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shimitsu masatsune

Una Spada Dal Freddo

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URA-YAMATO

Le spade che resistevano al grande gelo della manciuria

La regione più a Nord del Giappone che si estende da Oshu ad Ishike è nota sotto il nome di Ura (Ura-Yamato).

 

Ura_Yamato.JPG

 

Le strade commerciali di Hokurikudo e Sanindo si trovano in questa particolare regione. Questo territorio affaccia sul mare e si estende dal Sud-Est di Honshu al nord di Honshu.

Le condizioni climatiche in questa particolare regione non sono delle più favorevoli tanto che differiscono non poco con le rispettive prefetture del resto del Giappone.Il clima durante gli inverni (molto più lunghi e rigidi rispetto al resto del paese) è particolarmente rigido.

Questa peculiarità meteorologica ha fatto si che si evolvesse nel corso dei secoli attraverso il duro lavoro di maestri spadai un particolare processo manifatturiero relativo la spada giapponese che conferisce a quest'ultima interessanti caratteristiche tecniche decisamente fuori dal comune.

Gli spadai di questa regione infatti crearono un particolare tipo di spada,diffusasi poi in altre scuole e province, capace di resistere a sforzi meccanici notevoli a bassissime temperature.

E' risaputo che la spada giapponese si sia evoluta in quanto arma bianca come strumento capace di sopportare stress considerevoli proponendosi come prerequisito essenziale quello di tagliare bene un nemico o un armatura,cozzando,eventualmente, anche contro altre lame.

Sull'aspetto pratico della spada giapponese ci sarebbe molto su cui disquisire (ma non è l'intento di questo articolo) ma grossolanamente si dice spesso che i suoi prerequisiti base debbano essere essenzialmente tre : "non spezzarsi", "non piegarsi", "tagliare bene".

Chiusa la breve digressione risulta evidente di quanto risulti importante venire incontro alla necessità di produrre lame che non si spezzino se sottoposte a condizioni di stress a basse temperature.

Durante il periodo delle campagne coloniali intraprese durante il periodo Meiji prima e Showa poi, ci si trovò ad esempio in Manciuria di fronte a climi particolarmente rigidi dove lame fabbricate industrialmente che semi-industrialmente ma anche lame commissionate da importanti spadai Gendai e sovente preziosi tesori di famiglia si spezzavano con grande facilità tra lo stupore e la frustrazione dei legittimi proprietari.

Durante i periodi di riposo dalle battaglie e le cariche di cavalleria però ci si accorse tra lo stupore generale che coloro i quali non ebbero problemi sostanziali durante l’uso della katana furono proprio i possessori di una spada da samurai forgiata nella regione di Ura.

Un aneddoto interessante degno d nota ,e che credo sia il caso di riportare,vede come scenario le prime azioni coloniali in Manciuria (al confine con la Russia) e come protagonista il figlio maggiore di Kurihara Akihide ,fratello dell’allora fanciullo Kurihara Hikosaburo Akihide.Ad Akihide padre infatti venne richiesta,per via epistolare,una spada che potesse essere usata durante le cariche di cavalleria e soprattutto che non si spezzasse sottoposta al clima rigido dell’inverno della Manciuria.In quell’epoca la collezione personale della famiglia Akihide contava circa sessanta spade tra Koto,shinto e shinshinto ma Akihide non trovò nessuna che avesse i requisiti tecnici richiesti che potessero soddisfare le richieste di suo figlio maggiore,ossia un mihaba stretto ed aderente un sori appropriato e soprattutto la capacità d’impiego a temperature proibitive.

Akihide purtroppo non fu capace di trovare una lama appropriata tra quelle che componevano la sua collezione ma nei pressi del suo villaggio abitava lo spadaio Inagaki Masanori appartenente alla terza generazione della linea dinastica di spadai già al servizio del feudo dei Daimyo Akimoto.

Inagaki presto anche servizio come volontari presso l’armata dei Takeda della provincia di Echizen forgiando lame per le truppe.

Dopo la promulgazione della legge Haitorei ,Masanori (la cui famiglia appare anche sui libri dedicati alla tradizione manifatturiera Shinto) iniziò,come tanti altri,a sopravvivere applicando la stessa maestria che riservava alle nihonto per strumenti da carpentiere e coltelli da cucina ma,sporadicamente,anche forgiand su richiesta magnifiche spade.Akihide quindi richiese a Masanori di forgiare una lama che avesse le stesse caratteristiche della Mutsu Mokusa-den:questo accadde nel Febbraio del ventiseiesimo anno dell’era Meiji (Kurihara Hikosaburo Akihide aveva appena quattordici anni).

