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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Mauro Rossi

L'arte nella cultura giapponese

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Penso di far cosa gradita segnalando uno dei migliori articoli che mi sia mai capitato di leggere sul concetto di "arte" nella cultura giapponese.

Lo spunto di partenza è il bonsai, ma ben presto il discorso si allarga, e ci si rende subito conto che certi concetti, espressi in maniera chiara e profonda allo stesso tempo, appartengono a pieno titolo anche al mondo delle lame.

Ve ne consiglio caldamente la lettura.

http://www.sakkakyookai-e.com/?page_id=234

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Due righe di commento...
Tra le tante cose interessanti di questo articolo particolarmente meritevole di menzione è, ritengo, la distinzione fra i termini di "bijutso" e "geijutso",
che significano entrambi "arte", ma con accenti profondamente differenti.
Il primo termine ("bijutso") è stato coniato nel 19° secolo, per rendere il termine occidentale "belle arti", mentre il secondo termine ("geijutso") è presente
nella lingua giapponese fin dall'antichità. Esso significa letteralmente: "acquisizione di una raffinata capacità per mezzo di pratica ed esercizio
prolungati". Ancor più significativamente, esso originariamente stava ad indicare la manipolazione di elementi naturali per produrre una forma raffinata
e bella.
"Bijutso" è inteso come "il bello" in quanto tale, cioè il processo realizzato. Mentre "geijutso" è proprio "quel" processo; un processo che "conduce"
alla bellezza ("geijutso" è dunque il "fare" la bellezza). L'arte nella cultura giapponese più tradizionale è dunque intesa prima di tutto come una capacità
"artigianale"; una capacità, cioè, che porta l'oggetto (ricordiamo il concetto di manipolazione di elementi naturali; elementi che dunque "preeesistono"
al soggetto che li manipola - o che li crea, come nella cultura occidentale) al suo massimo grado di perfezione.
Ma vi è di più. Il termine giapponese "shinzembi" contempla il bello nel senso di "geijutso", e lo coniuga con i significati di "verità" e di "bene".
Ritroviamo questi concetti nell'occidente precristiano, nella cultura e nella filosofia greca e romana, nella quale vediamo che l'espressione del "bello"
è soprattutto, come in Platone, espressione del bene e della verità (faccio anche l'esempio della cura della bellezza del corpo, dell'attività sportiva,
che nella Grecia classica è essenzialmente attività morale (come del resto in Giovenale, che afferma: "mens sana in corpore sano").
Ecco dunque dove nasce quell'intima connessione dell'aspetto estetico con quello spirituale e morale che accomuna l'arte del bonsai e l'arte delle lame;
connessione che molti di noi, penetrati dai concetti occidentali sedimentati nei secoli, faticano non poco a comprendere.
E allora, dice l'autore dell'articolo Aldo Tollini, "geijutso" come un qualcosa che muove forze interiori, che porta alla comprensione, che eleva lo
spirito e lo pacifica. Nell'arte intesa come "geijutso" l'obiettivo non è solo la produzione di un'opera perfetta, o bella, ma anche il percorso di
un uomo che in tale produzione, all'interno di un processo di mutua crescita con l'opera che sta realizzando, scopre se stesso.
Se ci pensiamo, è questa "forma mentis" che fa dire a Saburo Kato (vedi il mio post: "il possesso e la coltivazione"): "il piacere del bonsai è nella
coltivazione (che è "geijutso"), non nel possesso" (che è "bijutso").

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bellissima riflessione, come sempre l'etimologia dei kanji e delle parole giapponesi offrono sempre degli interessanti spunti di approfondimento.



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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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