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Giuseppe Piva

Standard Per Gli Shinsa Nbthk

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Queste sono le definizioni appena edite dalla NBTHK per ottenere le certificazioni.

[Traduzione del sottoscritto; dall'inglese]

Spero di fare cosa gradita... :laugh:

 

Hozon Token

 

1) Possono ricevere una certificazione Hozon le lame Edo, o precedenti, con mei originale, oppure lame mumei per le quali si può identificare l'epoca, il kuni o il gruppo.

 

2) Le lame che soddisfano i criteri suddetti possono ottenere una certificazione Hozon anche se sono leggermente stanche o hanno dei kizu, sempre che questi ne rendano possibile l'apprezzamento.

 

3) Per le lame zaimei Nambokucho, e precedenti, di fabbri famosi, la ritempra è ammessa se la lama ha un valore come "documento storico", e se jiha e nakago sono sufficentemente ben conservati. Questo deve comunque essere documentato.

 

4) Sono ammessi restauri sullo jiha, a meno che non inficino in maniera significativa la bellezza della lama.

 

5) Lame eseguite nei periodi Meiji e Taisho, e quelle di fabbri morti recentemente, possono ottenere una certificazione Hozon solo quando la lama sia ben fatta, zaimei e abbia un ubu-nakago.

 

6) Le lame sono messe "in riserva" se non è possibile prendere facilmente una decisione riguardo l'autenticità della mei. Lo stesso si applica per lame mumei per le quali un'attribuzione sia difficile da fare.

 

7) Lame con hagiri non possono ottenere una certificazione Hozon.

 

Tokubetsu Hozon Token

 

1) Possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon lame con certificati Tokubetsu Kicho, Koshu Tokubetsu Kicho o Hozon con buona qualità e stato di conservazione, con le seguenti eccezioni:

 

a. Lame sia zaimei che mumei non possono ottenere una certificazione Tokubetsu Hozon se sono significativamente stanche, hanno kizu o riparazioni che ne inficiano la bellezza.

 

b. La me ritemprate non possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon a meno che non siano fatte da fabbri famosi e il loro valore sia estremamente importante come "documento storico".

 

c. Opere del periodo Edo di fabbri meno importanti con qualità media o bassa non possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon.

 

d. Come regola, non possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon lame mumei dei periodi Muromachi e Edo. Comunque, se una lama mostra buona qualità, è attribuibile a un fabbro famoso, ha ubu-nakago e buona conservazione, può ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon.

 

e. Lame Edo con mei persa in un suriage non possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon.

 

f. Lame con hagiri non possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon.

 

* Tra le lame che hanno ottenuto una certificazione Hozon come al punto 5, quelle considerabili della migliore produzione del fabbro possono ricevere una certificazione Tokubetsu Hozon.

 

 

Juyo Token

 

1) Possono ricevere una certificazione Juyo Token lame eseguite nei periodi da Heian a Edo, con certificazioni Tokubetsu Kicho, Koshu Tokubetsu Kicho, Hozon o Tokubetsu Hozon, di qualità e conseervazione estremamente alti, e giudicati quasi come Juyo Bijutsuhin.

 

2) Lame che soddisfano i precedenti criteri eseguite prima o durante il periodo Nanbokucho possono ricevere una certificazione Juyo Token anche se sono mumei. Lame eseguite nei periodi Muromachi e Edo, come regola, devono essere ubu e zaimei per ottenere una certificazione Juyo Token.

 

Tokubetsu Juyo Token

 

Tra le Juyo Token, quelle di qualità eccellente e superiori condizioni di conservazione, giudicate come i migliori Juyo Bijutsuhin, o ipotizzabili equivalenti come valore al Juyo Bunkazai, possono ricevere una certificazione Tokubetsu Juyo Token.


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Giuseppe Piva
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una domanda forse un pò al limite: e le lame di Yamaura Kiyomaro firmate Kotetsu in quale schema potrebbero rientrare?


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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Non so. Questo dipende dalla NBTHK. Nel senso che potrebbe considerarle gimei o zaimei firmate con uno pseudonimo...


