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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
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Simone Di Franco

Le Ere Delle Spade Giapponesi

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Le ere delle spade giapponesi

 

panoramica_lame.jpg

 

le spade giapponesi vengono spesso classificate in base all'età, più precisamente sono state stabilite delle epoche in base alle caratteristiche estetiche e funzionali delle lame.

Fermo restando che la desinenza -to significa spada, le lame giapponesi si possono quindi definire:

KOTO "spada antica"

SHINTO "spada nuova"

SHINSHINTO "nuova spada nuova"

GENDAITO "spada moderna"

SHINSAKUTO "spada fatta nuova"

Per stimare l'epoca di una spada è necessario comprendere alcune caratteristiche funzionali legate al momento storico cui sono legate. Per esempio le koto erano spade utilizzate soprattutto per la guerra, mentre le shinsakuto sono praticamente tutte spade su commissione di collezionisti.

Un occhio esperto inoltre può riconoscere l'epoca di una lama dallla sua forma generale, dalla curvatura oltre che da altri dettagli come il tipo e il livello di ossidazione del nakago.

KOTO

 

Le koto sono le spade più antiche prodotte con la tecnica tradizionale, le lame precedenti hanno tipologie e tecniche di produzione differenti o embrionali e vengono definite Jokoto.

Si considerano quindi Koto le lame prodotte dal periodo Heian (attorno all'anno 1000) fino all'era Keicho, (circa 1600, periodo dell'unificazione del Giappone), in pratica il periodo più bellicoso e ricco di guerre dell'intera storia del Giappone. Si narra che in periodo koto si poteva comprare una spada la mattina ed usarla già nel pomeriggio.

La figura del samurai nasce dapprima come ufficiale delle forze militari, che guida a cavallo le truppe del suo signore. Da cavallo si usavano le tachi: spade molto lunghe e slanciate, l'ideale per falciare dall'alto la fanteria.

Più tardi la produzione di massa permise di dotare di spade non solo i condottieri, ma anche le truppe a piedi; ecco quindi nascere la Katana (uchigatana) , più corta e massiccia per essere sguainata velocemente e parare i colpi ravvicinati dei nemici.

Le koto si possono dividere stilisticamente in cinque grandi tradizioni di forgiatura, da cui si ispirano tutte le varie scuole: le Gokaden (cinque tradizioni).

 

Questa premessa storica può già far intuire quali sono le caratteristiche tecniche generali delle koto e quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per riconoscerle: sono lame destinate al combattimento, il fattore estetico era quindi considerato secondario.

 

- Nella maggior parte dei casi la forma generale della lama (sugata) dà subito l'idea di una spada senza fronzoli, spartana. Le spade sono soprattutto Shinogi-zukuri mentre i tanto Hira-zukuri.

Le Tachi hanno una forma slanciata che tende molto a rastremarsi in punta e hanno lame oltre i 70 cm, molto curvate.

 

tachi.jpg

 

Le katana koto invece, sono spesso molto massicce e con punte lunghe e grosse.

 

koto_katana.jpg

 

- Ovviamente avremo un nakago segnato dagli anni in modo incisivo: la ruggine è di un colore intenso tendente al nero, le yasurime non sono visibili e spesso l'acciaio risulta deformato o rigonfiato in alcuni punti dall'ossidazione.

 

cf_12_s.JPGnakago_koto.jpg

 

- Anche l'acciaio della lama presenta il segno degli anni: il colore è grigio opaco tendente al blu e risulta poco brillante, è molto facile trovare kizu e segni di molteplici politure.

 

koto_copia.jpg

 

- La Hada è generalmente più segnata ed evidente rispetto alle lame più recenti, gli hamon sono i più vari, ma comunque sono quasi sempre attinenti ai motivi principali: Suguha, Notare, Choji e Gunome a seconda della scuola.

 

hadahamonkoto_copia.jpg

 

- Alcune lame soprattutto tra le Bizen e le Mino di alto pregio, presentano Utsuri, un riflesso simile all'hamon, visibile sulla superficie della hada.

