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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
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Aiuto Su Analisi Daisho

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Salve a tutti,

ho deciso di concludere la mia tesi inserendo un'analisi (non troppo approfondita viste le mie capacità ancora decisamente scarse) di un daisho che ho avuto modo di visionare presso le Raccolte Extraeuropee del Castello Sforzesco a Milano.

Vorrei ricevere le vostre impressioni e, ovviamente, correzioni dato che sono quasi sicuro di aver preso qualche bel granchio.

Provvedo a postare qui le molte foto fatte (non tutte di qualità eccelsa, ma qualcuna di buona mi sembra ci sia) e ovviamente le mie impressioni.

Grazie mille in anticipo

 

Thomas

 

 

 

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Modificato: da Musashi

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Le foto che pubblico a partire da questo post in avanti sono quelle riguardanti il katana del daishō.

Alla mia seconda visita presso il Deposito mi è stato possibile smontare il nihontō al fine di analizzarlo correttamente.

Purtroppo però la curatrice non si era resa conto che una delle due lame che avevo richiesto d’analizzare (il daishō per l’appunto) era stata data in esposizione al Castello Sforzesco.

Pertanto l’analisi dettagliata è effettuata unicamente basandomi sul katana, mentre per il wakizashi sono costretto a basarmi sulle foto precedenti.

 

 

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Le mie modeste, dilettantesche valutazioni dicono che ci troviamo di fronte ad un daishō che si può datare attorno agli inizi del 17° secolo (quindi primi anni dell’epoca Edo).

Entrambi gli elementi del daishō presentano decorazioni con tema portante alberi di ciliegio (almeno così mi sembra), la luna ed un fiume. Tematiche molto care all’estetica giapponese che richiamano il concetto di impermanenza.

Per quanto riguarda il koshirae credo sia montato handachizukuri in rōironuri laccato. Fuchi, kashira, menuki e tsuba sono in shakudō.

I menuki rappresentano un disco lunare parzialmente coperto da un ramo di ciliegio.

Sullo tsuba sono presenti in altorilievo tre alberi con i dettagli del disco solare e delle foglie realizzati in foglia d’oro con la tecnica dell’agemina.

Il fuchi presenta il mei.

Il saya del katana presenta kaerizuno e kurikata, mentre in quello del wakizashi sono presenti gli incavi per contenere kozuka e kogatana dotati entrambi di kōgai notevoli con rappresentazioni di fauna ittica (probabile richiamo al fiume presente in entrambi gli tsuba).

 

Passando all’analisi delle lame mi azzardo a dire che

 

 

Katana:

Sugata: Shinogi Zukuri

Hada: Masame Hada

Hamon: Midare

Bōshi: Ō maru

Sori: Toriizori

Machi: ampiezza di 3 cm.

Kissaki: Chū kissaki

Mune: Mune takashi

Nakagojiri: Kiri

Osservazioni varie: Lama mumei con hamon molto evidente. Presenta tre mekugiana che segnalano un probabile riutilizzo del nihontō con possibile cambio del koshirae. La parte del nakago vicina al machi è più recente rispetto al resto del nakago. Questo è evidenziato anche dalla presenza di hi molto lungo che sconfina nel nakago sino al primo mekugiana terminando in kakinagashi. La punta dello hi nasce invece in hisaki sagari in prossimità dello yokote.

Non si segnalano hataraki particolarmente evidente né sul ji né sullo ha.

La lunghezza della lama è di 70 cm.

 

 

 

Wakizashi:

Sugata: Shinogi Zukuri

Hada: Masame Hada

Hamon: Hitatsura

Bōshi: Ō maru

Sori: Toriizori

Machi:???

Kissaki: Chū kissaki

Mune: Mune takashi

Nakagojiri: ???

Osservazioni varie: Presenza di un hamon molto evidente su gran parte della superficie dell’acciaio. Assenza di hi. La lunghezza della lama è di 50 cm.

 

 

Queste sono per ora le mie impressioni.

Spero di non aver fatto errori troppo grossolani e chiedo a tutti di essere molto clementi.

Ovviamente tutte le osservazioni sono ben accette.

Grazie ancora a tutti voi!!!

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Non sapevo che al Castello Sforzesco fossero custodite delle Nihonto. Comunque mi fa piacere.

Io non sono un esperto, comunque il daisho mi sembra realizzato con due lame di tipologia diversa alle quali sono state applicate koshirae simili. Mi sembrano delle belle lame, anche se forse necessitano di un migliore restauro. Mi piacciono molto le tsuba ed i fuchikashira in shakuso col fondo lavorato a nanako. Molto bello.

