sandro 40 · Inserito: 3 aprile 2010 (modificato) Con il termine hi designiamo una scanalatura incisa lungo lo shinogiji della lama. La sua funzione è quella di ridurre leggermente il peso della stessa; inoltre, data la sua forma ad H, assorbe la forza che viene scaricata sullo ha facendo in modo che la spada non si pieghi facilmente. Esistono vari tipologie di hi. Futasujibi二筋樋: due sottili hi incisi parallelamente. Soebi添え樋: sottile hi inciso lateralmente al bōhi od al koshibi. Tsurebi 連れ樋: un tipo di soebi. Sottile hi inciso al lato del bōhi, che corre sino all’ estremità di quest’ ultimo. Bōhi 棒樋: spessa scanalatura, simile ad un bastone, che corre lungo la lama. Uchibi 打ち樋: scanalatura simile al bōhi, la quale si estende però sino allo shinogi. Naginatabi 薙刀樋: una particolare forma di koshibi che troviamo sulla naginata, molto più spesso rispetto a quello tradizionale. Takekurabe 丈比べ: due koshibi incisi parallelamente; quello più vicino allo shinogi è più lungo. La loro forma ricorda due tronchi di bambù. Gomabashi 護摩箸: due koshibi della stessa lunghezza incisi parallelamente. Lo loro forma ricorda i bastoncini con i quali, nel Buddismo, si accende il fuoco consacrato. Koshibi 腰樋: hi piuttosto corto inciso nella zona del koshi della spada. Katanahi 刀樋: spesso hi inciso fino ad un certo punto della lama (non arriva al katanasaki) la cui forma ricorda quella di una katana. Questa incisione è realizzata in una lama hirazukuri. E' inoltre un bōhi che si trova in un tantō o in un kowakizashi o wakizashi. Kuchigaibi 食い違い樋: letteralmente “solco di discrepanza”. Due hi incisi in modo invertito separati da un altro hi che corre per tutta la loro lunghezza passando in mezzo al piccolo spazio lasciato dai primi. Kusa no Naginatabi草の薙刀樋: hi simile al naginatabi le cui due sottili diramazioni ricordano la forma dei fili d’ erba. Shōbuhi 菖蒲樋: due sottili hi che si riuniscono in punta quasi a formare una foglia di Iris. Ukiken浮き剣: letteralmente “spada che fluttua”. Hi inciso in modo da lasciare un ken all’ interno di un katanabi. Ukibōhi 浮き棒樋: letteralmente “bastone che fluttua”. Hi inciso in modo da lasciare un bōhi all’ interno di un katanabi. Hisakisagarubi 樋先下がる: estremità dello hi che si ferma sotto al koshinogi. Hisakiagarubi 樋先上がる: estremità dello hi incisa sino al koshinogi. Hisaki Kata Nagareru 樋先肩流れる: estremità dello hi incisa sino al koshinogi la cui forma ricorda quella di un tetto ad una sola falda. Hisaki Kata Okoru 樋先肩怒る: simile allo Hisaki Kata Nagareru, ma con una inclinazione molto ridotta. Kakitooshi 掻き通し: hi la cui estremità inferiore è incisa sino al nakagojiri. Kakinagashi 掻き流し: hi la cui estremità inferiore è incisa sino allo habakimoto (zona dei machi). Marudome 丸止め: estremità inferiore dello hi con una forma arrotondata. Kakudome 角止め: estremità inferiore dello hi con una forma squadrata. Kuchigaibi 食い違い樋: tecnica di esecuzione simile a quello analizzato prima. In questo caso abbiamo un koshibi inciso all’ interno di un katanabi, sempre con un “solco di discrepanza” che li separa. Chiri 散り: così viene definito lo spazio piano e liscio che si trova tra lo hi ed il mune o tra lo shinogisuji e lo hi. Nel caso ne sia presente solo uno vicino al mune viene definito katachiri 片散り, se invece è presente su entrambi i lati dello hi allora assume il nome di ryōchiri 両散り. Fonti: www.wazamon.jp e Nihontō Jiten. Un particolare ringraziamento a Paolo per il suo prezioso contributo a questo articolo Modificato: 3 aprile 2010 da sandro Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
paolo placidi 20 · Inserita: 3 aprile 2010 Grazie Sandro, dopo tanto "chiacchiericcio" sul Forum, finalmente un nuovo ottimo articolo tecnico! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sandro 40 · Inserita: 3 aprile 2010 Figurati Paolo, è un immenso piacere per me. Dal momento che uno schema ben definito non era presente sul forum (se non per qualche termine nel glosssario) ho ritenuto che una classificazione di questo genere potesse essere di interesse. Il sito www.wazamon.jp è ricco di informazioni, ho intenzione di estrapolare altri articoli da li Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
tomodachi 0 · Inserita: 3 aprile 2010 Davvero interessante, io ignorantemente pensavo fungesse da "sgocciolatoio" per il sangue un pò come avviene spesso per coltelli e leppe. 'naggia alla mia ignoranza, bè se non altro il sito ha contribuito a colmare un'altra mia lacuna. Domo Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
