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token.piero.

Foto Esperimento

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dunque queste sono le foto della mia forgia in funzione

 

 

 

alimentando rpima col gas

 

poi a carbon cock

 

carbone di pino e di quercia

P1010214.JPG

P1010214.JPG

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allora

questo il risultato

 

per quanto mi riguarda credo di avere costruito na discreta forgia

per scaldare il ferro e poterlo battere

di sicuro il carbon coke a 1500 gradi il calore lo porta

si potrebbe usare per forgiare qualsiasi tipo di lama o coltelli!

e sono soddisfatto

 

ma per quanto mi riguarda il materiale ferroso presente ad oki izumo è MOLTO diverso

è molto più di qualità è molto più manleabile forse

e lega e si lavora meglio

in quanto a squagliare il ferro e a fonderlo

va bene

 

ma a legarlo?

 

una alta temperatura arroventa il ferro

e una volta rosso

per legarlo?

allora per quella che è la mia piccola idea

se si fa una fiamma

la sabbia non lega

lega solo se c'è un altro pezzo di ferro

a cui la sabbia si attacca

per esempio

 

se prendiamo due pezzi di ferro

su una forgia

magari a volte bisognerà batterli per legarli

 

forse il ferro deve diventare proprio una vera e propria "colata"

all'interno che lo puoi girare proprio allo stato liquido

ma anche per quello suppongo ci voglia una pressa

o un peso che schiacci il ferro e lo faccia colare

 

oppure ci deve essere qualche trucchetto

qualche "magia"

che ancora non ho imparato

 

comunque se mai si riuscisse a a creare questo blocco di ferro

chissà in che minima percentuale apparirebbero

se appaiono

chiazze di acciaio

 

forse per questo scopo andrebbe meglio una caldaia di acciaio

con sotto una forgia

e sopra un tubo di acciaio come camino

 

bisogna studiare...

meditare...

capire...

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bisogna studiare...

meditare...

capire...

 

Parole Sante..... :ok:

 

PS una foto di cosa e' uscito fuori alla fine del lavoro???

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Non cè niente di impossibile, basta mettere la sabbia ferrosa dentro un vaso refrattario (il vaso deve essere parecchio spesso per non cedere durante la fusione) per non farla disperdere, questo sistema viene chiamato acciaio di Wootz, dovresti trovare parecchio su questo metodo anche in rete, il procedimento è spiegato molto bene nel libro:Le Damas ou l'art du feu et de l'accier di Gilles Bongrain tra l'altro nel libro si vedono delle immagini del forno che è molto simile al Tuo.

 

Ti Saluto mauri


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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acciaio di wootz

scaldando

chiuso dentro un crogiolo refrattario

vetro ferro e carbone

il ferro fonde all'interno

il ferro si unisce al carbonio

mentre in alto il vetro che assorbe le impurità galleggia

 

ma per me la differenza è tutta nella qualità del materiale ferroso!

dalla mia piccola esperienza

ci deve essere una ragione per cui i giapponesi lo prendono a oku izumo

per le spiagge e le rive dei fiumi

e noi europei la prendiamo dalle miniere e dalle montagne

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C'è sicuramente in queste sabbie una percentuale alta di minerale ferroso, la prendevano lì molto probabilmente perchè era più redditizio che scavare in miniera, si potevano usare delle manovalanze a basso costo e che non necessariamente avessero cognizioni

su cosa estrarre, penso all'utilizzo dei contadini nei periodi morti di semina.

Tieni conto che prima di diventare una fonte di guadagno per il posto d'estrazione queste fornaci erano realizzate dai singoli forgiatori,

ed in questo stà in parte la differenza del metallo, senza contare l'aspetto religioso, del prendere dalla Natura anzichè strappare alla Natura, le lame stesse si dicevano forgiate in alcuni periodi dell'anno anzi che altri perchè più propizzi.

Certo che una lavorazione industriale non può tener conto di questo, infatti penso non si comportino così con la produzione di macchine o telefonini.

Penso che il primo utilizzo di questo sistema in maniera quasi industriale ci sia stato pe la produzione delle lame militari, ma anche in questo caso hanno prodotto anche lame con il processo di estrazione di sabbia ferrosa( penso alle Koa Isshin dopo la guerra con la Manciuria) ma anche in questo caso sono convinto che ha giocato moltro il fatto che tutti gli uomini validi erano sparsi nei vari fronti di guerra e sono stati utilizzati per lo scopo vecchi, donne, e banbini che con questo davano il loro contributo alla loro Nazione in questo stato di neccessità senza contare l'utilizzo coatto delle popolazioni conquistate.

