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1 NeutralChe riguarda Itten
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cosa intendete per "arti marziali" Ryu Do Jitzu ?
Itten ha risposto a Roberto Peruch alla discussione in Le arti del guerriero
non ho capito, hai fatto una domanda e ti sei risposto? direi che c'è poco da aggiungere. jutsu e do sono termini in realtà intercambiabili, a cui in giappone, si era molto meno legati che da noi. la differenza nell'uso indica differenza nell'approccio, brutalmente: jutsu pratico, do teorico e pratico. ma in realtà sappiamo bene che esistevano scuole di kenjutsu, jujutsu etcc che avevano anche alti insegnamenti morali, atti a far divenire la propria disciplina un percorso di vita. io personalmente non marco molto la differenza. ryu è la corrente, scuola di pensiero, che tramanda un determinato stile di combattimento. poichè credo che il budo sia qualcosa di estremamente unico e personale, vediamo nella stessa ryu praticanti con uno stile quasi opposto, e nessuno dei 2 errato. qualora si volesse palesare la propria differenza, introducendo modifiche sensibili (ma mantenendo pressochè inalterato il curriculum) si parla di ha, ovvero di branca. ovviamente istituire una ha di una ryu richiedeva qualifiche speciali, di solito l'agnognato Menkyo Kaiden (certificato di completa trasmissione). -
un elemento molto importante è anche la fune che tiene nell'altra mano.. con la fune imprigiona i demoni e li attira a se, con la spada li distrugge. la spada come già detto ha la lama dritta e l'elsa di vajira, ma vedo che lo sai già. di mio posso aggiungere solo che il Fudo richiama molto il concetto occidentale di stoicismo.. eretti, inamovibili, sino alla fine..
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ottimo grazie mille.. spero di riuscire a trovare il dvd cmq, cosa nn facilissima suppongo
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dove è possibile reperire questa trillogia? è uscito un dvd in italiano, oppure si trova almeno in inglese?
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Takeda Sokaku portava una lama del tipo della foto! in realtà penso che abbia portato la lama in un normale Koshirae anche dopo il bando, fatto sta che almeno alla fine della sua vita porta una lama proprio come quella.
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che sarebbero i tachi destinati a nobili o guardie imperiali?
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http://www.daimyo-tachi.com/samurai_sword_...eiji_tachi.html
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chiarissimo sandro, come sempre d'altronde! tra l'altro molto utile perchè pensavo che il verbo da cui dervia samurai fosse: "servire"/"prestare servizio"
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grazie Yama, è un piacere vedere il topic in sticky!
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visto che se ne è parlato da poco con l'amico Sandro ho pensato di postare questa breve biografia del Maestro Tesshu. per scriverla la mia linea guida è stata "Lo zen e la spada, vita del maestro guerriero Tesshu" unico testo italiano completamente dedicato a Tesshu, di John Stevens. E in forma molto meno incisiva alcune informazioni prese da diversi siti, tra cui wikipedia. A chi ha collaborato perchè mi arrivassero queste fonti va il mio sincero ringraziamento per aver portato la figura, così schiva, di Tesshu in occidente. Ogni eventuale errore o imprecisione è tuttavia imputabile esclusivamente a me stesso. ps: è possibile che la troviate anche altrove perchè l'ho pubblicata anche in un altro forum di arti marziali.
