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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Judicator

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  1. Che figura Yama nn c avevo fatto caso, il primo link che hai segnalato lo avevo beccato pure io, il seondo mi era sfuggito. Ho cercato x 1 po' ma avevo trovato solo quello. Grazie x l'aiuto.
  2. Accidenti Yama che cosa raccapricciante, gi? nn mangio il brodo... Umorismo nero a parte secondo te queste info ed anche queste (2a parte) siano affidabili?
  3. Io inizio a cercare info su Goemon Ishikawa, ho fatto 1 ricerca veloce e nn si trova tantissimo, ma insister? x trovare qualcosa d +. Rimettiti presto kaname
  4. Ishikawa Goemon?? :18happytrema:
  5. Grazie Yama, ora ? molto meglio. :05laugh: Grazie anche per la revisione, spero che la mia trad nn facesse schifo:)
  6. @Tutti: penso che sarebbe opportuno il punto della situazione riguardo le figure mitiche che neceessitano di trad. Vediamo quello che rimane da fare, lo facciamo, e magari ne troviamo altre o c dedichiamo ad altre aree del forum. Che ne pensate?
  7. Di niente Yama, continuo ad essere a disposizione del forum per collaborare.
  8. La famiglia Yagyu: maestri di spada o spie dello shogun? Tra i grandi bugeisha (artisti marziali) le cui vite alimentavano le fiamme di innumerevoli leggende in Giappone, una si staglia, sfortunatamente conosciuta non bene da molti abitanti dell'occidente: Jubei Yagyu. In Giappone, comunque, Yagyu Jubei divent? materiale per leggende, il centro di molti racconti semi immaginari scritti subito dopo la sua morte, ed il protagonista in molti romanzi a puntate, racconti, film e spettacoli televisivi. Le leggende si sono mano a mano intrecciate con i documenti a tal punto che, come Musashi, non riusciamo spesso a dire cosa ? vero e cosa ? fiaba. Nato per la spada Yagyu Jubei Mitsuyoshi (alcune fonti leggono il suo nome di battesimo come Mitsutoshi) era il primo figlio di Yagyu Tajima No Kami Munenori, il maestro di spada degli shogun Tokugawa. Fu questo Munenori che serv? il primo shogun Tokugawa, Ieyasu, nella battaglia di Sekigahara. Dopo la battaglia, Ieyasu rafforz? il dominio sulla regione, e nomin? Munenori istruttore di spada (kenjutsu shinan) e daimyo minore (signore di una provincia). Successivamente, Munenori fu promosso consigliere maggiore e sometsuke o oh-metsuke (soprintendente del daymo e una specie di capo delle forze di polizia). Il padre di Munenori, Yagyu Matauemon No Jo Muneyoshi Sekishusai, fu il fondatore della tradizione di combattimento con la spada della famiglia. Muneyoshi era il signore del castello di Koyagyu, il tempio Hotokuji attuale. ll clan Yagyu ? nel elenco dei molti che combatterono contro i clan Miyoshi e Matsunaga, e per un periodo sembra che Muneyoshi serv? Oda Nobunaga, che combatteva contro i clan Miyoshi e Matsunaga. Gli Yagyu, sotto Muneyoshi, vissero in un tranquillo villaggio nella area di Yagyu, alcune miglia fuori la citt? di Nara, nel mezzo del bacino del fiume Yamato. Questo luogo, come vedremo in seguito, fu cruciale nelle battaglie seguenti per il dominio del paese, e immaginato nel coinvolgimento della famiglia Yagyu nelle macchinazioni politiche dei grandi signori della guerra. Sebbene il villaggio di Yagyu era il primo nella campagna, era circondato da contadini-guerreri orgogliosi ed indipendenti che formavano una banda quando i loro interessi venivano minacciati da forze esterne. Sebbene isolata da valli e monti, l'accesso tra le pianure Yamato era essenziale per ogni generale che sperava di consolidare il proprio comando su tutto il Giappone. Le distese ondulate inframezzate da valli profonde e montagne ricoperte di pini, circondavano la prima