Di sicuro il koshirae e le lame non sono coeve. Di più non saprei dire . Vedrai che al più presto risponderà anche qualche esperto che ti darà tutte le informazioni che ti servono.

 

Ciao

 

Damiano

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Grazie mille per il tuo parere Damiano.

Si, al Deposito del Castello Sforzesco hanno una raccolta di nihonto abbastanza varia anche se non tutte sono in ottime condizioni.

Per quel che riguarda lo stato dell'acciaio mi è stato detto che l'ultima politura è stata fatta in tempi recenti, ma ho l'impressione che, dato il gran numero di lame da polire, sia stato fatto un lavoro abbastanza grossolano (è una mia impressione, non ho dati certi che lo confermino).

Riguardo a tsuba, fuchi e kashira parli di shakudo lavorato nanako. Che tipo di lavorazione è questo?Perchè ne avevo trovato già cenno, ma non sono stato in grado di approfondire.

Grazie mille ancora

 

Thomas

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thomas, ho provato a unire i messaggi con le tue diverse foto ma forse qualcosa non va nel software visto che alcune immagini non risultano visibili in anteprima :basito: ...yama consiglia sempre di allegare le immagini direttamente qui sul forum, magari prova a mettere le foto tutte in un messaggio...


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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Ciao Thomas,

 

la lavorazione nanako consiste nel creare sulla superfice metallica che costituisce lo sfondo una texture regolare costituita da tanti puntini.

 

Nela lavorazione tradizionale questi puntini sono eseguiti uno ad uno con un particolare punzone, chiamato nanako appunto, che ha una piccola concavità semisferica sulla punta.

 

Lo shakudo è una lega di oro e rame, in questo caso sono gli elementi dorati dei finimenti. La base dovrebbe essere rame che, in quanto relativamente morbido come netallo, permette di incastonare più facilmente gli elementi in shakudo.

 

Per avere degli esempi di questa tecnica ti consiglio di leggere il recente post di Lorenzo (Jarou) sul suo stage da Tsubashi in cui ha postato varie foto con le deiverse fasi di lavorazione.

 

Sul kozuka del wakizashi puoi notare che oltre agli inserti in shakudo ce ne sono altri più scuri, simili al fondo ma con una tonalità diversa. Dovrebbero essere in shibuichi, una lega di argento e rame. Normalmente lo shibuichi è argentato, il colore scuro è dovuto alla patinazione.

 

Prendi queste informazioni con le dovute cautele prima di inserirle in una tesi, una verifica con Lorenzo è d'obbligo. E' tornato ieri dal Sud Africa, ma vedrai che non appena si sarà ripreso dal viaggio sarà felice di darti maggiori informazioni.

 

Comunque se ci dai maggiori informazioni sull'oggetto della tesi potremmo focalizzare gli aspetti da analizzare.

 

Per esempio se prendi la presenza dei tre mekugi ana, partendo da un'anali tecnica delle modifiche effettuate (credo un primo suriage e poi un machi okuri) ci si potrebbe collegare al fatto che la lunghezza della lama seguiva le mode, che potyrebeb aver influenzato le decisioni di accorciamento.

 

Spunti di questo tipo ce ne sono a decine a seconda di su cosa vuoi focalizzarre l'analisi.

 

Un saluto, Koala


Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Quoto completamente Koala :tioffrounabirra: .

 

Damiano

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Comunque credo di aver fatto un errore, lo shakudo ( 4% oro, il resto rame) patinato è scuro e non dorato, quindi forse la base è shakudo e gli inserti a forma di fiore sono oro.

 

Aspetto la conferma di Jarou, ho ancora molto da imparare anche io. Koala


Gisberto (ex nick Koala)

 

Persevera nell'addestramento come se fossi una spada che deve essere forgiata con il più puro dei metalli. (Takuan Soho)

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Mi raccomando di non dare verdetti azzardati, se non sei sicuro della tua analisi, attieniti a descrivere le caratteristiche basilari.Questa ricerca che stai facendo è uguale ad un

KANTEI,cioe analisi molto seria ed importante.

In bocca al lupo e buon lavoro.

Massimo Rossi. Togishi

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Per quanto riguarda il koshirae credo sia montato handachizukuri in rōironuri laccato. Fuchi, kashira, menuki e tsuba sono in shakudō.

 

Perche' handachi? Lo handachi assomiglia al tachigoshirae, guarda questa immagine

 

Sullo tsuba sono presenti in altorilievo tre alberi con i dettagli del disco solare e delle foglie realizzati in foglia d’oro con la tecnica dell’agemina.

 

Le foglie secondo me sono dorate con la tecnica kinkessho. Agemina? cos'e', una nuova medicina della Bayer? Termine bannato, si chiama zogan. Non si puo' tradurre in italiano, e' una tecnica che c'e' solo nella tradizione giapponese, e pure zogan e' un termine vago, dipende dai casi.

