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Kanshō di primavera – 13 aprile 2024, Sesto Fiorentino (FI)

di Francesco Marinelli

Sabato 13 aprile si è tenuto a Sesto Fiorentino il consueto incontro primaverile che ha visto la partecipazione di 33 soci e amici da tutta Italia. Siamo davvero felici di quest’elevata affluenza e apprezzamento dei nostri incontri.

Una volta terminate le iscrizioni il nostro Presidente Gianluca Venier ha tenuto una conferenza dal titolo “Le lame del Futarasan jinja di Nikkō: spunti e riflessioni”.

In concomitanza dell’ultimo viaggio associativo in Giappone lo scorso autunno, si è tenuta a Nikkō, città a circa 2 ora di treno a nord di Tōkyō, una mostra con alcune delle lame più importanti del Futarasan jinja (selezionate tra le 179 dedicate al santuario) opere generalmente non visibili al pubblico ed in eccellenti condizioni (in quanto state conservate all’interno del santuario per secoli). Queste vanno da tachi arcaiche, antecedenti all’anno 1000, a impressionanti e lunghe ōdachi.

È seguito l’argomento principale dell’incontro: “La Scuola Awataguchi”.

Per l’occasione Francesco Marinelli e Manuel Coden avevano portato molta documentazione, da fotografie in scala 1:1 di opere rappresentative della scuola ad antichi oshigata, tra cui i celebri rotoli “Kanzan Oshigata” lunghi 20 metri l’uno e importante riferimento per gli studiosi. Inoltre è stato esposto il tantō firmato Yoshimitsu (吉光), certificato Jūyō Tōken, occasione rara per ogni appassionato di studiare un’opera del celebre artista.  

Inoltre lo stesso Francesco ha preparato un vero e proprio libro sulla scuola Awataguchi con una ricca appendice su Yoshimitsu. Sono serviti anni e molto impegno per mettere insieme questo volume, ci auguriamo che la cura scrupolosa e l’amore per l’argomento traspaiano in questo volume.

La provincia di Yamashiro è stata per lungo tempo il centro culturale del Giappone, in particolare dal 794 al 1869 dove Kyōto – come è attualmente conosciuta – ne fu quasi ininterrottamente capitale. Grazie a questo background e influenzati da una raffinata cultura, anche i fabbri di Yamashiro hanno mostrato uno stile che può essere descritto con “classica eleganza” oppure “aggraziato”. In concreto questi termini significano un acciaio finemente forgiato in combinazione a una tempra elegante su base suguha.

Viene tramandato che la Scuola Awataguchi (粟田口) risalga a un certo Kuniyori (国頼), originario della provincia di Yamato, ma che non sarebbe stato un forgiatore. Così il suo successore Kuniie (国家), il primo che risulta essere un fabbro nella scuola Awataguchi, è insignito de facto come il fondatore.

Kuniie fondò la scuola a Kyōto nel quartiere di Awataguchi, non ci sono datazioni certe per lui e suo padre Kuniyori, tuttavia si può stimare che vissero attorno alla metà del 1100.

Kunitomo (国友) è il più grande dei “Sei Fratelli” figli di Kuniie ed è il primo forgiatore della scuola Awataguchi del quale ci siano giunti dei lavori.

Venne poi chiamato dall’ormai ritirato Imperatore Gotoba (後鳥羽天皇, 1180-1239), per il suo cosiddetto progetto goban kaji (御番鍛冶): invitare alla corte imperiale i migliori fabbri dell’epoca come forgiatori/istruttori, prima uno per ogni mese e poi due per mese. 

In ogni caso, anche suo figlio Norikuni (則国), i suoi fratelli Kunitsuna (国綱) e Kuniyasu (国安), e suo nipote Kagekuni (景国), sono presenti nella lista goban kaji. Hisakuni (久国), suo fratello più giovane, ebbe l’onore di operare come istruttore personale di Gotoba.

Kunitsuna, il più giovane dei “Sei Fratelli Awataguchi”, si trasferì su richiesta del bakufu a Yamanouchi (山内) nella periferia di Kamakura, a quel tempo la famiglia Hōjō era la reggente appunto dello shogunato Kamakura.

Assieme a lui furono selezionati altri due dei più grandi maestri del suo tempo: Saburō Kunimune (三郎国宗) e Ichimonji Sukezane (一文字助真) di Bizen.

Questi tre forgiatori sono considerati i precursori della tradizione Sōshū che fu successivamente sviluppata dai loro allievi.

