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mauri

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messaggi di mauri


  1. Assolutamente non voglio riaprire niente di tutto ciò, avevo acennato a lui in questo post e al momento non avevo trovato queste fonti a cui ora faccio riferimento, era solo per dire che molti frequentatori hanno in qualche modo attuato percorsi che siamo propensi a concedere solo a chi conosciamo, non per questo non esistono, solo questo.

    E spero proprio che Gian non debba di nuovo intervenire.


  2. Ognuno di noi è libero di dedicare il suo tempo e le sue energie a quello che più lo soddisfa in campo ludico, anche a seconda dell'impegno profuso e delle proprie capacità.

    Questo vale anche per i vituperati expertrise di cui si parlava sopra, ci sono alcuni che li fanno ed alcuni che ne usufruiscono, nelle lame anche senza questi ultimi vale lo stesso concetto alcuni le apprezzano per quello che sono o gli danno, altri, che in qualche modo, si sentono rassicurati da un pezzo di carta più che dalla lama stessa, il mercato, perchè di questo si tratta, ha bisogno certamente di convincere gli indecisi e di aprire le proprie porte a più acquirenti possibili, nell'ottocento solo alcuni stranieri si potevano permettere di comperare queste lame anche solo per ampliare le proprie conoscenze e collezioni, oggi ognuno di noi a seconda delle proprie possibilità e non per casta o conoscenza può prrendere tra le proprie mani una lama che in qualche caso potrebbe essere un piccolo pezzo di storia di un popolo in un dato periodo della sua storia.

    Questo vale per il medioevo Giapponese ma anche per la sua storia recente, se anche coloro che hanno imposto la pace al Giappone non avessero pensato questo non li avrebbero costretti a consegnarli quello che per alcuni era un vero e proprio marchio della propria casata d'appartenenza, e gli stessi Giapponesi in piena guerra non avrebbero usato anche acciai recuperati da corazzate per cercare un filo conduttore che accendesse lo spirito dei propri combattenti.

    Le stesse lame costruite con acciai da traversine di treno, non penso che non siano state considerate in modo sacrale da coloro che le hanno ricevite dalle mani anche solo di un loro superiore diretto, forse questi ultimi, pur non conoscendone i termini tecnici o i processi di costruzione ne avevano più rispetto di tanti cultori della materia che sanno tutto della loro storia pur non avendola anche solo per un piccolo periodo vissuta.

    Gli Americani che le hanno ricevute per aver combattoto contro chi le usava, in qualche modo le possono aver considerate vere e proprie medaglie.

    Sono solo modi diversi di vedere un aspetto, ma almeno di questo mi potete dar atto, non hanno niente di commerciale, in questo almeno c'è una bella politura (chiarezza).


  3. Era un po' ti tempo che non assistevo ad una discussione legata a idee e questo mi è mancato molto.

    Alcune considerazioni che sono emerse anche in ultima battuta portano l’occhio a muoversi in un campo molto ampio, ma concordo che la visione non è solo data dalla conoscenza di termini giapponesi legati quasi esclusivamente per uniformarsi nel tecnico, ma, che se andiamo a ben vedere, niente hanno a che fare con la storia e l’Arte di questi prodotti che sono parte dei nostri interessi.

    E’ solo a questo scopo che un certificato o un qualsiasi exspertise rilasciato da una persona di fiducia ci aiuta (o vincola) una scelta che in caso contrario ci renderebbe estremamente indecisi.

    Certo ormai i prodotti dei nostri sogni hanno raggiunto prezzi che in qualche modo ci vincolano al non voler assolutamente sbagliare nell’acquisto e questo fatto rimane per tutti uno dei comandamenti del mercato di cui tener conto a meno che non i abbiano a disposizione risorse infinite.

    Quando sul forum vengono postate lame trovate da qualche utente in soffitta o ad un mercatino o anche regalate, la prima cosa che ci si chiede è > e subito dopo il solito quanto vale, dopo quando dovrò spendere per renderla decente e così via.