 

bizenden4.jpg

SHINTO

 

Dopo la riunificazione del giappone da parte di Hideyoshi Toyotomi e la grande battaglia di Sekigahara, si instaurò il regime dei Tokugawa e inizia il cosiddetto periodo Edo (circa 1600)

Il Bakufu (governo) degli shogun creato da Ieyasu Tokugawa e continuato dalla sua dinastia prevedeva un enorme burocrazia volta a conservare l'ordine pubblico in modo repressivo e ad amministrare il terrirtorio secondo uno schema feudale rigidamente organizzato. Malgrado questo, fu il periodo più prospero e pacifico della storia del Giappone.

Non ci furono più guerre quindi e i samurai, una volta condottieri e guerrieri indomabili, dovettero adeguarsi alla vita sociale e diventare politici, burocrati e consiglieri. I samurai si spostarono dalla polvere dei campi di battaglia alle sale di lussuosi palazzi, le massice lame da combattimento che tagliavano in due i nemici divennero inutili e furono soppiantate da spade più leggere e più corte che potevano essere portate con comodità.

Le prime lame shinto hanno caratteristiche abbastanza peculiari e riconoscibili, andando avanti con gli anni gli hamon, le forme delle lame, le hada e i koshirae diventano sempre più vari e barocchi tanto che, come vedremo, si arriva al periodo shinshinto.

Un ulteriore evento che segnò le caratteristiche delle lame shinto fu un editto dello shogun che sanciva le lunghezze delle spade che potevano portare le varie classi sociali. Anche i samurai non potevano portare lame più lunghe di circa 70 cm

Nasce quindi il fenomeno del Suriage: le lame lunghe furono tutte accorciate dalla parte del nakago fino a rientrare nel limite. Ovviamente fanno eccezione le lame prodotte per motivi artistici od offerte a templi ed autorità.

In generale le shinto sono lame leggere e corte, spesso riesce difficile distinguere le numerose chisakatana da normali wakizashi (anch'essi molto diffusi perchè erano le sole armi concesse a chi non fosse un samurai). Nel primo periodo Edo c'è comunque una certa uniformità di stile che viene definita shinto tokuden, mentre nel periodo più tardo si vede davvero di tutto: lame a doppio taglio, hamon floreali e puramente decorativi, koshirae da far invidia al carnevale di Venezia, armi nascoste in oggetti di tutti i tipi e chi più ne ha più ne metta.

 

Le lame del periodo edo, non essendo usate prevalentemente in battaglia e prodotte in discreto numero per un lungo periodo, sono le lame antiche più diffuse ai giorni nostri, la varietà delle forme e delle lavorazioni del secondo periodo inoltre rende difficile una classificazione netta delle caratteristiche generali. Vediamo qualche esempio quindi:

 

- le sugata delle shinto sono abbastantanza varie, nel primo periodo si individuano lame slanciate, abbastanza corte e leggere, con un discreto Funbari (il forte è più largo della punta) gli hamon sono soprattutto notare.

shinto.jpg

edowaki.jpg

- più avanti si vede un pò di tutto:

edowaki2.jpg

 

edo_tanto.jpg

 

shinto_tot.JPG

 

shinto_waki_koshirae.JPG

 

mumeiedowaki.jpg

 

mumei_edo.jpg

 

 

- Per quanto riguarda il nakago delle shinto si può dire che è sempre completamente ossidato, le yasurime sono visibili solo in alcuni casi nelle lame più recenti e solo in alcuni punti:

naminakago.jpg

SHINSHINTO

 

Il periodo Edo continua. All'apice degli eccessi stilistici di una situazione dove i samurai ostentano i loro pomposi koshirae senza aver mai modo di usare le lame in essi contenute, i forgiatori impongono il ritorno alle origini.

I grandi spadai ricominciano a produrre lame ispirate al periodo Kamakura e Nanbokucho, spade da combattimento spartane ma efficaci con stili più vicini alle Gokaden.

Quando il Giappone apre i rapporti commerciali con l'occidente il mondo tradizionale di stampo feudale giapponese si scontra con l'industria dell' ovest, è il periodo Bakumatsu, periodo di scontri, rivolte interne e insurrezioni, dove le spade hanno nuovamente un fine pratico.