Il più famoso di tutti i fabbri Awataguchi è Yoshimitsu (吉光), attivo circa nella seconda metà del 1200. In particolare molti esperti lo ritengono come il migliore forgiatore di tantō di tutti i tempi assieme a Shintōgo Kunimitsu (新藤五国光). Inoltre, è riportato con Masamune (正宗) e Gō Yoshihiro (郷義弘) tra i cosiddetti Tenka sansaku (天下三作), un termine che è stato coniato nel periodo Edo e che letteralmente significa i “Tre Grandi Maestri sotto il Cielo”, i tre migliori forgiatori di tutti i tempi.

Sono molteplici le opere Awataguchi dalla qualità eccezionale, inoltre sono state tesori delle più importanti famiglie giapponesi, templi, santuari e anche preziosi doni.

Molte di queste lame hanno un “nome proprio” meibutsu, sono elencate e i loro disegni sono riportati fin dai libri più antichi.

Un’alta percentuale di queste opere sfortunatamente è stata danneggiata o addirittura persa a seguito di incendi, i vecchi disegni sono così un’importante testimonianza dell’operato di questi maestri forgiatori.

Le lame arrivate fino ai nostri giorni sono cimeli, specchio della cultura, dell’aristocrazia di quel periodo e più in generale dello stile dell’antica capitale Kyōto.

Nel pomeriggio si è tenuta l’assemblea associativa per l’approvazione del resoconto, bilancio consuntivo 2023 e preventivo 2024. Non è mancata l’occasione di confronto e scambio tra i presenti con interessanti proposte.

Inoltre abbiamo parlato degli eventi futuri dell’associazione e sono state distribuite tra i presenti le brochures del prossimo Japan Art Expo https://www.japanartexpo.com/ che si terrà dal 7 al 9 giugno a Utrecht (Paesi Bassi). È un evento simposio con conferenze sull’arte e la cultura giapponese che riunisce associazioni e venditori da tutto il mondo, quindi un’ottima occasione per vedere molteplici opere dal vivo e incontrare amici appassionati. Come I.N.T.K. terremo il sabato una lecture sulla scuola Uda: “The Uda kei (宇多系), an underestimated school”.

Le conferenze sono continuate con l’intervento del nostro socio Marco Pingitore dal titolo: “Un daishō Shinshintō di scuola Yokoyama Bizen”.

La scuola Yokoyama operava essenzialmente in Bizen den e tramandava di essere la continuazione di questa tradizione del ko Bizen Tomonari attivo alla fine del XII secolo.

La scuola iniziò con Sukehira (祐平), era il fratello più giovane della quarta generazione Sukesada.

Sukenaga (祐永) era il secondo figlio di Sukehira e suo successore. Sukenaga era il miglior fabbro del gruppo Bizen-Yokoyama dell’epoca Shinshintō e sono note sue opere dall’inizio dell’epoca Tenpō (天保, 1830-1844) al terzo anno di Kaei (嘉永, 1850), morì il secondo giorno del sesto mese di Kaei quattro (嘉永, 1853) all’età di 57 anni.

Si firmava anche con l’aggiunta di un crisantemo (kiku) e del carattere “Ichi” (一) e affermava di essere la 56a generazione dopo Tomonari (“Tomonari gojūroku daison”, 友成五十六代孫).

Forgiava tendenzialmente in un denso ko itame tendente al muji, hamon in chōji midare in nioi deki, il chōji può anche tendere a kikka chōji o kobushi gata chōji, sugu yakidashi stretto. Esistono anche suoi hamon in ko nie deki come gunome chōji o suguha.

La katana esposta per l’occasione porta la firma (certificazione N.B.T.H.K. Hozon):

Kiku ichi – Bizen Osafune-shi (備前長船士)

Yokoyama Kaga no Suke Fujiwara Ason Sukenaga (横山加賀介藤原朝臣祐永)

Kōka gonen nigatsu no hi (弘化五年二月日) – «un giorno del secondo mese del quinto anno di Kōka» (febbraio 1848)

Il wakizashi esposto porta la firma (certificazione N.B.T.H.K. Hozon):

Kiku ichi – Bizen Osafune-shi (備前長船士)

Yokoyama Kaga no Suke Fujiwara Sukenaga (横山加賀介藤原祐永)

Kōka sannen nigatsu no hi (弘化三年正月日) – «un giorno del primo mese del terzo anno di Kōka» (gennaio 1846)

Ringraziamo i tanti partecipati accorsi da tutta Italia, siamo davvero grati per il rispetto che hanno mostrato verso le opere esposte e nei confronti dei relatori.