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Manuel Coden

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  1. Manuel Coden

    presentazione

    Sul banner in alto clicca sul tuo nome, si apre un menù a tendina in cui trovi "my settings" da li puoi impostare la tua data di nascita (my birthday)
  2. Manuel Coden

    Tsuba Ōnin

    Grazie per la condivisione Mauro, una bella aggiunta alla tua collezione
  3. ah si in effetti quello è un altro modo di scrivere hiro, allora allarme rientrato
  4. In effetti la cosa è molto strana, e quella riga rossa dentro il sigillo del oshigata potrebbe far sospettare una falsificazione....
  5. Kanehiro io leggo Comunque non l'avrei mai azzeccata, non sono molto ferrato sulle hizen, specialmente su quelle non suguha. Grazie per la condivisione Livio, è stato interessante
  6. L'aspetto di quel gunome con ko-nie mi fa pensare a
  7. Manuel Coden

    Mi presento

    Benvenuto da un conterraneo
  8. Manuel Coden

    presentazione

    Ci sono delle attività interessanti nella prima lama, merita di essere studiata più approfonditamente, anche se su quel forgiatore ci sono poche info. Per l'altra firma è "Bishu Osafune Tadamitsu" ma le caratteristiche del hamon non ci stanno, fanno pensare ad una lama Mino con quel togari gunome, quindi probabile gimei (firma falsa) Per i kanji si può usare google traduttore se no ci sono anche diversi libri che aiutano al riconoscimento dei kanji, ma serve pratica.
  9. Manuel Coden

    presentazione

    Non saltiamo a conclusioni subito, la firma è quella ma di forgiatori ce ne sono stati tanti senza contare le firme false (anche se in questo caso non essendo un nome importante le probabilità che sia buona aumentano). Solo uno studio della lama può aiutare a stabilire una datazione e una scuola di attribuzione. Per far risaltare l'hamon usa una luce diretta (una lampadina o un faretto vanno bene) e inclina la lama finchè non vedi che la linea del hamon brilla come qui Nel tuo caso visti i graffi potrebbe essere poco visibile, ma si dovrebbe comunque vedere
  10. Manuel Coden

    presentazione

    Se non erro la firma è "Tsuguhiro saku" purtroppo si vede poco e nulla della lama dalle foto, ma dalla forma del codolo potrebbe essere compatibile con questo forgiatore https://nihontoclub.com/smiths/TSU42
  11. Io e Francesco siamo vecchi dentro
  12. Manuel Coden

