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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Giuseppe Piva

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    Milano

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    http://www.giuseppepiva.com

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  1. Giuseppe Piva

    Katana Bizen Ichimonji

    Proseguo con le schede di lame passate in galleria... BIZEN ICHIMONJI KATANA Seconda metà del periodo Kamakura (1185-1333) Mumei, circa 1260-1330 NBTHK Juyo Token (sessione nr. 25) Nagasa [lunghezza]: 69,8 cm Sori: 2,0 cm, motohaba: 3,1 cm, sakihaba: 2,0 cm Sugata [configurazione]: Shinogi-zukuri, iori-mune, lungo chu-kissaki Kitae [motivo della forgiatura]: Ko-itame con jifu. Midare utsuri Hamon [linea di tempra]: Choji midare, misto a gunome, in nioi deki Hataraki [attività]: ashi, yô, sunagashi Boshi [punta]: Leggero midare con komaru kaeri Nakago [codolo] 20,5 cm (o-suriage, mumei, due mekugi-ana); kattesagari yasurime [limatura leggermente obliqua] Sayagaki: La shirasaya porta una iscrizione del M° Tanobe Michihiro “Bizen no kuni Ichimonji” datata “giugno 2014, nella quale la lama viene indicata come “Yûhin nari. Chinchin chôchô” (“Opera eccellente, molto rara e molto preziosa”). Koshirae: Tsuba Kyo-sukashi in ferro traforato con inserti in oro raffigurate iris e alisma (kakitsubata ni omodaka); fuchi-kashira in shakudo nanako con inserti in oro a motivo di bambù; menuki in shakudo e oro a motivo di tigri. Metà del periodo Edo (1615-1867). La lama si presenta imponente ed elegante, con una forma aggraziata e un funbari [assottigliamento della larghezza] che ne alleggerisce la linea. Il jigane è un ko-itame misto a jifu utsuri. Lo hamon è in nioi deki, con un esuberante choji midare che alle estremità si placa per diventare un gunome. La Scuola Ichimonji di Bizen fu fondata all'inizio del periodo Kamakura per poi proseguire fino al Nambokucho ed è considerata una delle scuole più importanti della spada giapponese. Molti degli spadai della scuola firmarono le proprie opere con il carattere "Ichi", seguito dal proprio nome. Alle opere che vanno dal primo al medio periodo Kamakura ci si riferisce comunemente con il nome di Ko-Ichimonji, quando il centro della produzione di questa scuola è ubicato nell'area di Fukuoka, mentre dalla fine del periodo Kamakura all'inizio del Nambokucho la produzione si sposta a Yoshioka. La lama in questione presenta le caratteristiche di entrambe le scuole e può essere considerata uno dei primi esemplari di lama Yoshioka. Le lame della scuola Yoshioka Ichimonji mostrano infatti una maestria sontuosa e sgargiante, con un sugata imponente ma non eccessivo e una curvatura leggera ed elegante. Nello hamon, la linea di nioi è più stretta rispetto a quella realizzata dai predecessori di Fukuoka e i motivi sono più appariscenti e ricchi di attività.
  2. Era un itame fitto ma perfettamente leggibile, chiaramente non così contrastato come in fotografia ma godibile appieno su tutta la lama.
  3. Giuseppe Piva

