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snorri

Il samurai ed il ciliegio

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Fior di ciliegio

L'importanza della simbologia legata al ciliegio nella classe guerriera del periodo Edo, periodo a cui risale la maggior parte delle splendide armature in mostra a Palazzo Reale nell'esposizione "Samurai", è ben rappresentata, secondo me, dai due componimenti poetici trascritti nella prefazione di Tashiro Tsuramoto allo Hagakure, il testo che più di ogni altro ha contribuito a formalizzare il codice del guerriero, il bushidō. Al primo haiku del maestro Yamamoto Tsunetomo, Tsuramoto, il discepolo, risponde con un altro haiku in cui i temi, quello dell'incontro e quello del ciliegio, sono ripresi:

Quanto è distante
da questo mondo
il ciliegio selvatico?
Furumaru (Yamamoto Tsunetomo)


Sotto bianche nuvole,
presso il ciliegio in fiore,
ci siamo appena incontrati.
Kisui (Tashiro Tsuramoto)


Il tema del fiore del ciliegio nasconde dietro il senso della bellezza effimera, uno degli insegnamenti più profondi del buddhismo, quello dell'impermanenza del mondo fenomenico, mujō, concetto presente in gran parte della letteratura giapponese classica. Ma è soprattutto l'associazione fiore di ciliegio – morte ad emergere. Un'associazione che è paradigmatica della concezione della vita del guerriero. Non a caso, innumerevoli esempi documentano in poesia come in altre manifestazioni artistiche questo concetto e la relativa associazione sakura-caducità delle cose umane.

Spesso quest'associazione ricorre nelle saigo no uta, le cosiddette poesie di commiato che i guerrieri feriti mortalmente in battaglia o condannati al suicidio rituale per sventramento (il seppuku o, più volgarmente, harakiri) componevano prima di morire. In queste poesie la presenza dei sakura può essere interpretata come una metafora della fine e il disperdersi dei fiori di ciliegio come un commiato dalla vita. Eccone uno degli esempi più celebri, composta dal guerriero Asano Naganori Takumi no kami (1665-1701) prima del suicidio a cui era stato condannato, dedicato proprio alla struggente bellezza dei fiori di ciliegio:

Kaze saso bu
hana yori mo nao
ware wa mata
haru no nagori wo ikani tokasen.


I fiori di ciliegio portati dal vento non devono essere molto propensi a lasciare (l'albero). Cosa sarà del mio desiderio di assaporare la primavera?
Il bushi e la simbologia del colore della neve.


Spesso, nella poesia giapponese classica, la neve e i fiori di ciliegio si ritrovano associati: come se i fiocchi che volteggiano nell'aria invernale e i fiori spazzati dal vento fossero un'unica immagine di suprema bellezza. Questa associazione ha, nella storia della poesia giapponese, una tradizione antica. Infatti se ne registra la presenza già nel Kokin waka shū in cui la tecnica del mitate, utilizzata magistralmente, favorisce l'incontro di due immagini antitetiche (perché proprie di due diverse stagioni), come i fiocchi di neve e i fiori di sakura. La tecnica del mitate, secondo la spiegazione di Sagiyama, è la sovrapposizione di due immagini visive, una reale e l'altra immaginaria:


Tratto da un articolo che reputo molto affascinante scritto da Rossella Marangoni
Pagine Zen


Il pino proietta la sua ombra sul muro.

La luna riflette sull'acqua.

Davvero non siamo nulla.

Sia il cielo e dare un lungo grido

 

 

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Veramente belli, sto leggendo in questi giorni di: Mario Polia L'Etica del Buscido ed. il Cerchio anche in questo libro una serie di questi pensieri a tema: cigliegio, luna ecc. che spaziano dagli albori della storia del Giappone medievale fino ad alcuni scritti nel Showa.
In tutti l'essenziale bellezza nella poesia.


"accorciati la firma". Ernst Jünger

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Spesso, nella poesia giapponese classica, la neve e i fiori di ciliegio si ritrovano associati: come se i fiocchi che volteggiano nell'aria invernale e i fiori spazzati dal vento fossero un'unica immagine di suprema bellezza. Questa associazione ha, nella storia della poesia giapponese, una tradizione antica. Infatti se ne registra la presenza già nel Kokin waka shū in cui la tecnica del mitate, utilizzata magistralmente, favorisce l'incontro di due immagini antitetiche (perché proprie di due diverse stagioni), come i fiocchi di neve e i fiori di sakura. La tecnica del mitate, secondo la spiegazione di Sagiyama, è la sovrapposizione di due immagini visive, una reale e l'altra immaginaria:

...a tal proposito:
"Adesso e' inverno
Ma bianchi petali scendono dal cielo-
Forse,oltre le nubi
E' gia' primavera."

Kiyowara Fukayabu

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...e sempre sul tema fiori, un "renga"( poesie a catena composte da piu' autori) in cui si hanno due immagine antitetiche, una di tragica caducita' delle cose, l'altra di rinascita e speranza:

 

"Lo specchio infranto

Non riflette piu';

Il fiore caduto non risale al ramo."

 

Zenrin

 

risposta:

 

"Un fiore caduto

Che risale al ramo-

Una farfalla."

 

Moritake

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Sono sempre stato affascinato dall'haiku , ho studiato un po di metrica giapponese , magari se può interessare posso postare una guida tutorial che getti le basi e che sia di stimolo "senza troppe pretese " a chi voglia comporne di propri.


Il pino proietta la sua ombra sul muro.

La luna riflette sull'acqua.

Davvero non siamo nulla.

Sia il cielo e dare un lungo grido

 

 

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Bellissima idea snorri! bello anche l'articolo, mi chiedevo se qualcuno potesse indicarmi un titolo, possibilmente in italiano, per approfondire un po' la letteratura nipponnica...una sorta di "antologia" nella quale si possa capire l'evoluzione della letteratura giapponese, i suoi temi e se possibile anche le tecniche letterarie maggiormente utilizzate dai suoi poeti...grazie.

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