Dalle parti di Matsue, andando verso il santuario di Izumo, ci sono diverse case di samurai.
Anche la casa di un samurai ha il suo giardino.. e ogni giardino ha i suoi alberi.
Di solito vicino all’ingresso della casa c’è una specie di tuia - ricordate da piccoletti quando, ubbidendo a nostra madre che si raccomandava di non tirar sassi con la fionda, si trovavano “le gnappette”.. - beh, sicuramente avevate trovato una tegashiwa.. un albero (di solito lo riduciamo ad arbusto da siepe) legato “all’invito.. al ritorno”, le sue raggruppate ramificazioni sembra che facciano un cenno.. (torna ..
cosa di meglio per il nostro guerriero che si apprestava a lasciare la sua famiglia…)
Un altro albero che si trova quasi sempre è la nandina (anche questo spesso ridotto a cespuglio… dalle bacche, generalmente rosse) il nanten o albero della buona sorte.. se hai fatto un brutto sogno, raccontalo a lui e non si avvererà mai.
Un altro albero che è sempre presente è la yuzuruha, una specie di magnolia che non sembra la nostra magnolia, se non per foglie un po’ più lanciformi e spesso lucide come il bronzo. Lui (o lei) è un albero di buon auspicio perché nessuna delle sue vecchie foglie cade mai prima che una nuova, che cresce dietro di essa, sia ben sviluppata.. a simboleggiare la speranza che il padre non morirà prima che suo figlio sia diventato un uomo vigoroso..
Gli alberi, come gli arbusti, hanno le loro curiose poesie e leggende.
Come le pietre, ogni albero ha il suo nome di paesaggio speciale, in base alla sua posizione e al suo scopo nella composizione.
Proprio come rocce e pietre formano lo scheletro della pianta di un giardino, così i pini formano la struttura del suo disegno di fogliame… spesso dalle fogge bizzarre.. le chiamo fogge e non potature perché l’intervento umano ad un certo punto si ferma, si mette di lato, quasi avesse forgiato il carattere dell’arbusto, che oramai può crescere da solo.. portando però l’impronta di chi lo ha cresciuto e prendere la sua Via.
L'obiettivo del giardiniere, con una cura lunga e instancabile ha dato un taglio giudizioso, senza forzare la naturale tendenza alla linea frastagliata e alle masse di “fogliame”, ma indirizzandola verso una tenace visione. Quella del fogliame verde scuro e spinoso è una visione che l'arte giapponese non è mai stanca di imitare nell'intarsio metallico o nella lacca dorata.
Il pino è un albero simbolico, in questa terra di simbolismo: sempre verde.. è allo stesso tempo l'emblema di uno scopo risoluto e di una vigorosa vecchiaia, oltre che – non poteva mancare - le sue foglie a forma di ago hanno il potere di allontanare i demoni.
Non possono mancare i sakuranoki, il ciliegio giapponese, che portano fiori da un rosa più etereo al bianco arrossato.
Quando, in primavera, gli alberi fioriscono, è come se le più deboli masse di nuvole vagamente sfumate dal tramonto fluttuassero dal cielo più alto per piegarsi sui rami. Questo paragone non è un'esagerazione poetica… è un'antica descrizione giapponese della più meravigliosa esposizione floreale che la natura è in grado di fare. Josiah Conder
Non ci sono foglie verdi.. queste vengono dopo: c'è solo una gloriosa esplosione di fiori, che velano ogni ramoscello e ramo nella loro delicata nebbia e il terreno sotto ogni albero è coperto alla vista da petali caduti come una neve rosa.
Quelli piantati nei vecchi giardini dei samurai non erano apprezzati solo per la loro bellezza.. i loro fiori immacolati erano considerati come simboli di quella delicatezza e sentimento, ma anche di irreprensibilità della vita che apparteneva all'elevata cortesia e al vero cavalierato.
(.. chissà quante volte è stata ripetuta: "come il fiore di ciliegio è il primo tra i fiori, così il guerriero dovrebbe essere il primo tra gli uomini")
Un altro albero che spesso ora il giardino è il umenoki, plum-tree, il prunus-prugno-susino giapponese,.. anche lui con una bella e lunga fioritura, certamente non da far invidia al sakura-no-hana.
I giapponesi paragonano la bellezza della donna - la bellezza fisica - al sakura-no-hana, mai al fiore di prugna, ma la virtù femminile e la dolcezza sono paragonate agli ume-no-hana.
Spesso i nomi degli alberi o dei fiori vengono affibbiati a ragazze, prefissati dall'onorificenza "O": O-Matsu (pino), O-Take (bambù), O-Ume (prugna), 0-Hana (Fiore ), O-Ine (giovane riso), si dice che l'origine di certi nomi di alberi portati dalle ragazze deve essere ricercata nella concezione popolare dell'albero come emblema di longevità o felicità o fortuna, piuttosto che in un'idea della bellezza dell'albero in sé.
