G1an083 0 · Inserito: 24 febbraio 2022 20 ore fa, G.Luca Venier ha scritto: L’uso del bokken è antico ma sarebbe un errore considerarlo solo un attrezzo da allenamento. Evidentemente, nei “bei tempi andati”, simulavano troppo bene e, col bokken, gli incidenti gravi (e anche fatali) erano parte del percorso marziale. L’introduzione di shinai e protezioni ha reso l’allenamento finalmente sicuro anche per chi non pretende di vivere “con la mania della morte” (cit.). Tuttavia non è corretto pensare che, senza protezioni e a tutta forza, la shinai produca solo due lividi. Quelli li può procurare (a parte la testa, i polsi e parte del torso) anche con le protezioni ! Se vedi una persona con lividi rotondi rosso/violacei sul collo i casi sono due: o gli hanno fatto dei succhiotti o è praticante di Kendo. Provare per credere. Pensa ai praticanti con partner geloso.... domanda da nabbo... un po' derivante anche dalle esperienze e dagli insegnamenti avuti con le competizioni in radiocomando 1/5... ma le protezioni in kendo paradossalmente non danno un senso di sicurezza di troppo e nell'1 vs 1 e magari si è più avventati magari sapendo che sei protetto? Mi spiego... quando ero nel mondo delle competizioni del radiomodellismo 1/5, un mio amico, nonché campione italiano e europeo, mi insegnò a pilotare le auto 1/5 e a far le curve, staccandomi i freni dall'auto, questo perché a detta sua il freno mi faceva puntualmente arrivare lungo in staccata perché osavo di più confidando nei freni... non so se mi sono spiegato... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G.Luca Venier 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 45 minuti fa, G1an083 ha scritto: domanda da nabbo... un po' derivante anche dalle esperienze e dagli insegnamenti avuti con le competizioni in radiocomando 1/5... ma le protezioni in kendo paradossalmente non danno un senso di sicurezza di troppo e nell'1 vs 1 e magari si è più avventati magari sapendo che sei protetto? Mi spiego... quando ero nel mondo delle competizioni del radiomodellismo 1/5, un mio amico, nonché campione italiano e europeo, mi insegnò a pilotare le auto 1/5 e a far le curve, staccandomi i freni dall'auto, questo perché a detta sua il freno mi faceva puntualmente arrivare lungo in staccata perché osavo di più confidando nei freni... non so se mi sono spiegato... La domanda è molto pertinente. Tieni presente che il principio cardine del Kendo è: “l’unica difesa è l’attacco”. Si impara dunque l’arte di attaccare sempre, attaccare andando indietro, attaccare quando l’avversario attacca, trovare ferocemente una breccia nella guardia dell’avversario, essere pronti all’attacco anche quando l’avversario è stato colpito e probabilmente “morto”. Questo spirito, unito al fatto che non ci si fa male, può fare venire meno un certo “istinto di conservazione”. Tuttavia i grandi maestri del passato ci hanno ripetuto più volte che, nell’arte della spada, l’istinto di conservazione va abbandonato poichè, in quelle frazioni di secondo, ogni esitazione sulla propria incolumità fa imboccare proprio la strada che la infrange. Quindi è “corretto” che, con la spada/shinai in mano, si vada “spensierati” incontro al destino 🙂 Se quello che cerchi è anche una certa competenza nel “proteggerti” senza necessariamente saltare alla gola del tuo avversario, allora il consiglio è di integrare il percorso con una disciplina come la boxe, che lo insegna perfettamente. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G1an083 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 6 minuti fa, G.Luca Venier ha scritto: La domanda è molto pertinente. Tieni presente che il principio cardine del Kendo è: “l’unica difesa è l’attacco”. Si impara dunque l’arte di attaccare sempre, attaccare andando indietro, attaccare quando l’avversario attacca, trovare ferocemente una breccia nella guardia dell’avversario, essere pronti all’attacco anche quando l’avversario è stato colpito e probabilmente “morto”. Questo spirito, unito al fatto che non ci si fa male, può fare venire meno un certo “istinto di conservazione”. Tuttavia i grandi maestri del passato ci hanno ripetuto più volte che, nell’arte della spada, l’istinto di conservazione va abbandonato poichè, in quelle frazioni di secondo, ogni esitazione sulla propria incolumità fa imboccare proprio la strada che la infrange. Quindi è “corretto” che, con la spada/shinai in mano, si vada “spensierati” incontro al destino 🙂 Se quello che cerchi è anche una certa competenza nel “proteggerti” senza necessariamente saltare alla gola del tuo avversario, allora il consiglio è di integrare il percorso con una disciplina come la boxe, che lo insegna perfettamente. Grazie G.Luca Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G.Luca Venier 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 Ben lieto di esserti in qualche modo utile 🙂 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
