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Firenze, 5 e 6 Novembre 2006 – Yoshindo Yoshihara al Museo Nazionale del Bargello

Dimostrazione di yakiire e conferenza a Firenze presso il Museo Nazionale del Bargello, 5 e 6 Novembre 2006 con Yoshindo Yoshihara

(a cura di Tommaso Toschi)

Nel Novembre 2006 la I.N.T.K. ha invitato il Maestro Yoshindo Yoshihara per un’importante evento di due giorni, imperdibile per tutti gli estimatori di nihontō italiani. Il Maestro Yoshihara infatti è uno dei più abili forgiatori viventi in Giappone e punto di riferimento internazionale nella sua arte. Nonostante egli si definisca umilmente come kokaji (piccolo fabbro), gli è stato assegnato il titolo di Mukansa (1983) e “Importante Tesoro Culturale Vivente della Città e Prefettura di Tōkyō” (2004), ma prima di tutto parlano le sue lame, per le quali nessun aggettivo superlativo è sprecato ne paragoni con i grandi Maestri Forgiatori del passato sono azzardati. Ciò ci è stato subito ricordato in maniera molto gradita, avendo Yoshihara Sensei portato in dono alla nostra associazione uno splendido wakizashi da lui forgiato in stile Bizen, con un incredibile hamon saka chōji! Erano inoltre invitati Leon Kapp e la moglie Hiroko: lui è un abile politore statunitense che assieme alla moglie ha tradotto e scritto diversi libri diventati un riferimento per tutti noi occidentali, contribuendo in grande misura a diffondere una corretta conoscenza della nihontō al di fuori del Giappone. La I.N.T.K. ha cercato un luogo idoneo per questo evento, facendosi riservare per due giorni il Museo Nazionale del Bargello a Firenze, palazzo trecentesco che, fra le altre cose, è stato sede del Podestà e Armeria della città, e ospita importantissime opere d’arte come il Davide di Donatello.

Il sabato pomeriggio si è svolta la dimostrazione di yakiire nel chiostro del museo. Questo è il procedimento, fino a pochi anni fa considerato segreto e quasi misterico, attraverso il quale alla lama precedentemente forgiata viene creato lo hamon,  il tagliente col suo profilo, quella caratteristica che rende allo stesso momento la katana l’arma da taglio più efficace che sia mai esistita e allo stesso tempo l’espressione artistica della sensibilità del forgiatore. Per rendere possibile questo procedimento è stato necessario predisporre una forgia tradizionale, con decine di chili di carbone di pino giapponese tagliato a cubetti di un centimetro di lato. Lo yakiire è stato eseguito su due tantō/wakizashi precedentemente forgiati dal Maestro in patria, ma ancora privi di hamon. Il primo passo è quello di applicare una pastella refrattaria sulla lama, e Yoshihara Sensei ha mostrato ad un’ottantina di invitati come disporre questa pastella con spessori diversi a seconda della durezza che si vuole ottenere nelle varie parti: ove lo spessore è minore si formerà lo hamon e la durezza sarà massima, mentre sullo shinogi ji la durezza deve essere inferiore per assorbire i colpi e dare forza strutturale, quindi la copertura di refrattario deve essere più alta. Inoltre ha formato dei “ponti” di maggior spessore che attraversavano la lama obliquamente, per creare un disegno che non è solo espressione estetica fine a se stessa, ma rende la struttura della lama estremamente resistente grazie all’alternanza di acciai di diversa durezza. A questo punto è stato necessario aspettare il calare dell’oscurità, infatti il secondo passo consiste nello scaldare l’acciaio ricoperto di refrattario fino ad una temperatura critica di circa 800°C, con un margine d’errore di pochi gradi. Ma nessuno strumento tecnologico viene utilizzato per determinare la temperatura della lama: il Maestro Forgiatore nell’oscurità valuta tale temperatura unicamente attraverso le diverse tonalità di rosso che l’acciaio assume, grazie ad un’esperienza che si può acquisire solo ed esclusivamente dopo decine d’anni di pratica quotidiana. Raggiunto il punto di calore critico la lama viene immersa immediatamente in acqua a temperatura ambiente perchè venga raffreddato velocemente, e in maniera diversa a seconda dello spessore del refrattario precedentemente applicato. La scia rossa della lama incandescente che dal carbone passa velocemente all’acqua è stata seguita con molta emozione da tutti i partecipanti, finalmente ciò che si era letto nei libri o visto in video per anni stava accadendo proprio lì davanti agli occhi di tutti. A rendere ancora più bello questo momento ha contribuito anche l’ambiente, infatti le fiammate che si innalzavano dalla forgia nella corte medioevale del Museo del Bargello immersa nel buio, è un’immagine che rimarrà impressa per molto tempo sia agli spettatori, sia a Yoshihara Sensei come ci a confessato più tardi.

