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ATTILA

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messaggi di ATTILA


  1. a solita divertente competizione fra ducatisti e giapponesisti......ho un sacco di amici che hanno moto e la storia è sempre la stessa :happytrema: .

     

    La cosa bella è che comunque tutti hanno due ruote con un motore sotto e poco importa se è italiano o giapponese.

     

    Se vogliamo aprire un altra discussione che incendierà le polveri....che mi dite degli scuteristi??????......personalmente mi spaventano un po quelli che hanno solo lo scooter e non hanno mai preso in mano una moto. :ok::hehe::devlish::happytrema:


  2. sarà che io di tecnologia non ne capisco un beneamato cazz........hem....niente.

    ma c'è qualche anima pia che mi spiega come diavolo faccio a farvi vedere delle immagini???? :wacko:

     

    mi sento un po idiota quando capitano ste cose


  3. io mi ritrovo ad andare in giro con una R1 del 2003....l'ho chiamata "La perla nera" (come la nave fantasma dei pirati).......il nome originale era Kaminari......ma l'ho cambiato dopo tutti gli incidenti e cadute fatte. Nonostante abbia addosso 4.800 euro di riparazioni, non si ferma mai. E' stregata.

     

    Devo dire che a volte mi spaventa. Sembra quasi che prenda vita propria. Ci sono certi giorni che non ne vuole sapere di andare e certi giorni che invece come tocchi il gas, scatta come un fulmine.

     

    veramente buoni i motori giapponesi.


  4. "non credo che bisogna farsi scrupoli quando si sceglie tra la propria pelle e quella degli altri."

     

    Musashi....questo è quanto mai vero per chi fa quel mestiere.....soprattutto quando gli altri sono persone ch non hanno nessun rispetto per gli altri e soprattutto per quei ragazzi che indossano una divisa e vengono "sottopagati" per correre alle 4 del mattino alle chiamate.

     

    Va be, chiudiamola qui questa parentesi che altrimenti chissà dove arriviamo.


  5. musashi, sicuramente sarà anche così, ma non tutti sono campioni o hanno abbastanza sangue freddo in queste situazioni.

    I ragazzi che lavorano in polizia o carabinieri a volte rischiano veramente tanto e mi capita spessissimo di lavorare con loro sui servizi...... uno mi è capitato proprio stanotte.....

    Alcuni di loro sono persone veramente eccezionali.


  6. perdonate l'intrusione

    solo poche righe per esprimere il mio pensiero e poi vi lascio alla vostra discussione.

    io considero le arti marziali...tutte le arti marziali....una forma di educazione di se stessi e verso gli altri. La correttezza nel seguire una via e l'onestà nel non cercare facili soluzioni o scorciatoie nel praticare quella determinata arte sono cose che poi si rifletteranno nella vita di tutti i giorni migliorandola. Questo per me vale anche per chi pratica arti marziali occidentali naturalmente. Trovo che la disciplina che richiedono queste arti sia la via più idonea per diventare delle persone migliori.

     

    Tutto qui.

     

    Poi sono assolutamente d'accordo che la vita per strada sia una cosa diversa. Io sono un volontario del 118, come altri qui, penso, e di cose, facendo servizio sulle ambulanze se ne vedono. Puoi essere addestrato fin che vuoi, ma quando ti trovi davanti a un rumeno alto 1,90 di 130 chili, completamente ubriaco, fatto e incazzatto come un animale, sfido chiunque nel riuscire a fermarlo con le arti marziali che si praticano oggi. Ci sono volute 3 pattuglie di polizia per fermarlo e prima di riuscirci aveva distrutto a pugni e calci la prima volante che era giunta sul posto per arrestarlo.

     

    E questo è solo uno dei tanti episodi che capitano giornalmente e che i giornali non riportano perché insignificanti.

     

    ciao


  7. Cagli0str0,

    no, non pratico a mantova. Pratico da 16 anni nel gruppo di casorate....kyudo.it...per intenderci.

     

    Angeletto, ho dato delle indicazioni su come devi scegliere uno yumi nella sezione l'arte nella gerra, comunque rieccole.

     

    allora, la faccenda funziona così:

    la potenza di uno yumi standard è calcolata su un allungo generico di 90 cm ed è espressa in kg. Quindi quando si parla di un arco di 12 kg di potenza vuol dire che quell'arco sviluppa 12 kg di spinta a 90 cm di allungo.

