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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

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Maestro Gichin Funakoshi

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GICHIN FUNAKOSHI

 

Gichin Funakoshi nasce a Shuri, Okinawa, nel 1868, primo anno dell'era Meiji (1868 - periodo in cui il Giappone passa dal feudalesimo all'era moderna). Appartenente a una famiglia di funzionari molto legata alla tradizione, G. Funakoshi vuole studiare medicina, ma viene scartata a causa di una regola che andava contro la tradizione di famiglia.

 

Di salute cagionevole e di costituzione fragile viene portato dai genitori dal Maestro Itosu perch? lo introducesse allo studio del Karate. Grazie alle cure del proprio medico e al buon addestramento impartito dal Maestro, Funakoshi migliora ben presto il suo stato di salute.

 

A 12 anni Funakoshi passa sotto il Maestro Asato... ecco quello che scrive: "In quell'epoca mi sono allenato a un solo kata per molti mesi, e perfino per molti anni. Dovevo continuare, senza sapere per quanto tempo, fino a che il mio maestro dicesse "s?". E il maestro non diceva mai "s?". Per questo la durezza dell'allenamento ? difficile da descrivere. Il Maestro Asato non mi toglieva mai gli occhi di dosso per tutto il tempo degli allenamenti nel suo giardino. Egli rimaneva nella veranda, seduto ben diritto sui talloni, senza cuscino. Era tuttavia gi? molto anziano... Quando terminava un kata, mi diceva solo "bene", "s?", o "ancora", senza mai un complimento. Dovevo solo continuare a ripetere senza fine la stessa cosa, inzuppato di sudore. A fianco del maestro seduto era sempre appoggiata una lampada a petrolio il cui chiarore pareva affievolirsi, e talvolta mi accadeva di non percepirla pi? a causa della fatica. L'allenamento proseguiva fino all'alba."

 

Funakoshi ha come Maestro, all'inizio della sua carriera di insegnante, affiancato al Maestro Asato, anche Anko Itosu (amico intimo di Asato). Questo Maestro, a differenza di Asato, si interessa ai problemi dell'educazione nel sistema scolastico.

 

Con loro Funakoshi vede due facce del Karate: Asato "era come un guerriero" (grande di taglia, largo di spalle, con occhi penetranti) secondo cui "Bisogna considerare le mani e i piedi dell'avversario come una spada" (non bisogna dunque lasciarsi mai toccare).

Itosu invece non era alto e il suo corpo "era come una botte": "Se l'attacco dell'avversario non ? efficace, si pu? ignorarne volontariamente l'effetto lasciandosi toccare", quindi "anche rafforzare il corpo contro i colpi ? importante".

Occorre sottolineare che, nell'antico stile di insegnamento del karate, non soltanto le tecniche, ma la concezione del combattimento potevano variare seguendo la morfologia e la personalit?, e la trasmissione era estremamente personale e limitata. L'antico stile di trasmissione era esoterico, ma aveva al tempo stesso una grande flessibilit?, che corrispondeva alla personalizzazione dell'arte. G. Funakoshi continua a proseguire la pratica del karate sotto la direzione di questi due maestri, parallelamente al proprio lavoro a scuola. Scorgendolo talvolta rincasare all'alba, i vicini credono che rientri dopo aver passato tutta la notte in un quartiere di piacere, ed egli non li disillude; anche questo mostra 1'aspetto di segretezza della pratica del karate.

 

Nel 1921, il Principe imperiale, in viaggio verso l'Europa, si ferma a Okinawa. E' un avvenimento eccezionale. In questa occasione G. Funakoshi ? incaricato di dirigere una dimostrazione di karate fatta dagli scolari. Nel 1922, un anno dopo questo avvenimento, ? organizzata a Kyoto un'Esposizione nazionale di educazione fisica, e G. Funakoshi vi ? mandato per presentare il karate di Okinawa. Egli pensa di ritornare a Okinawa dopo queste dimostrazioni.

 

Ma J. Kano, fondatore del judo, che ricopre importanti funzioni al ministero dell'Educazione, lo invita a tenere una presentazione del karate nel suo dojo Kodokan, a Tokyo. Accettando la sua richiesta, G. Funakoshi aveva pensato di prolungare il suo soggiorno a Hondo di qualche giorno soltanto. Ma, in seguito agli incoraggiamenti ricevuti da J. Kano dopo questa dimostrazione, decide di restare a Tokyo per diffondervi 1'arte del suo paese. All'et? di 53 anni, G. Funakoshi abbandona quindi le sue funzioni di insegnante e, lasciando moglie e figli a Okinawa, comincia a vivere da solo a Tokyo, per far conoscere il karate. Si ritrova senza lavoro, ma con la passione di far conoscere 1'arte della sua regione ai giapponesi, che consideravano questa un po' come un'isola straniera. In quest'epoca, la popolazione di Okinawa aspira ad affermare la sua identit? culturale e nazionale giapponese; Funakoshi non fa eccezione, e la sua passione per la diffusione del karate ? una manifestazione di questa volont? collettiva. La dimostrazione al Kodokan ebbe luogo il 17 maggio 1922. Shinkin Gima, originario di Okinawa e studente all'universit?, che partecipava a questa dimostrazione, racconta: "Per la dimostrazione, il maestro Funakoshi ha fatto innanzi tutto una presentazione del karate di Okinawa e del percorso di ognuno di noi. Poi ha eseguito il kata Ku-shan-ku; in seguito io ho eseguito Xaifanchi. Dopo la dimostrazione dei kata, abbiamo mostrato un esercizio di combattimento convenzionale... Dopo la dimostrazione il maestro Kano ha detto: "Signor Funakoshi, penso che il karate sia un'arte marziale onorevole. Se pensa di diffonderla a Hondo, potrei darle un aiuto, qualunque esso sia. Mi dica cosa posso fare per lei". Sono certo che ? a seguito di queste parole di incoraggiamento che il maestro Funakoshi ha deciso di rinunciare a ritornare a Okinawa". Non avendo alcuna risorsa, G. Funakoshi lavora come portinaio in un pensionato per studenti originari di Okinawa, chiamato Meisei-juku. E' alloggiato in una camera di "tre tatami" (5 m?). Il suo lavoro principale ? la pulizia quotidiana della casa e del giardino, la distribuzione della posta agli studenti e 1'accoglienza dei visitatori. Il suo lavoro corrisponde all'affitto; gli occorre dunque guadagnare di che nutrirsi, per questo ottiene il permesso di utilizzare la sala conferenze per insegnare il karate. All'inizio, ha solo pochissimi allievi: "Avevo talvolta l'impressione di lottare da solo, senza avversario", racconta. Capita frequentemente che visitatori venuti per vedere il maestro di karate prendano Funakoshi per un vecchio impiegato incaricato delle faccende nella pensione. Tuttavia, in capo a due o tre anni, il numero di allievi comincia ad aumentare. Gruppi di studenti di molte universit? formano dei club di Karate. Il particolare modo di insegnamento e di trasmissione del karate in Giappone si costituir? a partire dai rapporti gerarchici tra gli studenti. Questi rapporti formano degli ingranaggi dinamici tra studenti ed ex-allievi della stessa universit?, non soltanto nel campo dello sport o delle arti marziali, ma anche nelle relazioni di lavoro all'interno di una stessa impresa o tra aziende diverse. Di fatto, la dinamica sociale, in Giappone, si basa spesso su questo tipo di relazioni gerarchiche. E le scuole di karate che hanno conosciuto una grande estensione si sono appoggiate su questi canali tipici del Giappone. E' per questo che la diffusione del karate nelle diverse universit? ? stata molto importante.

 

Scrive Funakoshi: "In quell'epoca, vivevo ogni giorno con l'impressione di vedere un chiarore che si ingrandiva poco a poco nella notte tenebrosa... non era pi?, quindi, una lotta senza avversario..., il mio petto si gonfiava spesso di gioia".

 

Nel 1935, G. Funakoshi scrive la sua opera pi? importante, intitolata Karate-do kyohan (Testo di insegnamento del karate-do). E' senza dubbio il periodo pi? felice della sua vita. Gi? diverse universit? di Tokyo hanno aderito al suo insegnamento, il numero di allievi aumenta, ogni giorno egli va a insegnare in un'universit? diversa. La sua situazione materiale migliora. Il primo dojo di karate ? costruito nel 1938 dai suoi allievi, che si sono tassati per molti anni a questo scopo e si appoggiano alla rete degli ex-allievi delle loro universit?. G. Funakoshi chiama questo dojo "Shotokan" (La casa nel fruscio della pineta).