Riaccese le luci, Leon Kapp ha cominciato una politura con le prime pietre per rendere visibile la forma dello hamon,  tutti abbiamo potuto vedere la “nascita” di altri due saka chōji in stile Bizen. Il Maestro infatti, benchè sia capace di forgiare in uno splendido stile Sōshū, ha deciso di specializzarsi nella scuola Bizen, a tal punto di essere uno dei primi in grado di ricreare la tecnica dell’utsuri, quell’etereo riflesso dello hamon vicino allo shinogi, che si credeva perduto cinque secoli fa quando un’alluvione nella regione di Bizen uccise tutti i forgiatori in grado di eseguirlo. Se l’utsuri sia presente su una delle due lame non è dato saperlo finché non saranno politi più accuratamente e con pietre più fini, anche se Yoshihara Sensei crede che in uno dei due sia riuscito. Tale processo infatti richiede una precisione nella temperatura alla quale l’acciaio viene portato che fa sì che neanche il forgiatore stesso possa essere sicuro della sua riuscita. Infreddoliti ma soddisfatti abbiamo così concluso la prima giornata.


Il secondo giorno si è tenuta una conferenza sulla nihontō presso la sala principale trecentesca del Museo del Bargello. Anche in questa occasione siamo rimasti tutti, ospiti compresi, affascinati dall’ambiente in cui ci trovavamo, essendo in compagnia del Davide di Donatello e di altre sculture di quest’artista e dei suoi allievi. Finalmente si era riusciti a dare alla Spada Giapponese un giusto contesto nel nostro paese, e anche un’attenzione da parte delle istituzioni, come il discorso introduttivo dell’Assessore dei Beni Culturali di Firenze Dr. Giani ha sottolineato, ricordando fra l’altro il gemellaggio che il capoluogo toscano ha con la città di Kyōto. Successivamente Leon Kapp, con l’aiuto di una proiezione video, ha illustrato tutto il procedimento della creazione di una tōken, a partire dal tatara fino alla lama completa di hamon.

Questo potrebbe suonare come una ripetizione ai frequentatori dei corsi di I.N.T.K., ma Mister Kapp ha tolto molti dubbi a parecchi di noi, soprattutto per quel che riguarda la funzione pratica dello hamon: ci è stato ribadito che nessuna caratteristica della nihontō è meramente estetica, tutto ha un significato finalizzato al taglio, anche i lavori forgiati ai nostri giorni. Gli hataraki (attività presenti nella tempra) e la forma dello hamon stesso servono a rendere queste lame contemporaneamente taglienti, resistenti e ad “ancorare” la parte dura e tagliente a quella morbida e resistente per formare una struttura d’insieme di un’efficacia insuperata fra le armi bianche di tutto il mondo, presenti e passate. Questo fatto è rimasto immutato anche nelle nihontō contemporanee: sebbene queste non vengano più create per fini bellicosi, conservano tutte le caratteristiche di efficienza di quelle antiche. E’ noto che per dimostrare questo Yoshihara Sensei abbia fatto utilizzare una sua lama contro un kabuto di acciaio forgiato. Il risultato è stato una breccia di diversi centimetri che lasciava ben intendere cosa sarebbe successo ad un cranio contenuto in quell’elmo, mentre la lama stessa, a parte qualche graffio, non subì nessun danno strutturale.

Nel pomeriggio la conferenza è continuata dando la possibilità a tutti i presenti di rivolgere domande a Yoshihara Sensei, ed i soci di I.N.T.K. si sono tolti parecchi dubbi facendo domande molto tecniche e specialistiche su diversi argomenti: dalle proprietà fisiche dell’acciaio, alle tecniche ed i materiali necessari per la creazione dei vari tipi di hada, hamonhataraki, ed infine cercando di capire la sensibilità artistica del Maestro. Ciò che ha colpito più di tutto è stata la disponibilità di Yoshindo Yoshihara a rispondere a tutto con dovizia di particolari: fino a pochi anni fa infatti tutto questo era considerato “segreto” e non divulgabile, soprattutto ai “gaijin”. Yoshihara Sensei ha invece dimostrato una grande apertura verso l’occidente, sottolineando come la sensibilità artistica con la quale si apprezzano opere del passato anche del nostro paese, come i capolavori di Donatello presenti in sala, sia la stessa che si ha nello studio della nihontō, rendendo chiunque in tutto il mondo capace di apprezzarla. Per questo è necessario fornire anche ai “gaijin” tali strumenti di comprensione. Inoltre questo atteggiamento deriva dalla sicurezza nel proprio lavoro: è stato chiaro a tutti infatti che, pur possedendo tutte le conoscenze teoriche e i materiali per la forgiatura di una nihontō, sia impossibile realizzarla senza un talento individuale temprato con decine d’anni di lavoro quotidiano sotto la guida di un Maestro Giapponese. Per questo ha sottolineato come sia impossibile arrivare alla competenza necessaria per creare una di queste lame al di fuori del Giappone, d’altronde il nome nihontō stesso spiega questo concetto. In conclusione si può affermare che l’evento si è svolto nel migliore dei modi, il Maestro stesso si è dichiarato così contento della visita da decidere di regalare una delle due lame, dopo che sarà stato polita, firmata e montata in shirasaya, alla Sala d’Armi del Museo del Bargello. La I.N.T.K. è orgogliosa di aver fatto conoscere a Yoshindo Yoshihara l’ospitalità e le bellezze del nostro paese e di avergli mostrato la passione con la quale molti occidentali si approcciano al mondo della nihontō e alle sue creazioni. Speriamo* che questo sia l’inizio di un’amicizia che porti alla realizzazione di altri incontri futuri con il Maestro per far crescere la consapevolezza e la cultura della nihontō nel nostro paese.

*Non è più una speranza, ora è una certezza! (n.d.r.)

Galleria fotografica:

(Foto di Giorgio Movilli e di vari soci I.N.T.K.)

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