    Tu devi calcolare la potenza dell'arco che devi usare partendo da questo parametro tenendo presente che uno yumi acquista o perde 1kg di potenza ogni 2,5 cm circa.

    il tuo allungo giusto è semplice da calcolare. E' esattamente la metà della tua altezza. A questa misura dovrai aggiungere poi 4 o 5 cm di sicurezza per evitare che la freccia risulti troppo corta.

    Mi spiego: se il tuo allungo corrisponde a 92 cm, ti servirà una freccia che sia 97 cm di lunghezza.

     

    In base al tuo allungo però ci sono delle misure precise degli archi. E cioè: se apri fino a 83 cm ti servirà un arco nami, cioè corto. Se apri fino a 93 cm ti servirà un arco nobi, cioè standard. Se apri oltre i 93 cm ti servirà un arco yon-sun nobi. Cioè: lungo. Tutto questo, ben inteso se prenderai un arco in bambù. Se invece prenderai un arco di fibra di vetro o di carbonio, allora tutti questi calcoli non ti serviranno. La fibra sintetica non ha problemi di stress come le fibre naturali

     

    fammi sapere


  8. ciao bardix

    si è vero, mi ero dimenticato, C'è anche questo sito "http://www.gorin.it/kyudo.htm" dove si possono trovare informazioni sul kyudo.

     

    Cagli0str0, perdonami, la domanda è diretta a me?.....mi sa che sto facendo un po di casino.


  9. Cagli0str0

    vai a vederti anche questo sito www.kyudo.it

    trovi anche le indicazioni su un po di gruppi soprattutto della heki-to ryu che praticano in Italia e tante altre informazioni inerenti al kyudo.


  10. Urka ragazzi, mi sono allontanato un po per questioni di lavoro e mi sono perso una discussione interessante.

     

    Dunque, nella mia carriera di arciere ho usato tutti i tipi di arco, compreso il compound. Senza entrare troppo in particolari, vi dico che sono 2 cose diverse.

     

    Come vi dicevo pratico Kyudo da 15 anni e da 10 costruisco yumi in bambù e in fibra...... L'arco giapponese funziona in maniera diversa da quello occidentale e i giapponesi hanno trovato il modo di sfruttare le caratteristiche del bambù per ottenere delle armi efficaci se usate con le tecniche appropriate. Ecco perché il fiorire di tante scuole di tiro nei vari clan.

    Poi, quando è arrivata la scuola Heki all'inizio del 1600, ha spazzato via quasi tutte le altre scuole essendo stata assunta come scuola ufficiale per il tiro da guerra dallo shogunato tokugawa. Il resto è storia conosciuta. Dopo l'abolizione dei samurai la scuola è caduta in disuso perché tanto non era più necessario allenarsi al tiro da guerra e sono risorte le scuole più meditative. In questi ultimi anni l'espansione delle arti marziali in occidente ha fatto rifiorire anche la scuola heki a fianco della scuola della federazione che ha unito i due vecchi stili che avevano perso i maestri titolari, la Honda e la Ogasawara (la scuola più antica, risalente al 1200).

     

    Tornando all'arco invece, quelli in bambù sono i più adatti al tiro heki, ma sono anche i più difficili da costruire.....tenete presente che i maestri giapponesi della nostra scuola dicono che ormai si trova un arco in bambù decente su 100 prodotti. Pensando a quanto ci vuole per farne uno......li capisco. Seguendo i tempi della natura, per fare un buon arco di bambù servono, dal momento che si taglia la canna, almeno un paio d'anni.

     

    Oggi giorno, per motivi commerciali, i costruttori di archi giapponesi, dal momento che la lamina di bambù e stagionata (circa 6 mesi dopo il taglio) e quindi pronta ad essere lavorata al momento di mettere l'arco in vendita passa al massimo una settimana.

     

    Ci sono tre fasi nella costruzione degli archi in bambù. Al giorno d'oggi, nei negozzi giapponesi si trovano archi finiti solo alla prima fase. Sembrano già rifiniti e pronti all'uso, ma in relatà servirebbero altre 2 fasi di lavorazione. (a discolpa dei commercianti bisogna dire però che le alte due fasi di lavoro dovrebbero essere fatte dall'arciere che acquista l'arco)

     

    Mi sa che mi sono dilungato un po troppo....come al solito.

     

    ciao


  11. Qualcuno sa dirmi se nella provincia di Omi c'è stato un forgiatore il cui nome cominciava con Fuji?

     

    Un amico mi ha chiesto informazioni riguardanti una lama accorciata che porta come firma: Omi (no) kami Fuji.????....e poi il resto della firma è stato tagliato.

     

    Io non ho trovato niente a riguardo.

     

    grazie


  12. Piccola informazione su Herrigel.....lui è andato in giappone per insegnare il tedesco. Cercava lo zen e non il kyudo e il maestro a cui è stato indirizzato, Hawa Kenzo, era stato allontanato dal movimento di Kyudo tradizionale dell'epoca (metà anni 30) perché si stava inventando una religione tutta sua basata sull'arco.

    In Più...Herrigel non parlava giapponese, Kenzo non parlava tedesco e l'interprete che usarono non sapeva niente di tiro con l'arco o d Kyudo.

     

    Traetene voi le conseguenza....... :smile:

     

    YamaArshi, va bene, metterò un accenno sullo Yumi nella sezione delle armi


  13. Perdonate se può sembrare una domanda sciocca.

    Tiro con l'arco da quando non lo so......sono sicuramente più di 38 anni che maneggio archi e frecce. Ora ne ho 43.

    Da più di 15 anni pratico kyudo della heki-to ryu costruendo anche archi e frecce per il club a cui appartengo.

    In questi anni ne ho sentite e lette di tutti i colori da gente che il più delle volte di gappone non ne sapeva niente o almeno di giapponesi che praticano arti marziali tradizionali, non ne hanno mai conosciuti.....tuttalpiù possono aver letto lo zen e il tiro con l'arco.

     

    Qui dentro sicuramente c'è gente che sa cosa intendo e sicuramente sa cosa vuol dire praticare.

     

    Mi dite cosa sapete voi del kyudo?

     

    grazie


  14. be, sui falsificatori sono d'accordo con te......anche se ho ben idea di cosa sono capaci quelli bravi.....e credimi, è difficilissimo pescarli.

     

    Ma uno capace di rifarti un pezzo con lo stile di queso o quel periodo, parlo di quelle persone di cui ho accennato e che ho conosciuto, naturalmente, si possono considerare falsari?.......tanto più che firmavano i pezzi che facevano. La firma bisognava andarla a cercare perchè era una cosa piccolissima e messa in punti poco probabili, ma comunque c'era.

     

    Secondo me il punto sta qui. Un artigiano moderno che è ingrado di riprodurre un arma, un vaso, o altro con uno stile, definamolo, "perfetto" del passato, fa un falso?

     

    Io non ne sono così convinto.

     

    Se uno degli esperti di cui accennate la identifica come autentico stile tal dei tali......anche se è stata fatta 3 secoli dopo, allora è un falso o no?....ripeto, chiedo quello che a voi sembra impossibile perchè io ne ho avuto esperienza direta, e non su una lama che poteva essere l'eccezione, ma su vari pezzi.


  15. io lavoro nel campo della pubblicità e conosco un po di fotografi. Uno di questi mi ha raccontato una storia un po incredibile.

    Per lavoro, doveva essere realizzato un libro su questa collezione, ha fotografato un intera collezione di kris malesi.

     

    Al momento di consegnare gli scatti, si è accorto che un kris non era riuscito nello scatto. Ha rifatto quella foto innumerevoli volte e da posizioni diverse e con diverse luci, ma niente; sto pugnale non veniva fuori. Una volta era sfuocao, l'altra era scurissimo, l'altra ancora era bruciato...insomma, niente.

     

    Quando ha incontrato il collezionista e gli ha consegnato il lavoro gli ha detto del problema. Il cliente per nulla sorpreso gli ha risposto...:"è il nunero 4 (numero a caso perchè non me lo ricordo quale era)" il fotografo ha detto che effettivamente era quello. A questo punto il collezionista ha svelato che quello era un kris appartenuto a un bandito che era stato accertato aver ucciso un certo numero di persone proprio con quell'arma.

     

    Strana storia vero? Il fotografo poi mi ha regalato il libretto fatto sulla collezione e alla pagina inerente a quel kriss, c'era scritto del problema. Se lo ritrovo ve lo mostrerò.

     

    So di storie simili anche su lame giapponesi.