Si giunge infine alla restaurazione Meiji: l'imperatore riprende il pieno potere, sancisce la fine della casta dei samurai e vieta il porto delle spade in pubblico.

E' la fine della produzione di massa delle lame giapponesi.

 

Per quanto riguarda le spade di questo periodo, si ritrovano gli stili generali visti nelle Koto, i forgiatori che avevano avuto modo di sperimentare un pò di tutto nel periodo shinto, riscoprono il valore degli stili più tradizionali e l'eleganza della semplicità tipica dello stile giapponese.

 

- le sugata sono tipiche del periodo kamakura e Nanbokucho: massiccie e potenti con grosse punte per trapassare le armature, ma spesso molto meno curvate e con nakago più elaborati:

 

 

shinshinto_lama.JPG

 

- gli hamon sono i più tradizionali: suguha, notare, choji e gunome con nie e hataraki

b5_1_b.JPG

- i nakago si presentano ossidati uniformemente ma è ben distinguibile la forma del nakago e spesso si intravedono le yasurime in alcuni punti. Le mei sono quasi sempre lunghe e ricche di informazioni.

sinshinto_nakago.JPG

 

- malgrado il ritorno alle origini delle lame, i Koshirae rimangono piuttosto barocchi:

shinshinto_koshirae.JPG

GENDAITO

 

Tutte le spade prodotte dopo la Restaurazione Meiji con la tecnica tradizionale vengono definite Gendaito.

Con la fine della produzione di massa, la maggior parte dei forgiatori rimase senza lavoro e si convertì ad altre occupazioni. Solo i più importanti e stimati continuarono la tradizione ospitati da templi o da ricche famiglie di mecenati.

Con l'incontro con l'occidente e la rincorsa alla modernizzazione le spade giapponesi cominciano a venir considerate un retaggio del passato e un simbolo della cultura obsoleta di un tempo. La tradizione di forgiatura è vicina a perdersi per sempre.

Con il periodo della seconda guerra mondiale il governo giapponese utilizza i principi del bushido e dei samurai per la propaganda militare e la spada giapponese viene riscoperta e riutilizzata dagli ufficiali come simbolo del loro status.

In questo periodo l'esercito giapponese raduna gli ultimi forgiatori rimasti per dirigere una grossa produzione di massa ai fini militari.

La richiesta è enorme ed improvvisa e i forgiatori troppo pochi per poter produrre tradizionalmente tutte le lame impiegate dagli ufficiali.

Nascono così le gunto: spade di scarsa qualità prodotte persino con macchinari industriali e da materiali di seconda scelta (anche binari della ferrovia).

Successivamente alla seconda guerra, con la resa del giappone, gli americani saccheggiano le case degli ufficiali e degli aristocratici e trafugano negli USA migliaia di spade, sia gunto che tradizionali.

Le gendaito vere e proprie, cioè le lame prodotte con tecnica tradizionale dai primi del '900 ai giorni nostri, sono in realtà abbastanza rare e limitate a pezzi donati ai musei, ai templi o realizzati per ricchi collezionisti. Proprio per questo motivo, non esiste uno stile definito o dei tratti tipici per queste lame che sono estremamente varie. I tratti tipici delle Gendaito sono quindi i più ovvi:

 

- gli stili sono i più apprezzati: difficilmente vedrete una lama Gendaito in stile Yamato, austero e semplice, al contrario sono molto diffuse quelle che si ispirano alla scuola Bizen, con Hamon choji molto vivaci.

 

showa1.jpg

 

showa2.jpg

 

- il nakago si presenta poco ossidato: è sempre possibile riconoscere le yasurime. Inoltre le gendaito sono praticamente sempre firmate, i pochi forgiatori rimasti sono molto stimati e al contrario di quanto accadeva in passato, è un onore possedere una spada firmata da un artigiano. Spesso sono anche presenti simboli come il crisantemo e la stella militare ad indicare le spade prodotte sotto il benestare dell'esercito.

showa2nakago.jpgshowa1nakago.jpg

SHINSAKUTO

 

Di fatto anche le spade prodotte ai giorni nostri sono gendaito, ma la definizione shinsakuto è molto diffusa recentemente e sta ad indicare le lame prodotte da un maestro ancora in vita o prodotte su commissione.