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Giuseppe Piva
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una domanda forse un pò al limite: e le lame di Yamaura Kiyomaro firmate Kotetsu in quale schema potrebbero rientrare?

 

Grazie per l'articolo Giuseppe... :arigatou:

Ovviamente questi sono gli standard tratti dal bollettino N.B.T.H.K. di Marzo 2006,prima i prerequisiti (stando agli standard degli anni 80') erano differenti e poteva capitare che anche una lama in politura non proprio idilliaca potesse passare lo Shinsa comunque.

C'è da dire anche che annualmente pur rispondendo a tutte le caratteristiche circa più del 40% delle migliori lame in circolazione non riescono a passare lo shinsa,queto perchè la domanda di origami è nettamente aumentata rispetto al passato.

Quando una lama viene unanimemante riconosciuta da esperti come gimei è pratica comune,anche se decisamente poco etica, far rimuovere il mei fittizzio e prima di sottoporla allo Shinsa.


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Anche adesso si può sottoporre a shinsa una lama con politura non idilliaca: l'importante è che un buo occhio, come quello dei giudici, possa vederne le qualità. Una politura è sempre un intervento invasivo, quindi non bisogna abusarne.

Viceversa, dal mio punto di vista, la rimozione di una gimei restituisce dignità ad una lama e quindi è da considerare eticamente corretta.


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Giuseppe Piva
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Per lama in politura poco idilliaca intendevo una lama che versasse in condizioni indecenti con macchie di ossidazioni ovunque che ne inficiassero la lettura.

Se una lama viene riconosciuta come gi-mei non vedo perchè il proprietario debba accollarsi il diritto di manomettere in modo irreversibile il Nakago solo per ricevere un origami e rivendere magari la lama ad un prezzo maggiorato.Rimuovere il mei è un operazione abbastanza facile da effettuare (come l'umegane del resto) e una volta operata si può comunque riossidare il nakago.

Posso capire anche un'ipotetica quanto inutile soddisfazione personale e magari anche un tornaconto economico da parte del proprietario ma non vedo con quale criterio si debba occultare la storia di una spada solo perchè questa è Gi-mei;

se una lama è gimei è essenzialmente perchè uno spadaio ,magari che versava in condizioni miserevoli,ha creato un'opera esclusivamente per lucrare ma se si rimuove un mei fittizzio per lucrare che dignità ci guadagnerebbe la lama?.

Hai mai sottoposto o fatto sottoporre una lama ad uno Shinsa?

Hai mai fatto rimuovere un "Gi-Mei".

Modificato: da shimitsu masatsune

La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

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Si. Volevo polirla, ma l'agente/togishi mi ha detto che non era necessario e che tutte le qualità della lama si potevano apprezzare anche nello stato in cui era (circa 100 anni senza essere polita)

 

Si. Lavoro semplice e indolore.

 

Le gimei sono state spesso aggiunte da mercanti per alzare il prezzo e non da spadai in condizioni miserevoli (il che tra l'altro avrebbe voluto dire che lavoravano male...).

Dal mio punto di vista, che sottolineo essere personale sebbene approvato nei fatti dalla nbthk, è da considerare una violazione l'apporre firme apocrife e non il toglierle. Il valore aumenta non perchè faccio un trucco alla lama, ma perchè tolgo un difetto che qualcun'altro ha causato.

Per conto mio una firma falsa fa parte della storia di una spada come un buco nel pavimento fa partre della storia di casa mia. Poi, per carità, sono tutti punti di vista!!!

Modificato: da Giuseppe Piva

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Dunque vi dico la mia. Kiyomaro per buona parte della carriera ha firmato le sue opere con dei mumei, questi mumei fanno effettivamente parte della storia della lama, quindi sotto un certo punto di vista anche il mumei può essere apprezzato. Del resto capisco Giuseppe che dice , "per quale motivo tenere ina firma falsa se ho la possibilità di eliminarla in maniera indolore?"

L'ossidazione artificiale del nakago è secondo me una cosa non facilissima, quando la mei è incisa in profondità occorre asportare molto materiale, inoltre per riossidare si utilizzano solventi, acidi e prodotti vari che simulano un'ossidazione secolare, in alcuni casi è veramente difficile distiguere un'ossidazione artificiale da una secolare.

