Vai al contenuto
G1an083

Kendo: alcune riflessioni

Messaggi consigliati

20 ore fa, G.Luca Venier ha scritto:

L’uso del bokken è antico ma sarebbe un errore considerarlo solo un attrezzo da allenamento. Evidentemente, nei “bei tempi andati”, simulavano troppo bene e, col bokken, gli incidenti gravi (e anche fatali) erano parte del percorso marziale. L’introduzione di shinai e protezioni ha reso l’allenamento finalmente sicuro anche per chi non pretende di vivere “con la mania della morte” (cit.). Tuttavia non è corretto pensare che, senza protezioni e a tutta forza, la shinai produca solo due lividi. Quelli li può procurare (a parte la testa, i polsi e parte del torso) anche con le protezioni !
Se vedi una persona con lividi rotondi rosso/violacei sul collo i casi sono due: o gli hanno fatto dei succhiotti o è praticante di Kendo. Provare per credere. 
Pensa ai praticanti con partner geloso....

domanda da nabbo... un po' derivante anche dalle esperienze e dagli insegnamenti avuti con le competizioni in radiocomando 1/5... ma le protezioni in kendo paradossalmente non danno un senso di sicurezza di troppo e nell'1 vs 1 e magari si è più avventati magari sapendo che sei protetto?
Mi spiego... quando ero nel mondo delle competizioni del radiomodellismo 1/5, un mio amico, nonché campione italiano e europeo, mi insegnò a pilotare le auto 1/5 e a far le curve, staccandomi i freni dall'auto, questo perché a detta sua il freno mi faceva puntualmente arrivare lungo in staccata perché osavo di più confidando nei freni... non so se mi sono spiegato...

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti
45 minuti fa, G1an083 ha scritto:

domanda da nabbo... un po' derivante anche dalle esperienze e dagli insegnamenti avuti con le competizioni in radiocomando 1/5... ma le protezioni in kendo paradossalmente non danno un senso di sicurezza di troppo e nell'1 vs 1 e magari si è più avventati magari sapendo che sei protetto?
Mi spiego... quando ero nel mondo delle competizioni del radiomodellismo 1/5, un mio amico, nonché campione italiano e europeo, mi insegnò a pilotare le auto 1/5 e a far le curve, staccandomi i freni dall'auto, questo perché a detta sua il freno mi faceva puntualmente arrivare lungo in staccata perché osavo di più confidando nei freni... non so se mi sono spiegato...

La domanda è molto pertinente.

Tieni presente che il principio cardine del Kendo è: “l’unica difesa è l’attacco”.
Si impara dunque l’arte di attaccare sempre, attaccare andando indietro, attaccare quando l’avversario attacca, trovare ferocemente una breccia nella guardia dell’avversario, essere pronti all’attacco anche quando l’avversario è stato colpito e probabilmente “morto”.

Questo spirito, unito al fatto che non ci si fa male, può fare venire meno un certo “istinto di conservazione”. Tuttavia i grandi maestri del passato ci hanno ripetuto più volte che, nell’arte della spada, l’istinto di conservazione va abbandonato poichè, in quelle frazioni di secondo, ogni esitazione sulla propria incolumità fa imboccare proprio la strada che la infrange. Quindi è “corretto” che, con la spada/shinai in mano, si vada “spensierati” incontro al destino 🙂

Se quello che cerchi è anche una certa competenza nel “proteggerti” senza necessariamente saltare alla gola del tuo avversario, allora il consiglio è di integrare il percorso con una disciplina come la boxe, che lo insegna perfettamente.
 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti
6 minuti fa, G.Luca Venier ha scritto:

La domanda è molto pertinente.

Tieni presente che il principio cardine del Kendo è: “l’unica difesa è l’attacco”.
Si impara dunque l’arte di attaccare sempre, attaccare andando indietro, attaccare quando l’avversario attacca, trovare ferocemente una breccia nella guardia dell’avversario, essere pronti all’attacco anche quando l’avversario è stato colpito e probabilmente “morto”.

Questo spirito, unito al fatto che non ci si fa male, può fare venire meno un certo “istinto di conservazione”. Tuttavia i grandi maestri del passato ci hanno ripetuto più volte che, nell’arte della spada, l’istinto di conservazione va abbandonato poichè, in quelle frazioni di secondo, ogni esitazione sulla propria incolumità fa imboccare proprio la strada che la infrange. Quindi è “corretto” che, con la spada/shinai in mano, si vada “spensierati” incontro al destino 🙂

Se quello che cerchi è anche una certa competenza nel “proteggerti” senza necessariamente saltare alla gola del tuo avversario, allora il consiglio è di integrare il percorso con una disciplina come la boxe, che lo insegna perfettamente.
 

Grazie G.Luca

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

(perdonate per la mia lenta risposta.. )

.. caro G1an0 colto nel segno. Come ha sottolineato GLuca, che di kendō se ne intende, il bōgu/kendōgu, la csd. armatura serve proprio per colpire con meno controllo.

Il pivello, ma immagino anche un esperto vs un più-esperto prende delle mazzate niente male, anche se quelle 4striscie di bambù chiamate shinai appaiono quasi inoffensive.
I colpi che ricorderai maggiormente sono quelle sui "kote" (mano-polso-1/2avambraccio) e generalmente alle prime armi t'emozioni e mediti "vendetta".. concentrato e pronto ad aumentare attenzione e forza., il risultato, come t'ha ben spiegato GLuca, sono una serie di "ponfi rossastri" sparsi tra tronco e collo, oltre alla testa che risuona e fischietta per diversi quarti d'ora.

