kikaha
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Caro Bardix, rischiamo di tediare chi ci legge,senza passargli nessuna informazione utile per cercare di fargli comprendere lo scopo per cui era nata questa discussione :la differenza tra i due stili di kyudo attuali. .....i tiratori heki non conoscono lo stile heki? Intendevo ovviamente che la maggior parte dei tiratori shomen in Giappone non sa che esiste uno stile heki,perchè al liceo iniziano a tirare shomen e ,se continuano,possono non sapere che esiste un altro stile a meno che non capitino in una università in cui questo stile venga insegnato. Non ho detto e non penso che la ZNKR (come vedi è maiuscolo,e non per questo mi sento presuntuoso,il rispetto lo intendo come ben altra cosa che una lettera minuscola o maiuscola) raccoglie immondizia (anche qui posso dire che mi si mettono in bocca parole non mie). La ZNKR come sappiamo è nata in un momento particolare della storia giapponese,per cui necessariamente ,per far sì che il kyudo non scomparisse in massa,fu attuata quella fusione dei vari stili che ancora esistevano al tempo. Urakami Sensei vi aderì pensando certamente di fare cosa buona ,Inagaki Sensei continuò la sua opera studiando il tiro Heki Toryu,così come avevano fatto i suoi predecessori,senza stravolgere lo spirito e la tecnica tramandate,ma confermando con i suoi studi le esperienze passate. Non mi considero presuntuoso nel sentirmi parte di una scuola antica ,quello che non accetto è che la si voglia far passare per quello che non è. E quì la chiudo. Per chi fosse interessato,stuzzicato forse dalle schermaglie , che come diceva Attila non avranno mai fine ,propongo di leggersi due libri che sono esaustivi riguardo il punto di vista Heki Toryu sul kyudo : " Yumi no Kokorò" di Inagaki Genshiro Sensei e "La via del tiro con l'arco" a cura di Paolo Villa con commento di Mori Toshio Sensei,tutti e due reperibili presso kyudo.it Kikaha
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Una volta in uno stage di Pallanza,molti anni fa,Mori Sensei disse che in Giappone la percentuale dei tiratori heki era del 15% del totale ,di coloro che praticavano kyudo e che parecchi di loro non conoscevano nemmeno l'esistenza dello stile heki ,seppure fosse insegnato in alcune università. Questo spiega la boutade del maestro giapponese secondo cui la differenza tra i due stili è solo formale ,semplicemente non conosceva lo stile heki.......Come d'altronde volerlo spiegare senza praticarlo ,può fare incorrere in irrispettose inesattezze tipo affermare che sia lo stile heki ryu Inagaki ha ,per cui secondo Bardix Inagaki Sensei avrebbe completamente travisato gli insegnamenti ricevuti dal suo Maestro ,fondando uno stile proprio.......Un po pesante da affermare,sopratutto da chi non ha mai praticato heki,o al massimo lo ha fatto secondo gli intendimenti di quel maestro di federazione. Starei molto attento a rimarcare cosa è DO e cosa non lo è secondo la znkr ,perchè è soggetta a mode e quindi molto volubile ,essendo un calderone che accoglie e cerca di uniformare tutto ciò che casca in pentola.
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kikaha ha iniziato a seguire Kyudo, i 2 stili attuali
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Caro Inari ,quì casca l'asino:è indubbio che una certa dose di incompatibilità esista tra i due stili,ma ci sta,sarebbe lungo disquisire tra le differenze fondamentali che li caratterizzano e comunque ognuno resterebbe convinto delle sue idee ed ognuno è libero di praticare come meglio crede;è la forma mentis che fa scegliere uno stile o l'altro. Negli anni è successo parecchie volte,in occasioni delle assemblee nazionali dell'associazione italiana kyudo,di tirare assieme ai cugini di federazione ed è sempre stato interessante e fruttuoso per entrambi praticare assieme senza attriti di nessun genere e nella massima cordialità,ognuno attenendosi al proprio tiro. Il problema non è ,come dici,la convinzioneche gli heki abbiano la verità in tasca ed abbiano una sorta di complesso di superiorità nei confronti del tiro di federazione ,ma esattamente il contrario. Alcuni heki hanno il complesso di inferiorità nei confronti del tiro di federazione;la terza via che tu proponi è semplicemente inconcepibile,stralunata,in una parola ,ibrida e quindi come tutte le cose ibride,assolutamente aliena al kyudo. Affermare che : - basta provare ad alzarsi da seiza in maniera decente,per capire quanto studio corporeo,quanta attenzione,quanta capacità neuro muscolare sia necessaria - : significa che cento volte di più sono necessarie le stesse capacità per poter portare a termine un buon nobiai? Oppure semplicemente che una volta espletata una buona postura ,si sta fermi come semafori e con una tecnica faidatè miri e colpisci? Una simile affermazione fa supporre che non si sia nemmeno odorato cosa sia l'hanarè che intendeva Inagaki sensei e ,prima di essere disturbati da quello che diceva sarebbe meglio cercare di comprendere cosa volesse dire;questa è la base minima che un tiratore heki,o presunto tale,dovrebbe avere. Ripeto,è la forma mentale di ognuno che fa propendere per uno stile o l'altro,ed in base a questo mi auguro che tutti gli ibridi la finiscano di smarronarsi,ed abbiano la decenza di affermare una volta per tutte ,che sì, hanno sbagliato scuola,e vogliono a tutti i costi tirare shomen. Saluti Kikaha
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buon anno a tutti ho conosciuto il vostro interessante sito tramite un amico,che me ne aveva parlato,mi ero iscritto tempo fa ma solo oggi mi sono loggato sul forum,che è una fonte di informazioni incredibile! come tutti gli appassionati di tradizioni giapponesi,penso,anch'io arrivo dalle arti marziali prima judo e poi aikido,la scherma giapponese mi ha sempre affascinato ma alla fine ,visto che non si può fare tutto,il punto di caduta finale è stato il kyudo,che pratico ormai da diversi anni.Sono sicuro che troverò spunti molto interessanti su tutto ciò che riguarda le arti giapponesi.
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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.
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