Un importante aspetto delle opere degli spadai del Ura-Yamato era senz’altro la particolare trama rugosa e grossolana della stoffa damascata delle loro lame. Tale tipo di jigane ha la tendenza ad assumere infatti un aspetto piuttosto ruvido,”hadatatsu”.Solitamente questa particolare categoria di jigane viene anche chiamata come “hadamono”.

Uno dei più rappresentativi dei maestri attivi nell’area di Ura è senz’altro Youtou Muramasa.Le lame che mostrano superficialmente un tipo di “hadamono-hada” apparentemente sembrano offrire capacità maggiori di flessibilità e forza se paragonate a lame che mostrano una trama fine del ji-gane (in realtà questo discorso è ancora oggetto di studio per cui bisognerebbe fare le dovute eccezioni).

 

Bunkazai_Hoju.JPG

CONCLUSIONI_____________________________________________________

 

Le spade prodotte nell'are dell'Ura-Yamato (yamato era l'antico nome usato per indicare il Giappone e trae la sua origine dal nome del principe Yamato ,prototipo ante litteram del samurai,soggetto di numerose novelle e poemi epici nonchè racconti popolari) sono generalmente etichettate come "Waki-Mono" poichè non apparterrebbero ad una distinta Den.

A differenza dei molti esemplari che ben rappresentano i diversi antichi poli manifatturieri armaioli giapponesi,è relativamente raro trovare una lama Ura-Yamato (questo per diversi motivi) a dispetto della grande maestria impegata nella loro realizzazione.

Fin dall'antichità l'area di Sayin era conosciuta per la qualità della sua sabbia ferrosa (satetsu) dalla quale,di conseguenza,se ne ricavava un ottimo acciaio (tamahagane).

Tra le lame lavorate secondo la metodologia applicata alle Ura-Nihon-to,lo stile impiegato dagli spadai della zona Hokurikudo mostrano delle contaminazioni che traggono origine dalla Yamato-den.

Le lame deli spadai di Sanindo esibivano,invece,caratteristiche comuni alla Yamashiro-Den che però mostravano certi tratti comuni anche alla Bizen-Den.La chiave di tutto comunque,secondo molti esperti,risiede nel Ji-gane.L'Ayasugi-hada modellato sullo stile Hada-mono è una caratteristica propria degli spadaiappartenenti ad Hokurikudo.Mentre una cospicua presenza di Kitae composto da itame misto a nagare-masame è una peculiarità degli spadai che affacciavano su Sanindo,l'Hadamono-jigane risulta essere un aspetto tipico presente in tutti e due i gruppi (Sanindo Hokurikudo).In altre prole u ipo di hada che letteralmente salta agli occhi come quella descritta risulta essere un importante aspetto per riconoscere in un Kantei una lama Ura Nihon Kaji.

map10c.jpg

map10e.jpg

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Modificato: da shimitsu masatsune

La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Shimitsu continui a dimostrarti una fonte di notizie inedite notevole, mi piacerebbe conoscere la fonte di questo tuo interessante articolo.

E' molto probabile che io sia in errore ma non avevo mai pensato che variazioni di temperatura dell'ordine di +/- 40 gradi centigradi potessero influire significativamente sulle caratteristiche di resistenza e resilienza, se qualcuno ha competenze matallurgiche superiori alle mie lo prego gentilmente di fornirle.

Davvero una struttura come l'acciaio è così sensibile alla variazione di temperatura in termini di così poche unità?


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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veramente interessante shimitsu :ok:

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Le mie fonti sono:

 

 

Token to Rekishi, Nihon Token Hozon Kai, NTHK, Yoshikawa Kentaro , Gennaio.1990, P.4-12

 

Token to Rekishi, Nihon Token Hozon Kai, NTHK, Yoshikawa Kentaro , Marzo 1990, P.1-13


La vittoria è di colui,

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Sono sbigottito, ma quanto materiale hai? :wacko:


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Lo dicevo io che Shimitsu era un'enciclopedia !!! eh eh eh non mi sbaglio (quasi mai) a giudicare le persone!

 

 

 

 

 

 

... io per esempio sono bellissimo ... e magro !

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Sono sbigottito, ma quanto materiale hai? :wacko:

 

 

Ancora troppo poco... :cry:


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volevo, visto che stiamo parlando di lame al freddo se sapevate qualcosa sulla voce che alcune lame durante lo yaki-ire venissero immerse nella neve e non nell'acqua :confused:

Modificato: da Ughen

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Ci sono molte leggende che circolano riguardo lo yaki-ire.Alcuni credono che usare acqua prelevata nei mesi più freddi dell'anno sfoci poi in una maggiore probabilità di ottenere successo durante l'operazione dello yaki-ire, (quante volte in un mei leggiamo Ni-gatsu kitsu-jitsu,un giorno fortunato di febbraio?).