Il kendo, se non sbaglio, codificato nei primi anni del '900, deriva da antiche pratiche (più realistiche) e nasce proprio per avere una "visione della via" a 360 gradi.. arrivando all'utilizzo della "lama" e al jigeiko (che se non ricordo male si riferisce all'applicazione pratica dei waza, ovvero le tecniche apprese portando vari colpi).. ma sicuramente Gluca o altri adepti ti sapranno spiegare meglio.
Quello che ricordo della mia piccola esperienza è che la mia insegnante ripeteva sempre.. «non cercare di vincere, apprendi la tecnica e nessuno ti colpirà senza motivo, se riceverai molti colpi sarà solo per mostrarti la tua debolezza».
La tipina, veramente esile e minuta, insegnava latino ed era una persona veramente mite.. salvo incontrare la spocchia.. (lì ti sembrava di stare difronte ad un drago che sembrava immobile.. sembrava immobile.)

(.. e perdonate se mi sono sbilanciato andando molto in off..)

Tornando in tema mi verrebbe da pensare alle famose "dotanuki".. io credo che dipenda dall'uomo e dalla sua tecnica, più che dall'attrezzo (Bennosuke quasi trentenne disse.)
qua l'intervento .. La scuola Dotanuki: alcune riflessioni - Nihon Tōken - INTK Forum (intk-token.it)

Modificato: da betadine
risposta da bradipo

Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Ad ogni modo, per ampliare un po’ il discorso (e magari incentivare qualche riflessione), i colpi subiti nel Kendo non fanno male fisicamente (anche se le orecchie “fischiano”, come giustamente dice beta..) ma colpiscono...il cuore. 
Il che, a volte, fa anche più male.

Permettetemi di spiegare con un paio di esempi.

Il primo è un aneddoto che ci raccontarono in Giappone, negli anni ‘90. Si tratta della storia di un praticante giapponese che, al tempo, doveva essere già oltre i 50 anni ma che, da giovane, era un fortissimo kendoka. Si narra avesse una caratteristica fisica peculiare: un’altezza notevole, più di 1.80 (mi par di ricordare 1.83..). Per i giapponesi, un gigante. Grazie a questa dote naturale, oltre ad un ottimo allenamento, era davvero molto forte nei tornei. Però una volta il suo maestro gli disse:”Non puoi pensare di vincere ogni incontro ma, dato che sei così alto, nessuno mai dovrà riuscire a colpirti alla testa”. 
Facendo tesoro di questa raccomandazione, continuò a praticare ancora più determinato e a far bene nei tornei finché, un dannatissimo giorno, prese un men (colpo alla testa) durante una competizione.
Gli incontri di Kendo sono al meglio dei tre punti e i tre bersagli “testa/polso/torace” valgono uguale, quindi subire un colpo alla testa non significa perdere sul momento. Non è dato sapere come andò a finire quel combattimento ma si sa che lui, dopo quel men, non partecipò più ad alcun torneo e, poco dopo, interruppe la pratica. Spiegò che, dentro di sè, quel men lo aveva “ucciso”. 

Naturalmente questo è un caso limite ed emblematico, può anche darsi fosse una specie di parabola che i maestri raccontavano ai novizi, ma può dare un’idea di ciò cui accennavo sopra.

Un altro esempio, che invece si verifica costantemente, riguarda il jigeiko coi maestri. Il jigeiko è un combattimento dove non si contano i punti, ma è comunque “serio”, che si fa ad ogni sessione di allenamento. Generalmente, soprattutto se il dojo non è molto grande, il maestro fa una sessione di jigeiko con ogni allievo, a rotazione. È interessante notare come il maestro abbia cura di essere sempre il primo a entrare con un colpo valido. Il che, a seconda del livello dell’allievo, avviene di solito nel giro di qualche istante. Dopo questo “primo colpo” il maestro potrà anche invitare l’allievo a entrare aprendo la guardia, o addirittura “distrarsi” e subire un colpo imprevisto. Ma mai il primo colpo. Questo perché effettivamente, in un ipotetico scontro con la spada, il primo colpo che entra è quello decisivo. 

Quindi è vero che, soprattutto il principiante, accetta a cuor leggero di venir colpito a destra e a manca e si lancia avventatamente, dato che non ci si fa male. Però, ad un certo punto, l’essere colpiti “brucia” comunque, perché si intuisce un aspetto cruciale: si tratta di una sconfitta “dello spirito”. Vien da se che si fa di tutto per evitarla, anche se si è ben protetti dal bogu. 

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Caro beta, i kote del principiante (ma spesso anche i men) sono terribili da subire !
Ma, del resto, ci vuole un po’ per capire che la shinai non è un bastone....

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Grazie GLuca per i tuoi incoraggiamenti ed approfondimenti .. :arigatou:

(.....ahahaha, ma è la mia storia, sopra i 50, 182.. avevo vent'anni., non immaginavo che si raccontasse anche in Giappone!! Bruciare bruciava.. abbandonai prima della fine dell'anno accademico romano.. continuai col karate, ma cambiai arma :2pistole:))


Sii immobile come una montagna ...
ma non trattare le cose importanti troppo seriamente.

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti
1 ora fa, betadine ha scritto:

 

(.....ahahaha, ma è la mia storia, sopra i 50, 182.. avevo vent'anni., non immaginavo che si raccontasse anche in Giappone!! 

Eh, il mondo è piccolo ! 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

ok allora mi sa che devo passare prima per il kendo e poi per lo iaido..

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Si prega di accettare i Termini di utilizzo e la Politica sulla Privacy