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Kentozazen

Hadori E Sashikomi

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Liberamente tradotto da un articolo di Guido Schiller Nihonto Editor.

 

Nota di Kentozazen: Ho cercato di tradurre questo articolo rispettandone il più possibile il senso e cercando di trasporre al meglio quelle che mi sono parse le opinioni dell'autore; pur ritenendo lo Schiller un editore ben preparato in materia, quanto qui di seguito riportato non corrisponde necessariamente col punto di vista del sottoscritto. Personalmente forse avrei alcune cose da dire ed altre da approfondire e vi sarà eventualmente il tempo di trattarli nei seguenti post.

 

Un argomento ricorrente tra i collezionisti è la politura ed in particolare la differenza tra Sashikomi e Hadori.

Durante la metà del 10° secolo la politura si standardizzò nelle tecniche che vediamo attualmente in uso (tutto ciò vale ad eccezione della pietra kaisei che è stata una introduzione abbastanza recente).

Honami Kotoku ha sviluppato e introdotto la tecnica di lappatura (migaki) nel 1600. Comunque come molti ben sanno la politura si divide tradizionalmente in due fasi : Shitaji e Shiage dove nello Shitaji vengono utilizzate le pietre per definire geometrie e impostare le caratteristiche estetiche e nello Shiage si utilizzano svariate tecniche per evidenziare al meglio il solo aspetto estetico. Ogni intervento successivo allo Shiage infatti non influisce minimamente sulla capacità tecnico funzionale della lama e serve solo ad evidenziarne le qualità artistiche. Si può tranquillamente sostenere che molte lame non hanno mai subito il trattamento Shiage se non in tempi recenti in quanto esso comportava molto lavoro aggiuntivo , maggior tempo e maggiori costi. La fase shiage divenne di uso comune solo durante il pacifico periodo Edo.

Nel periodo Momoyama la famiglia Honami venne designata dai Tokugawa come politori di fiducia e da allora essi -con i loro undici rami famigliari- cominciarono a monopolizzare l'attività di politura al punto da diventare in assoluto i politori più richiesti e quotati in tutto il Giappone.

Un comune errore è quello di ritenere che fino al primo Meiji tutte le spade venissero polite in Sashikomi e che lo Hadori si fosse particolarmente sviluppato a partire dalla diffusione nel paese della luce elettrica. Tutto ciò è vero solo in parte. Sebbene il Sashikomi sia certamente la tecnica più antica di finitura, lo Hadori risale con certezza documentale almeno alla metà del periodo Edo e forse anche prima. D'altro canto la cura con cui viene eseguito lo Hadori così come oggi lo conosciamo, la grande attenzione nell'evidenziare gli hataraki, come l'utilizzo di diversi tipi di nugui sono certamente accresciuti da quando l'uso della lampadina elettrica fu disponibile. La luce elettrica non solo ha messo i politori in condizione di lavorare con una esposizione luminosa costante , ma ha anche migliorato la possibilità di osservare le qualità artistiche della lama.

Il sashikomi è molto efficace nell'evidenziare i vigorosi nioiguchi ma d'altro canto non è particolarmente adatto per sottolineare i nie e i nioi secondari, anzi in alcuni casi li oscura completamente. Lo hadori dal canto suo rende maggiore il contrasto tra hamon e hada dando maggiore brillantezza agli hataraki in genere.

Le particelle di martensite che formano lo habuchi sono chiamate nioi se sono piccole, brillanti e diffuse; sono chiamate nie se sono grandi abbastanza da essere distinte singolarmente. In realtà tutti gli habuchi cosistono fondamentalmente di nioi e la comparsa dei nie dipende dal tasso di carbonio contenuto nellacciaio e dalla temperatura della lama prima dello Yaki-ire.

Lo hamon che per predominanza evidenzie nioi è chiamato "nioi deki", se invece la predominanaza è nie "nie deki". Il nie può formare catene, può evidenziarsi con grandi cristalli (Ara nie) o piccoli cristalli (ko nie) etc. Molti hataraki (come kinsui, chikei, inazuma) sono in realtà particolari formazioni di nie.