 

[EDIT: non annotatevi kinkessho, ho sbagliato a scrivere!! si dice kinkeshi]

Modificato: da Jarou

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Riguardo a tsuba, fuchi e kashira parli di shakudo lavorato nanako.

 

 

Tanto per dar forma alle parole, ti allego uno Tsuba con bella lavorazione Nanako

 

Nanako.JPG

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Thomas: Jarou ha fatto una giusta osservazione nella citazione(per quanto riguarda il KOSHIRAE HANDACHI). Il Daisho del CASTELLO SFORZESCO che hai postato,non ha niente a che fare con il KOSHIRAE HANDACHI. Le lame: Il katana ha hataraki, soprattutto il WAKIZASHI con TOBIAKI e zone di HITATSURA.

Comunque, gli amici del FORUM sono in grado di darti dei consigli giusti.

Adesso vado in vacanza per una setimana, al mio ritorno avrei piacere riprendere questa discussione. Ripeto, cercate di documentarvi ampiamente specialmente quando si entra ad esaminare TOKEN nei MUSEI. Di nuovo saluti.

Massimo Rossi Togishi.

Presidente I.N.T.K.

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Ciao Thomas,

 

delle due lame dovresti fornire le dimensioni:

 

Nagasa

Sori (dimensione e tipologia)

Motohaba

Sakihaba

Motokasane

Sakikasane

Kissaki nagasa

Nakago nagasa

 

Il Katana è abbastanza particolare:

A) ha uno Shinoji "strettissimo"

B) sembra non avere praticamente Funbari

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Innanzitutto grazie a tutti.

Forse riuscirò ad imparare davvero qualcosa di importante riguardo queste due lame.

Rispondendo alla domanda di Koala: l'analisi di questo daishō è il capitolo finale della mia tesi riguardante i procedimenti che riguardano la creazione di un nihontō. Precedentemente la tesi è stata articolata in due distinte sezioni riguardanti rispettivamente la lama ed il koshirae.

Proprio a causa delle ampie tematiche non tutti gli aspetti sono stati trattati in maniera altamente dettagliata. Ho cercato di inserire il maggior numero di informazioni senza diventare troppo prolisso né perdere di vista il fine che cerco di raggiungere con la mia tesi: far comprendere il magnifico e complesso lavoro che porta alla nascita dei nihontō.

Il tipo di analisi che cerco di imbastire per questo daishō conclude pertanto il mio percorso di tesi cercando di mettere in evidenza i temi trattati precedentemente.

 

 

Grazie mille a Paolo per il bell’esempio di lavorazione nanako. Avevo capito a cosa ti riferivi, ma avere davanti agli occhi un’immagine esplicativa aiuta sempre (soprattutto se mostra uno tsuba così bello).

Per quanto riguarda le misure delle varie parti della lama, mi spiace, ma a causa del poco tempo concessomi, ho preferito concentrarmi sull’analisi della lama e scattare il maggior numero possibile di foto ben sapendo che avrei potuto contare anche sul vostro aiuto.

 

 

Per quanto riguarda le informazioni datemi da Jarou non posso che essere riconoscente. Le tue conoscenze aiutano davvero molto in un’analisi di questo tipo. Riguardo ai termini da me utilizzati, sono ovviamente dovuti alle mie limitate conoscenze. Ovvio che, ora che mi hai suggerito i termini corretti, userò quelli. Ora però sono costretto a chiederti una spiegazione più dettagliata dei termini kinkessho e zogan.

Per quanto riguarda il tipo di koshirae (bocciata l’ipotesi handachizukuri) qual è la tua impressione?

 

 

Infine rispondo a Togishi. Concordo perfettamente con quello che dici e non mi azzarderei mai a pubblicare delle informazioni che non considero corrette al 100% (men che meno nella mia tesi).

Ho avuto la fortuna di poter visionare le lame del Castello Sforzesco e ho cercato di arrivare a questo appuntamento con la massima preparazione possibile (ricordo ancora il tour de force sui testi per cercare di apprendere il maggior numero di informazioni da poter utilizzare), ma le mie conoscenze sono ancora ampiamente da rivedere. Lo studio dei nihontō non è una pratica che può venire improvvisata. Questa è una regola che ho compreso molto chiaramente. Ovviamente un principiante deve pur iniziare da qualche parte e proprio per questo motivo mi rimetto al consiglio di chi ha più esperienza e conoscenze di me.

 

p.s: Il termine tobiaki mi è nuovo. Cosa significa?

 

Vi ringrazio tutti ancora una volta.

Thomas

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