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Yamaoka Tesshu 山岡鉄舟 Il 10 giugno 1836, nasce a Edo, Tetsutaro della famiglia Ono. Pur non essendo il primogenito il padre lo riconosce come erede in quanto nato dalla sua moglie prediletta. La famiglia Ono, legata allo Shogun, dispone di una rendita di 3500 koku, un entrata piuttosto cospicua che classifica la famiglia come benestante. Il giovane Tetsutaro viene educato secondo l'etica samurai nelle discipline del bujutsu, in particolare nella scherma con spada di Ono ha Itto ryu (i suoi primi rudimenti avvennero in Yagyu Shinkage ryu) e per volere esplicito del padre, al fine di sviluppare Fudoshin (la mente immutabile) anche nello Zen. Di statura possente, con 1 metro e ottanta d'altezza per circa 90 chili di peso, Tetsutaro è naturalmente portato per il Bujutsu. Tuttavia i genitori muoiono relativamente presto, e Tetsu si trova a capo della famiglia, dovendo gestire una cospicua eredità paterna. Per prima cosa sistema tutti i fratelli dando loro parte dell'eredità, una volta libero dai vincoli familiari tenendo per se solo una cifra iniqua si dedica all'addestramento nella scherma presso il Kobukan, e nell'arte della lancia presso la scuola Yamaoka. Qui conosce il maestro Yamaoka Seizan, infallibile lanciere e impeccabile modello morale. Purtroppo il maestro muore poco dopo che Tetsu era entrato nella scuola. Tetsu decide quindi di sposare la giovane sorella di Seizan (di cui era peraltro innamorato) e di continuare la stirpe Yamaoka. La scuola di lancia fu portata avanti da un fratello di Seizan. La devozione al maestro e la pietà filiale di Tesshu erano il perfetto specchio del Bushido, è significativo l'episodio in cui, durante un temporale Tesshu corre alla tomba di Seizan per coprirla con un ombrello e dire parole di conforto al maestro, pare infatti che Seizan temesse il rumore dei tuoni. Tetsu (che a quel tempo si era guadagnato i soprannomi di: il demone Tetsu per l'abilità con la spada, e Tetsu vestito di stracci per il poco riguardo alle apparenze) diviene quindi Yamaoka Tetsu (anni dopo cambierà il suo nome in Tesshu). La costanza e l'impegno che Tesshu mette negli allenamenti è insuperabile, non si riposa mai tra uno scontro e l'altro e non toglie nemmeno il men (la protezione per la testa) fino a che non termina la sessione d'allenamento, si diceva che Tesshu preferisse la scherma al dormire. Tesshu divenne il terrore dei dojo di Edo, ovunque si recasse nessuno poteva tenergli testa, addirittura pare che certe dojo gli vietassero di colpire il kote (la parte dei polsi) dei suoi avversari per evitare fratture. Sembra che una volta con un possente tsuki (colpo di punta) ruppe una tavoletta di pietra. Tesshu iniziò ad essere coinvolto in politica, partecipando ai gruppi di giovani samurai animati da sentimenti nazionalisti, sono gli anni dell'arrivo delle navi nere del commodoro Perry, e le masse di Samurai sognano un Giappone unito contro i barbari, nel 1863 Tesshu era uno dei leader del movimento, schierato con lo shogun. Nel 1867 entrò nella guardia personale dell'ultimo shogun, Tokugawa Yoshinobu. L'anno seguente le truppe di Satsuma spodestarono Yoshinibu in nome di Meiji Tenno. Nella guerra civile che seguì Tesshu ebbe un ruolo di primo piano, sembra che fu lui a negoziare con Saigo Takamori le condizioni di resa, il suo prestigio e le sue grandi qualità diplomatiche e umane gli permisero di trovare un posto nel nuovo governo, nel 1869 fu inviato nelle regioni vessate dalla guerra e seppe risanarle con un instancabile opera. Dopo 2 anni trascorsi in questo modo tornò ad Edo, ora Tokyo, e fu assegnato alla casa reale dove seppe rapidamente guadagnarsi la fiducia del giovane Meiji divenendo suo confidente privato. In questi anni nonostante gli impieghi pubblici, la sua fama di spadaccino era ulteriormente aumentata, avversari sempre più prestigiosi si confrontarono con lui. Nonostante Tesshu li sconfisse tutti, quando aveva 38 anni, in un epico duello con Asari Gimei, conobbe la sconfittà. Tesshu divenne quindi discepolo di Asari (più vecchio di lui di 12 anni) e scoprì quanto duro potesse colpire il maestro, dato che gli allenamenti erano pure più debilitanti del loro primo incontro, Asari sconfiggeva sempre il suo discepolo, e la sua immagine trionfante era tale per Tesshu che arrivò persino a sognarsi Asari che lo umiliava con le shinai. Per risolvere la questione si rifugiò quindi nello zen, gli fu affidato il koan "originariamente nessuna cosa esiste" che risolse dopo anni e anni di