Il nie è già presente su spade Jokoto ma non è ancora chiaro se la cosa è casuale o voluta; si può comunque con certezza affermare che i forgiatori koto erano in grado di controllare la tecnica di formazione dei nie e che quindi il fatto di ritrovarli in lame di quell'epoca dipenda dalle tradizioni, dai gusti e dal materiale di base.

Sfido chiunque a negare che in 9 casi su 10 la finitura hadori è assai più utile per evidenziare i più fini dettagli di una lama.

Lo hadori è inoltre la fase in cui il togishi trasforma il proprio lavoro da artigianato a vera e propria arte interpretando una spada esattamente come un maestro di musica interpreta un'opera.

Perchè allora alcuni collezionisti soprattutto occidentali continuano a preferire il sashikomi? la risposta è molto complessa ed affronta vari aspetti.

Una prima ovvia ragione è il gusto, alcuni quindi semplicemente preferiscono la finitura in sashikomi perchè essa rende maggiomente visibile i contorni dello hamon ancheda maggior distanza e con più precarie condizioni di luce.

In altri casi, come prima menzionato lo hadori si può chiamare anche keisho che significa "trattamento cosmetico". Da ciò alcuni hanno dedotto che la "bellezza naturale" è da preferire al "trucco". Spesso le donne usano il trucco per far risaltare al meglio le caratteristiche del loro viso, ecco un po' la stessa cosa avviene per le spade, alcuni possono preferire la naturale bellezza "acqua e sapone" ed altri possono essere più attratti da un raffinato "make up".

Ho spesso sentito dire che il sashikomi è preferibile in quanto è più antico e quindi più tradizionale, ma se seguissimo questo ragionamento la politura preferibile sarebbe "in bianco" ovvero quella che termina con lo shitaji in quanto come già detto buona parte delle lame presentavano in origine questo tipo di finitura. Bisogna ricordare che certi metodi di politura sono stati sviluppati per rendere maggiormente apprezzabili le caratteristiche artistiche delle lame è già solo per questo motivo non sarebbero mai da disprezzare.

Un altro motivo che alimenta la falsa convinzione che il sashikomi sia più tradizionale è che molte lame fuori da Giappone hanno perso la finitura, una finitura in Hadori ha una durata limitata nel tempo, sebbene con una accurata manutenzione essa possa perdurare anche per molti decenni, il frequente uso (o abuso) di uchiko tende col tempo a cancellare l'affetto di finitura dando l'impressione di sashikomi ove magari vi era un hadori.

Sinceramente non saprei dire quanti possano essere le diferenze in termini di gusto tra un occidentale ed un giapponese. Un uomo occidentale ad un Geisha party potrebbe trovare il bianco e pesante trucco sul viso delle donne estremamente artificiale e rimarrebbe sorpreso nello scoprire che la sua controparte nipponica trovi tale effetto molto più erotico di un decolletè (a questo proposito è interessante notare che nei kimono la parte anteriore è rigorosamente chiusa mentre viene volutamente lasciato lasco il girocollo nella parte posteriore rendendo così visibili alcune porzioni del collo stesso).

Tra le altre cose da tener presente occorre non dimenticare che vi sono maestri politori e politori mediocri, un politore può anche produrre più danno che beneficio con la sua politura; questo vale sia per hadori che per sashikomi, ma in hadori occorre una maggiore propensione artistica ed un lavoro malfatto può rovinare l'intera apparenza della spada, nel sashikomi invece occorre unicamente una buona conoscenza tecnica abbinata ad una adeguata capacità manuale.

Il sashikomi non potrà mai render giustizia al luminoso suguha di una Tadayoshi, renderebbe troppo vistoso un midareba soshu trascurandone gli hataraki nella hada. ...(continua)

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Ken metti qualche foto, il massimo sarebbe se riuscissi a mostrarci la stessa lama con le due finiture...puoi riuscirci?



