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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

G.Luca Venier

Studiare la token al Museo

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Probabilmente alcuni di voi si ricorderanno di un articolo intitolato "Studiare la token al Museo", pubblicato nel nostro bollettino IV del 2016, in cui Han Bing Siong racconta di una sua visita al Museo della NBTHK sotto la guida di Tanobe, nel 1986.

 

Traducendo quell'avvincente articolo ho immediatamente pensato se una cosa del genere, ossia richiedere una visita "privata" presso la NBTHK con lame a propria scelta e con la guida di un maestro, sarebbe stata possibile anche oggi.

Una specie di sogno, come potete immaginare.

 

Mosso da grande (ed incosciente) ottimismo ho preso dunque contatti con la "casa madre" e, partendo da quel precedente, ho seguito una lunga e complessa trafila burocratica che, dalla semplice richiesta di una visita, ha portato poi alla creazione della Branch italiana della NBTHK.

 

Comunque, ad un anno dal momento in cui ho cominciato a lavorare per quell'obbiettivo, il 21 di questo mese, la NBTHK ci ha concesso una visita privata nella nuova sede (peraltro ancora chiusa al pubblico), con cinque lame a nostra scelta e sotto la guida di Dai Hinohara, curatore capo della collezione (nonchè autore delle spiegazioni dei kantei che amiamo "spulciare" ogni mese).

 

Si può dire che il sogno è diventato realtà !

 

IMG_8355.JPG

 

Da sinistra: Massimo Rossi, Francesco De Feo, Dai Hinohara, Gianluca Venier.

 

Al più presto vi farò anche un piccolo resoconto delle lame che abbiamo esaminato. :arigatou:

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In questa occasione, è stato possibile toccare con mano il sogno di Gian Luca, il quale è riuscito a farci partecipe, creando

la N.B.T.H.K. Italian Branch.

Cosa vogliamo dire, le parole a volte sono superflue.

Il lavoro di Gian L. è stato premiato, coinvolgendoci e dividendolo con noi.

Un grazie? Beh forse un di più. :ciaociao:

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"osare" humanum est ... perseverare autem diabolicum (e che "errore"... un gran bel premio alla costanza.)


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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sfgj 001.jpg

Shitōgo Kunimitsu

 

Questo meraviglioso tantō, una delle lame che abbiamo avuto modo di esaminare, è stato inserito nel Bollettino Tōken Bijutsu n. 731 ed è stato proposto tra le lame del primo Teirei Kansho Kai tenutosi presso il nuovo Tōken Hakubutsukan audiorium, in dicembre.

 

Allego la descrizione di Hinohara Dai:

 

"Mei: Kunimitsu (Shintogo)
Length: 8 sun 2 bu
Sori: slight
Design: hirazukuri
Mune: mitsumune
Jihada: itame mixed with mokume. There are thick dense ji-nie and bo-utsuri.
Hamon: chu-suguha with ko-ashi, a nioiguchi and frequent ko-nie.
Boshi: on the omote and the ura it is straight; on the omote there are niju-ba, and
on the ura it is kuichigai; both tips are sharp with a komaru and a long return.
This is a Shintogo Kunimitsu tanto. Since it is Shintogo’s work, there is sori, and
from this some people voted for Nambokucho smith names. Actually, this is an
unusual shape for Shintogo’s work.
But the main point is the jihada. The jihada is a tight itame, there dense abundant
nie, frequent chikei, and strong forging, and we could say these are Shintogo’s true
characteristics. Also, there is a tight itame hada, and some places have ayasugi
hada, and this is also one of his characteristic points.
On the omote and the ura, the gomabashi horimono are seen in Awataguchi work,
and from this, same people voted for Awataguchi work. From the shape, and nijuba
hamon, some people voted for Enju.
For a Shintogo Kunimitsu work, the tanto’s jihada and hamon nie are gentle, the
hataraki in the hamon, such as kinsuji are less abundant, and it is a quiet work.
From this, the Awataguchi and Enju names are understandable. However, the
jihada has fine chikei hataraki, there is some ayasuji hada, the hamon at the
koshimoto has fine kinsuji, and these are usual Shintogo charcteristic points. In
addition, around the boshi we see what is called “Okina’s beard” if you look for it,
and this is a Shintogo Kunimitsu charcteristic. This is a major characteristic point to
use to narrow down the choice of Kunimitsu as the maker of this tanto."
Posso solo aggiungere che si tratta di una lama che emana grande eleganza e dignità: è l'esempio principe della cosiddetta "lama nobile", con una superficie del metallo dai riflessi quasi dorati.
Il commento di Hinohara è stato semplicemente:" Ecco, questo è IL tantō". Credo che, in questo caso, anche un occhio poco allenato potesse rendersi conto del livello strabiliante raggiunto da questo forgiatore, osservando da vicino la lama. .Tant'è vero che, per quanto possa sembrare curioso per un oggetto custodito dalla NBTHK, è stato ritenuto che non avesse bisogno di alcuna certificazione.
Una nota in merito alla hada ayasugi menzionata nel lavoro di questo autore. Naturalmente non si tratta del tipo di hada che si può notare nelle lame Gassan, Naminohira o Sue Tegai, in cui l'andamento ondulato è ben visibile e contrastato. In questo caso era possibile vederla solo con un esame molto attento ed era caratterizzata da una sottilissima linea ondulata di forgiatura all'interno di un ben compatto ko itame.
Questo particolare pone alcuni interessanti interrogativi a proposito della possibile tecnica di forgiatura impiegata. :arigatou:

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Davvero molto interessante :arigatou:

 

Ad integrazione aggiungo un'immagine del suddetto tantō, anche se non ne rende giustizia.

 

shintogo4.jpg

 

Dal vivo come era la "barba"? :laugh:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Favoloso! Si sa chi ha avuto in passato questo gioiello ?

