...)

 

Il nostro Massimo Rossi già da anni redige le schede tecniche delle lame che polisce ed ha un notevole archivio fotografico. Una pratica encomiabile che, a parte il valore aggiunto, risulta utilissima anche per lo studio.

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Pure il mio è solo un piccolo parere personale getsu!

Non sono quei due graffi che aggiungono il valore anzi.

Che non dovrebbero mai "rubare" la scena di ammirazione dell'oggetto ci aggiungo. Sempre che non ci sia più maestria racchiusa nel restauro che non nell'oggetto stesso...

 

E le schede tecniche della politura dovrebbero essere un must come per i tagliandi di una macchina (scusate il paragone...). Io ho visto solo quelli di massimo e sono vome un hozon praticamente... mica quattro scarobocchi in croce... misure... carta gialla... formato stile paper... belli anche nell'estetica

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Forse la spada è stata fatta su commissione, e il proprietario desiderava pure la firma del togi, io ho sempre saputo che la firma del politore sono le linee verticali fatte con il brunitoio, che poi non so come si riesce a capire chi è il togi

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...Enrico, ti abbiamo trovato il prossimo lavoro.

Lettore di bar code da applicare al nagashi per definire la scuola di togi...

 

😂😂😂

 

(Walter, non ci ho mai capito niente neanche io)


 

月の道

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Il problema è che avevano inventato il codice a barre ma non sapevano come leggerlo. :marrotolo:


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Vi posto un altro esempio di "firma togishi" su di un wakizashi recante la mei Bishu Osafune:

 

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"Indiana Jones e la lama perduta"

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Ribadisco il concetto, sè questa èla tendenza non possiamo andare controcorrente e, tutto sommato, se resta discreto non fa male.

Il lavoro della persona c’è ed è tanta roba.

...tanto lì viene poi comunque invariabilmente ricoperto dal sangue coagulato.

(Reminiscenze del passato per Betadine).


 

月の道

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rileggo il thread e dopo tutto questo tempo mi avvicino sempre di più al pensiero di getsu. una documentazione per step e scelte fatte sarebbe più opportuna oltre che sufficiente

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