    Museo d'Arte Orientale - Venezia

    Il Museo di Arte Orientale di Venezia si trova all'interno del palazzo Ca' Pesaro nel sestiere di Santa Croce a Venezia, che ospita anche la Galleria Internazionale d'arte Moderna. Esso contiene una notevolissima collezione di opere d'arte orientale (principalmente giapponesi e cinesi), per un totale di circa 17.000 pezzi, originariamente costituita da circa 30.000 oggetti provenienti da Sumatra, Cina e Giappone. Storia Il museo nasce dalla collezione del Principe Enrico di Borbone, Conte di Bardi, i cui pezzi sono stati raccolti durante i suoi viaggi in Estremo Oriente, in particolare Sumatra, Cina e Giappone tra il 1887 ed il 1889. La collezione, inizialmente allestita presso Palazzo Vendramin Calergi, alla morte del Principe nel 1906 venne acquisita da un antiquario viennese e, dopo varie vicissitudini, venne ceduta dall'Austria allo Stato Italiano come risarcimento dei danni per la prima guerra mondiale. Il museo Il palazzo Ca' Pesaro stesso è uno dei più importanti di Venezia per la sua mole, per la sua qualità decorativa e per la sua imponenza: le allegorie dei soffitti sono realizzate da Giambattista Pittoni, la facciata principale in stile barocco, impreziosita da bassorilievi e statue dalla forte connotazione plastica e capaci di creare importanti chiaroscuri, lo rende unico. Il pianterreno ha una decorazione a bugnato a diamante, molto sporgente, che circonda un doppio portale ad acqua. I piani nobili sono caratterizzati dalla presenza di sette archi a tutto sesto pesantemente decorati, separati da colonne sporgenti che si raddoppiano in corrispondenza dei muri portanti. La collezione annovera tra i suoi pezzi una portantina per dama e un vastissimo numero di lacche giapponesi del periodo Edo (1603-1868). Moltissime le armi, tra cui molte lame giapponesi racchiuse nei loro foderi originali. La raccolta prosegue con i pannelli dipinti del "mondo fluttuante", abiti ricamati e molti strumenti musicali tradizionali giapponesi. Una sala è dedicata alle giade e alle porcellane artistiche; un'altra al teatro d'ombre indonesiano, ai pugnali kriss ed ai tessuti batik. Da notare che i pezzi esposti sono solo una parte della enorme collezione a disposizione del museo. Per quanto riguarda il mondo della nihontō salendo le scale ai lati delle stesse si trovano decine di naginata e yari montate in koshirae, sul pianerottolo ad intermezzo delle due rampe sono custoditi in due teche 6 yoroi del periodo tardo Edo. Salite le scale si possono ammirare numerose teche nelle quali si possono vedere decine di koshirae (a quanto pare ognuno dei quali contiene una lama), tutti o quasi di ottima qualità e risalenti al periodo Edo. Per quanto riguardo le lame visibili è presente una teca che contiene 15 lame che vennero polite in Giappone, pare da Nagayama sensei, a fine anni '70, ma che a causa della scarsa manutenzione ora presentano nella maggior parte opacità ed ossidazioni, che unite alla scarsa illuminazione rendono difficoltoso l'apprezzamento delle stesse. L'amministrazione del museo, grazie anche alla nuova curatrice, la dottoressa Marta Boscolo, sta creando svariati eventi legati agli oggetti custoditi, in particolare uno ha visto I.N.T.K. come protagonista. Martedì 4 Ottobre 2016 si è svolta la conferenza “Tōken: L’arte della spada giapponese, Ko kaji no togishi, la politura, aspetti tecnici”, organizzata da I.N.T.K. ed esposta dal nostro segretario Massimo Rossi, di cui trovate l'articolo sul nostro sito. http://www.intk-token.it/ko-kaji-no-togishi-la-politura-aspetti-tecnici-4-ottobre-2016-museo-darte-orientale-ca-pesaro-di-venezia/ L'evento sembra aver dato inizio ad una futura collaborazione tra I.N.T.K. ed il museo, il che fa ben sperare per gli appassionati della nihontō. Per maggiori informazioni sul museo e le sue attività visitate il sito http://capesaro.visitmuve.it/ A seguire alcune foto della collezione. Non è attualmente presente alcuna pubblicazione sulla sezione giapponese.
  13. ci sarà occasione di vederla ad un kantei, comunque viste le dimensioni è più facile vedere in foto che in mano
  14. Forse così si capisce che non è un kirikomi
  15. L'ha-machi è completamente sparito mentre il mune-machi ha circa 1mm di scalino, forse erano entrambi relativamente bassi in origine, visto anche che ha perso circa 1mm di kasane a giudicare dal nakago
  16. questi sono solo esempi schematici, ovviamente non possono essere presi per quello che effettivamente avviene in una lama lavorata a mano, dalla sezione si vede un'anima morbida racchiusa totalmente all'interno della lama, il nome del kitae ha poca importanza ma se proprio bisogna darne uno sarebbe makuri kitae
  17. la lama aveva un sottile strato uniforme di ruggine che non ha alterato le geometrie, inoltre nel punto specifico non c'era nessun segno di ruggine perchè esiste solo il kobuse kitae?
  18. Questi sono tutti kirikomi, il taglio è netto, diversamente dal pezzo in mano mia.
  19. il bordo della parte danneggiata non è regolare, non sembra dovuto ad un impatto
  20. nella sezione immagino tu mi chieda, quella è probabilmente è solo una sbavatura dovuta all'acidatura, infatti nelle viste laterali l'hamon è scuro fino al tagliente
  21. si solitamente è così, ma può anche essere la diversa composizione del acciaio
  22. spero si capisca meglio dalle foto seguenti

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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