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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

ATTILA

Ca' Pesaro

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Venerdì scorso ho fatto un giro a Venezia e sono andato a vedere la collezione di arte orientale del museo di Ca' Pesaro.

 

Hanno parecchie lame e armi d'asta, peccato però che il 90% di queste sono dentro i rispettivi foderi e quindi l'unica cosa che si può ammirare è la pregevole fattura delle montature.

Comunque, per chi ama le lame giapponesi, un giro a questo museo lo consiglio.......anche se come esposizione non è molto istruttiva. Sono solo una lunga sequenza di teche con centinaia di lame senza nessuna indicazione di firma o periodo.

 

Temo che la direzione del museo si preoccupi solo di esporre un certo quantitativo di pezzi, ma non sono certo degli esperti. So che hanno una vasta collezione di pezzi riguardanti l'arcieria, ma alla mia richiesta di poter vedere qualche cosa di più, mi hanno risposto che, tutto quello che hanno, è esposto. E hanno esposto pochissimo sull'arcieria. Io so però che hanno i magazzini pieni di archi, frecce ed ebire da guerra molto interessanti.

 

Tornerò alla carica un'altra volta.

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ciao attila

mi chiamo davide saracco

e ho lavorato per circa 1 anno e mezzo a ca' pesaro come caposervizzi di sicurezza

al patrimoni.

pultroppo il mio incarrico era sotto la venezia musei che aveva dominio sulla museo d'arte moderna

quello d'arte orientale e un museo statale ma ho sepre avuto completo accesso al museo orientale che si trova a l'ultimo piano e ho fatto amicizia con la dott.sa Spadavecchia curatrice della mostra.

posso dirti che tutto il materiale esposto e un terzo di cio che risiede in magazzino per mancanza di spazzi anche se l'area degicata al giappone e abbastanza linitata.

il matriale esposto si rifa al periodo edo anche se alquni pezzi sono di periodi leggermente piu antichi

tuto io e il risultato di un viaggio intorno al mondo da parte di Enrico di Borbone nel 1887

di tanto in tanto accompagnavo il restauratore nei magzzini per i restauri e devo dire che vierano cosi tanti pezzi ammassati da riempire tutti e tre i piani del ca' pesaro sembrava di entrare in magazzino di fantasmi visto i vari teli bianchi ce coprivani il matriale suprattutto le diverse armature.

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la collezzione giapponese di sua altezza reale Enrico Carlo Luigi Giorgio Abramo Paolo Maria di Borbone , duca di Bardi , venne effettivamente raccolta nel corso del suo viaggio attorno al mondo che iniziò nel 1887 da venezia con un modesto seguito e alcuni parenti .

Partì da hong Kong il 12 febbraio 1889 con destinazione Nagasaki e vi giunse attorno al 16 febbraio , proseguì per mare verso Kagoshima e di li a Miyakonojo con escursione a Miyazaki e ritorno a Miyakomojo da dove proseguì verso nord toccando kobayashi , Hitoyoshi , Yatsushiro e kumamoto . Poi di nuovo per mare fino a Shimabara con capatina ai villaggi di Unzen e Obama , poi ritorno a Nagasaki da dove proseguirono per Kobe , Osaka e Kyoto . da Kyoto andò poi a Nagoya , Gifu , Mitake e raggiunsero Matsumoto ., poi giù a sud verso Asama , Suwa e Kofu e infine Yokohama dove fecero escursioni approfondite a Kamakura , giunsero a Tokyo il 24 giugno e vennero ricevuti dall'imperatore , il tenno gli assegnò un alloggio in Tokyo e in seguito andò di persona a trovarli nel suddetto alloggio . dopo la pausa ripresero per Yokohama , Hakone e Atami per poi tornare a Tokyo dove soggiornarono dal 23 luglio al 10 agosto , puntata a kobe e ritorno a Yokohama il 12 agosto , puntarono verso Nikko , Utsunomiya e raggiunsero la regione di Hokkaido , poi , ancora una volta , yokohama da dove proseguirono per le americhe .

La parte giapponese del giro del mondo impegnò 9 mesi .

 

Il tutto è documentato sui diari in cui il duca di Bardi segnò meticolosamente ogni cosa , compreso il costo di tutti gli oggetti che comprò .


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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appunto, come avevo detto. Pieni di materiale e zero spazio o spazio sfruttato male per esporlo. Ma non è tutta colpa loro.