Tutto sommato penso che sia una questione di temperatura,naturalmente un maestro spadaio,fin dalle origini, si affida più all'esperienza e alla sua memoria visiva che alle ricerche scientifiche per cui credo che non si ponga nemmeno il problema scientifico di determinare i gradi celsius della temperatura dell'acqua durante lo yaki-ire penso tuttosommato che i tosho si avvalessero della loro esperienza empirica acquisita.


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Ritengo assolutamente falsa la possibilità che si possa esguire un corretto processo di austenizzazione immergendo la spada nella neve, la corretta meccanica di raffreddamento e tempera avviene con una temperatura dell'acqua più alta di quella ambientale, è vero che ogni spadaio aveva suoi segreti ma tali segreti basati sull'esperienza non possono prescindere la basilari regole della termodinamica. Temperature troppo basse dell'acqua impedirebbero la formazione delle strutture che si ottengono a raffreddamento medio e lento, c'è un uitle grafico nella discussione "nie e nioi". L'acqua è comunque l'unico elemento utile all'immersione per l'austenizzazione perchè garantisce un raffreddamento omogeneo su tutta la superficie della lama.

Modificato: da Kentozazen

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Ken mi trovi perfettamente daccordo con te!

Credo tuttavia che gli spadai da sempre valutassero le varie fasi della lavorazione della spada più con i sensi che con il metodo scientifico.

Sebbene l'avanzato progresso tecnologico influenzi costantemente la nostra vita quotidiana esso non è ancora riuscito a determinare con certezza molti dei segreti che si celano dietro le Nihon-to.


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Ritengo assolutamente falsa la possibilità che si possa esguire un corretto processo di austenizzazione immergendo la spada nella neve,

 

 

:gocciolone: lo avevo pensato anche io ma questa voce mi dava un pò da pensare :gocciolone::glare:

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Ken mi trovi perfettamente daccordo con te!

Credo tuttavia che gli spadai da sempre valutassero le varie fasi della lavorazione della spada più con i sensi che con il metodo scientifico.

Sebbene l'avanzato progresso tecnologico influenzi costantemente la nostra vita quotidiana esso non è ancora riuscito a determinare con certezza molti dei segreti che si celano dietro le Nihon-to.

 

Hai ragione Shimitsu, convengo sul fatto che ancora vi sia molto da scoprire, tentavo semplicemente di epurare dalla ricerca i dati palesemente non plausibili, una legge fisica è difficilmente controvertibile, martensite e perlite hanno caratteristiche di formazione ben determinate e su questo come minimo possiamo contare. Inoltre bastano scarsissime differenze in termini di temperatura dell'accaio e dell'acqua per ottenere risultati estremamente differenti a parità di materiale, la grande varietà di prodotti è di tecniche è quindi garantita senza scomodare ipotesi fantasiose. Voglio dire che esistono certamente casi in cui lo yaki ire con un tipo di acqua, o con l'aggiunta di un qualche "addittivo" venivano eseguiti, ma penso che la valenza di certe pratiche fosse principalmente esoterica , non particolarmente influente sotto il profilo fisico quanto invece le tre variabili fondamentali: qualità e conformazione del materiale ferroso, temperatura dell'acciaio, temperatura dell'acqua di tempera .


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...Per esempio ci sono (specialmente tra i maestri spadai Gendaito) molte teorie sulla diversità dello jigane delle lame del periodo Kamakura.Nessuno è riuscito ad avvicinarvisi nemmeno i più grandi maestri o almeno forse solo alcuni ma la differenza è comunque palese.Il jigane delle lame awataguchi ad esempio è la spina nel fianco di molti artisti odierni,solo Osumi Toshihira e Amata Akitsugu pare che siano riusciti nell'intento ma comunque il loro jigane (a parer loro) è molto più impuro poichè realizzano un tipo di oroshi-gane diverso da quel tipo di tamahagane (praticamente un ferro pressocchè purissimo) della N.B.T.H.K.

Alcuni credono che l'acciaio migliori (un pò come il vino) invecchiando nei secoli (uno di questi ad esempio è Gassan Sadatoshi) altri credono che il segreto per ottenere lo stesso jigane delle lame koto consista nel raffinare la ghisa da usare poi col tamahagane (Sumitami Masamine era di questo parere) altri ancora credono che per ottenere buoni risultati si debba usare acciaio antico del periodo koto (Miyairi Akihira è uno di questi).