Il saccheggio dei soldati americani in giappone, inaspettatamente, diffonde ancor più, in occidente, la possibilità di studio delle lame lanciando il collezionismo. Inoltre nel dopoguerra il governo giapponese si avvale di una associazione di esperti, la NBTHK, che valuta e classifica i pezzi di valore, gestisce la fornace tatara e rappresenta nel mondo la spada giapponese. Il governo inoltre si impegna a tutelare e finanziare i maestri forgiatori al fine di preservare l'arte della spada giapponese.

 

Le Shinsakuto quindi hanno sviluppato tratti generali comuni che permettono una certa classificazione, dettati dal gusto e dal modo di vivere la spada dei collezionisti:

 

- sono tutte spesse e potenti, addirittura fuori dagli standard dei koshirae, i collezionisti infatti usano soprattutto shirasaya, quindi i forgiatori spesso si permettono anche di produrre spade più larghe, per sbizzarrirsi in grandi hamon.

shinsaku_tachi.jpg

 

shinsakutachi2.jpg

- Gli hamon coprono la maggior parte dello ji, con enormi choji e notare ricchi di hataraki di tutti i tipi in gran quantità. Inoltre, i forgiatori hanno riscoperto l'Utsuri della tradizione Bizen. In pratica, il sogno di ogni collezionista.

 

shinsakuhamon.jpg

 

- i nakago non sono ossidati, le yasurime sono vive e distinguibili. Come le gendaito, sono praticamente sempre firmati, anzi, vista la crescente importanza della mei nella valutazione di una lama, spesso i forgiatori si dilungano incidendo i particolari del luogo e del momento della forgiatura.

shinasakunakago.jpgshinsakunakago2.jpg

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eccovi un corposo articolo, scritto di mio pugno, per cercare di capire come identificare il periodo di una lama o almeno provarci...

 

 

ho cercato di essere il più stringato possibile e di far parlare le immagini spero sia una buona base per chi vuole cimentarsi a valutare l'eta di una lama.

 

Godetevelo!



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Io dico che hai fatto un lavoro egregio, la necessità di sintesi ti ha costretto a non approfondire alcuni aspetti ma- giustamente- in questo modo hai offerto a tutti un panorama assai illuminante sullo sviluppo storico. Veramente bravo. clap clap clap


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Grazie Ken, se vedi qualcosa che non ti torna dimmelo.

 

mi raccomando a tutti, questo è un forum, se trovate qualche foto più precisa o volete aggiungere qualcosa postate senza problemi!!!



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veramente un lavoro egregio Yama, uno degli articoli più utili pubblicati !! penso proprio che me lo stamperò e me lo studierò bene :arigatou:

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:arigatou:

 

 

Funboy


Le parole possono ferire, il silenzio può guarire. Sapere quando è opportuno parlare e quando invece tacere è compito dei saggi.

La conoscenza può ostacolare, l'ignoranza liberare. Sapere quando è opportuno conoscere e quando ignorare è compito dei profeti.

La lama, indifferente a parole, silenzio, conoscenza o ignoranza, taglia in modo netto. Questo è il compito dei guerrieri.

(Suzume no Kumo)

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bel lavoro!!! eheh


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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ho modificato qualcosa e rimesso a posto il testo.

 

se qualcuno avesse voglia di trovare nuove immagini da sostiutire a quelle attuali un pò sminchiate farebbe un bel piacere a tutti.



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Bel lavoro Yama! Complimenti :arigatou:


skilledlogo.jpg"Hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero".

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lo spazio bianco è stato uno stratagemma che ho dovuto usare quando abbiamo trasferito il forum sul sito di intk.

Altrimenti le foto risultavano tutte deformate.

 

Mi piacerebbe molto restaurare questo topic e anzi penso che ci sarebbe da cambiarle quasi tutte le immagini.

Alcune sono proprio sbagliate (shinshinto), altre poco indicative.

Purtroppo io a breve mi dedicherò anima e corpo al restauro totale del sito e alla realizzazione della bibilioteca multimediale di INTK, oltre che qualche altra novità per i soci.