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Sarebbe interessante cercare se almeno esistesse una pubblicazione col catalogo completo dei pezzi... o almeno un libro di una certa consistenza con fotografie... quando visitai il museo lo scorso inverno non ho saputo trovare niente di meglio della guidina Electa, a cura di Fiorella Spadavecchia (nomen omen!) che però è priva di bibliografia. Almeno del tanto vituperato Stibbert esiste il monumentale catalogone (sempre Electa) degli anni Settanta, in svariati volumi (patrocinato dalla Cassa di Risparmio di Firenze).

 

Se Cà Pesaro ha tante lame e non sa nemmeno di avercele, sarebbe l'ora di fare un bel catalogone scientifico! Il problema, si sa, sono i soldi: il museo per questo dovrebbe trovare uno sponsor, generalmente una banca che regala poi il libro ai propri clienti come strenna natalizia. Forza veneziani!

 

Staremo a vedere... :popcorn:

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beh... se hanno bisogno di gente per la catalogazione potrebbe muoversi l'associazione in cambio di qualche lama smarrita :happytrema::happytrema::happytrema::happytrema:


Andrea

 

www.taai.it

www.iwamaryu.it

www.aikidogarda.it

www.takemusuaikidokyokai.org

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beh... se hanno bisogno di gente per la catalogazione potrebbe muoversi l'associazione in cambio di qualche lama smarrita :happytrema::happytrema:

 

Altrimenti possono chiamare quelli dello Stibbert che sono ... specializzati :devlish: :devlish: :devlish:

Modificato: da Shirojiro

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Da quello che ho capito, a Ca' Pesaro non ci sono molti esperti di armi orientali. Hanno contattato lo Stibbert per farsi mettere a posto delle armature, quindi al loro interno non c'é nessuno che sappia come mettere mano a queste cose. La stessa direttrice penso sia esperta di letteratura e pittura più che di attrezzature varie. L'ho sentita parlare con un visitatore descrivendo le meraviglie del Genji monogatori, ma quando si è trattato di descrivere un mon su un kabuto, lo ha chiamato cappello. Neanche elmo, cappello!!!!! :wacko: ....Quindi, mi sa che non ci sono molte speranze da questo punto di vista.

 

Le lame sono tutte catalogate e messe sotto vetro perché un po di tempo fa ne hanno rubata una in esposizione e da allora la direttrice è diventata una iena.

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beh... senza scherzare... se qualcuno ha contatti con il museo non mi sembra un'idea cosi' stupida... fare un incontro a ca' pesaro... visionando le loro lame e dando loro in cambio una catalogazione con quelle identificazioni che è possibile verificare, aprendo magari una sezione apposita del forum continuando a visionare le restanti via foto assieme...


Andrea

 

www.taai.it

www.iwamaryu.it

www.aikidogarda.it

www.takemusuaikidokyokai.org

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La stessa direttrice penso sia esperta di letteratura e pittura più che di attrezzature varie. L'ho sentita parlare con un visitatore descrivendo le meraviglie del Genji monogatori, ma quando si è trattato di descrivere un mon su un kabuto, lo ha chiamato cappello. Neanche elmo, cappello!!!!!

La Dottoressa Spadavecchia è una delle più autorevoli traduttrici dal giapponese che oggi ci sono in Italia. Troverete spesso il suo nome su molti libri. Uno Yamatologo si specializza in particolare su un solo campo dell'immensa cultura giapponese :arigatou:

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allora avevo intuito bene. Esperta, ma non di armi.

infatti i dipinti e le lacche sono esposti con il loro cartellino dove è indicato il nome dell'autore, il periodo e il tipo di lavorazione, mentre per le armi non c'è niente. Entrare nelle sale delle armi li o entrare nell'armeria di un castello dove tutte le armi sono immagazzinate e custodite senza nessuna indicazione, è la stessa cosa. :smile: :smile:

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Alcuni membri del direttivo dell'INTK ebbero ( :happytrema: ) già contattato (diversi anni or sono) il museo di Venezia ed incontrato di persona la sua direttrice offrendo collaborazione.

 

Io non fui coinvolto direttamente e quindi preferisco non parlarne, ma se domandate alle persone giuste e vi sarà raccontato tutto.


Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio".

Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere:

Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli.

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bardix, da quello che scrivi, penso d'aver capito cosa intendi............e mi viene da pensare solo che, per il museo, è un'occasione persa. :wacko:

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INTK ha già visitato e offerto collaborazione a praticamente tutti i più importanti musei e "giacimenti vari" di nihonto in Italia.

In alcuni casi è servito, in altri .....



