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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
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kojiro sasaki

Marzialità, etichetta e simili

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Salve a tutti, non so se ci sia già qualcosa a riguardo e temo che questa non sia neppure la sezione giusta, in tal caso redarguitemi pure.

Ma veniamo al dunque di questo mio intrigato dilemma, spero di riuscire a spiegarmi...

MI permetto di fuori un argomento delicato ossia la marzialità dentro e fuori dal dojo, sta cosa qui, mi crea molta confusione, sopratutto quando si presentano ai vari stage o lezioni personaggi provenienti da altre arti marziali (o stessa arte marziale, ma altro "stile"), certe volte pure di gradi alti. Forse è meglio se prima spiego cosa mi è stato insegnato per marzialità (eviterei i vari significati letterali, per ovvi motivi).

Provo a riassumere a mo' di elenco e in modo spiccio "le regole principali" (niente viene imposto) per essere marziali nel dojo:

- sul tatami si saluta sempre in seiza il maestro

- dopo consigli o qualsiasi cosa dica il maestro si ringrazia salutandolo in seiza

- quando il maestro parla lo si ascolta in seiza

- nel dojo non si parla (il meno possibile almeno)

- a fine lezione si chiede e si piega l'hakama

-l'hakama si chiede con una formula precisa ovviamente in giapponese

- durante il saluto all'inizio e alla fine gli allievi si dispongono sempre in ordine di grado

- se si è in piedi e non si pratica le restano mani rilassate lungo il corpo e una postura dritta

Queste sono le cose principali che mi vengono in mente, non sono tutte, ma rendono l'idea spero (potrei stilare una lista di regole simili anche fuori dal dojo).

Ecco adesso torniamo alla storia di questi "tipi foresti" provenienti da altre scuole ecc... che mentre noi, avezzi al seiza, siamo tutti belli in fila inginocchiati e ogni 2 e 2 quattro ci fiondiamo col capo al suolo, loro stanno li stravaccati nelle posizioni più varie oppure che fanno comarò sul tatami e si rivolgono al maestro con formule poco consone tipo "o' ma io sono stufo", insomma atteggiamenti poco deferenti.

Io mi chiedo, nelle altre arti marziali o scuole della mia stessa, qual'è il concetto di marzialità? Non credo sia soggettivo. Mi appello alle vostre esperienze, dato che molti di voi sono praticanti di arti marziali da molto più di me, o che molti altri magari praticano da meno ma più seriamente di quanto faccia io.

Spero di non esser stato troppo noioso o confusionario.

Ringrazio in anticipo chiunque abbia tempo e voglia di rispondere

 

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conosco dojo dove la marzialità è intrinseca e dojo dove la marzialità è scenetta da film...

trovo inutili mille finte cerimone.. meglio un SOLO saluto fatto con kokoro che mille saluti fatti tanto per fare....

piegare un'hakama non significa "saperla indossare".. il classico detto : l'abito non fa il monaco

nel dojo tutti zitti e muti.. vero e giusto ma è anche facile sapersi concentrare in mezzo al silenzio.... il dojo perà non è un bar!

sono un fermo sostenitore dell'etica e dell'etichetta ma queste devono essere genuine e pure non scenetta da montati o idioti che credono di essere in un film

in un dojo come nella vita sono necessari rispetto ed educazione nei confronti degli altri e per sestessi. un individuo può avere un comportamento all'apparenza leggero ma rispettare profondamente l'ambiente e quello che fa, oppure ci sono individui che giocano ad essere cio che non sono

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La "Marzialità", "Etichetta" cosa sono? "Shisen" o portamento e "Reiho" , etichetta non possono esprimersi per sè stessi , in forme codificate , vi è un animo che si esprime indipendentemente dalla forma. "Makoto" sincerità o verità si impone nell'uomo di BUDO. Questo rende la forma ( non il formalismo: una forma priva di sostanza ) l'espressione del cuore "Shin". Detto questo è mia impressione che si imponga un formalismo nelle palestre utile solo alla gestione del potere , la dove risulta sconosciuto il rapporto tra Deschi (kohai -sempai) , dove al massimo il Sensei risulta essere un puro feticcio garante dei diplomini di Dan o Kyu.

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Concordo appieno quanto scritto da Matteo, i fronzoli finti non li sopporto, ciò che invece è sincero si percepisce anche solo da piccoli gesti senza eccessi insomma.

Purtroppo ci sono anche situazioni come descritte da te-do!!!

Il kanji di Shin e Kokoro è lo stesso ed è ciò su cui si costruisce tutto!!!

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Concordando con gli interventi di chi mi ha preceduto, voglio solo ricordare che comunque l'etichetta, il rispetto del luogo in cui si pratica, degli avi(maestri che hanno fondato o tramandato l'arte che si studia), del Sensei, dei Sempai, e di tutti i praticanti, non sono cose vuote ma bensì parte integrante della disciplina che si studia e che si pratica nel Dojo. L'importante appunto è che tale etichetta non sia vuota, fine a se stessa o peggio imposta come appagamento di un potere personale da parte del maestro, ma bensì sia pura e genuina e indirizzata al rispetto di quello che si fa e che si studia e che abbia come fine ultimo il miglioramento della nostra società e del mondo intero attraverso il miglioramento di noi stessi e il rispetto verso il prossimo.
Particolare cura andrebbe utilizzata soprattutto per i bambini o i ragazzi che si approcciano all'arte marziale e la cui osservanza intelligente e spiegata(nel senso che bisogna fargli capire il perché di tali gesti e forme di rispetto) ha sicuramente una valenza pedagogica enorme e può farli sviluppare una personalità rispetto e leale non solo nei confronti della società ma proprio e soprattutto verso se stessi.
Un buon praticante di arti marziali non lo si riconosce dalla potenza o velocità del suo tsuki bensì dalla gentilezza nel lasciare il posto ad un anziano su un mezzo pubblico o nel fermarsi e cedere il passo alla persona che incontra e questo lo si impara anche e soprattutto nel rispetto che si apprende e studia nel Dojo.