Io credo che questo sia l'ennesimo dilemma (persino per maestri come Yoshihara) frutto di secoli fa in cui si preferì accantonare alcuni processi (magari troppo lenti) in favore di altri più sbrigativi e specialmente più economici(vedi periodo Sengoku-Jidai).

Questa che ho sollevato ad esempio è una questine ancora aperta dal periodo Shinto addirittura.

Si dice che Kotetsu abbia scelto di chiamarsi così per indicare la sua maestria nel ricreare l'antico acciaio delle lame koto.

In realtà nemmeno Kotetsu a dispetto della inaudita potenza delle sue lame non è riuscito pienamente nell'impresa visivamente parlando pur essendoci andato decisamente vicino.

La ricerca scientifica difficilmente si presta a questo tipo di ricerche e comunque non è riuscita a spiegare la diversità del jigane koto rispetto a quello shinto,shinshinto o gendaito.


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Non è possibile fare Yaki-ire nella neve non solo per la temperatura (dovrebbe aggirarsi tra i 2° e -1°C) ma soprattutto per la capacità termica. Quest'ultima è la capacità di trasferire calore o di prenderlo. L'acqua è uno degli elementi con maggiore capacità termica, questo vuol dire che lo scambio di calore tra l'acciaio della lama e l'acqua avviene in tempi rapidissimi che è quello che si chiede a un'operazione di tempra. Così non avverrebbe nella neve.

Infatti se immergi una persona vestita nella neve prima di morire assiderato ci mette qualche ora, ma se invece immergi una persona vestita in acqua a pochi gradi (1°-3°) morirà assiderato in pochi minuti!

La temperatura dell'acqua di un torrente normalmente si aggira tra i 12°-14° C. Della temperatura che usavano i maestri spadai si narrano parecchie leggende ma credo che avessere ben precisa la cognizione che la temperatura dell'acqua è un punto importante nella tempra e si tramandassero questo di generazione in generazione.

 

:arigatou:


Budo

______________________________________

Se c'è qualcosa che manca ai samurai, questa è la paura.

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Comunque ritornando al discorso di Ken anche io pensavo che le differenze di temperatura dell'ordine di - 40° non possa influire sulla resistenza dell'acciaio ma neanche a temperature minori.

Ho provato a fare qualche piccola ricerca sul web e sembra invece che la resistenza agli urti e alla dispersione delle forze applicate su di essa a basse temperature diminuisca, sopratutto intorno ai 50°.

Però è stata un ricerca applicata agli acciaia per uso indistriale o edile, quindi ci saranno differenze sicuramente.


Le parole possono ferire, il silenzio può guarire. Sapere quando è opportuno parlare e quando invece tacere è compito dei saggi.

La conoscenza può ostacolare, l'ignoranza liberare. Sapere quando è opportuno conoscere e quando ignorare è compito dei profeti.

La lama, indifferente a parole, silenzio, conoscenza o ignoranza, taglia in modo netto. Questo è il compito dei guerrieri.

(Suzume no Kumo)

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Se la vogliamo mettere sul piano scientifico...Avrei un'altra ipotesi , in seguito alla tempra selettiva a causa delle differenti temperature a cui sono sottoposte le varie aree della lama il materiale assume differenti comportamenti fisici e quindi presenta gradi diversi di dilatazione termica.Quindi la lama si comporta come un "lamina bimetallica" flettendosi dalla parte del materiale che tira di più (cioè quello che subisce il maggiore allungamento o accorciamento in virtù del differente coefficiente di dilatazione termica ) come quelle,tanto per citarne alcune d'impiego comune,dei termostati dello scaldabagno e del ferro da stiro ecc.


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Sì Shimitsu è effettivamente nota la questone della tensone residua e differenziata nel corpo della lama, questa tensione resta insita nella struttura dopo lo yaki-ire e influisce su resistenza e resilienza, però volevo tornare sull'intervento di Funboy, premesso che si tratti di una analisi su acciai di diverso tipo immagino ci si possa comunque fare un'idea. Non ho ben capito Fun, dici che l'acciaio comincia a mutare le sue caratteristiche intorno ai +50 ? Se è così quale sarebbe la temeperatura limite dall'altro lato della scala termica?

Voglio dire è possibile definire sommariamente un intervallo termico in cui non vi siano variazioni rilevanti?

Io immagino un intervallo di stabilità -o minima variabilità- tra i -20 e i + 40 , sulla base di questa mia supposizione non vi potrebbero essere esigenze particolari o differenze tra una lama forgiata a Okinawa ed una forgiata a Sapporo, sempre data per costante la qualità del materiale ovviamente.


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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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