capitale del Giappone, Nara, e toccavano i confini a sud di Kyoto, la capitale dell'epoca. Un daimyo sperando di avanzare dentro Kyoto per pretendere il titolo di shogun, il generalissimo supremo del paese, aveva solo poche opzioni di attraversare le barriere naturali. Una strada conduceva dritta attraverso l'area dello Yamato. Accattivarsi il favore dei nobili e dei samurai del luogo, inoltre, sarebbe stato un fattore determinate per ogni signore della guerra della Kyoto orientale. In termini di arti marziali, Yagyu Muneyoshi studi? lo Shinto-ryu e il Toda Itto-ryu. Infine, si allen? con un genio dell'arte della spada, Kamiizumi Ise No Kami, e ricevette la licenza di maestro dello Shinkage-ryu: Muneyoshi, cos? si dice, era gi? considerato un ottimo spadaccino ma perse contro Kamiizumi due su tre incontri utilizzando l'innovativa spada da allenamento in bamboo tagliato avvolto da cuoio (shinai). Immediatamente, Muneyoshi chiese di essere un suo allievo. Alcuni anni dopo, fu premiato con la licenza di padronanza nel ryu. La versione dello stile di famiglia divenne conosciuto in seguito come lo Yagyu Shinkage-ryu. Successivamente, i membri della famiglia furono ingaggiati per servire due rami della famiglia Tokugawa, e quindi si svilupparono due grandi stirpi di questo ryu; l'Edo Yagyu, fondato nel paese di Edo (la attuale Tokyo), e Owary Yagyu. Alcuni storici di arti marziali sostengono che si svilupp? anche una leggera variazione tra i membri della famiglia che rimasero nel villaggio Yagyu, e chiamarono questo sistema Yamato Yagyu. Muneyoshi incontr? per la prima volta Tokugawa Ieyasu sul monte Takagamine a Kyoto. Attualmente un operoso, affollato subborgo della citt? di Kyoto, Takagamine una volta era un tranquillo pendio, punteggiato solo da capanne di contadini, artigiani, templi e santuari. Fu li che Ieyasu, dovendo affrontare i raggiri del suo rivale, Ishida Mitsunari, prese la fortuna per i capelli quando osserv? una dimostrazione di arti marziali di un samurai relativamente sconosciuto, Muneyoshi. Dopo avere dimostrato la propria arte marziale con i suoi figli, Muneyoshi affront? Ieyasu, che era armato di una spada di allenamento in legno (bokken). L'anziano Muneyoshi era a mani nude, ma disarm? e atterr? Ieyasu con facilit?. Ieyasu, che sapeva come avvantaggiarsi di tali incontri con grandi uomini, premi? Muneyoshi con uno stipendio di 200 koku (un koku ? una antica misura grossomodo equivalente ad una razione di riso annuale per una persona. In altre parole, possedere una terra capace di 200 koku significava presumibilmente dare da mangiare ad un esercito di 200 seguaci) e con il titolo ufficiale di istruttore di scherma dei Tokugawa. In ogni modo, Muneyoshi aveva 68 anni all'epoca e reclam? sostenendo che la sua et? non gli avrebbe permesso di adempiere a quegli incarichi. Chiese che il suo quinto figlio, Munenori, fosse messo al suo posto al servizio di Ieyasu, una richiesta che Ieyasu accett? con entusiasmo. Quando Ieyasu ottenne l'appoggio degli Yagyu, alcuni storici speculano che non fosse solo per le abilit? nella spada della sua famiglia, quello a cui Ieyasu era realmente interessato erano i collegamenti con le altre famiglie di guerrieri che controllavano l'area dello Yamato. Quando Munenori garant? la sua alleanza a Ieyasu, probabilmente port? anche con se una gi? ben trincerata rete di intelligence che attraversava lo Yamato e si pot? avvalere dell'efficiente sistema di reclutamento messo in atto dagli yagyu tra i guerrieri ronin dela zona. Infatti, poco dopo la battaglia di Sekigahara nel 1600, Munenori abbandon? la prima linea di Ieyasu, che si dirigeva nel nord del Giappone, presumibilmente per sedare una rivolta. Questo gli permise di