    Tachi Ko-Aoe Masatsune

    Buongiorno a tutti. Mi è stato chiesto di postare le schede delle spade interessanti che sono passate dal mio sito, poichè ho l'abitudine di rimuovere le opere vendute. Inizio quindi con l'ultima spada venduta, che nel sito non è nemmeno transitata. TACHI KO-AOE Provincia di Bitchu Firmata "MASATSUNE" (正恒) Periodo Kamakura (1185-1333) Circa 1213-1233 NBTHK Juyo Token (sessione nr. 61) Nagasa [lunghezza]: 64,9 cm Motohaba: 2,45 cm, sakihaba: 1,47 cm Sugata [configurazione]: shinogi-zukuri, koshi-zori, iori-mune, chu-kissaki Kitae [motivo della forgiatura]: ko-itame, jinie, midare utsuri Hamon [linea di tempra]: leggero notare basato su suguha con ashi, yō, kinsuji e sunagashi Boshi [punta]: komaru Nakago [codolo]: suriage, tachi mei: MASATSUNE; un mekugi-ana La provincia di Bitchu fu tra le prime a dare alla luce le lame giapponesi così come le intendiamo oggi. La scuola Aoe, che durò dal periodo Heian fino a tutto il Muromachi, fu quella con la produzione più significativa. Le lame più antiche, che vengono indicate come “Ko-Aoe”, sono sicuramente le più interessanti; esse furono prodotte da due famiglie di spadai: quella che fa riferimento a Yasutsugu e i cui membri spesso includono il kanji “tsugu” nel proprio nome, e quella detta Seno-o, geograficamente più vicina a Bizen e quindi più variegata dal punto di vista artistico. È all’interno di quest’ultimo gruppo che si individuano due fabbri che firmavano “Masatsune”. La spada mostra ben evidenti tutte le caratteristiche della scuola Ko-Aoe. Innanzitutto la forma è slanciata ed elegante, con una curvatura che si fa più profonda verso l’impugnatura (koshi-zori) e che doveva essere ancora più evidente prima che la lama venisse accorciata, poiché caratteristica di questa scuola era che il punto di maggiore curvatura fosse proprio nella parte più bassa della lama; la larghezza si assottiglia sensibilmente verso la punta, secondo lo stile dell’epoca, dando alla spada grazia ed eleganza, sottolineate anche dallo spessore dello hamon, che si riduce anch’esso verso la punta. Il monouchi, la parte usata per tagliare, mostra un profondo kirikomi, una “ferita da combattimento” di grande fascino. Anche le caratteristiche dell’acciaio sono quelle tipiche: un ko-itame molto ben visibile, che include particelle di jinie e un utsuri che segue la linea notare dello hamon. Quest’ultimo è in realtà un notare molto tranquillo, più movimentato nella parte bassa e quasi dritto in quella centrale. Le attività sono molte e variegate, rendendo la lama una straordinaria opera d’arte. Il codolo è lungo e mostra ben evidente dove arrivava la lama prima del suriage; si tratta di un accorciamento volutamente ridotto, che ha permesso di mantenere intatta la firma.
  4. Giuseppe Piva

    Akasaka Tsuba 赤坂

    No no. Una patinatura non è come una politura di una lama. La patina è una sostanza che si mette sopra oppure l'accumularsi dei vari "segni del tempo" a seconda di come la si interpreti. Se una tsuba viene "spulita" non perde spessore ma solo colore.
  5. Giuseppe Piva

    Akasaka Tsuba 赤坂

    Una tsuba NON andrebbe ripatinata. È considerato un difetto; ovvio che se la tsuba ha subito dei danni o qualcuno ha pensato bene di spulirla, ripatinarla è meglio che lasciarla grezza. Con le patine artificiali, tipo le tsuba kinko, la cosa è forse meno grave, mentre le tsuba in ferro che hanno accumulato secoli di patina non dovrebbero assolutamente essere toccate!
  6. L'attribuzione a katchushi è come al solito basata solamente sul bordo rialzato... Mah... convenzioni giapponesi... Per quel che riguarda i fori, in questo caso sono solamente decorativi, perché lì dentro un sageo non ci passa di certo. Eccone una analoga ma cone dei veri udenuki ana.
  7. Giuseppe Piva