mauri 49 · Inserita: 3 aprile 2010 Grazie Sandro molto interessante. "accorciati la firma". Ernst Jünger Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 5 aprile 2010 Colgo l'occasione per richiamare un concetto di fisica che si applica particolarmente a quanto detto da Sandro. Il momento di inerzia è la capacità di un corpo a resistere a un moto rotazionale. Se applichiamo questo concetto a una figura piana o a una sezione il momento di inerzia corrisponde alla capacità di un elemento di resistere alla deformazione (flessione) in base alla sua forma e alla direzione delle sollecitazioni. In parole molto povere se prendiamo due oggetti delle stesso materiale ma con forme diverse o addirittura se prendiamo uno stesso oggetto e lo sollecitiamo da diverse direzioni avremo una resistenza diversa. L'esempio del foglio chiarisce immediatamente: se prendiamo un foglio e lo appoggiamo a ponte tra due sostegni si piegherà e non reggerà neanche il proprio peso. Se lo pieghiamo longitudinalmente a zig zag, e lo appoggiamo nuovamente, il ponte non solo sarà stabile ma forse reggerà anche qualche piccolo oggetto. Un altro esempio? prendete un righello e flettetelo nel senso del lato più largo. Ci riuscirete facilmente. Ora ruotatelo di 90° e provateci di nuovo. Nel senso del lato fine non lo fletterete neanche di un millimetro. E' questo il motivo per cui le travi ad esempio hanno sempre una forma come questa: Tutto questo per dire cosa??? Volevo solo far notare che scavando gli hi in realtà la forma in sezione che si ottiene è molto simile a quella della trave IPE che si vede nella figura ed è più resistente a livello di momento di inerzia proprio per questa forma "ad h" come diceva Sandro. Ovviamente ci sono da considerare altre cose come gli urti, che non sono semplici flessioni, e le sollecitazioni laterali che invece non sempre si avvantaggiano dalla sezione generata dagli HI. In generale però possiamo dire che, in proporzione, l'aspetto positivo dell'alleggerimento di peso è maggiore rispetto all'effetto negativo sulla resistenza. Non sono stato proprio un professore, ma spero almeno di aver detto qualcosa di interessante Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Lorenzo 67 · Inserita: 6 aprile 2010 (modificato) Simo hai sbagliato lavoro Grazie Sandro per questo bell'articolo informativo Modificato: 6 aprile 2010 da Lorenzo https://www.facebook.com/pages/Lorenzo-Amati-Japanese-Metalwork/204598096238840 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sandro 40 · Inserita: 6 aprile 2010 Grazie infinite YamaArashi per la tua spiegazione estremamente dettagliata Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Sashimi 5 · Inserita: 7 aprile 2010 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Matteo 43 · Inserita: 7 aprile 2010 concordo con lorenzo... ottimo articolo sandro, grazie Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sandro 40 · Inserita: 7 aprile 2010 Grazie a Voi per averlo letto ed apprezzato Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Tetsuja 0 · Inserita: 11 aprile 2010 Grazie Sandro e grazie Yama, Per chi come me si avvicina allo studio della spada questo Forum è una fonte inesauribile di articoli e notizie interessantissime, e articoli come questi ne sono la linfa! Yama, interventi come questo, così come quello del rapporto aureo, stimola l'interesse e la ricerca, lo studio e l'approfondimento. Grazie di cuore a voi ma anche a tutti gli altri membri di questo Forum per il preziosissimo contributo! Se mi posso permettere, una osservazione sarcastica quanto amara: pensare che tante persone sprecano il loro tempo davanti alla TV a farsi bruciare i neuroni dall'immondizia che ci propinano! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