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Sì certo lo farò appena terminato di tradurre l'articolo.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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con le immagini vi aiuto io ragazzi :ok:

sashikomi_20__20kesho.jpg

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fondamentalmente io preferisco sashikomi, perchè penso che il risultato sia effettivamente quello che il forgiatore aveva in mente nel momento della tempra.......è quello che sento io....poi forse può essere sbagliato credere una cosa del genere. ma io la vedo così!! cmq dipende sempre da lama a lama....


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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Poichè sashikomi e keisho sono tecniche sviluppate tra la il 1700 e il 1800 , secondo me tutti i forgiatori che hanno preceduto questo periodo non immaginavano risultati di politura nè di un tipo nè dell'altro.

E' sensato presupporre che le caratteristiche della lama fossero visibili ma assai meno evidenziate in quella che chiamiamo politura antica la quale generalmente terminava con la fase uchigumori nel migliore dei casi e che non è assimilabile al sashikomi più che al keisho. Questa la mia opinione.

Certo si potrebbe dire che il sashikomi appaia una tecnica meno artificiosa ma a mio modo di vedere non è così, tant'è vero che pressioni differenziate ed abrasioni di differente qualità vengono eseguite nnche con sashikomi.

Io non penso che sia corretto dire che se il keisho è come un viso truccato allora il sahikomi è un volto acqua e sapone; forse sarebbe più corretto dire che keisho è un make up più incisivo mentre sashikomi è un make up un po' più leggero che ha però lo svantaggio di rendere meno visibili -e talvolta quasi invisibili- attività che sarebbero evidenti anche con una politura antica cioè fermandosi a uchigumori.

Non so se mi sono spiegato , comunque mi scuso, mi rendo conto che siamo OT.


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devi convenire però che con sashikomi il risultato alla fine è molto più vicino a quello che abbiamo dopo uchigumori che non con hadori......sashi non fa altro che aumentare il contrasto tra hada e hamon....no??? ( dimmi che ho ragione o ti azzero il credito di habaki) :fiori:


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...Un tempo durante una campagna militare i vari signori della guerra giapponesi avevano, come seguito, personale specializzato il cui compito,dopo una battaglia per esempio,era quello di riparare i danni lievi o gravi che le armi avevano riportato durante uno scontro...La figura del togishi come quella odierna era ancora lontana dal venire...Le tacche che ,ad esempio,erano state riportate su una spada venivano abrase via ristabilendo la geometria della lama riportandola così ad un ottimale funzionalità...Sentii dire che il togi antico,proprio come sostieneKen,si limitava a raggiungere le ultime fasi dello shitaji-togi ed è anche conosciuto come shira-togi...Un famoso proverbio giapponese risalente al periodo Sengoku Jidai ,inoltre, sosteneva che se un samurai avesse acquistato una spada di mattina la avrebbe sicuramente adoperata di pomeriggio... Quindi affinarsi sugli aspetti estetici risultava quantomeno inutile e costoso..Fu verso gli ultimissimi anni del periodo Edo (Bukamatsu) che già iniziava a prendere piede una diverso approccio al Togi,ma fu nel periodo Meiji con il divieto di portare le spade (Haitorei),che prima colpì i mercanti per poi estendersi ai samurai,che nacque ad opera di un membro della famiglia Honnami lo stile Hadori.. .Lo stile Sashikomi in Giappone viene anche chiamato stile classico e dalla sua ha sicuramente il vantaggio di rendere più visibili Hataraki all'interno della Yakiba...Alcune lame però hanno bisogno dello stile hadori in quanto sono abbastanza opache (jihada,hamon...)...In realtà lo stile hadori è quello preferito anche da chi commercia in spade in Giappone perchè le rende a loro avviso molto più attraenti agli occhi di un eventuale acquirente...Durante l fine della seconda guerra mondiale e nel dopo-guerra (anni 50/60) vi erano anche Togishi maestri qualificatissimi nell'arte di rendere una lama Gendaito in una probabile spada Koto o Shinto semplicemente affilando e lucidando rpetutamente la lama scurendone in modo eccessivoil jigane con il Nugi,applicando lo stile hadori ed invecchiando il nagako con agenti chimici... Le storie al riguardo della supremazia tra i due stili si sprecano...C'era un togishi molto famoso il quale era abilissimo nell'esaltare con lo stile Hadori le lame che gli passavano tra le mani...I proprietari di spade che si recavano da lui erano certi che una volta ultimata la politura le loro Juyo avrebbero certamente superato senza difficoltà qualsiasi Shinsa scattando di grado...In una stanzetta ,adibita a studio nel retro della sua bottega, si potevano ammirare alcune Juyo token tutte affilate e lucidate secondo la tecnica Sashikomi però...Per cui mi sento di dire che i due stili sono entrambi validi purchè vengano applicati in modo appropriato...