ritornare in gran fretta ne suoi territori centrali di Yagyu No Sato. Riun? guerrieri in quella area per supportare la imminente e decisiva battaglia di Ieyasu con l'alleanza dell'ovest, condotta da Ishida Mitsunari. Questo spiegherebbe, quindi, come Munenori riusc? a ascendere cos? rapidamente al titolo di soprintendente di tutti i daimyo. Anche se maestro di spada dello shogun non era un titolo su cui sputare sopra, lo stipendio ed il prestigio non erano alti quanto le entrate e lo status dei pi? grandi daymo. Eppure fu Munenori e non i pi? ricchi e potenti signori della guerra ad essere nominato sometsuke. Molti pensano che fosse perch? Munenori poteva fare appello ai suoi oscuri collegamenti per scoprire informazioni su molte congiure segrete tra i vari daimyo. Oltre ad essere lo stile ufficiale di scherma degli shogun, lo Yagyu Shinkage-ryu si guadagn? rispetto come tenka ichi; la migliore scuola di scherma nel paese. Come tale, molti clan richiesero istruttori di questa scuola. Nel suo duplice ruolo di maestro di scherma e soprintendente di daymo, Munenori era in una posizione favorita nel mandare istruttori in diverse provincie perch? potevano riportare ogni movimento sospetto tra i daymo. Di fatto cre? con facilit? una efficace rete di informatori in tutti gli ambienti altolocati del paese. Comunque Munenori non trascur? la sua eredit?. Form? tre shogun nell'arte della spada: Ieyasu, Hidetada and Iemitsu. Munenori praticava anche le austerit? buddhiste, e fu influenzato dal grande ed eccentrico prete Takuan Soho. I discorsi sullo Zen e le arti marziali che i due facevano divennero le basi per il famoso Heiho Kadensho. Stando al Kansei Juushu Shokafu, il nome di giovent? di Jubei's era Shichiro. Nel 1616 Jubei appare in documenti ufficiali come servitore del secondo Tokugawa shogun, Hidetada. Subito dopo divenne un seguace del terzo shogun, Iemitsu, e gli insegn? la scherma al posto di suo padre. Il periodo lungo una decade, dai 24 fino ai 36, non compare nei documenti ufficiali. Jubei scompare dagli archivi ufficiali di Edo per circa 12 anni. Riappare negli archivi ufficiali solo in una dimostrazione di tecnica di spada per lo shogun. Poi alla fine di quel periodo, Jubei scrisse lo Tsukimi No Sho (Il libro della luna). Questo manoscritto pone dei suggerimenti allettanti su quello che fece, ma non svela il mistero di quella decade mancante. Le speculazioni sulle ragioni del perch? Jubei lasci? il castello Edo e spar? abbondano. Jubei dopo lavor? come gosho inban, una sorta di ispettore del governo, e per la morte di suo padre nel 1646 (alla et? di 80 o 78 anni), prese il controllo delle propriet? terriere di famiglia, del valore di 8300 koku. Munefuyu il suo fratello pi? giovane ricevette 4000 koku, ed un altro fratello, Retsudo (Yagyu Gisen Rokuro Retsudo), che divenne prete nel tempio di famiglia di Hotokuji, ricevette una quota di 200 koku. Dopo qualche anno di vita a Edo, Jubei abbandon? i suoi compiti civili e fece ritorno al suo villaggio. Mor? improvvisamente nel 1650, il 21? giorno del terzo mese lunare. Alcuni rotoli (di pergamena) dicono che mor? nella sua casa, ma Watami ha l'impressione che l'ipotesi pi? accreditata sia che mor? in un piccolo villaggio di nome Oh-kawahara Mura, vicino la sua casa di Yagyu No Sato, durante la caccia col falco, alla et? 44 anni (stando a Tokugawa Jikki). Il suo nome buddista postumo (homyo) ? Soh-go. Il villaggio in cui mor? era la residenza del suo fratellastro maggiore, Yagyu Tomonori, Jubei andava spesso in visita li. Gli abitanti del villaggio avevano una loro propria leggenda; essi pensavano che in verit? Jubei mor? pescando, e quella storia della caccia col falco fu messa in piedi da funzionari per rendere