sandro 40 · Inserita: 11 aprile 2010 Grazie a te Tetsuja per aver letto l'articolo Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 12 aprile 2010 Grazie a tutti per i complimenti immeritatissimi ... sono cose che ricordo dalle superiori, qualsiasi geometra come me le conosce... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Musashi 38 · Inserita: 19 aprile 2010 Ottimo Sandro, grazie per questo articolo utilissimo! A volte la terminologia giapponese per le token sa essere davvero confusionaria e crudele date le mille sfumature e sinonimi, questo specchietto invece è veramente chiarificatore. Yama, beh...hai studiato bene al geometra, memoria superlativa e spiegazione impeccabile! Riguardo allo specifico argomento della resistenza agli urti, alle sollecitazioni e alle rotture: seguendo le riflessioni di Yama sarebbe interessante esaminare quali conseguenze troviamo relativamente alle differenze di struttura tra le varie scuole (es. soshu, bizen, yamato). Tanto per essere più chiari, troviamo lame con mihaba più o meno stretto, con shinogi alto e basso, kasane, niku. Mi pare che queste caratteristiche strutturali, e il loro rapporto, possano rispondere in maniera diversa a diverse sollecitazioni (laterali, perpendicolari, flessioni, urti, ecc...). Se non chiedo troppo, ci sono già studi su questi fattori? <!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em> Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Lorenzo 67 · Inserita: 20 aprile 2010 Otake Shihan sostiene che le migliori spade in termini di resistenza agli urti nell'uso pratico, per la loro conformazione geometrica, siano le bizen in suguha. https://www.facebook.com/pages/Lorenzo-Amati-Japanese-Metalwork/204598096238840 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 20 aprile 2010 Nello studio delle sollecitazioni in generale e della resilienza in particolare, bisogna pensare alla forza dell'urto come a una specie di onda, che parte dal punto di impatto lungo il materiale interessato dall'urto. Lungo il suo cammino, questa onda può incontrare ostacoli, "terreni diversi" che influiscono in un modo o nell'altro sugli effetti che la onda di energia provoca. Ad esempio se l'energia dell'urto raggiunge un punto particolarmente duro, "sfogherà" su di esso la sua energia. Immaginate proprio uno scoglio in mezzo al mare...le onde ci si romperanno sopra, suddividendosi in diverse correnti, creando vortici etc. : Ecco, quando le onde di energia dell'urto si accumulano in questo modo, si concentrano e possono distruggere il materiale. Oltre ai punti duri sono molto importanti i cambi di densità del materiale, i punti di rottura fisica come tacche, buchi, crepe o punti di ruggine e poi i "punti critici geometrici" come le punte, gli angoli, gli spigoli. Riassumendo, se un corpo ha una geometria uniforme, è formato da un materiale uniforme ed elastico e non è già danneggiato sarà molto resiliente. (come una palla di gomma ad es.) Se un corpo presenta punti critici, è formato da materiali diversi o eterogenei può essere particolarmente sensibile agli urti. Se infine consideriamo una spada in senso lato possiamo dire che per forma e caratteristiche è un oggetto che presenta una forma del tutto inadatta a resistere agli urti (è formata da punta e spigoli molto fini, è sottile e allungata). Aggiungendoci la tempra differenziata delle nihonto la situazione peggiora ancora, perchè abbiamo un netto cambio di densità del materiale tra ha e ji nella linea dell'habuchi. Pensare quindi che le nihonto sono le spade più resistenti di tutte malgrado questo la dice lunga sulla qualità della materia prima e della lavorazione di questi oggetti. Quanto alle affermazioni di Otake Shinan possiamo trovare riscontro in quanto abbiamo detto sopra: le lame di tradizione Bizen usano un habuchi in nioi, formato da strutture più fini e meno dure dei grani di nie, (possiamo immaginare una pietraia piuttosto che un molo di scogli). Inoltre l'hamon suguha non presenta punti geometrici critici dove si possono accumulare le onde d'urto, come i choji o i togari. Sempre paragonando al mare possiamo paragonare una costa frastagliata con un muro piatto e largo. Nel primo caso l'acqua si insinuerà nelle ripe e negli anfratti, concentrandosi e accumulando energia in punti stretti che non possono resistere, mentre su una muraglia l'energia si distribuisce in una superficie grande venendo assorbita da una quantità di materiale molto maggiore. sul forum mi pare ci sia un articolo dove diverse lame erano state sottoposte a prove di resistenza... qualcuno si ricorda? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Lorenzo 67 · Inserita: 20 aprile 2010 Cerca Aratameshi; credo sia l'argomento che intendi. https://www.facebook.com/pages/Lorenzo-Amati-Japanese-Metalwork/204598096238840 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti