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G.Luca Venier

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messaggi di G.Luca Venier


  1. Il 12/1/2021 alle 21:12 , betadine ha scritto:

    Grazie Francesco.. aspettavo un tua/vs. nota in tal senso (l'avevo intravisto anche dopo la vs. presentazione dello scorso novembre, in un dojo torinese.)

    Finalmente qualcuno che affonda una lancia anche su un aspetto intrinseco ..
      «Come ogni conoscitore di Tōken ben sa, le Gokaden -("I Cinque Stili Fondamentali")- non sono soltanto tecniche o metodi ma anche, e forse soprattutto, la trasmissione di sensazioni che trascendono l'arte e sfociano nella poesia.»

    Magari fosse così, caro beta. Tuttavia il sistema delle Gokaden è una convenzione molto recente, molto poco poetica e per niente tradizionale. Ha l’enorme pregio di essere molto più semplice da imparare rispetto al tradizionale metodo dei “mono”, e per questo ha riscosso enorme successo. Purtroppo ha anche degli svantaggi, che però sarebbe lungo e fuori tema spiegare qui.


  2. Dunque, su questo genere di lame occorre aprire una parentesi: per prima cosa, essendo lame di produzione di massa che ricalcano il modello occidentale di spada militare, non si trova mai un hamon a meno che, in una montatura di questo tipo, non sia stata inserita dal proprietario una lama tradizionale (magari tesoro di famiglia). Si tratta di casi abbastanza rari. Le lame “normali”, di arsenale, che troviamo in questi oggetti non sono forgiate, talvolta possono mostrare un hamon “cosmetico” fatto ad acido, talvolta possono essere cromate (esattamente come le spade militari occidentali dello stesso periodo).
    Anche per quanto riguarda i fornimenti ci troviamo di fronte, nella quasi totalità dei casi, a produzioni in serie. Quindi di qualità bassa. 

    Si tratta dunque di oggetti che esulano dal nostro studio e necessitano di esperienza specifica, poiché il campo è piuttosto vasto e pieno di minime varianti sul tema (come sempre accade quando si parla di militaria)

    Detto questo, con il Fuller & Gregory alla mano (testo che tratta in modo piuttosto esteso della materia), posso dire che:

    il materiale dell’impugnatura in pelle (mi pare) non promette bene poiché questo materiale è stato usato solo, e sporadicamente, in lame da parata per ufficiali (pre-kyu gunto), e non è questo il caso, mentre per tutte le altre, comprese le lame per la Marina, per la Polizia e le forze civili, il materiale è il same, bianco o nero, il corno o, molto raramente, la tartaruga (o imitazione di essa).

    per quanto riguarda la parte metallica decorata, questa è abbastanza simile (ma non uguale) a quella in dotazione agli ufficiali di campo, distinguendosi da quelle per ufficiali generici e da quelle per ufficiali di Compagnia.

    Per un verdetto definitivo occorrerebbe fare una comparazione diretta con esempi certamente autentici, di cui si possono comunque trovare immagini in rete. Quindi ti invito a cercare materiale e fare dei confronti con l’oggetto in mano.
     

     


  3. Ciao Aristotele, certamente qualche foto più nitida aiuterebbe.

    Comunque alcuni dettagli sembrerebbero indicativi di una lama non genuina, come ben indicato da Francesco: i bizzarri “caratteri” incisi sulla lama, l’aspetto del metallo che pare un po’ troppo “damascato” o acidato, la geometria del kissaki, l’allacciatura della tsuka. 
     

    Foto migliori permetteranno di avere un’idea più precisa.


  4. Ad ogni modo, la leggenda della Furiwakegami Masamune non va letta come aneddoto in riferimento al suriage. Questa storia, come molte altre riferite a personaggi importanti, cela un insegnamento. 

    Secondo la leggenda Kato Yoshiaki, uno dei generali più fedeli a Toyotomi Hideyoshi, rivolse questa domanda al ‘drago da un occhio solo’: “Nobile Date, essendo Voi il Sire del Tohoku certamente portate una lama di Masamune, giusto ?”.

    Date rispose: “Certamente” ma, poiché il wakizashi che aveva al fianco non era di Masamune, prese tempo con Yoshiaki invitandolo a continuare l’argomento il giorno successivo. Chiese dunque al proprio armiere se, nel tesoro di famiglia, vi fosse un wakizashi di Masamune. La risposta fu che vi era, si, una lama di Masamune ma era una katana. Senza indugi Date dette ordine al fabbro Kunikane di accorciare quella spada e gli dette il nome di Furiwakegami.

    Consideriamo che Yoshiaki era un potente Daimyo nonchè un valente soldato, nominato una delle “sette lance di Shizugatake”, nonché comandante della flotta di Hideyoshi. Da notare anche il tenore della domanda: “Poiché sei il Signore di un’enorme area del Giappone...etc”. La domanda sembra oziosa ma in realtà cela una “prova di forza”. 
    La domanda proviene da un personaggio di grande prestigio, un personaggio che può essere al momento un alleato ma, nel futuro, chissà...

    Date non può mostrare esitazione, la sua risposta è obbligata. Il suo rango è fuori discussione. 

    La morale della favola è che un uomo come Date Masamune, per non cedere un centimetro di prestigio e per mantenere il “peso” della propria parola, è disposto a sacrificare un tesoro di famiglia. E lo fa: senza esitazione mutila irrimediabilmente una delle lame più preziose che abbia.

    La storia non lo menziona ma, se io fossi stato Date, avrei mostrato a Yoshiaki anche il nakago mozzato. A riprova di una determinazione impermeabile ad ogni provocazione. 

    Non a caso il nakago di questa lama, benché sia gimei, è stato conservato assieme al wakizashi, anch’esso non realizzato da Masamune, fino al periodo Meiji. Non ha importanza se la lama sia autentica o meno, è il simbolo di una prova di carattere. 

    E, non a caso, Date Masamune è ricordato come uno dei più grandi condottieri del Giappone.

    P.S. Certamente il danaroso che, in epoca Meiji, ha comperato a peso d’oro l’oggetto di questa leggenda non è rimasto contento dell’expertise...ma tant’è.


  5. Comunque, tanto per fare un paragone, quasi nessun strumento di Stradivari (o di Amati o di Guarnieri del Gesù o di altro mitico liutaio settecentesco) conserva oggi l’assetto originario, poiché le esigenze di volume richieste dalle orchestre sempre più moderne (e potenti a livello di db) hanno messo da parte tutti gli strumenti barocchi ed il loro suono morbido e dolce. Quindi, di fatto, nessuno di questi preziosi vìolini suona come aveva previsto il Maestro. Non sto a entrare nello specifico per non annoiarvi con dettagli tecnici ma vi assicuro che le modifiche apportate a questi strumenti sono piuttosto “pesanti”. Eppure nessun musicista (e tantomeno nessuna fondazione per la salvaguardia degli strumenti d’arte) si duole per questo.


  6. 2 ore fa, Renato Martinetti ha scritto:

    Altro suriage celebre dovrebbe esser quello della Furiwakegami-Masamune: il generalissimo Date Masamune affermò con altri daimyo di possedere una wakizashi Masamune; non avendola in realtà, fece accorciare in fretta e furia una katana Masamune di quasi 20 cm per risolvere il problema! Altra versione è quella che vede come mandante del suriage Oda Nobunaga, per questioni di statura...tra leggenda e realtà un tempo non si preoccupavano troppo di scannare lame importanti 🙁

    Di certo non si preoccupavano molto, ma queste due sono leggende.

    La lama dei Date non è neppure di Masamune ma probabilmente è una lama del periodo Shinto (per qualcuno del tardo Muromachi).


  7. Come giustamente sottolinea Getsu, fintanto che una lama conserva il suo ruolo di “attrezzo”, ogni modifica è essenzialmente pensata per farle continuare a svolgere il suo lavoro al meglio.

    Quando passa ad essere “oggetto d’arte” (o anche semplicemente “commerciale”) le cose si complicano.

    In questo numero del nostro bollettino si parla di un’interessante vicenda, che vi invito a rileggere. 


    Purtroppo storie del genere, che poco hanno a che vedere con la Via, non sono rare.


  8. Io, semplicemente, uso dei kleenex bianchi (senza additivi, profumi, etc) per fare tutto. Essendo usa e getta si evita la possibilità che piccoli corpuscoli possano restare incastrati nei panni riutilizzati e, se son duri, far danno (naturalmente si tratta di remota possibilità ma...meglio essere prudenti). 