la sua morte da guerriero tuttuno con la natura. La rudezza della morte di Jubei sollev? anche delle speculazioni che avvenne un delitto. Forse Jubei ebbe semplicemente un attacco di cuore o un colpo apoplettico. D'altro canto, qualcuno specula che fu mandato ad uccidere il suo fratellastro ed in risposta i servitori del suo fratellastro lo circondarono e lo ammazzarono. Comunque queste sono pure speculazioni. Jubei ? sepolto accanto a suo nonno, due figlie sono sopravvissute a Muneyoshi Jubei. Curiosamente, non ci sono informazioni su Jubei nemmeno nei registri di famiglia, i Gyoku-eishuu-i, specialmente in confronto alla lunghezza dei passaggi su suo fratello minore Munefuyu, o suo padre Munenori. Il fratello minore di Jubei prese la testa del ramo Edo dello Yagyu Shinkage-ryu, e mentre era al servizio dello shogunato, anche egli al rango di Daymo minore, come suo padre Munenori. Il ramo Owari Shinkage-ryu del sistema Yagyu fu passato da Yagyu Muneyoshi ad un altro figlio, Yagyu Toshikatsu, quindi al secondo figlio di Toshikatsu, Yagyu Hyogo No Suke Toshiyoshi Myo-unsai, che fond? il ramo Owan della famiglia Yagyu. Verit? e leggende Sappiamo che Jubei era uno Bugeisha rinomato al suo tempo. Questo ? chiaro. Ma i dettagli della sua vita anche pochi anni prima della sua morte diventano incerti a causa del accumulo di narrativa popolare sulle sue vita e morte. L'immagine popolare, inoltre, di Yagyu Jubei Mitsuyoshi ? diventata quella di un guerriero spaccone vestito di nero, con una folta capigliatura legata semplicemente con una corda, una tsuba (l'elsa di una spada) a coprire il suo occhio destro cieco ed un cappello di paglia che nascondeva le sue fattezze. Viaggia in incognito per le campagne, finch? non estrae la sua spada vendicatrice per salvare gli innocenti dai malvagi. Nel caso di Jubei, i buchi nella documentazione ufficiale della sua vita vennero riempiti da speculazioni. ? stato, forse, inevitalbile. Egli fu un abile spadaccino, proveniente da una famiglia di illustri spadaccini i cui membri erano profondamente coinvolti negli intrighi che portarono i Tokugawa al potere. Scrittori di natura e narrativa detestano i vuoti di notizie, cos? gli scrittori pulp ebbero una occasione per riempire il vuoto con le proprie fantasie. Per esempio, Jubei venne rilasciato dal servizio nel castello di Edo e i documenti ufficiali sulla sua vita sono inesistenti per circa dieci anni, proprio quando sarebbe dovuto essere all'apice della sua bravura nel combattimento. Cos? come alcuni scrittori di narrativa speculano che Jubei, ritratto in alcuni racconti come un giovane dalla testa calda che parlava chiaro, fu espulso dal castello perch? in disaccordo con lo shogun. A differenza di suo padre, che era erudito a tal punto da potersi confrontare con qualsiasi altro politico-samurai su questa terra, Jubei era un vero guerriero, schietto e semplice. Il suo modo di parlare diretto, alcuni dicono, gli fece avere problemi con Iemitsu. Altri dicono che Jubei fu trovato nel castello di Edo ubriaco e lo shogun Iemitsu lo cacci? e lo costrinse a tornare nel suo villaggio per allenarsi ed espiare la sua violazione di condotta. Nei registri non c'? nulla su questa censura, comunque, i Giapponesi adorano documentare praticamente ogni cosa, e il Kansei Choshushokafu ? una lista di tutti i samurai che servivano lo shogunato durante quel periodo, a chi commetteva crimini, peccati o violazioni di condotta venivano assegnate punizioni che andavano dalla censura ufficiale all'arresto domiciliare, esilio e addirittuara al seppuku (il suicidio rituale). Ci sono diverse voci, ma nulla riguardante Yagyu Jubei. Qualcuno potrebbe pensare che denaro relazioni e status avrebbero potuto essere