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Ciao, premetto che sono ancora molto ignorante, riguardo le nihonto, però leggendo da varie discussione ho visto più volte il discorso riguardante il tamahagane, solo che non ho capito benissimo e siccome la cosa mi interessava faccio qualche domanda in attesa che qualcuno mi risponda...allora tutte le nihonto sono prodotte utilizzando il tamahagane? se le lame invece sono state prodotte con materiale diverso ma con tutti i canoni della classica forgiatura a mano giapponese non sono riconosciute nihonto? E come si riconosce la differenza? E' magari scritta sul certificato?

Grazie

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In questa sede per tamahagane si intende quel tipo di acciaio particolare prodotto sotto la supervisione della N.B.T.H.K. nella prefettura di Shimane seguendo il metodo del Kera-oroshi all'interno di quella particolare struttura chiamata Tatara buki.La produzione di Tamahagane,storicamente,ebbe un arresto durante il periodo Meiji per poi essere ripresa solo durante l'era Showa.Il termine Gendaito stà ad indicare tutte quelle lame forgiate dopo la promulgazione dell'Haitorei ad oggi,e tanto per intenderci non tutte le lame temprate durante questo periodo sono al 100% in puro tamahagane.Dopo il secondo conflitto mondiale il processo di produzione di Tamahagane venne inaugurato solo verso la fine degli anni 70',prima di allora gli spadai forgiavano come meglio potevano i restanti blocchi di kera antichi e acciaio di recupero.A procurare acciaio industriale di qualità paragonabile al tamahagane durante il secondo dopoguerra era l'Hitachi.Alcune spade di famosissimi spadai contemporanei furono forgiate proprio con questo tipo di acciaio senza subirne in termini qualitativi.Se per tamahagane intendiamo quel tipo di acciaio dalle caratteristiche simili a quello dalla N.B.T.H.K. possiamo dire senza ombra di dubbio che buona parte delle spade dal periodo Jokoto ad al periodo Shinto non sono forgiate utilizzando tamahagane.La questione a dire il vero è un poco complessa in quanto l'impiego del tatara è noto solo a partire dal XVI secolo,durante il periodo Koto gli spadai erano soliti forgiarsi da soli l'acciaio secondo metodi oggi non ancora del tutto noti.Molti mukansa oggi sono soliti addizionare ad una minima quantità di buon tamahagane N.B.T.H.K una percentuale di altri materiali ferrosi al fine di ottenere nelle proprie lame le caratteristiche desiderate.

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La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Ok ora sono ancora più confuso...quindi le spade antiche erano forgiate con acciaio forgiato dagli stessi maestri spadai ma non con il tamahagane? Quello che però non hai spiegato è se una spada è forgiata con acciaio diverso è cmq una nihonto? e se si può riconoscere questa differenza in qualche modo...e questo influisce anche sul valore di una lama?

 

 

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Ok ora sono ancora più confuso...quindi le spade antiche erano forgiate con acciaio forgiato dagli stessi maestri spadai ma non con il tamahagane? Quello che però non hai spiegato è se una spada è forgiata con acciaio diverso è cmq una nihonto? e se si può riconoscere questa differenza in qualche modo...e questo influisce anche sul valore di una lama?

 

Una nihonto resta una nihonto anche se forgiata con Nambantetsu per intenderci.Inoue Shinkai,Noda Hankei,Echizen Yasutsugu e tanti altri spadai hanno forgiato spade eccezionali anche senza tamahagane sfatando oltre quattrocento anni fa il mito che esige l'impiego di tamahagane per una token.I parametri di valutazione poi sono del tutto opinabili,tanto per intenderci,durante il periodo Shinto una lama aveva molto più valore se forgiata usando Nambantetsu piuttosto che impiegando tamahagane,tant'è che le scorte di acciaio d'oltreoceano erano durante il periodo Edo limitatissime ed esose.Infatti ogni qual volta si impiegava per la forgiatura acciaio occidentale i kaji ci tenevano a sottolinearlo per iscritto sul nakago.

Una lama si giudica valutando sugata,jigane e hamon senza badare troppo ad aspetti puramente speculativi e di scarso rilievo.


La vittoria è di colui,

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che non pensa a sè

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Inoue Shinkai,Noda Hankei,Echizen Yasutsugu e tanti altri spadai hanno forgiato spade eccezionali anche senza tamahagane sfatando oltre quattrocento anni fa il mito che esige l'impiego di tamahagane per una token.