Noi nella zona dell'Argentario golfo di Baratti in Toscana abbiamo miniere che sono in uso del tempo degli Etruschi, ma è anche vero che il prodotto veniva utilizzato per scambi in tutto il bacino del Mediterraneo.

Comunque parecchie spade giapponesi sono state forgiate anche con quello che veniva definito acciaio dei barbari, portato da Olandesi Norvegesi ecc..

Penso che dopo i vari passaggi di lavorazione siano veramente poche le persone che senza approfondite analisi tecniche riescano a vederne le differenze.

Sarebbe interessante fare il paragone con due lame di uno stesso forgiatore sapendole realizzate in mamiere sicura con i due tipi di acciaio


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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(cut) ..ma per quanto mi riguarda il materiale ferroso presente ad oki izumo è MOLTO diverso

è molto più di qualità è molto più manleabile forse

e lega e si lavora meglio

in quanto a squagliare il ferro e a fonderlo

va bene

 

ma a legarlo?

 

una alta temperatura arroventa il ferro

e una volta rosso

per legarlo?..(cut)

 

Ciao.

Scusa ma non capisco cosa ti stai prefiggendo o che cosa vuoi fare esattamente .

 

Vuoi provare a produrti dell'acciao simile al tamahagane ? .. Nel processo tradizionale giapponese nel tatara si ottiene un unico blocco dall'aspetto spugnoso , solo alcune zone del tamahagane avranno le giuste caraterristiche per la forgiatura in mokume , il carbone e la sabbia ferrosa vengono continuamente aggiunte , il tatara " digerisce " carbone e sabbia ferrosa , l'aria viene pompata tramite fori al centro della fornace ad impulsi regolari ( come se respirasse ) per mantenere il range della temperatura sopra e sotto al punto di fusione e il tutto andrà a depositarsi su un letto di cenere precedentemente compattata sopra a inerti asciutti .. Parte del materiale si fonderà comunque ma sarà semplice ferro e verrà destinato ad altri usi .

 

Nel blocco di fusione sarà presente circa un 10% di acciaio adatto , con le successive battiture questo 10% perderà circa un 50% in volume perdendo le scorie .

In pratica il tamahagane grezzo ha un aspetto spugnoso .


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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Non penso Piero possa pensare di produrre del tamahagane, perchè con quell'atrezzatura non ne vedo i presupposti, nelle condizioni in cui è costruita ci sono troppe dispersioni di calore, in parte dovute anche al fatto di essere realizzata all'aperto, per cui umidità intorno e umidità al suolo, mi sembra che i forni di qualsiasi tipo siano in luoghi chiusi anche per ovviare a questi inconvenienti che nella lavorazione in questione sono tuttaltro che secondari, penso che appunto l'unica cosa riproducibile sia l'acciaio Wootz, una cosa migliorabile per la coibentazione è utilizzare al meglio le lamiere rosse che si vedono in foto, creando una gabbia imbullonata tutta attorno al forno e distanziata dallo stesso di una decina di centimetri, poi riempire questo spazio con semplice sabbia, questo aiuta la coibentazione ma rimane sempre l'incognita del fondo e sporatutto del sopra.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Ciao Piero, bello l'interno della fornace!! Hai fatto un buon lavoro, dalle foto che avevi postato in precedenza non avevo capito che avessi stuccato l'interno di cemento refrattario! ottima idea quella di Mauri per isolare ulteriormente.

Un consiglio che posso darti è di mettere mattoni e stucco anche sul fondo, altrimenti rischi di mandare a monte l'esperimento se il fondo che hai messo cola.

 

Ricorda che non devi farla fondere la sabbia, ma farla aggregare, c'è una sottile differenza fra i due processi, ma è fondamentale:

-il primo è detto riduzione indiretta in quanto si opera una colata in stampo, ed in seguito il carbonio in eccesso viene levato attraverso la reazione con ossidi ricuocendo la ghisa (il prodotto sarà solo e sempre ghisa in questo caso, quindi non fucinabile come ben sai).

 

-il secondo (quello che interessa a noi), riduzione diretta, consiste in una ossidoriduzione che avviene all'interno della fornace e che dà come prodotto una massa spugnosa composta da acciaio ad alto tenore di C in alcune zone e acciaio a basso tenore di C in altre. La bluma così ottenuta và scaldata, battuta e saldata al fine di formare panetti o sbarre lavorabili e compatte.