capaci di tirare fuori dagli impicci un figlio che sbaglia. Munenori potrebbe avere dato disposizioni di tenere il nome del figlio fuori dalle liste, in cambio di questo il paparino lo riportava nella vecchia casa e lo costringeva a riparare a modo suo. Questa, dicono alcuni, sia la ragione del perch? il nome di Jubei non appare nella lista. Altri sostengono invece che Jubei intraprese un lungo viaggio per le intere lunghezza e larghezza del Giappone. Alcuni romantici amano pensare che mentre perfezionava le sue arti marziali, Jubei interpret? anche il ruolo di agente segreto per il governo. Altri ancora dicono che Jubei si isol? nella sua terra nat?a, allenandosi diligentemente con altri membri della famiglia Yagyu per anni, allo scopo di diventare un grande maestro degno di succedere al padre. Lo ? Tsukimi No Sho?, uno scritto dello stesso Jubei, sembra indicare che isolatosi nel suo villaggio natale vag? per le foreste circostanti e caverne cercando di perfezionare la tradizione di famiglia nel maneggiare la spada. Ma la verit? ? che nessuno conosce veramente cosa Jubei fece in quel decennio della sua vita mancante. Tuttavia, nel 1638, Jubei ricompare come spadaccino superlativo. I registri documentano chiaramente Jubei, con suo padre Munenori e il fratello Munefuyu, e Kimura Sukekuro, che compaiono prima dello shogun in una dimostrazione di spada. Tre anni dopo, alla et? di 36 anni, con lo Tsukimi no Sho, Jubei si assicurava la sua successione al ramo Edo della tradizione Shinkage-ryu degli Yagyu. Nel libro, Jubei discute i metodi della sua scuola, dei suoi stessi concetti, di alcune delle sue tecniche ed alcuni insegnamenti buddisti derivati dall'amico di suo padre, il prete Takuan Soho. Il Nanki Tokugawashi fa notare che?... dalle sue origini, lo Yagyu Shinkage-ryu era conosciuto per la sua filosofia che consisteva nel raggiungere la vittoria prendendo l'iniziativa (sen o toru). Comunque Jubei approfond? questa tecnica e la svilupp? ulteriormente. Jubei avrebbe aspettato la mossa dell'avversario e a seconda del movimento avrebbe vinto attaccando il punto debole nella difesa dell'avversario...? In tal proposito, esiste una storia apocrifa: ?Dato che era periodo di pace, Jubei si lamentava di non essere in grado di testare le proprie abilit? con una vera spada. Da insegnante di spada dello shogun, avendo alle spalle generazioni di spadaccini, bramava di testare le proprie abilit? in un vero combattimento. Chiese il permesso di usare la sua spada in una vera battaglia, ed infine gli fu accordato dal terzo shogun, Iemitsu. Lo tsugiri (ferire qualcuno con la spada per strada ad un incrocio), era permesso solo a Sanya, nel quartiere a luci rosse di Edo (la attuale Tokyo), chiamato Shin-Yoshiwara. Il Nanki Tokugawashi fa notare che il giovane e dal sangue bollente Shogun Iemitsu disse, ?Non importa molto se uccidi un samurai di basso rango che si trastulla con le prostitute...? Jubei and? dritto a Sanya ed incontr? una banda di sette samurai. Provoc? deliberatamente un combattimento e obblig? i samurai ad estrarre le spade, Jubei recise le braccia a due di essi, affett? con precisione la gamba di un altro causando la sua morte per dissanguamento e fece fuggire via gli altri quattro spaventati. ? una saga d'azione emozionante, questo tranne che per gli studiosi come Watani Kiyoshi, che sostiene che questo avvenimento non ? mai accaduto. Per prima cosa, non importa quanto ad alcuni scrittori piace pensare che l'antico Giappone fosse come il vecchio selvaggio West americano degli spaghetti movies di cowboys, gli shogun tokugawa erano molto interessati al ordine ed alla stabilit?. Intere famiglie nel daymo venivano giustiziate se il loro signore disturbava la pace in