 

G. Funakoshi scrive" I venti precetti della via del karate" quando il Giappone e gi? in guerra con la Cina dal 1937 :

 

1. Non bisogna dimenticare che il karate comincia con il saluto, e termina con il saluto.

2. Nel karate, non si prende 1'iniziativa dell'attacco.

3. Il karate ? un complemento della giustizia.

4. Conosci dapprima te stesso, poi conosci gli altri.

5. Nell'arte, lo spirito importa pi? della tecnica.

6. L'importante ? mantenere il proprio spirito aperto verso l'esterno.

7. La disgrazia proviene dalla pigrizia.

8. Non pensare che si pratichi karate solamente nel dojo.

9. L'allenamento nel karate si prosegue lungo tutta la vita.

10. Vedi tutti i fenomeni attraverso il karate e troverai la sottigliezza.

11. Il karate ? come 1'acqua calda, si raffredda quando si smette di scaldarla.

12. Non pensare a vincere, ma pensa a non perdere.

13. Cambia secondo il tuo avversario.

14. L'essenziale in combattimento ? giocare sul falso e sul vero.

15. Considera gli arti dell'avversario come altrettante spade.

16. Quando un uomo varca la porta di una casa, si pu? trovare di fronte a un milione di nemici.

17. Mettiti in guardia come un principiante, in seguito potrai stare in modo naturale.

18. Bisogna eseguire correttamente i kata, essi sono differenti dal combattimento.

19. Non dimenticare la variazione della forza, la scioltezza del corpo e il ritmo nelle tecniche.

20. Pensa ed elabora sempre.

 

Nel 1941, tre anni dopo la costruzione del dojo Shotokan, scoppia la guerra del Pacifico.

 

Nel 1945 il dojo Shotokan, sette anni dopo la sua costruzione, ? annientato sotto i bombardamenti americani; Yoshitaka si ammala gravemente. La guerra termina, lasciando il Giappone in un disordine desolante. G. Funakoshi, a 77 anni, lascia Tokyo per raggiungere sua moglie che si era rifugiata a Oita (nel sud del Giappone). Essi si ritrovano dopo una lunga separazione e vivono insieme coltivando da soli della verdura e raccogliendo molluschi e alghe in riva al mare. La vita non ? certo facile, ma finalmente sono insieme. Due anni pi? tardi, nel 1947, sua moglie si ammala improvvisamente e muore poco tempo dopo. Prima di morire gli domanda di coricarla in modo che prima la sua testa si trovi in direzione di Tokyo, poi nella direzione di Okinawa. Scrive G. Funakoshi: "Ha pregato l'Imperatore, e ha detto addio ai suoi figli che vivevano a Tokyo, poi ha salutato i suoi antenati che sono sepolti a Okinawa. Questa fu la fine di mia moglie, che aveva fatto di tutto perch? io potessi proseguire nella via del karate". Effettivamente, coricarsi con la testa nella direzione di qualcuno ? un segno di rispetto, girare i piedi nella sua direzione ? un'offesa. Possiamo vedere in questo atto d'addio della signora Funakoshi, la concretizzazione di un modello culturale di prima della guerra che, anche se non ? pi? messo in pratica, resta in fondo alla coscienza dei Giapponesi contemporanei. In questo stesso 1947, Yoshitaka, il figlio al quale aveva affidato lo Shotokan, muore anch'egli. G. Funakoshi, ha l'impressione di aver perduto tutto con la guerra. Tuttavia gli studenti hanno ripreso l'allenamento all'universit?, malgrado l'atmosfera di depressione che investe tutto il Giappone dopo la disfatta, e gli allievi anziani sopravvissuti ai campi di battaglia cominciano a ritornare. G. Funakoshi, ha 80 anni, ritorna a Tokyo. I suoi allievi anziani usciti da universit? diverse cominciano a raggrupparsi per riformare la scuola Shotokan. Nel 1949 si costituisce la Japan Karate Association (J.K.A.) con alla testa Gichin Funakoshi, dell'et? di 81 anni. Sembra, per un momento, che l'unita della scuola Shotokan sia stabilita. Ma, dagli inizi degli anni Cinquanta, le divergenze di opinione sui modi di praticare e di insegnare il karate, e anche sull'organizzazione della scuola, suscitano conflitti. Il numero dei praticanti continua tuttavia ad aumentare di anno in anno.