Dopo parecchi tentativi, ho personalmente trovato una ricetta che sembra funzionare bene , ma che -spiacente- non mi sento di descrivere per ovvi motivi. Sia comunque chiaro che ne faccio uso unicamente per necessità di ripristino dovute a recenti maltrattamenti del pezzo e non per simulare antico ove questo non vi sia.

Però devo dire che mi spiace un po' questa cosa che la moderna tecnologia sia in grado di riprodurre così fedelmente l'opera del tempo, penso che entro non troppo tempo saranno disponibili a costi accessibili adeguati strumenti di indagine in grado di individuare con certezza la nature sintetica o naturale dell'ossidazione, quando questo avverrà mi domando: L'ossidazione falsa andrà a far parte della storia della lama o verrà considerata un motivo di svalutazione della stessa? Boh ...ai posteri. :gocciolone:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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La pratica di copiare un maestro più famoso (non per questo più bravo) era diffusa già a partire dal periodo Koto,nelle epoche successive spesso incentivata addirittura da Daimyo in persona.

Celebre è ,ad esempio,l'aneddoto realmente accaduto che ha visto Koetsu della famiglia Honnami scambiare e addirittura certificare un tanto appositamente creato da un tosho di Kyoto per un originale di Masamune.

Erano i Tosho "copisti" che applicavano quasi sempre il mei fittizzio su lame ispirate ad uno spadaio,seguiti a ruota da togishi che si curavano poco addirittura di trovare una mumei che si adattasse allo stile dello spadaio da falsificare in questione.

il fenomeno ha assunto proporzioni gigantesche soprattutto durante il periodo Bakumatsu,periodo in cui le condizioni degli spadai in generale non erano economicamente rosee peggiorate poi ulteriormente, e durante il primo e poi tutto il periodo Meiji (spadai e politori spesso erano assunti proprio dai grossisti giapponesi della fine dell'epoca Edo e Meiji poi le rivendevano ai collezionisti di tutto il mondo,tant'è che nelle più antiche collezioni ci saranno certamente un grosso numero di gi-mei).


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Capisco che ci possano essere delle eccezioni: a Firenze hanno recentemente organizzato una mostra su Federico Joni, falsario geniale che fino a 50 anni fa era presente in tutti i musei del mondo... Ma parliamo delle cose comuni, ossia le gimei che vediamo tutti i giorni: queste sono lame alle quali qualcuno ha voluto apporre un nome per aumentarne il valore.

 

Il discorso delle firme nell'arte giapponese è più che complesso, ma nel mondo delle nihonto è quasi sempre destinato all'inganno. Diversamente accade invece nei netsuke dove quasi sempre le firme, anche apocrife, sono coeve e non poste con l'intenzione di ingannare.

 

Chiudere una firma non è certo una cosa che si fa a cuor leggero: ti resta sempre il dubbio "e se era buona"? Sono d'accordo. Però sentiti pareri autorevoli, oltre che i propri sensi, penso sia corretto rendere onore ad una spada restituendole una sua identità.

 

Una lacoste taroccata è un "vorrei ma non posso", ma se gli togliamo il coccodrillino può diventare una piacevolissima maglietta.

 

---

Senza andare tanto negli aneddoti, l'altro giorno ho guardato un tanto edo-meiji con gimei Masamune accompagnato da un certificato di honami Tadaaki (19a gen) che lo certificata come Masamune.

Tutte queste cose sono assolutamente normali nel mondo dell'arte in generale, così come all'epoca di Raffaello o quella di Caravaggio ci sono state centinaia di persone che hanno iniziato ad imitare i maestri. In questo caso si parla di "copie" e non di "falsi". Diverso il caso in cui si replicano opere molto più antiche con l'intento di ingannare chi le vede e compera.

Modificato: da Giuseppe Piva

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Giuseppe Piva
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Non fa una piega. :ok: Certo bisogna stare attenti...non si Sa mai. :hehe:

Questa la capiscono in pochi.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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eh si, dai che la capiscono! ahahaha


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Giuseppe Piva
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E chi non la capisce... :hehe:


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