  9. @Francesco, grazie 

    @Rhadamante, allora avevo intuito bene il modello. Ci hai fatto un discreto investimento, ragione in più per non fare gesti inconsulti. Per rendere più evidente una linea di tempra si utilizzano varie tecniche di finitura della superficie metallica. Tecniche più o meno sofisticate ma anche le più banali non si improvvisano. È molto probabile che hai esagerato con la manutenzione e hai strofinato troppo, troppo forte o con un panno non adatto. Quindi hai leggermente cancellato quella finitura; pensare di rivolgersi ad un politore per recuperarla non ha davvero senso.

    Il mio consiglio ? Non far nulla con altri abrasivi e lascia stare la pallina di uchiko. Intanto pulisci bene la lama con alcol poi ci rimetti l’olio; l’olio lo ripassi tutte le volte che ti pare “asciutta” (ma possono volerci parecchi mesi)  e tienila così. 
    Comunque il Giappone è più umido di Lucca, assai. 


  10. 23 minuti fa, Rhadamante ha scritto:

    Lucca fora, ma di poino

    Ah, ok ! Io ho abitato in via Roma per 9 anni.  Ci saremo incrociati di sicuro. Facevo parte quasi permanente del negozio di bici di Paladino. A Lucca mi conoscono come “Lucone”. 


  11. Dipende da cosa si intende per “lucidato a specchio”.

    C’è effettivamente qualcuno che con una passata di 1200 ritene di aver fatto un lavoro coi fiocchi. Non sono dello stesso avviso. La lucidatura dei metalli non si improvvisa con un po’ di carta abrasiva, pur se si può iniziare il lavoro con quella. 

    Ad ogni modo, se la replica in questione è quella che penso io, quindi non proprio un oggetto da poche centinaia di euro, è assai probabile che fosse lucidata a specchio (davvero) solo sullo shinogi, come dovrebbe essere.
    Se lui la tira a lucido tutta quanta indistintamente, ammesso che abbia la manualità per farlo, la fa comunque diventare come la sciabola cromata del nonno e magari fa sbiadire del tutto la linea di tempra.


  12. Ciao Simone

     come già ti hanno correttamente anticipato, in questa sede non parliamo di repliche.

    Ad ogni modo, assumendo che il tuo modello Musashi sia quello in acciaio con tempra selettiva, astieniti assolutamente dall’usare carta vetrata fine. Puoi fare danni seri alla finitura del metallo.

    Dici di aver usato solo olio ma...per caso hai usato anche la “polvere” contenuta in quella specie di “pallina di tela” ? Se hai usato sempre e solo olio l’unica cosa che può aver in qualche modo opacizzato la lama è l’olio vecchio e secco. Lo puoi pulire con alcol puro al 99,9% e un panno morbido. 
    Se invece hai tolto la finitura lucida per sfregamento con qualcosa di poco adatto, non ti resta che tentare di rilucidare: se hai la pallina con uchiko puoi provare con quella, olio e un panno morbido. 
    Casomai prova prima su una piccola porzione di lama e vedi se fa peggio o meglio. 

     


  13. Sicchè hai trovato la miniera delle lame rugginose. Bravo ! Molti qui staranno già rosicando al pensiero di chissà quali tesori nascosti si possono trovare in Giappone, presso famiglie che non vedono l’ora di disfarsi di questa roba. In effetti anche i dealers locali vanno a caccia così. 

    Si, il koshirae sembra certamente un shikomizue. E le dimensioni della lama sono quelle classiche per quel tipo di montatura. 


  14. 49 minuti fa, Mav82 ha scritto:

    Prima di tutto un saluto a tutti. È tanto che non tornavo sul forum.Negl'ultimi mesi sono stato preso da altre cose. Ma ora voglio ricominciare a seguire questo stupendo forum. Nonostante abbia accostato per un po lo studio della spada Giapponese, qualche mese fa ho comunque rinnovato la quota associativa ma non mi sono più arrivati i bollettini trimestrali. Percaso sono stati sospesi momentaneamente a causa del momento storico? Un saluto caroloso a tutti Luigi

    Buonasera Luigi, i bollettini non sono sospesi. Se hai rinnovato la quota associativa a giugno può essere che i primi due numeri non ti siano arrivati, perché ancora non eri nell’elenco iscritti 2020. Invia una mail alla segreteria per richiederli. I numeri di settembre e dicembre arriveranno il mese prossimo. Un saluto.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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