qualsiasi modo. ? difficile credere che conttraddicevano i loro stessi editti con omicidi deliberati e non provocati dei loro stessi maestri di spada. Ed un altro punto: i dettagli della storia non tornano. Shin-Yoshiwara, in particolare il quartiere Sanya, non vennero costruiti che tre anni dopo la morte di Jubei. Durante il corso della vita di Jubei, quella stessa area veniva chiamata Nihonbashi o Moto-Yoshiwara. Forse il racconto nasconde un semplice fatto, conclude Watami. Mette in evidenza la realt? che fu del grande Yagyu Jubei, l'istruttore di eccezionali guerrieri del Paese, e cio? fino a quando non fu nominato maestro di spada mai us? una spada in un vero combattimento, come suo padre o suo nonno prima di lui all'epoca delle grandi guerre. Ma a causa dei misteriosi vuoti nella vita di Jubei, i romanzieri hanno scritto molti racconti romanzati sulle sue gesta reali od immaginarie. Eccone qualcunaltro: Durante i suoi viaggi, Jubei fin? nella capitale imperiale di Kyoto. Una notte stava passegiando da solo nel quartiere Kuritaguchi. Una grossa banda di tagliagole lo circond?, chiedendogli il suo cappotto e la sua spada in cambio della sua vita. Come ordinatogli Jubei si tolse di dosso il suo haori di seta. Quando uno di ladri avanz? per prendere il cappotto, Jubei lo fece cadere. Gli occhi del ladro seguirono il cappotto che cadeva Jubei estrasse velocemente la spada e con un solo colpo abbatt? il ladro. Gli altri ladri arrivarono di corsa per vendicare la morte del loro compagno, ma Jubei fer? a morte 12 di essi prima che i rimanenti corressero via presi dal panico. In un altro racconto, riportato anche nel film i sette samurai di Akira Kurosawa, Jubei si trovava nella residenza di un signore di un daymo quando un samurai senza padrone, o ronin, riusc? ad entrare nella abitazione e gli chiese un incontro. I due si scontrarono con spade di legno. Si tennero due incontri di fronte al daimyo. Alla fine del secondo incontro, Jubei si gir? verso lo spadaccino e gli disse, ?Bene, hai visto il risultato del incontro?? Il ronin disse, ?Certamente, ? stato un pareggio (au-uichi) entrambe le volte!? Allora Jubei si rivolse al daimyo, suo allievo nella scherma e disse, ?Il mio signore ha visto i veri risultati?? Il signore rispose, ?Come ha detto il ronin , sono stati due pareggi.? Jubei si sent? nauseato, e disse loro che erano troppo inesperti per accorgersi del vero risultato del duello. Il ronin, furioso, chiese di replicare l'incontro, questa volta con spade vere. ?Sarebbe una buona idea cessare di chiedere qualcosa di irragonevole.? Rispose Jubei freddo, ma l'ira balenava nei suoi occhi. ?Lo sai, non hai due vite.? Il ronin continu? ad insistere per ripetere l'incontro, tuttavia, pensando di sconfiggere Jubei avrebbe definitivamente confermato la sua fama. Alla fine Jubei acconsent?. ?? una vostra decisione, allora,? disse Jubei, lanciando delle occhiate gelanti al daimyo ed al ronin. I due si scontrarono ancora, questa volta con spade vere, al cospetto del daimyo. Il ronin attacc? Jubei con la stessa tecnica che aveva usato nei precedenti due incontri. Tuttavia, la spada di Jubei tagli? velocemente la spalla del ronin prima che questi potesse abbassare la lama e lo spadaccino rovin? in un ammasso raggrinzito e sanguinolento davanti allo sbalordito daimyo. Anche Jubei venne toccato dalla spada del ronin, ma la spada taglio solo leggermente il suo kimono. Il timing di Jubei ed il suo allontanamento erano stati perfetti, qualcosa che n? il daimyo n? lo sfortunato ronin furono in grado di capire nei precedenti incontri con le spade di legno. ?Per favore verifichi l'incontro?, disse Jubei al daimyo. ?Guardi questo uomo morto. La vera arte della spada ? questione