  16. io ho laccato un vecchio arco in bambu di un mio amico.......non lo rifarei più nemmeno dietro lauto compenso......ci ho lavorato mesi, e quasi sempre in regime umido......uno sbattimento incredibile.


  17. Kentozazan, c'è gente capace di fare cose impensabili.....credimi. Sono addirittura capaci di riprodurre l'invecchiamento del tempo. Nel giro di 6 mesi - 1 anno, sono capagi di far apparire un pezzo vecchio di secoli. So che nel procedimento c'è anche l'urina umana oltre che ad altri miscugli di acidi e non......roba da alchimisti. :smile:

    Io ero riuscito a farmi dire anche una parte del procedimento di anticazione che usavano, ma sono stati tutti abbastanza vaghi. E poi ognuno aveva il suo particolare sistema.

     

    Comunque, sono più di 20 anni che ho scoperto la passione per il giappone e sono arrivato ad avere 10 lame che erano state datate....non da me....dal 1400 a al 1800...più o meno, con l'eccezione di quella del 1200 che ho dato al curatore del museo.

     

    Quindi mi reputo abbastanza capace di riconoscere se una lama è stata fatta secondo i canoni tradizionali.

    Ciò mi basta. Se poi è una replica moderna o d'epoca di una koto o è una shingunto fatta per un alto uficiale dell'esercito imperiale della seconda guerra mondiale, poco importa. l'importante è che sia fatta, come si dice, "a regola d'arte"


  18. kentozazen, grazie per il benvenuto......era un po che cercavo qualcuno che ne capisse qualche cosa in materia e penso d'averlo trovato....vero shimitsu :smile:

     

    ma allora sorgre una domanda......non a caso, perchè ho visto realizzare un lavoro così, non su una spada, ma il principio è valido lo stesso.

     

    come è da considerare una lama, o altra arma metallica, realizzata da del metallo originale del tempo?...sempre con i soliti accorgimeti tradizione, cura, maestria ecc.

     

    mi spiego, alla luce di quello illustrato da shimitsu, un esperto è in grado di distinguere i vari metalli delle varie epoche. Io pensavo di no senza un esame chimico, ma invece sembra di si.

    Siccome uno di questi restauratori che conoscevo, era un esperto di metalli e infatti sosteneva di saper riconoscere i vari acciai....e a questo punto non ne dubito.....lui diceva che quando doveva restaurare un pezzo di una tal epoca, andava a cercare l'aciaio di quell'epoca e poi lo lavorava.

     

    A questo punto, questo pezzo rifatto con materiale d'epoca è una copia, un falso, un originale o cosa?......perchè, di pezzi così ce ne sono in circolazione.

     

    Non voglio disinludere nessuno....so bene quanto la passione per una cosa spinga a una ricerca sfrenata di conoscenza sull'argomento..... anche io sono così ma man mano che procedevo nella ricerca di conoscenza su questo (ho letto libri, visitato musei, ho cercato filmati, ho parlato con dei cosidetti esperti, ho interpellato uno dei primi pulitori che hanno lavorato in Italia fin dai primi anni 80...credo) mi rendevo conto che più studiavo e meno ne sapevo.....proprio per la complessità dell'argomento, lungo quasi 1000 anni.

     

    Avendo conosciuto persone che queste cose le facevano di mestiere..... mi confermarono che, addirittura loro stessi, non erano ingrado di autenticare un pezzo con assoluta certezza, proprio per i motivi che ho citato sopra.

     

    Allo Stibbert, per esempio, prima di dire qualche cosa su un pezzo, fanno, come tutti i musei e ricercatori di questo mondo, delle ricerche infinite, incrociando pareri ed esperti, spulciando tutto ciò che è possibile trovare su quel tale forgiatore o quel tale armaiolo. E comunque alla fine non ti dicono mai "è sicuramente questo o quello" ma: "si ritiene che possa essere una....o potrebbe essere stata fatta in quest'epoca o in quest'altra......."

    e se non si esprimono loro che ci vivono in mezzo 24 ore al giorno, parlano con i maggiori esperti mondiali su questi argomenti, e adirittura sono ritenuti loro delgli esperti da consultare......capite che quado qualcuno mi dice: "guarda che questa è....opp...sicuramente si tratta di....." ...qualche dubbio mi viene automatico :smile:...no?

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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