Giuro sul mio Onore di Cintura Nera; di Preservare anziché Distruggere; di Evitare lo scontro anziché Confrontarmi; di Confrontarmi anziché ricevere del Male; di fare del Male anziché Storpiare; di Storpiare anziché Uccidere; di Uccidere anziché di Morire; di Morire anziché disonorare la mia Cintura.

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Ogni Dojo ha la sua particolare edichetta che è stata impostata dal Maestro che tiene il corso e dalla scuola a cui appartiene.

Quando vado ad allenarmi in un Dojo che non è il mio osservo che tipo di formalità adottano i più anziani di pratica e che tipo di rapporto hanno con il loro Maestro ed a questo mi adatto ...magari aggiungendo o togliendo all'edichetta formale a cui sono abituato nel mio Dojo.

Dopo pochi minuti di questo comportamento difficilmente qualcuno ha da ridire sul mio modo di essere "ospite".

Se qualcuno invece viene per la prima volta nel Dojo in cui mi alleno , sia esso principiante o anziano di pratica, cerco di dare l'esempio e cordialmente faccio notare quali comportamenti sono accettati e quali no...così non ci sono mai stati problemi.

Negli Stage è cosa diversa, in special modo in quelli eventi in cui diverse scuole si incontrano. In queste occasioni molto sembrerebbe lasciato al caso , ma se si guarda con attenzione si possono notare quali comportamenti sono graditi da chi tiene la lezione e quali no, basta essere buoni osservatori.

Caso a parte invece sono i corsi dei bambini e dei ragazzini...in quel caso l'osservanza delle regole del Dojo deve essere inflessibile in alcuni momenti e molto relativa in altri...l'aspetto pedagogico sta proprio nel far capire ai giovani quando è concessa un comportamento e quando no.

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Come hai scritto, nulla viene imposto. Io pratico da poco tempo Iaido e nessuno mi ha mai detto come mi devo comportare nei minimi dettagli. Mi hanno solo detto che quando si entra e si esce dal Dojo bisogna fare un piccolo cenno di saluto.

Io penso che il rispetto non vada imposto. Se qualcuno ti obbliga al rispetto è un dittatore... il rispetto non si può pretendere. O c'è e viene da dentro, o è qualcosa di superficiale e falso che non vale neanche tutta la fatica che si fa per fingerlo!

Quindi, credo che non si debba imporre un determinato comportamento, ma si deve sinceramente dimostrare quello che interiormente si pensa.

Quindi non posso dire come ci si deve comportare, ma come mi comporto io.

Quando il Maestro parla, non mi metto in Seiza, e non sto neanche in Kamae perché ho la sensazione di tenere puntata un'arma contro qualcuno che non ha intenzione di attaccare e la cosa mi da fastidio. E' come minacciare qualcosa di inesistente... odio la cosa. Quando parla o rinfodero, o porto giù la punta e la porto al fianco, tenendo la tsuka con due mani.

Quando qualcuno fa un esercizio guardo con attenzione. Aspetto i comandi per iniziare un Kata o un esercizio. Accetto ben volentieri le critiche e ci metto tutta l' energia che posso. Cerco di praticare con un minimo di cervello e aiuto sempre, ma senza credermi chissà chi o voler dimostrare cose che non sono in grado.

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Ormai certi gesti vengono in automatico e non ci faccio più caso, però concordo con voi sul fatto che certe finte sono abbastanza evitabili.

Il saluto e certi inchini di rispetto ecc... ci devono essere come giusto che sia, ma certe volte son portate all'esasperazione o fatti in maniera superflua.

Non saprei però quale sia la corretta procedura, dall'entrata nel Dojo fino alla fine della lezione, quando si esce (parlo riferendomi a Katori Shinto Ryu - Iaido - Kendo)?


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noi nel dojo facciamo il saluto iniziale e finale al lato d'onore, tra praticanti, alla spada, al Maestro. E questo è d'obbligo... poi se per esempio vai in bagno, prima di uscire devi fare un piccolo inchino accennato rivolto al Dojo! e lo stesso quando entri

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noi nel dojo facciamo il saluto iniziale e finale al lato d'onore, tra praticanti, alla spada, al Maestro. E questo è d'obbligo... poi se per esempio vai in bagno, prima di uscire devi fare un piccolo inchino accennato rivolto al Dojo! e lo stesso quando entri

Idem anche nel mio Dojo.

 

Poi eseguo vari inchini di ringraziamento a fine duello (1vs1) ed inizio, e poi anche nel saluto finale quando concludi la lezione.


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Noi non abbiamo duelli, fortunatamente eh eh... :ichiban:

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Noi non abbiamo duelli, fortunatamente eh eh... :ichiban:

Infatti, quello che ti dicevo dello Iaido... :hihi:

 

Comunque, hai in meno i vari inchini intermediari degli scontri.


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