di qualche millimetro. Avrebbe dovuto accorgersene nei precedenti incontri e pronunciarsi cos?. Questa morte non ha senso.? La popolarit? delle storie su Yagyu Jubei apparentemente non ha fine. Anche nella raccolta di racconti chiamata Ise-tsuku, c'? una coppia di piccole e strane storie su Jubei, compresa la seguente: Una volta Jubei si era fermato in un tempio infestato da fantasmi. Nel mezzo della notte un demone spirituale apparve davanti a Jubei, intenzionato a spaventarlo. Jubei si alzo dalla sua coperta e fiss? il fantasma dritto in faccia. ?Che ore sono?? chiese al fantasma. Spaventato dal sangue freddo di Jubei il fantasma spar?. In alcuni film e racconti Jubei aveva solo un occhio buono. Il suo occhio ferito era coperto da una tsuba (l'elsa di una spada) legata con una benda. Un' immagine molto affascinante per un gueriero, ma al di fuori di questi racconti nessun dato storico pu? confermarlo. I ritratti di Jubei giovane lo raffigurano con due occhi buoni. In ogni caso, le leggende dicono che ancora giovane, Jubei si stava esercitando in una tecnica di salto. Per rendere l'allenamento pi? duro, suo padre gli lanci? una spada vera, la punta della spada lo colp? nell'occhio destro accecandolo. Altre voci dicono che si stesse allenando ad evitare le frecce ma una di esse lo colpi all'occhio destro. Altre ancora che si fer? semplicemente in un combattimento. Il fascino della misteriosa vita di Jubei si ? protratto fino nel 20? secolo, fino ai nostri giorni. La famiglia Yagyu compare in molti film sui samurai a causa della loro unione con gli shogun Tokugawa. Un racconto popolare pulp, Yagyu Ichizoku No Inbo (Gli intrighi della famiglia Yagyu) ? diventato le basi per un film spavaldo di intrattenimento col medesimo nome, che ha portato ad una serie televisiva. Chiba Shinichi (il Sonny Chiba che interpreta Hattori Hanzo in Kill Bill) port? un team di controfigure iperattive capeggiate da un semisconosciuto consulente di arti marziali conosciuto col nome di Hatsumi Masaaki, e le scene di combattimenti erano meravigliosamente strane. Ma c'era veramente qualche scheggia di realt? in tutti questi misteriosi racconti su Yagyu Jubei? Dato che lo scorrere del tempo ci allontana mano mano dalla verit?, forse non lo sapremo mai con certezza.
  9. @ Yama: Per Jubei Yagyu ne ho tradoto oltre met?, ma ho avuto problemi d vario genere: la mia tastiera fa le bizze e ho reinstallato 2 volte quella massa informe e maleodorante che si chiama windows xp. In questi giorni conto d riprendere, mi spiace x i ritardi. @ Kaname: come vuoi. :05laugh: io riprendo il lavoro in questi giorni nn ho problemi sia a lavorare da solo che a collaborare, grazie mille x la disponibilit?. :05laugh:
  10. Judicator

    Storia Del Giappone

    Su Radio2 in "Alle 8 della sera" da ieri 17/01/05 alle 8 della sera, per l'appunto, va in onda una rubrica dedicata alla storia del Giappone. Se avete perso le puntate precedenti sar? possibile riascoltarle in streaming dal sito di radio2 tramite il link che ho segnalato. Per potere usufruire dei servizi in streaming della RAI bisogna avere installato Real player.
  11. Visto. Piaciuto. Nn scrivo d + xch? sto senza tastiera.
  12. Judicator

    Loquendo

    l'Ingenere nerd...
  13. Judicator

    Loquendo

    Cazzarola... Ne hanno fatti d passi in avanti, ricordo che nelle prime applicazioni fonematiche qualche anno fa sembravano la voce d 1 tizio che aveva ingoiato 1 radio a valvole. Fa 1 po' Ferrovie dello Stato ma ? notevole. Sai che scherzi che c si potrebbero fare?? :22:
  14. Vabbu?, domani inizio a tradurre, penso che c metter? 1 po'...

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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