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Purtroppo devo confermare anch'io quest'atteggiamento riprovevole di Cà Pesaro.

Come alcuni di voi sapranno io mi sto laureando presso l'Università di Venezia in Lingue e Civiltà dell'Asia Orientale (Giapponese) e, pertanto, credevo di poter fare affidamento sull'appoggio di Cà Pesaro ed ottenere il permesso di visionare le lame conservate presso di loro.

Invece la mia relatrice di tesi, che collabora col museo, mi ha detto di non perdere nemmeno tempo per fare la richiesta perchè sa benissimo che non vengono accettate nè prese in considerazione.

L'atteggiamento è quello di un museo chiuso, un sancta santorum a cui è possibile accedere. Tutto questo va contro quello che dovrebbe essere il fine di ogni museo: mettere a disposizione di tutti la cultura e, con le dovute precauzioni, permettere agli studiosi di entrare a diretto contatto con gli oggetti del loro studio.

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si giusto, purtroppo temo che a ca' pesaro non ne sappiano molto di armi orientali. Si limitano ad esporle come se fossero dei vasi o dei dipinti senza nemmeno mettere un minimo di informazione.

 

se qualcuno ha informazioni più aggiornate su tale comportamento, dia qualche spiegazione più razionale.

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si giusto, purtroppo temo che a ca' pesaro non ne sappiano molto di armi orientali. Si limitano ad esporle come se fossero dei vasi o dei dipinti senza nemmeno mettere un minimo di informazione.

 

se qualcuno ha informazioni più aggiornate su tale comportamento, dia qualche spiegazione più razionale.

 

sarò molto schietto .

credo che dipenda tutto dal fatto che sia un museo statale .. della serie " voglia di lavorare saltami addosso " .. usano un genere di ragionamento tipo " se ci viene qualcuno .. pazienza .. lo stipendio lo pigliamo comunque " .

 

provate a cercare su un motore di ricerca " museo d'arte orientale di venezia " e poi ditemi se riuscite a reperire informazioni su come arrivarci . . :rouletterussa:


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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se qualcuno ha informazioni più aggiornate su tale comportamento, dia qualche spiegazione più razionale.

Trovandomi nell'ambiente degli studi yamatologici, ed avendo parlato a riguardo di queste cose anche con importanti docenti, conosco bene le motivazioni di tali comportamenti:a livello accademico, la tendenza è quella di dividere la cultura giapponese in cultura di serie A e in una di serie B. Di serie A è praticamente tutto ciò che riguarda il Giappone, di serie B sono le armi e le arti marziali giapponesi. In quattro anni di università non ho mai trovato un solo libro di arte giapponese che parlasse di Nihontō, solo una volta su un volume di 700 pagine un paio erano dedicate alla tsuba. In quattro anni di università non ho mai assistito a una conferenza o un dibattito che parlasse di arti marziali o comunque del Bushidō e di ciò che vi ruota attorno.

Quando il Presidente Rossi, uno dei migliori togishi in circolazione, ha tenuto lo scorso novembre una conferenza sulle Nihontō insieme a Verrina Sensei all'università di Tor Vergata, a sentirlo saremo stati non più di 20 persone; e pensare che avevo diffuso la notizia anche nella mia facoltà di Studi Orientali. La stessa facoltà in cui era impossibile camminare tra i corridoi il giorno in cui è stato invitato il creatore di Mazinga, Nagai Gō. C'era gente che era venuta da tutta Italia per sentirlo.

Una volta che in facoltà ho provato a parlare di Kenjutsu sono stato attaccato da tutte le parti, mi è stato detto che non aveva nulla a che fare con gli studi orientali. Forse quella volta avrei dovuto far presente al mio interlocutore che la più importante Scuola di Scherma giapponese, la Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū, è patrimonio nazionale della cultura giapponese.

 

Tutto ciò accade perchè, così almeno mi è stato detto, negli anni '70 e '80 a discipline come lo Aikidō e lo Iaidō erano legati dei movimenti di estrema destra, che tendevano a mitizzare quello che era stato il glorioso passato bellico giapponese. E ancora oggi, da parte degli stessi studiosi, si tende a lasciare in disparte qualsiasi cosa del Giappone che possa rimandare alla guerra, anche a discapito di opere d'arte come le Nihontō. Il Genji Monogatari è un'opera meravigliosa, ma il Giappone non ha conosciuto solo la cultura Heian. Credo che la cultura marziale della Bushidan meriti lo stesso rispetto :arigatou:

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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