betadine 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 (modificato) (perdonate per la mia lenta risposta.. ) .. caro G1an0 colto nel segno. Come ha sottolineato GLuca, che di kendō se ne intende, il bōgu/kendōgu, la csd. armatura serve proprio per colpire con meno controllo. Il pivello, ma immagino anche un esperto vs un più-esperto prende delle mazzate niente male, anche se quelle 4striscie di bambù chiamate shinai appaiono quasi inoffensive. I colpi che ricorderai maggiormente sono quelle sui "kote" (mano-polso-1/2avambraccio) e generalmente alle prime armi t'emozioni e mediti "vendetta".. concentrato e pronto ad aumentare attenzione e forza., il risultato, come t'ha ben spiegato GLuca, sono una serie di "ponfi rossastri" sparsi tra tronco e collo, oltre alla testa che risuona e fischietta per diversi quarti d'ora. Il kendo, se non sbaglio, codificato nei primi anni del '900, deriva da antiche pratiche (più realistiche) e nasce proprio per avere una "visione della via" a 360 gradi.. arrivando all'utilizzo della "lama" e al jigeiko (che se non ricordo male si riferisce all'applicazione pratica dei waza, ovvero le tecniche apprese portando vari colpi).. ma sicuramente Gluca o altri adepti ti sapranno spiegare meglio. Quello che ricordo della mia piccola esperienza è che la mia insegnante ripeteva sempre.. «non cercare di vincere, apprendi la tecnica e nessuno ti colpirà senza motivo, se riceverai molti colpi sarà solo per mostrarti la tua debolezza». La tipina, veramente esile e minuta, insegnava latino ed era una persona veramente mite.. salvo incontrare la spocchia.. (lì ti sembrava di stare difronte ad un drago che sembrava immobile.. sembrava immobile.) (.. e perdonate se mi sono sbilanciato andando molto in off..) Tornando in tema mi verrebbe da pensare alle famose "dotanuki".. io credo che dipenda dall'uomo e dalla sua tecnica, più che dall'attrezzo (Bennosuke quasi trentenne disse.)qua l'intervento .. La scuola Dotanuki: alcune riflessioni - Nihon Tōken - INTK Forum (intk-token.it) Modificato: 24 febbraio 2022 da betadine risposta da bradipo Sii immobile come una montagna ...ma non trattare le cose importanti troppo seriamente. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G.Luca Venier 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 Ad ogni modo, per ampliare un po’ il discorso (e magari incentivare qualche riflessione), i colpi subiti nel Kendo non fanno male fisicamente (anche se le orecchie “fischiano”, come giustamente dice beta..) ma colpiscono...il cuore. Il che, a volte, fa anche più male. Permettetemi di spiegare con un paio di esempi. Il primo è un aneddoto che ci raccontarono in Giappone, negli anni ‘90. Si tratta della storia di un praticante giapponese che, al tempo, doveva essere già oltre i 50 anni ma che, da giovane, era un fortissimo kendoka. Si narra avesse una caratteristica fisica peculiare: un’altezza notevole, più di 1.80 (mi par di ricordare 1.83..). Per i giapponesi, un gigante. Grazie a questa dote naturale, oltre ad un ottimo allenamento, era davvero molto forte nei tornei. Però una volta il suo maestro gli disse:”Non puoi pensare di vincere ogni incontro ma, dato che sei così alto, nessuno mai dovrà riuscire a colpirti alla testa”. Facendo tesoro di questa raccomandazione, continuò a praticare ancora più determinato e a far bene nei tornei finché, un dannatissimo giorno, prese un men (colpo alla testa) durante una competizione. Gli incontri di Kendo sono al meglio dei tre punti e i tre bersagli “testa/polso/torace” valgono uguale, quindi subire un colpo alla testa non significa perdere sul momento. Non è dato sapere come andò a finire quel combattimento ma si sa che lui, dopo quel men, non partecipò più ad alcun torneo e, poco dopo, interruppe la pratica. Spiegò che, dentro di sè, quel men lo aveva “ucciso”. Naturalmente questo è un caso limite ed emblematico, può anche darsi fosse una specie di parabola che i maestri raccontavano ai novizi, ma può dare un’idea di ciò cui accennavo sopra. Un altro esempio, che invece si verifica costantemente, riguarda il jigeiko coi maestri. Il jigeiko è un combattimento dove non si contano i punti, ma è comunque “serio”, che si fa ad ogni sessione di allenamento. Generalmente, soprattutto se il dojo non è molto grande, il maestro fa una sessione di jigeiko con ogni allievo, a rotazione. È interessante notare come il maestro abbia cura di essere sempre il primo a entrare con un colpo valido. Il che, a seconda del livello dell’allievo, avviene di solito nel giro di qualche istante. Dopo questo “primo colpo” il maestro potrà anche invitare l’allievo a entrare aprendo la guardia, o addirittura “distrarsi” e subire un colpo imprevisto. Ma mai il primo colpo. Questo perché effettivamente, in un ipotetico scontro con la spada, il primo colpo che entra è quello decisivo. Quindi è vero che, soprattutto il principiante, accetta a cuor leggero di venir colpito a destra e a manca e si lancia avventatamente, dato che non ci si fa male. Però, ad un certo punto, l’essere colpiti “brucia” comunque, perché si intuisce un aspetto cruciale: si tratta di una sconfitta “dello spirito”. Vien da se che si fa di tutto per evitarla, anche se si è ben protetti dal bogu. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G.Luca Venier 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 Caro beta, i kote del principiante (ma spesso anche i men) sono terribili da subire ! Ma, del resto, ci vuole un po’ per capire che la shinai non è un bastone.... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
betadine 0 · Inserita: 24 febbraio 2022 Grazie GLuca per i tuoi incoraggiamenti ed approfondimenti .. (.....ahahaha, ma è la mia storia, sopra i 50, 182.. avevo vent'anni., non immaginavo che si raccontasse anche in Giappone!! Bruciare bruciava.. abbandonai prima della fine dell'anno accademico romano.. continuai col karate, ma cambiai arma )) Sii immobile come una montagna ...ma non trattare le cose importanti troppo seriamente. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G.Luca Venier 0 · Inserita: 25 febbraio 2022 1 ora fa, betadine ha scritto: (.....ahahaha, ma è la mia storia, sopra i 50, 182.. avevo vent'anni., non immaginavo che si raccontasse anche in Giappone!! Eh, il mondo è piccolo ! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G1an083 0 · Inserita: 25 febbraio 2022 ok allora mi sa che devo passare prima per il kendo e poi per lo iaido.. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti