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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
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Musashi

MIKASATŌ ( 三 笠 刀 )

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MIKASATŌ ( )

[a cura di Paolo]

 

All. 1 - Mikasa 1.jpg

 

Con il termine Mikasatō vengono indicate le lame che, intorno al 1930, vennero forgiate utilizzando acciaio ricavato da un cannone della corazzata Mikasa.

Oltre alla alta qualità dell'acciaio di provenienza, tali lame rivestivano un profondo significato simbolico in quanto la corazzata Mikasa era stata determinante nella vittoriosa battaglia di Tsushima (27 maggio 1905) durante la guerra Russo - Giapponese.

 

 

 

Cenni storici sulla corazzata Mikasa

 

A seguito della prima guerra Cino – giapponese (1894-1895) e della pressione della Russia sulla zona Nord-orientale dell'Oceano Atlantico, il Giappone vara un piano di ammodernamento e potenziamento della propria flotta in preparazione dei futuri scontri con le potenze rivali.

In particolare vennero stanziati fondi per la costruzione di sei corazzate e sei incrociatori.

Una di queste corazzate, la Mikasa (il cui nome deriva dal monte Mikasa in Nara), venne ordinata ai cantieri navali inglesi verso la fine del 1898, fissando il 1902 come data di consegna, al costo molto alto per l'epoca, di 8,8 milioni di Yen.

Questa commessa va inquadrata nei complessi rapporti diplomatici e strategici tra il Giappone e l'Inghilterra la quale vedeva il Giappone stesso come baluardo alle mire espansionistiche della Russia nei paesi dell'Est ed in un certo senso garante dei propri interessi commerciali in Cina ed India.

 

Per l'epoca, la Mikasa era al top delle corazzate della sua classe (la "pre-dreadnought") con un equipaggio di 860 uomini, una lunghezza di 131 m x 23 m di larghezza, una stazza di 15.140 tonnellate, una velocità di 18 nodi, un armamento molto potente: 4 cannoni Mark VIII da 12 pollici = 305 mm/40 e 14 cannoni da 6 pollici = 152 mm/40 a lunga gittata, abbinati ad una corazza realizzata con acciai speciali della tedesca Krupp che la rendevano del 50% più resistente rispetto alle altre corazzature.

Le sue caratteristiche erano così performanti che le potenze occidentali la presero come esempio per sviluppare, nei primi anni del 1900, la successiva generazione di corazzata: la cosiddetta classe "Battleship Dreadnought".

 

Entrata in servizio, divenne immediatamente la nave ammiraglia della flotta giapponese al comando dell'Ammiraglio Tōgō Heihachirō.

 

All. 1 - Ammiraglio Togo.jpg

 

Il primo impiego operativo fu nella guerra Russo-Giapponese, in particolare nella battaglia del Mar Giallo (10 agosto 1904) e nella battaglia di Tsushima (27 maggio 1905) in cui la flotta russa del Baltico e del Mar Nero, al comando dell'ammiraglio Rozhestvensky sulla corazzata Prince Suvrov, venne praticamente distrutta.

Delle 38 navi russe componenti la flotta, 22 vennero affondate e 7 catturate; morirono circa 4000 marinai russi e circa 8000 vennero presi prigionieri. Le perdite da parte giapponese furono di tre torpediniere, 116 morti e circa 550 feriti.

La Mikasa, sempre in prima linea durante il combattimento, subì un numero di colpi avversari superiore a quello di qualsiasi altra nave della flotta nipponica ma nessuno di questi la danneggiò seriamente. Da quel momento divenne una delle principali icone del nascente imperialismo e militarismo nipponico.

Dopo il trattato di pace siglato tra Russia e Giappone, nella Mikasa che era ancorata nella base navale di Sasebo nel Kyūshū, si sviluppò un incendio che causò una spaventosa esplosione in un deposito di munizioni tale da uccidere 339 marinai e ferirne più di 300.

Trasportata nell'arsenale navale di Maizuru, la nave fu completamente ristrutturata ed il suo armamento potenziato passando ai cannoni Mark IX da 12 pollici = 305 mm/45.

Riprese servizio nel 1908.

Le tecniche navali si erano però rapidamente evolute in quegli anni ed erano entrate in servizio le corazzate della nuova classe: la Dreadnought (maggiore stazza, maggiore velocità, maggiore potenza di fuoco).

La Mikasa venne quindi utilizzata per servizi "minori" fino ad essere impiegata, nel 1921, nella sola difesa costiera.

 

image035.jpg

Nello stesso anno si incagliò nel canale di Askod, durante l'occupazione giapponese delle coste siberiane e venne frettolosamente riparata nel porto di Vladivostok che in quel momento era occupato dalle armate nipponiche.

Successivamente riportata nell'arsenale navale di Maizuru, fu definitivamente tolta dal servizio e destinata alla demolizione.

Venne però salvata dal Trattato Navale di Washington del 1921 in cui tutte le potenze coinvolte, a seguito della richiesta del Giappone, diedero l'assenso a che fosse preservata come il più significativo esempio (e sicuramente tra gli ultimi) della classe di corazzate "pre-dreadnought".

Nel 1925 venne quindi esposta a Yokosuka, in Giappone.

Durante la seconda guerra mondiale fu varie volte bombardata dagli aerei americani e dopo la resa del Giappone, venne confiscata, privata dei cannoni e ridotta in stato di abbandono.

 

 

Finalmente nel 1958, con il coinvolgimento dell'ammiraglio americano Chester Nimitz ed il contributo finanziario degli Stati Uniti, iniziarono i lavori di ristrutturazione terminati nel maggio 1961 con un costo di 180 milioni di Yen.

 

All. 1 - Museo 1- Mikasa.jpg

La nave, sempre a Yokosuka presso il Waterfront Park, prefettura di Kanagawa, è ora trasformata in museo ed è definita come una delle "tre più grandi corazzate storiche del mondo" insieme alla Victory che si trova a Portsmouth in Inghilterra, e la Constitution ancorata a Boston negli USA.

 

 

 

 

Le Mikasatō

 

Durante la battaglia del Mar Giallo (agosto 1904) sopra ricordata, una granata nemica mise completamente fuori uso un cannone della Mikasa che venne quindi smontato e sistemato in un magazzino.

L'idea di utilizzare l'acciaio di questo cannone per forgiare delle lame nacque e venne promossa dalla Suikōsha (club di Ufficiali di Marina) che si appoggiò alla Nihōn Seikō Jō Muroran Seisaku Jō (Japan Steel Coporation situata a Muroran in Hokkaidō) la quale affidò l'incarico a Hideaki.

 

All. 2 - Oshigata 2.jpeg

 

Qui infatti, presso lo Zuisen Tanren Jō (forgia o sword workshop) situato ai piedi del monte Chatsu, fin dal 1918 operava Horii Hideaki che vi si era trasferito insieme al suocero Horii Taneaki, entrambi provenienti da Tōkyō.

Hideaki, il cui vero nome è Horii Kanekichi, nacque nel 1886 nella prefettura di Shiga da una storica famiglia di forgiatori le cui origini risalgono a Horii Masatsugu del periodo Edo. Entrato nel 1905 nella scuola di Horii Taneaki, cambia il nome in Kaneaki, nome che manterrà fino al 1914. Per completare la propria formazione, nel 1912 passa nella forgia della Tōken Hozon Kai (Associazione per la preservazione della spada) in Tōkyō, dove, nel 1914, assume il nome di Hideaki.

Quando, nel dicembre del 1933 nasce l'erede al trono, Akihito, cambia il proprio nome in Toshihide perchè il precedente suo nome conteneva lo stesso Kanji "Aki" del nuovo imperatore.

Morirà nel 1943 dopo aver forgiato circa 1600 lame.

Tornando alle Mikasatō, tra il gennaio del 1928 ed il maggio del 1932 furono forgiate 229 katana realizzate utilizzando solo acciaio proveniente dal cannone distrutto oppure mescolando tale acciaio al Tahamagane.

 

All. 2 - Oshigata 3.jpeg

 

Parallelamente e sempre utilizzando l'acciaio del cannone, furono forgiati 973 stiletti (detti Kō Mikasa – "piccolo" Mikasa) insieme ad ulteriori 451 stiletti (detti Otsu Mikasa - Mikasa "irregolare" ???) consegnati ai cadetti dell'Accademia Navale Militare.

 

 

image011.jpg

La lama della prima tipologia di stiletti è lunga 24,75 cm, non presenta Sori e reca incisi i Kanji "Kō-Kuko Ko-Ai Ari Kono I-ssen" (Il destino del nostro impero dipende dal vostro sforzo-impegno, ossia da questa battaglia).

Questa frase, tratta dal famoso vessillo "Z" innalzato sul pennone del Mikasa dall'ammiraglio Tōgō prima della battaglia di Tsushima e successivamente riutilizzato nel 1941 prima dell'attacco aereo nipponico su Pearl Harbour, si concludeva con queste parole: "che ogni uomo compia questo dovere".

