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kanesada

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  1. Verissimo e grazie per la precisazione. Effettivamente in tante scuole - mi è stato detto - si pratica il riscaldamento prima del keiko. In verità il mio intervento era circoscritto alla domanda di Fedonair, che concerneva il katori shinto ryu. So che in Giappone i praticanti di katori non eseguono, di regola, il riscaldamento nel dojo. Per quanto riguarda le "leggende metropolitane", seguirò il tuo consiglio e andrò a vedere se trovo qualche filmato di Jigen ryu. Un caro saluto.
  2. Da quello che mi risulta in Giappone non esistono procedure di allenamento (rectius: riscaldamento). La lezione inizia e finisce col saluto e si sostanzia nell'esecuzione pedissequa dei vari kata. E' un uso tutto occidentale quello di costruire sequenze di tecniche avulse dai kata per riscaldarsi. Certo... anche nel paese del sol levante sono consapevoli della necessità di prepararsi: sfido chiunque di loro a partire subito a razzo con gli iai in ginocchio senza essersi un pochino riscaldato! Per quanto concerne però il "tipo" di riscaldamento quello è rimesso alla libertà dell'individuo (mi raccontano di gente che arriva nel dojo correndo o di talaltra che, prima di entrarvi, prende a bastonate per un quarto d'ora l'alberello nel cortile antistante... ma forse queste sono solo leggende metropolitane). Un saluto.
  3. Le differenze sono notevoli ma non è parlandone o descrivendole che si possono cogliere. Anzi... Ecco perchè condivido appieno il consiglio di Rodolfo RG, il cui significato è meno ovvio di quello che possa sembrare. E' necessario praticare, praticare e praticare ancora... per poter arrivare ad essere in grado di capire, almeno, di che stiamo parlando! ...Figuriamoci per comprendere le differenze... Non siete d'accordo? Un saluto a tutti.
  4. Un saluto a tutti voi interessati. Secondo il mio modesto parere, il video della BBC (che ho visto e rivisto diverse volte) è un ottimo biglietto da visita della scuola, ma ritengo sia abbastanza vecchiotto... Ed il suo intento non era, forse, dichiaratamente "divulgativo". Questo intento, invece, è fatto proprio dal nuovo libro di Otake, edito dalla Koryu books, e si evince dalla presentazione fatta dal Soke e dallo stesso maestro. L'ho trovato molto interessante e mi sento di consigliarlo, non fosse altro per un motivo: L'attenzione posta da Skoss e da Relnick (che da decenni segue l'insegnamento di Otake) nella preparazione e supervisione del libro hanno permesso di trasporre in modo pressochè fedele il pensiero del maestro. Penso che questo sia fondamentale, per capire la dottrina della sua scuola! Vorrei, infine, intervenire su un dettaglio tecnico che è emerso dalla interessantissima discussione e che, vi prego di scusarmi, non ho capito appieno: è stato affermato che una critica alla scuola è la sua poca valorizzazione delle capacità scissorie della lama. In che senso? Potete spiegarlo meglio? Inoltre, ciò deriverebbe dal fatto che l'insegnamento si riduce alla mera ripetuta pratica dei kata. In che senso? Che non ci sono combattimenti liberi? che non si fanno prove di taglio? Grato delle risposte che vorrete darmi, vi saluto calorosamente. Kanesada.
  5. kanesada

    Un Saluto A Tutti Voi

    Grazie Mauri. In effetti il nickname non l'ho scelto così per caso: il mio primo Iaito è una riproduzione di una lama di Kanesada. Non chiedermi quale dei maestri di questa famiglia. So solo che mi colpì per quel caratteristico e "tachicardico" hamon, simile a quello della tua foto. Un bel regalo il tuo. Andrea.
  6. kanesada

    Un Saluto A Tutti Voi

    E' la città. Un saluto. Andrea.
  7. kanesada

    Un Saluto A Tutti Voi

    Salve a tutti. Mi chiamo Andrea e sono, come tutti voi, un appassionato di spada giapponese. Sono rimasto molto colpito dalla ricchezza di informazioni e dalla mole di interessantissime e costruttive discussioni presenti sul vostro sito... tanto da rendermi conto di quanto embrionale sia la mia conoscenza su molti aspetti di questo affascinante argomento! Mi sono quindi iscritto nella speranza di poter condividere con voi le mie (poche) esperienze e, soprattutto, far tesoro delle vostre preziose riflessioni. Un saluto a tutti voi. Andrea (Roma).

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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