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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il fatto che i due stili sono tutti e due validi è fuori discussione. è una questione di lama e di gusto.

quando le armi venivano usate in battaglia è ovvio che non si poteva perdere tempo ogni volta a preoccuparsi troppo dell'aspetto estetico della lama.......anzi, a quanto dicono gli autorevoli rossi e roatti, alcuni guerrieri, prima di andare in battaglia, a volte battevano ripetutamente l'hamon della spada su una spigolo....pietra...metallo.....questo per rendere il filo un po....dentellato...a mo di sega. ovviamente per strappare meglio armature e carne del nemico.


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certo però che le sudiavano tutte eh!?...che macellai...


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Comunque Dario , quello che volevo dire è che il sashikomi può anche cancellare cose che in uchigumori sono visibili. Comunque sì concordo sul fatto che sia una questione di gusto e di lama anche se credo che via proseguendo con l'affinarsi della tecnica debba diventare sempre più una questione di lama più che di gusto.

Comunque in uno shop solo una decina di giorni fa ho visto lame di alto valore in vendita con finiture in sashikomi, penso che la tendenza ad apprezzare maggiormente il keisho sia un'inclinazione un po' gaijin mentre in Giappone ritengo che entrambe le tecniche abbiano ugual valore.


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certo però che le sudiavano tutte eh!?...che macellai...

e già....e noi qui dopo qualche secolo che ci preoccupiamo tanto :laugh:


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Beh anche in tempi antichi le lame erano rispettate e preservate, mica tutti le sgarrupavano sui sassi. :gocciolone:


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Scusate, ma potreste mettere qualche foto di esempio per questo bel discorso che avete fatto ?

Giusto per far capire a chi se ne intende poco di cosa state parlando. :brooding:

 

Grazie, Gianfranco :fiori:

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Ma non è che questa cosa della seghettatura sui sassi è un pò una leggenda metropolitana? Se fosse davvero stata una pratica diffusa oggi saremmo invasi da spade dentellate, mentre io non ne ho vista mai una...

Sono più incline a pensare che le spade venissero tenute in ordine e rispettate.

Ai fini pratici, inoltre, una lama dentellata si incastrerebbe nel nemico colpito e si farebbe una fatica tremenda a tirarla fuori dal corpo morto: in battaglia sarebbe un suicidio!!!! No, non mi convince. Sarà magari capitato ma non penso fosse una pratica.


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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...forse non tutti lo sapranno ma a volte dei collezionisti chiedono esplicitamente al togishi di omettere la brunitura col Migaki dello Shinogi proprio per meglio apprezzare l'hada anche nel dorso e della lama...Altri invece con lame che mostrano un hada meno appariscente applicano un togi di tipo sashikomi per l'hamon e scuriscono l'hada con nugui secondo la tecnica keisho...


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ecco alcune immagini del processo di politura hadori...

hazuya1.jpg

hazuya_hadori.jpg

nugui1.jpg

strumenti_per_brunitura.jpg

migaki_bo.jpg

contrasto_brunitura.jpg

migaki3.jpg


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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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