 

Abbiamo chiesto ma purtroppo non sono stati in grado di darci una risposta :arigatou:

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....

Dal vivo come era la "barba"? :laugh:

 

Alla fin fine la "barba" è un piccolo dettaglio, non così tanto evidente.

 

Ciò che colpisce è l'estremo equilibrio di tutto l'habuchi. Semplice e "vibrante" ma nessun'attività spicca in modo particolare. Emana un senso di controllo assoluto, con la presenza di piccoli dettagli ad impreziosire il tutto ma senza troppa ostentazione tecnica, tanto che l'aspetto complessivo appare estremamente "naturale".

 

La cosa più impressionante, comunque, è la tecnica di forgiatura ed il colore del metallo.

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grazie Gian, sarei curioso di vedere dal vivo un simile jitetstu...

cosa intentede per "barba"?

 

rinnovo poi la domanda: si possono sapere intanto quali erano le altre lame?

 

:arigatou:

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cosa intentede per "barba"?

 

 

:arigatou:

Questa domanda mi induce a pensare che non hai letto con attenzione la descrizione di Hinohara .... per la barba del profeta !

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kuf 001.jpg

Meibutsu Musashi Masamune

 

nagasa: 73,9 cm

sori: 1,2 cm

motohaba: 2,91 cm

hada: itame misto a ko itame, la hada è ben visibile.

 

 

Di questa lama abbiamo parlato anche qui:

http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=9405

 

 

Chi ha avuto modo di leggere questo articolo di Sesko, https://markussesko.com/2013/02/27/the-musashi-masamune-one-blade-four-oshigata/, conosce già la storia recente di questa spada. Ad ogni modo, dopo varie vicissitudini, è stata donata alla NBTHK e, dunque, abbiamo avuto modo di esaminarla de visu.

 

Il primo elemento parso subito evidente è una notevole discrepanza tra quello che si "legge" con la lama in mano e quello che si può vedere nei vari oshigata (che tutti noi abbiamo studiato), o che si può intuire esaminando le foto oppure osservandola da dietro una vetrina.

Lo stesso Sesko, nell'articolo sopra citato, fa notare come anche gli stessi oshigata siano piuttosto diversi tra loro, ma questo non stupisce poichè ovviamente si tratta di "interpretazioni".

 

E' anche scontato che una lama dal vivo sia per forza diversa da un disegno.

 

Tuttavia ciò che stupisce è che vi sono molte attività che non vengono riportate in alcun oshigata tant'è che, per qualche istante, ho quasi sospettato che potesse non essere proprio quella spada ma un'altra con lo stesso nome !

 

Ad ogni modo, questa spada presenta delle zone con veri e propri cluster di nie che assomigliano molto ad un hitatsura. Difficile definire bene queste attività. poichè in quelle aree un vero nioiguchi pare assente: quindi può essere che nei disegni siano state omesse perchè non ritenute parte dell'hamon. Oppure che le politure più vecchie non permettessero la visione che si può avere oggi.

I motivi di queste omissioni, al momento, mi sfuggono, però l'impressione complessiva è che la tempra sia ben più "ingombrante" rispetto a ciò che si vede nei disegni, come pure rispetto a ciò che appare dalla linea dell'hadori della politura.

 

Comunque resta il fatto che l'esame diretto è stato sorprendente, poichè ha mostrato aspetti di questa spada fino ad oggi a noi ignoti e non desumibili dalle fonti a nostra disposizione.

 

Per quanto riguarda l'attribuzione a Masamune è evidente che la lama pone diversi interrogativi ma questo non è il contesto adatto per fare degli approfondimenti seri in merito a questo specifico forgiatore.

 

Limitandosi a fare kantei con la mente sgombra da preconcetti (e non sovvertendo le regole che ci hanno insegnato dalla regia), considerato ciò che si vede dall'oshigata ed immaginando molte più attività che facciano pensare, in diversi punti, quasi ad hitatsura, nonchè un evidente yahazu -non yahazu midare..- (non registrato correttamente dai disegni) provate a farvi da soli un'idea di quale scuola potrebbe averla prodotta e in quale periodo.

 

Questa è una variazione personale dell'oshigata che ho creato per dare un'idea più compatibile con ciò che ho visto.

 

kuf 001 oshigata janlu.jpg

 

(Si è letto come, in alcuni ambienti, qualcuno abbia pensato a Shizu. Non so bene se chi ha espresso questo giudizio abbia davvero visto bene la lama e con la luce giusta. Credo però che siamo abbastanza lontani.)

 

Per finire, la sensazione di questa lama in mano e l'energia che trasmette. L'aggettivo che abbiamo condiviso, assieme a De Feo, è "selvaggia". Cui si può aggiungere: leggera, bilanciata, "cattiva". Il primo aggettivo, comunque, è il più calzante.

 

Se ci chiediamo chi, tra i famosi samurai, meriti maggiormente l'aggettivo di "selvaggio", allora il collegamento con Musashi appare davvero quello più spontaneo e naturale. A prescindere dalla verità o dalla leggenda.

 

:arigatou:

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La spada è veramente notevole.. viva.. ma non capisco cosa c'entri Musashi.

 

Se Masamune è vissuto circa trecento anni prima, se nella scheda della lama si dice: Kamakura ... cosa c'entra Bennosuke, nato nel '584 :confused:

 

..forse "gli è arrivata ?? certo è che nelle varie stampe o nella rappresentazione (scultura a figura intera) la tsuba non è di certo "quadrata" :confused:

(possibile che con tale lama.. a nessuno è venuto in mente di rappresentarla con MM :confused: )

 

 

Comunque mille grazie per il post .. i collegamenti e gli approfondimenti. :arigatou:


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

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