 

image013.jpg

 

 

 

 

Scheda tecnica di una Ko-Mikasa To

 

Gendaito tanto

Mei: Mikasa ho ko Hideaki datata Agosto 1930

Nagasa: 25 cm

Moto haba: 2,25 cm

Moto kasane: 0,5 cm

 

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La USS JOWA durante una esercitazione del 1984

All. 3 - USS Jowa nel 1984 .jpg

 

 

 

 

 

Bibliografia:

 

- An Oshigata Book of Modern Japanese Swordsmiths 1868 – 1945 (J.S.Slough)

- The Oshigata Book – 104 Oshigata (R. Fuller & R. Gregory)

- Modern Japanese Swords and Swordsmithts from 1868 to the present (L.& H. Kapp & Y.Yoshihara)

- Wikipedia

- Inserzione ebay dell'utente Historian333

Modificato: da Musashi

<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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grazie Musashi, bell'articolo :numerouno: per me hai fregato il cilindro al mago Silvan e ci tiri fuori tutte ste chicche! :gocciolone:

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Ma che bell'articolo!!

Grazie 1000 aaarigatou.gif


Alberto

 

"Prega affinchè l'altro non sfoderi, ma alla fine, se non fosse possibile evitarlo, mettilo a morte con un colpo solo, e prega perchè riposi in pace"

"la verità, niente di più sovversivo"

 

Sempre sia lodata la funzione "CERCA"

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grazie Musashi, bell'articolo :numerouno: per me hai fregato il cilindro al mago Silvan e ci tiri fuori tutte ste chicche! :gocciolone:

 

No Giampiero, è semplicemente una bella iniziativa chiamata "Gunto Project" caldeggiata da Yama e Sandro.

Per questo articolo dobbiamo ringraziare Paolo, in questo caso sono stato solo un mero esecutore!:timido:

 

Grazie a Musashi per la pubblicazione, ma se non sbaglio è stato scritto da Paolo; giusto?

Ne approfitto anche per chiedere... Paolo P. o Paolo A.?

In ogni caso grazie.

 

Paolo P., anzi Paolo K. (K sta per Kantei!:hihi:)

Modificato: da Musashi

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Grazie per questo articolo, molto poetico il fatto che per unire questo spirito di forza e continuità, abbiano forgiato anche gli spadini di rappresentanza dei loro Cadetti.

Direi molto Nazionalistico, ma quelli erano i tempi.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Grazie mille a Paolo per la realizzazione di questo bellissimo articolo e a Musashi per l'impaginazione dello stesso :arigatou:

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All'ottimo articolo di Paolo ho aggiunto la scheda di una ko mikasa-to che avevo messo da parte un pò di tempo fa da Ebay.

 

Vorrei sottolineare come la Mikasa è stata a lungo considerata come invincibile, addirittura invulnerabile! La Mikasa è rimasta per anni avvolta dalla leggenda, portabandiera indistruttibile della potenza navale dell'Impero.

Ai tempi della seconda guerra utilizzare quel "miracoloso" acciaio per forgiare delle nihonto da destinare ai soldati aveva una valenza simbolica enorme.

Immaginate come potevano sentirsi quei soldati, protetti da un acciaio che rendeva invulnerabili.:samurai:



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Grazie di cuore per questi bellissimi articoli!prostro.gifprostro.gifprostro.gif

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Giusto un piccolo completamento.

 

La corazzata moderna riprodotta nell'ultima immagine dell'articolo è la USS JOWA durante una esercitazione del 1984 - Avevo inserito tale immagine per mostrare la tremenda capacità di fuoco (e distruttiva) prodotta da tali unità da guerra.

 

Noi umani siamo proprio pazzi .... :rouletterussa:

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...pazzi sì, ma anche artisti. La stessa Mikasa come la vedeva un artista dell'epoca in una coppa da Sakè per Ufficiali di un certo rango :

 

002.jpg


La spada giapponese si apprezza come una bella donna : per le forme, la pelle ed il profumo.

 

Carlo

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No Giampiero, è semplicemente una bella iniziativa chiamata "Gunto Project" caldeggiata da Yama e Sandro.

Per questo articolo dobbiamo ringraziare Paolo, in questo caso sono stato solo un mero esecutore!:timido:

 

 

 

...e allora grazie a tutti e due :arigatou: :arigatou: . L'iniziativa e' veramente interessante, attendo sviluppi :popcorn:

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Grazie ancora ragazzi per questo nuovo bellissimo articolo del Gunto Project !

 

:arigatou:


Ognuno di noi nasconde dentro di sè una scintilla divina, basta saperla cercare.

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Ho ritrovato anche la scheda di una katana di Hideaki, sempre in Mikasa-tetsu:

 

Gendaito katana

Mei: motte Mikasa gunkan ho ko Hideaki datata Agosto 1930

Nagasa: 63 cm

Sori: 1cm

Moto haba: 2,5 cm

Saki haba: 1.625 cm

Moto kasane: 0,5 cm

Saki kasane: 0,315 cm

Horimono: Bo hi

 

 

 

 

 

 

 

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L'ho letto solo adesso, grazie mille e complimenti, sia per il testo che per le foto. :ok:

 

Concordo con Yama, il valore simbolico di quell'acciaio è certamente il valore aggiunto!

 

Molto interessante anche la coppa postata da Tsubame :arigatou:

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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