zazen, tuttavia ancora Asari gli era superiore e la visione di sconfitta non svaniva. Così consultò Tekisui, abate di Tenryuji che gli affidò un ulteriore koan: "Quando due spade lampeggianti si incontrano non vi è via di scampo. Muoviti con calma, come un fiore di loto che fiorisce nel mezzo di un fuoco ruggente, e con forza, trafiggi i cieli" Tesshu impiegò 3 anni di zazan, ma alla fine ne venne a capo. Il 30 marzo 1880, risolto il koan, la minacciosa visione di Asari trionfante svanì, si presentò dunque al maestro, il quale appena incrociate le spade con l'allievo, senza nemmeno uno scambio di colpi si arrese e disse: "bene, ora sei arrivato". Asari passò a Tesshu l'autorità del Nakanishi-ha Itto ryu e si ritirò dalla scherma. Tesshu fondò quindi il suo stile, il Itto Shoden Muto ryu, "lo stile della non spada secondo la corretta trasmissione di Itto Ittosai" e aprì un dojo, lo Shumpukan. La teoria di Tesshu sulla scherma era che contasse di più il cuore che l'apparenza, non era pignolo sulle posizioni e sulla tecnica pura, bensì era estremamente esigente sul rigore che dovevano avere i suoi allievi. Per i primi 3 anni la pratica consisteva nel uchi-komi, in sostanza una serie infinita di men (colpi alla testa) che i neofiti dovevano praticare senza tregua per essere accettati. Poi iniziava il vero e proprio addestramento. I kata del muto ryu sono gli stessi (o con modifiche limitate) dell'Itto ryu, quello che differiva era l'esistenza di uno speciale metodo d'addestramento voluto da Tesshu, il seigan. Un seigan, termine buddhista che significa "voto", consisteva nel allenarsi 1000 giorni di fila, dopodiché al millesimo giorno sostenere 200 incontri contro altri allievi, l'unica pausa consentita era quella per il pasto, che doveva essere consumato in fretta e in modo frugale, di solito cominciava la mattina presto e si finiva la sera. L'allievo iniziava ad essere stanco mentre gli avversari ruotavano e risultavano sempre freschi e riposati. Era una pratica molto dura, tuttavia non impossibile. Il secondo seigan era sostanzialmente uguale, ma consisteva in 600 incontri distribuiti su 3 giorni consecutivi. Pochissimi praticanti vi riuscirono. Il terzo seigan ai limiti del possibile, consisteva in 1400 incontri distribuiti su 7 giorni consecutivi, pare che oltre a Tesshu vi riuscirono solo 2 allievi. L'illuminazione di Tesshu ebbe un grande riscontro in ogni aspetto della sua vita, in particolar modo oltre alla spada nella calligrafia. Tesshu è uno dei più quotati e apprezzati calligrafi dell'epoca Meiji e dipinse un colossale numero di opere: pare che negli 8 anni in cui si dedicò attivamente allo shodo la sua produzione ammontasse a 1 milione di opere. La maggior parte delle opere di Tesshu è stata realizzata per raccogliere fondi per svariate ragioni: dal restauro di templi zen (con l'avvento dello shintoismo di stato rischiavano di andare in rovina) al sostentamento dei bisognosi occasionali, al mantenimento di tutte le persone di cui Tesshu si prendeva cura (moltissime tra allievi, parenti e amici). La velocità con cui Tesshu dipingeva era pari solo a quella con cui menava fendenti di spada, in un giorno finiva svariati litri di inchiostro con una media di 500 pezzi buoni giornalieri (senza contare quelli venuti male quindi). Un episodio legato allo shodo di Tesshu è molto significativo per comprendere la sua personalità: pare che una volta annunciò di voler copiare l'intero canone buddhista, al che un amico gli disse che era un impresa troppo lunga per qualsiasi uomo. Tesshu ribattè che l'avrebbe copiata sia in corsivo che in stampatello, gli fecero notare che non sarebbe stato possibile in nessun modo, Tesshu disse che invece un modo esisteva, copiare una pagina per volta. L'amico lo guardò come fosse pazzo, al che il maestro disse: "presto lascerò questo sacco di merda(il corpo), e allora prima o poi, da qualche parte, potrò completare la mia opera". Tesshu dipinse sino a pochi giorni prima della morte. Uno dei suoi ultimi dipinti ritrae un meraviglioso Fudo Myoo, che emana un energia incredibile, davvero non si potrebbe dire che è il prodotto di un malato terminale. Sebbene la sua realizzazione fu potente sia nel pennello che nella spada, che nello zen, Tesshu considerava se stesso prima di tutto uno spadaccino. Sostenne un gran numero di duelli e incontri, spesso anche contro avversari armati di spade vere, sebbene lui preferiva affidarsi a spade di legno, probabilmente per non uccidere i suoi avversari. Sebbene nella turbolenta epoca Meiji i duelli mortali