 

Non prenderla come un offesa, ma una fornace del genere secondo me và usata unicamente per produrre bluma, non è assolutamente adatta per fare lame, consumeresti molto combustibile per scaldare una lama poichè la struttura è costruita in verticale. :ok:

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Ahhhhhh eccola tornare! la massa spugnosa! Ecco ora capisco meglio il senso di questa definizione.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Secondo me figurativamente il termine rende l'idea :uhm-haha: , in effetti se aperta assomiglia ad una spugna, ma di ferro!!

Kentozazen, non era dispregiativo e nemmeno per voler fare il sofisticato, solo rendere potabile il concetto :arigatou:

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Sì sì ora capisco, spugnoso vuole intendere una massa metallica formata dalla aggregazione (per fusione superficiale) di tanti grani di sabbia ferrosa. In modo da compattare il materiale senza trasformarlo in ghisa cosa che avverrebbe utilizzando temperature più alte e portando quindi tutto il materiale allo stato viscoso. é così?


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Sì sì ora capisco, spugnoso vuole intendere una massa metallica formata dalla aggregazione (per fusione superficiale) di tanti grani di sabbia ferrosa.

no, la silice fonde, galleggia (ganga) ed esce dalle piccole aperture laterali del bassoforno. la bluma è solo ferro variamente carburato, con, nelle afrattusità, impurità prevalentemente di carbone non assimilato nel ferro.

 

In modo da compattare il materiale senza trasformarlo in ghisa cosa che avverrebbe utilizzando temperature più alte e portando quindi tutto il materiale allo stato viscoso. é così?

nel bassoforno il ferro non fonde, non diventa liquido, rimane allo stato pastoso, quanto basta per aggregarsi nella massa blumosa e arricchirsi di una certa quantità di carbonio.

con la fusione, che porta allo stato liquido vero e proprio il ferro (t > 1538 °c), si ha una maggior solubilizzazione del C nell'Fe (C dal 2,1 al 6% circa) e si ottiene ghisa

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Esatto, è proprio questa la differenza.

La ganga è tutto ciò che non è ferro, non solo silice, ma anche "pietre" di qualsiasi genere o impurità dalle quali non si può ricavare niente. Recentemente ho letto che un giacimento è considerato molto puro quando la percentuale di ferro nella roccia estratta si aggira attorno al 60-70%, quindi bisogna considerare che del peso iniziale della sabbia ferrosa un bel pò se ne và.

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:martellate: riprendiamo il discorso

 

questo è un condensatore d'aria professionale per forge da fabbroottimo per mandare aria invec del motorino elettrico

 

quindi ci connetto un tubo a "T".

che manda aria da sotto

ad una grata forata

per la cenere e l'aria

 

sotto ci metto un piatto di acciaio

sulla terra

che protegge dall'umidità e ho fatto la condotta di drenaggio

 

dopodichè al di sopra della grata

metterò un camino di acciaio

 

che sarà perfetto per la non dispersione di calore

 

attorno al camino saranno i mattoni refrattari e quindi il forno

 

in parole pratiche

 

o la va o la spacca

 

il progetto è una FORGIA SOTTO

e un FORNO costruito sopra

P1010218.JPG

P1010219.JPG

P1010220.JPG

P1010222.JPG

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riprendendo il discorso

 

questo è un condensatore d'aria professionale per forge da fabbro

in sostituzione al ventilatore elettrico può andare benissimo

manda veramente molta aria!

a cui è connesso un tubo a "T " che manda l'aria da sotto

 

sopra è messa una grata metallica che ha la funzione sia per la cenere che per

il passaggio dell'aria

 

sopra un camino d'acciaio che fungerà per la NON dispersione del calore

"dentro" il forno all'interno del quale brucerà il carbone

 

il tutto coperto dai mattoni refrattari che fungeranno anch'essi

a conservare il calore all'interno

 

per terra . a contatto. un piatto di acciaio servirà per difendersi dall'umidità.

quindi dal piatto di acciaio alla griglia è una camera

che possiamo definire una condotta di drenaggio.

 

in parole pratiche il progetto è

UNA FORGIA sotto

e UN FORNO costruito sopra

P1010223.JPG

P1010224.JPG

P1010226.JPG

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