    Akasaka Tsuba 赤坂

    Ecco una tsuba che ho avuto recentemente, con cui fare un confronto. È una tsuba abbastanza famosa, già di Sasano e pubblicata nei suoi libri. Come vedi, lo spessore è analogo a quello della tua tsuba e quindi non è un fattore determinante. Anche il ferro mi sembra antico, quindi la retrodaterei alla metà del periodo Edo; se la patina ti da dei dubbi potrebbe semplicemente essere stata ripatinata. L'unica nota che mi permetto di rilevare sulla tua tsuba è che il disegno risulta in qualche modo costretto e privo della libertà tipica delle migliori tsuba Akasaka. Tsuba Akasaka Metà del Periodo Edo (1615-1867) Inizio del XVIII secolo Pampas e oche selvatiche (Musashino) Ferro traforato (sukashi) Maru-gata, 74,2 mm x 75,2 mm Spessore: 5,5 mm Bordo arrotondato Bibliografia: Sasano Masayuki, Sasano - Japanese Sword Guards Masterpieces From the Sasano Collection, Part one, nr. 235 La decorazione è composta da forme circolari sovrapposte tra loro con l’inserimento di sagome stilizzate raffiguranti oche selvatiche in volo. Questi elementi richiamano l’immagine della famosa piana di Musashino. La tsuba viene attribuita alla quarta generazione di Tadamune e di fatto presenta una lavorazione più sottile rispetto a quelle delle generazioni precedenti. Si può notare tuttavia come siano stati ripresi modelli di alcuni tsuba di Tadamasai prima generazione, che a sua volta si rifà ai modelli della scuola di Owari, sia per il tipo di soggetto che per l'elegante stile utilizzato.
  8. Fatto. Ho aggiornato la scheda e ho aggiunto la foto alla vecchia discussione. Il catalogo era quello della mia galleria, del 2006. ______________________ Giuseppe Piva www.giuseppepiva.com
  9. Contribuisco! Giuseppe www.giuseppepiva.com
  10. Cari amici, come alcuni di voi sapranno, a maggio esporrò alcune spade e accessori in una mostra in galleria. Tra le altre cose, saranno esposte lame juyo di Kinju Kaneuji, Shintogo Kunimitsu, Hojoji e Yoshioka Ichimonji, nonchè un eccezionale itomaki no tachi koshirae classificato come juyo kodogu. Se passatre per Milano, venite a trovarmi, e se avete qualche minuto libero il 14 pomeriggio, potete pure rimediare da bere a gratis... Giuseppe Inaugurazione Martedì 14 maggio dalle ore 17
  11. Interessante discussione! Permettetemi un paio di considerazioni: Per quanto riguarda la presenza di udenuki-ana, teniamo presente che i Giapponesi hanno la tendenza ad aggiungere elementi tradizionali che pur hanno perso la loro funzionalità: si pensi ad esempio agli shiten-no-byo (4 lunghi rivetti) degli elmi, agli himotoshi di molti netsuke del XIX secolo che in realtà erano dei piccoli okimono, o anche agli hitsu-ana delle tsuba, talvolta addirittura già nati con ategane! Questi elementi servono, come giustamente detto, ad equilibrare la composizione utilizzando forme che l'occhio già conosce e riconosce come "normali" nell'oggetto. Quindi non è assolutamente detto che se un elemento è presente è perchè venisse realmente utilizzato...! Per quel che riguarda la funzionalità, il paragone con le tachi o le spade occidentali regge poco, per il semplice fatto che queste spade erano nate per essere utilizzate con una mano sola, laddove l'uso delle katana prevede quasi sempre due mani... Ciò detto: posso dire che la funzionalità di non perdere la spada in combattimento non convince nemmeno me. In realtà penso (ma non sono l'unico, intendiamoci...) che l'uso comune degli udenuki-ana sia quello di passarci dentro il sageo per non fare scivolare fuori la spada quando non è indossata! In realtà si girava molto più tempo con la spada in mano piuttosto che in taito...
  12. Giuseppe Piva

    Shodo & Sumi-e

    Come diceva Lorenzo, ci sono degli errori davvero fondamentali e i tuoi kanji non vanno bene; ma è normale, visto che non hai un maestro. Dimentica pure di imparare dai libri; vedo che sei di Milano. Se vuoi unirti al nostro gruppo, facciamo lezione una volta al mese con due maestri bravissimi (unici occidentali regolarmente invitati ad esporre in Cina, Corea e Giappone...). Qui le info: http://www.feimo.org/
  13. Comperate un nebulizzatore da Muji per spruzzarlo uniformemente sulla lama.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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