    Noi ci buttiamo a capofitto a dare spiegazioni e delucidazioni ammantandole di “nobile diritto allo studio”

    quando questo è totalmente marginale, anche per l’alto numero di lame certamente artigianali ma non certo Artistiche.

    E’ pur vero che comprendere una certa terminologia è già estremamente difficile, parlare e spiegare di Arte, quasi impossibile, anche per la maggior parte di coloro che questi termini se li masticano a ogni pie sospinto ma poi si limitano al loro orticello senza interessarsi di tutto quel mondo che esiste intorno.

    Togliere al nostro studio la storia la cultura e se vogliamo anche la barbarie di questa nostra passione limita il tutto a conti della serva che con lo studio hanno ben poca pertinenza.

    Questo è un altro punto di vista, certamente non completo ma in qualche modo cerca di indicare dei viottoli di ragionamento che se ampliati ci possono aprire vere e proprie strade.

    Basta volerlo.


  4. Grazie Betadine per questo tuo intervento che mette chiarezza su alcuni aspetti che se vuoi sono emersi anche nelle ultime chiaccherate, sono sempre stato un fautore del non pensiero unico, per il semplice motivo, che non lascia margini di crescita individuale e questo tuo approccio, almeno, da l'idea di un traguardo ben preciso di cui ti sei fatto carico.

    Per continuare in letizia queste nostre disquisizioni pre vacanziere si può certo far nostro il vecchio proverbio " In vino veritas". :hihi:

     

    Preso da: https://it.wikipedia.org/wiki/In_vino_veritas


  5. Come qualcuno saprà esistono realtà legate al fare che rientrano anche negli interessi del forum che in qualche modo ci hanno portato a volte a delle scelte anzi che altre, percorsi alternativi che ci sono apparsi in quel momento più adeguati a quelle che erano le nostre ricerche e le nostre aspettative.

    Il dare più spazio all'una o all'altra cosa, il più delle volte, si è legato a percorsi che altri avevano intrapreso già prima di noi e che in qualche modo ci hanno anche avvicinato a questo meraviglioso mondo che possiamo incontrare sul forum.

    In questo spazio enorme tutto ciò che è di contorno alle lame è stato visto quasi esclusivamente come mero possesso e non come studio, se vogliamo uno dei pochi che è sempre andato contro corrente è stato Lorenzo, che di questo ne ha fatto una sua professione.

    Uno dei suoi punti di riferimento è ed è stato fin dall'inizio Ford Hallam che vede il suo Giappone da dove vive in Sud Africa.

    Un percorso lontano, addirittura fuori da quella che è stata la classica "via della seta", ma che in qualche modo lo lega al fare dei migliori artigiani del Sol Levante.

    Molte sono le cose da lui create che ci fanno sperare che anche l'impossibile sia in fondo realizzabile, la sua ricerca è continua e la sua pervicacia nell'ottenere un risultato ottimale altrettanto grande.

    Le sue realizzazioni continuano in un miglioramento in crescendo che lo fanno sembrare un adolescente alla scoperta di questo vasto mondo ed è lui stesso a mettersi in discussione alla ricerca di un miglior risultato.

    In questo, lo stesso Lorenzo, ha assorbito molto mettendolo in pratica nel suo fare.

    Tutto questo preambolo per postarvi due suoi lavori che penso possiamo analizzare assieme prendendone spunto per quanto ne risultiamo capaci.

     

    Vi posto le immagini prese da: http://www.fordhallam.com/

     

     

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  6. Vi posto un brano del libro preso da: http://www.skira.net/books/morte-di-un-maestro-del-te

     

    sono già passati oltre sei anni dal giorno in cui il maestro Rikyu fu costretto a togliersi la vita facendo seppuku.