Che gli alberi, almeno gli alberi giapponesi, abbiano un'anima non può sembrare una fantasia innaturale per chi ha visto sbocciare l'umenoki e il sakuranoki. Questa è una credenza popolare a Izumo e altrove. Non è in accordo con la filosofia buddista, e tuttavia in un certo senso sembra essere molto più vicina alla verità cosmica.. infatti, esistono strane superstizioni su particolari alberi, non diversamente da certe credenze dell'India occidentale, che hanno avuto una buona influenza sul controllo della distruzione del legname pregiato.
Il Giappone, come nell’emisfero tropico-australe, ha i suoi goblin.. il magico e scanzonato Puck e i suoi amici.
Di questi, l'enoki (celtis o bagolaro) e lo yanagi (salice cadente) sono considerati particolarmente spettrali e raramente si trovano nei vecchi giardini giapponesi. Si ritiene che entrambi abbiano il potere di ossessionare..
"Enoki ga bakeru" . “bakeru” può essere tradotto come "essere trasformato" o "essere cambiato"..
L'albero stesso non cambia forma o luogo, ma uno spettro chiamato Kino-o-bake si sgancia dall'albero e cammina in varie forme.. molto spesso la forma assunta dal fantasma è quella di una bella donna.. (rammentate Emma Shappling). Lo spettro degli alberi raramente parla e raramente si avventura per andare molto lontano dal suo albero. Se qualcuno si avvicina, si rimpicciolisce immediatamente nel tronco o nel fogliame. Si dice che se un vecchio yanagi o un giovane enoki vengono tagliati, il sangue scorrerà dallo squarcio… quando questi alberi sono molto giovani, non si ritiene che abbiano abitudini soprannaturali, ma diventano più pericolosi man mano che crescono.
Malgrado questo l'enoki a volte riceve i più alti onori religiosi, per lo spirito del dio Kojin, a cui sono dedicate le vecchie bambole e si suppone che lo spirito o il dio stesso dimori all'interno di alcuni antichi alberi di enoki.. e per tale motivo sempre oggetto di riverenza o preghiera (sempre meglio fare un’offerta che ricevere un’offesa..).
Più ne sai... più lo conosci.. più ti allontani dalla verità.
Un tale disse che i giapponesi parlano al contrario, leggono al contrario, scrivono al contrario, e che questo è solo l’abc del loro essere alla rovescia. Vi sono ovvie ragioni evolutive alla base della consuetudine di scrivere al contrario e le esigenze della calligrafia giapponese spiegano una sufficienza perché l’artista imprime al pennello o alla matita un movimento di spinta, invece che di trazione. Ma perché, invece di infilare il filo nella cruna, la ragazza fa scivolare la cruna all’estremità del filo !?!
Passando per qualche bottega di vecchi artigiani si noterà che anche i gesti ci sono estranei… le attività vengono svolte in modi completamente opposti. Gli attrezzi hanno forme sorprendenti e sono maneggiati in maniera sorprendente: il fabbro accovacciato accanto all’incudine manovra uno strano martello che nessun fabbro occidentale ha mai visto.. anche un kozuchi necessita di lunga pratica … il falegname lavora di pialla o di sega, anch’essi attrezzi di una foggia inusitata, con movimento di trazione, anziché di spinta.
Il lato sinistro è sempre quello giusto e il destro quello sbagliato… anche per aprire o chiudere una serratura le chiavi vanno spesso girate nel senso per noi contrario.
Fra i molti possibili esempi di comportamenti diametralmente opposti, forse il più notevole è fornito dall’arte giapponese della spada.. assestando il colpo con entrambe le mani, nel momento in cui la lama colpisce, il giapponese non tira la lama verso di sé, ma la spinge verso l’esterno. La usa come fanno anche altri asiatici, secondo il principio della sega e non del cuneo… e tuttavia nel colpire c’è un movimento di spinta laddove ce ne aspetteremo uno di trazione...
I pensieri di questa gente non sono i nostri pensieri, i loro sentimenti non sono i nostri sentimenti, la loro vita morale rappresenta per noi territori mentali ed emotivi ancora inesplorati o forse da lungo tempo dimenticati.
Molte delle loro espressioni quotidiane sembrano frasi del tutto prive di senso... ammenoché non avessimo imparato anche noi a pensare come un giapponese.. e cioè a pensare al contrario, a pensare capovolto e alla rovescia, a pensare in direzioni totalmente estranee alla mentalità ariana.
Il nostro giardino non è come un giardino giapponese... forse nessun giardino è come un giardino giapponese.
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(alla prossima puntata, sayonara, o meglio, mata ne.)