Se hai voglia di ricercare delle foto nuove che possano sostituire bene quelle di adesso, magari insieme a un mod che può modificare la pagina, fai un favore a tutti.



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Bellissimo articolo complimenti


Non si ha mai finito di imparare

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Utilissimo articolo, grazie.

 

Domanda sulla definizione dei periodi:

nei pochi testi che ho letto spesso non c'e' allineamento sulle date.

Il passaggio da Edo a tardo Edo, quindi da Shinto a Shinshint, a volte e' datato 1864, altre 1804 e cosi' via.

 

Quale e' considerato il 'calendario ufficiale' a riguardo?

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Utilissimo articolo, grazie.

 

Domanda sulla definizione dei periodi:

nei pochi testi che ho letto spesso non c'e' allineamento sulle date.

Il passaggio da Edo a tardo Edo, quindi da Shinto a Shinshint, a volte e' datato 1864, altre 1804 e cosi' via.

 

Quale e' considerato il 'calendario ufficiale' a riguardo?

Non mi risulta.

Lo Shinto inizia nel Keicho 1596 termina nel 1781 primo anno del Tenmei

Shinshinto quindi dal 1781 al 1867 (data di promulgazione dell'haitorei)

Dal 1868 a seguire è Gendaito


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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ciao, ecco da dove nasce la mia confusione citando i testi:

 

The Samuray Sword (John M. Yumoto)

pag 24: Edo period= 1603-1867

pag 36: New sword (Shinto) period = 1530 to 1867

pag 39: Modern sword (shin shinto) period = after 1868

 

La Spada Giapponese (Roatti-Verrina)

pag 52: Edo 1624-1804

pag 54: le spade forgiate dal 1804 vengono chiamate shinshinto, ''neo nuove spade''

 

Nipponto (Magotti)

pag 29: Edo period = 1596-1868

shinto= 1596-1781

shinshinto= 1781-168

 

Non ci sono riferimenti in ''the craft of the Japanese sword'', gran belle foto.

 

La mia biblioteca sulle nihonto si ferma qui, ma ogni consiglio e' benvenuto

Grazie

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Non considerare MOLTO attendibile il libro "The Samuray Sword (John M. Yumoto)"

 

La classificazione di Magotti è Ok come già ti ha risposto Kentozazen

 

In ogni caso la transizione tra lame Shintō (con ben definita morfologia) e lame Shinshintō (con altrettanta ben definita morfologia) è durata alcuni anni come naturale in queste cose.

Oggi "per convenzione" si assume che una lama realizzata, ad esempio nel 1790, sia più "vicina" ad una Shinshintō che ad una Shintō

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Come dice Paolo ed io in maniera un po' più cruda ma è la verità: I primi due testi sono in errore.

Per quanto riguarda il Roatti ( e Alberto è un amico che stimo e rispetto) penso che la confusione sia dovuta all'abitudine di alcuni (che mi piacerebbe cessasse all'istante) nel deifinire l'epoca di un spada utilizzando i periodi Momoyama , Edo, Meiji. Questa cosa crea solo confusione.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Non considerare MOLTO attendibile il libro "The Samuray Sword (John M. Yumoto)"

 

La classificazione di Magotti è Ok come già ti ha risposto Kentozazen

 

In ogni caso la transizione tra lame Shintō (con ben definita morfologia) e lame Shinshintō (con altrettanta ben definita morfologia) è durata alcuni anni come naturale in queste cose.

Oggi "per convenzione" si assume che una lama realizzata, ad esempio nel 1790, sia più "vicina" ad una Shinshintō che ad una Shintō

 

Grazie. Quindi trattandosi di 'stili di lavorazione' (scusate la definizione) ovviamente richiedono un periodo di transizione.

Mi sembra piu' strano come invece nei vari testi possano esserci differenze cosi' sgnificative nella definizione del periodo Edo, che invece dovrebbe essere egata a ben precise condizioni storico politiche (Tokugawa, Edo ecc).

Questo probabilmente e' il bello di quando si inizia ad approfondire qualcosa.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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