 

Gichin Funakoshi muore nel 1957, all'et? di 89 anni.

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Le parole possono ferire, il silenzio può guarire. Sapere quando è opportuno parlare e quando invece tacere è compito dei saggi.

La conoscenza può ostacolare, l'ignoranza liberare. Sapere quando è opportuno conoscere e quando ignorare è compito dei profeti.

La lama, indifferente a parole, silenzio, conoscenza o ignoranza, taglia in modo netto. Questo è il compito dei guerrieri.

(Suzume no Kumo)

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Oss al sensei funakoshi, ma credo sia d'obbligo aggiungere il dojokun ; )

 

1) HITOTSU JINKAKU KANSEI NI TSUTOMURU KOTO

 

"Impegnati a raggiungere la perfezione del carattere"

 

2) HITOTSU MAKOTO NO MICHI O MAMURU KOTO

 

"Persegui la strada della sincerit?"

 

3) HITOTSU DORYOKU NO SEISHIN O YASHINAU KOTO

 

"Rafforza instancabilmente lo spirito"

 

4) HITOTSU REIGI O OMONZURU KOTO

 

"Osserva un comportamento impeccabile all?insegna del rispetto universale"

 

5) HITOTSU KEKKI NO YU O IMASHIMURU KOTO

 

"Acquisisci con coraggio, il controllo sul tuo spirito istintivo"


~ Alastor2602 // Hoka Hey

-> http://alastor2602.altervista.org

-> http://enterprise2602.altervista.org

 

"Con ogni pensiero, tentare di conoscere i propri difetti e correggersi per tutta la vita: questa e` la via"

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Mi permetto di entrare in pò nell'argomento consigliando il bellissimo libro:

 

La Via della Mano Vuota

Kenji Tokitsu

Ed Luni

 

Il Maestro ebbe la costanza e il coraggio di portare nel Giappone un'arte marziale sconosciuta chiamata Mano Cinese.

 

Okinawa si riteneva parte dell'impero cinese fino alla conquista da parte del clan Satsuma delle isole Ryu-kyu intorno al 1600.

 

Pertanto il To-De o Te venne tenuto semisegreto fino alla fine del 1800.

Non esistono scritti ufficiali di sscuole tutto veniva tramandato oralmente quindi la storia di quest'arte è molto lacunosa e avvolta nel mistero e nelle leggende locali.

Nomi di maestri sono tutt'oggi dibattuti sia sulla loro reale esistenza sia sul loro vero nome che sovente veniva translitterato in okinawense dal cinese.

 

Funakoshi non era probabilmente a livello tecnico uno dei migliori ma era un uomo di cultura e decise con coraggio di portare l'arte marziale della sua terra nel Giappone delle grandi isole.

 

Impresa titanica per l'epoca di questo bisogna dargliene atto.


Hana Wa Sakura KiHito Wa Bu-Shi

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In effetti dal libro sopracitato emerge una "storia del karate" di grande fascino e complessità, fatta di grandi maestri, e molte più scuole di quanto potessi immaginare... con kata e metodi di allenamento piuttosto diversificati... per esempio ignoravo lo sviluppo "mistico" nel karate del maestro Shigeru Egami.

:arigatou:

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In effetti dal libro sopracitato emerge una "storia del karate" di grande fascino e complessità, fatta di grandi maestri, e molte più scuole di quanto potessi immaginare... con kata e metodi di allenamento piuttosto diversificati... per esempio ignoravo lo sviluppo "mistico" nel karate del maestro Shigeru Egami.

aaarigatou.gif

 

 

Vero....infatti a ben vedere i veri eredi del M° sono i praticanti dello Shotokai che hanno mantenuto posizioni originali e i 15 Kata trasmessi da Funakoshi senza la pratica del Kumit sportivo.

 

Lo Shotokan più diffuso è lo sviluppo delle idee del figlio "Gico" Yoshitaka e quindi dei fondatori della JKA (Japan Karate-do Association) Nakayama e Nishiyama....


Hana Wa Sakura KiHito Wa Bu-Shi

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Ottima spiegazione, quoto dalla prima alla ultima parola! Io sono Cintura Nera 2^ Dan di Karate Shotokan, onore al Grande Funakoshi!!!

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