 

Shimi, si ritiene che abbiano usato *anche* Nanbantetsu, non *solo*. Usavano il Nanbantetsu in aggiunta al Tamahagane/Oroshigane e potrebbe persino essere che fosse una formula commerciale farlo figurare nella firma. Allora era molto di voga al punto da fare Tsuba di puro nanbantetsu senza decorazioni, come fosse un longotto di materiale prezioso.

 

A riguardo vorrei ricordare che non c'è nemmeno una definizione precisa di "Nanbantetsu" in quanto significa semplicemente "acciaio dei barbari del sud" dove come Nanban erano catalogati anche i Russi oltre agli Inglesi, Olandesi, Spagnoli e Portoghesi che portavano acciaio sia dai loro porti nativi che dalle colonie come l'India.

 

La discussione sul Nanbantetsu, le sue origini, proprietà e utilizzo è lontana dall'essere definita,

specialmente sulle sue effettive caratteristiche "superiori" al Tamahagane.

 

Ritengo che attribuire la superiorità di certi spadai meramente all'utilizzo di un materiale sia mancare di rispetto al loro genio. Infratti producevano anche lame senza Nanbantetsu, della stessa qualità delle altre loro creazioni più "esotiche".


La spada giapponese si apprezza come una bella donna : per le forme, la pelle ed il profumo.

 

Carlo

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Shimi, si ritiene che abbiano usato *anche* Nanbantetsu, non *solo*. Usavano il Nanbantetsu in aggiunta al Tamahagane/Oroshigane e potrebbe persino essere che fosse una formula commerciale farlo figurare nella firma. Allora era molo di voga al punto da fare Tsuba di puro nanbantetsu senza decorazioni, come fosse un longotto di materiale prezioso.

 

A riguardo vorrei ricordare che non c'è nemmeno una definizione precisa di "Nanbantetsu" in quanto significa semplicemente "acciaio dei barbari del sud" dove Nanban erano catalogati anche i Russi oltre agli Inglesi, Olandesi, Spagnoli e Portoghesi che portavano acciaio sia dai loro porti nativi che dalle colonie come l'India.

 

La discussione sul Nanbantetsu, le sue origini, proprietà e utilizzo è lontana dall'essere definita,

specialmente sulle sue effettive caratteristiche "superiori" al Tamahagane.

 

Ritengo che attribuire la superiorità di certi spadai all'utilizzo di un materiale "superiore" sia mancare di rispetto al loro genio. Infratti producevano anche lame senza Nanbantetsu, della stessa qualità delle altre.

 

 

A dire il vero è lontano dall'essere definita completamente anche la storia della metallurgia in Giappone.Il Nambantetsu in questione (in Giappone se ne importava sia dal Portogallo che dall'Olanda,Inghilterra e Svezia ecc.) non era superiore al Tamahagane,posso dirlo perchè in verità di ricerche ce ne sono state in passato che attestano l'efficienza e la qualità del tamahagane rispetto agli altri tipi di acciaio esistenti.Le tecniche di fonderia occidentali erano distanti da quelle metallurgiche giapponesi sia per quanto riguarda la tecnica in se che per quanto concerne le temperature raggiunte durante il processo di lavorazione ma il prodotto ottenuto all'interno delle fonderie Svedesi non era tanto differente da quello dei Tatara Nipponici.

Il Tamahagane veniva impiegato durante il periodo Edo anche nella coltelleria e nell'impiego di attrezzi da taglio per falegnameria e vari,non era esclusivamene destinato alla manifattura armaiola.Esistono più di tre sotto categorie di tamahagane oggi come un tempo e ben due metodi distinti per ottenerlo con il Tatara canonico,uno diretto e uno indiretto.Durante il periodo Edo esistevano poi altri metodi ,per nulla inferiori,per ottenere acciai dalle caratteristiche simili a quelli ottenibili all'interno dei Tatara con differenziazione regionale.Anche quando impiega esclusivamente tamahagane il tosho è sempre molto attento a diversificarne le dosi usandone per i suoi manufatti più di una qualità.Quello che mi premeva sottolineare è che non è mai esistita di fatto una ricetta standard in forgiatura,tanto è vero che differenti sono le tecniche in forgiatura con moltissime combinazioni possibili utili al katanakaji per ottenere da una spada i prerequisiti che si era prefissato.Quando si parla di watetsu del tipo del ben noto Tamahagane si parla inevitabilmente di Kera-oroshi ma tecniche di lavorazione dell'acciaio quali : zuku-oroshi,hochotetsu-oroshi,mochitetsu-oroshi,furutetsu-oroshi per passare al succitato nambantetsu-oroshi sono tutti metodi da secoli impiegati nella forgiatura della spada giapponese.In conclusione storicamente l'esclusività del tamahagane non è mai stata la regola.In verità a pensarci bene si potrebbe anche dire senza errare che si è usato *anche* tamahagane in passato come oggi :arigatou:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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In verità a pensarci bene si potrebbe anche dire senza errare che si è usato *anche* tamahagane in passato come oggi