e gli scontri erano frequenti, Tesshu fece suo vanto di non aver mai tolto una vita. La filosofia di Tesshu sul Budo era di stampo tradizionalista. Lui si considerava restauratore e non innovatore. Il suo Muto ryu non voleva essere un invenzione (come già detto i kata non differiscono dal classico Itto ryu) ma una restaurazione dei principi della scherma che si stava lentamente spostando verso la dimensione sportiva. Tesshu fu uno dei primi a sostenere il nome di Kendo in luogo di Kenjutsu, su ispirazione del cambiamento apportato da Kano Jigoro da Jujutsu a Judo. Nei suoi documenti leggiamo di particolarmente significativo il suo legame con la tradizione: "…Non ho pasticciato con la tradizione di Itto Ittosai…" e il suo modo di intendere il Budo "…In passato grandi spadaccini del calibro di Bokuden, Miyamoto, Itto, dedicarono la loro vita all'arte della spada cimentandosi in molti duelli mortali. Molti di loro perirono nel farlo. Può sembrare sciocco sprecare così la propria vita, ma per chi decide di intraprendere questo percorso ci si rende conto che è l'unico modo per trovare la verità, la sola fortuna non basta." Yamaoka Tesshu si spense il 19 luglio 1888, assunse la posizione zazen e con aria serena si preparò al trapasso, è l'unica persona nell'epoca Meiji di cui abbiamo notizia aver adottato questa particolare posizione al momento della morte, un tempo molto comune. Il suo poema di morte fu: "indurendo l'addome per il dolore, il grido di un corvo la mattina", questo componimento può sembrare inadatto per un maestro zen, invece per Tesshu, il cui stomaco stava collassando, tutto l'universo era riempito dal grido di un corvo e dal dolore addominale, un impareggiabile esempio di poesia zen che è difficile cogliere tanto bene.
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si, proprio in Gohatto avevo visto quello che cercavo nel kendo. diciamo che leggere di Tesshu e vedere Gohatto ha fatto nascere in me la passione per la scherma giapponese. Quello che però mi sembra di capire, è che almeno in italia, di koryu che seguano questa linea nn ce ne sono. Secondo te sbaglio a considerare il Kendo moderno la cosa + assimilabile quanto detto sopra? PS: la Muto ryu, che mi affascina tantissimo per alcuni pratiche tra cui il seigan, esiste solo in giappone vero? se ho ben inteso dovrebbe esserci un solo dojo (non so se sia lo Shumpukan o cmq il suo diretto discendente) con meno di 20 allievi, sotto il 3 soke della scuola, discendente da Tesshu.
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inanzi tutto grazie della risposta, e della stima che come già espresso contraccambio vivamente. Ti ringrazio molto dell'osservazione sul kendo, come ti dissi qualche mese fa ho iniziato a praticare, ovviamente non faccio ancora jigeiko e quindi per il mio intervento mi ero basato su idee mie. Devo dire anzi, che essendo appassionato di cultura giapponese, ho letto molti libri in cui il kendo praticato in epoca Meiji era effettivamente diverso da quello attuale. Sulla base del Kendo di Yamaoka Tesshu, grande samurai e maestro di fine 1800, ne avevo una percezione diversa dalla realtà. Diciamo anche, che forse a volte uno vede le cose non come sono, ma come vorrebbe che fossero; inutile dire che un kendo "alla Tesshu" pur praticato con shinai mi intriga molto di più di un kendo "moderno-sportivo" (senza nulla togliere a quest'ultimo che come già detto pratico). Sul kenjutsu non volevo assolutamente denigrare, era più che altro una battuta basata su luoghi comuni, anzi credo sia una bellissima arte, certamente molto vicina allo spirito del Bushi (appunto manca completamente la sportivizzazione che lascia l'arte pura). tengo a precisare che il kenjutsu è un arte bellissima, e assolutamente non escludo di avvicinarmici in futuro. potresti illuminarmi su cosa intendi per ko ryu che applicano pratiche + libere?
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Stage Internazionale Di Daito Ryu Aikijujutsu Seifukai E Katori Shinto Ryu
Itten ha risposto a RobyWanKenoby alla discussione in Le arti del guerriero
entro quando bisogna prenotare? xke ho alcuni problemi logistici ma vorrei davvero partecipare. -
non sono abbastanza esperto ne per confermare ne per smentire, ho fatto quell'affermazione in base al buon senso e quello che ho sentito, se è sbagliato ogni correzione è gradita!
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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.
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(proverbio popolare giapponese)