    Prima ho detto di essermi allontanato dalla Via del Tè perché era troppo segnata dal mio maestro, ma questo non significa che mi sia allontanato da lui. Anzi, ho addirittura la sensazione di essere in grado di servirlo molto meglio da quando vivo in completo isolamento, qui a Shugakuin: sento la sua voce più volte al giorno e riesco anche a parlargli; rivedo il modo in cui preparava il tè, sempre libero e indulgente, lasciandosi guidare dall’ispirazione del momento; a volte mi ripete una delle sue frasi preferite: ‘Dopotutto il Tè è la giusta combinazione di fuoco e acqua’; gli pongo numerose domande alle quali risponde puntuale e volentieri.

    C’è tuttavia una domanda di fronte alla quale resta sempre in silenzio… Accade quando gli chiedo cosa poteva essere e rappresentare quel sentiero
    che percorrevamo insieme nel mio sogno.
    Ricordo che a volte, quando era in vita, rifiutava di rispondere ai miei quesiti gridando: ‘Questa non è una cosa da chiedere agli altri! Devi riflettere da solo!’. Faceva orecchio da mercante e non diceva nemmeno una parola. Vuoi vedere che anche a proposito di quel lungo sentiero di ghiaia che mi è apparso in sogno devo trovare una risposta da solo?”


  7.  

    Se poi cerchi supporto contro questo fanatismo e contro questo studio matto e disperatissimo in questo forum... Mmmmmh, temo resterai deluso.

     

    Questo passaggio mi risulta un poco criptico, mi puoi precisare questa tua considerazione ?


  8. th.jpg

    Il libro, una delle opere più importanti della letteratura del Sol Levante, ci trasporta in un mondo, quello giapponese del XVI° secolo, con una concezione dell’esistenza e, in particolare, della libertà individuale, distanti dai canoni della nostra “civiltà occidentale” e per questo motivo per noi tanto affascinante quanto difficile ad essere interamente penetrato. Al centro della narrazione, infatti, è un monaco buddista, maestro della cerimonia del Té – “la cui essenza è condensata nei principi di armonia, rispetto, purezza” – un’”arte” importante nella cultura popolare e tradizionale nipponica. E’ un libro, quindi, che si impone non solo per l’intrinseco valore letterario ma, soprattutto, per i suoi contenuti di profonda spiritualità.

    L’Autore narra di essere venuto in possesso di un diario scritto dal monaco Honkakubo, vissuto tra il XVI° ed il XVII° secolo, in cui vengono rievocati gli ultimi giorni di vita del suo Grande Maestro, cultore della Via del Tè, Sen no Rikyu,“sistematizzatore”della cerimonia del Tè, che ebbe un grande seguito nel XVI° secolo (morì nel 1591 all’età di 69 anni. L’allievo prediletto ha dedicato tutta la sua vita per comprendere i motivi dell’oscura morte del suo maestro, e di altri maestri del Tè dell’epoca, che, senza alcuna apparente colpa, accettarono di eseguire, senza discutere, gli ordini del potente leader militare Thietomi Hideyoshui: togliersi la vita facendo “seppuku” (il suicido rituale buddista). Eppure Sen no Rikyu si era sempre dimostrato osservante delle leggi e delle regole che legano il subordinato al suo Signore ed, anzi, si era conquistato un grande seguito e altrettanti meriti nella vita (1522/1591) riformando incisivamente la cerimonia del Tè e fondando una scuola nella quale praticare la Via del Tè secondo l’indirizzo Ura Skuke.

    Come deve essere interpretata, quindi, la condotta del Maestro: un’estrema protesta contro il potere dominante ovvero la solenne rivendicazione della libertà individuale? Intorno a questo tema si dipanano i ricordi e le profonde riflessioni sul destino umano dell’Autore del Diario, che dovrà trovare da sé le risposte che si aspettava dal Maestro.


  9. Grazie per i complimenti che fai, grazie anche a nome di tutti coloro che in questa e altre discussioni hanno dato, saranno contenti nel sapere che ancora oggi qualcuno le legge.

    Grazie di cuore da parte mia.

    mauri

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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