 

Perfetto.

 

Sarebbe anche bello puntualizzare che , come Tamahagane non necessariamente significa Kawagane (in effetti il Kawagane è il risultato come dicevi di un mix personale) anche dire Shingane non necessariamente significa dire ferraccio, come di solito

si pensa. Le mescole e le qualità di entrambi sono e sono state forse tante quante le scuole (non voglio dire gli spadai)

In certe lame antiche lo Shingane è così di buona fattura sia nelle componenti che nella lavorazione da risultare difficile da identificare quando esposto dalle troppe politure, da cui la credenza che la tecnologia è stata introdotta solo in un tempo relativamente tardo.


La spada giapponese si apprezza come una bella donna : per le forme, la pelle ed il profumo.

 

Carlo

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Perfetto.

 

Sarebbe anche bello puntualizzare che , come Tamahagane non necessariamente significa Kawagane (in effetti il Kawagane è il risultato come dicevi di un mix personale) anche dire Shingane non necessariamente significa dire ferraccio, come di solito

si pensa. Le mescole e le qualità di entrambi sono e sono state forse tante quante le scuole (non voglio dire gli spadai)

In certe lame antiche lo Shingane è così di buona fattura sia nelle componenti che nella lavorazione da risultare difficile da identificare quando esposto dalle troppe politure, da cui la credenza che la tecnologia è stata introdotta solo in un tempo relativamente tardo.

 

Condivido perfettamente ed è una cosa che ho sempre puntualizzato in molti miei post passati :arigatou:


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Ciao Zyklon,

 

penso sia necessario, per dare una definizione di nihonto, fare uno o due passi in dietro. Secondo me sei partito ponenedoti la domanda in modo sbagliato e caratterizzando le nihonto a partire dal materiale che le compone.

Innanzi tutto, come ci indica la parola stessa, una nihonto è una lama giapponese. Questa penso debba essere la caratteristica principalmente tenuta in considerazione, escludendo quindi tutte le lame forgiate al di fuori del suolo nipponico e da mani non nipponiche.

Una volta accettato questo assioma, la caratterizzazione di una lama giapponese è data dal metodo con cui essa viene forgiata e che coinvolge quelle finissime tecniche proprie dei grandi maestri quali la conservazione e variazione della percentuale di carbonio nel metallo, il metodo di piegatura che va a caratterizzare il disegno della hada, l' inserimento dello shingane nel kawagane e moltissime altre "fatiche" costruttive. Abbiamo quindi una nihonto se si verificano le condizioni suddette.

Secondo un mio personalissimo parere, da qui in avanti si potrebbe parlare di -grado di purezza-: l' uso di tamahagane, l' esistenza di un certificato, la presenza di ashi nel hamon sono tutti particolari che danno valore al "pezzo" ma non ne pregiudicano l' autenticità e quindi l' essere nihonto.

 

Att.ne: tutto ciò si verifica a patto di mantenere un certo "standard". Una lama forgiata con metallo a colata industriale, personalmente, la reputo di scarso interesse anche se lavorata tradizionalmente. Quindi, secondo la mia personalissima opinione, abbiamo dei valori imprescindibili che determinano, o meno, l' essere una nihonto e altri valori che, anche a livello personale, determinano il valore dell' oggetto ma non ne invalidano l' autenticità.


"La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida."

 

"Non mi fido molto delle statistiche. Perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media!"

 

"La gente è strana: si infastidisce sempre per cose banali, e poi dei problemi gravi come il totale spreco della propria esistenza, sembra accorgersene a stento."

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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