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benkei

Usare O Abusare?

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Ciao a tutti,

mentre siete tutti allegramente riuniti in quel di Bologna ( :stare::stare::stare: sto morendo dall'invidia) vi prospetto un altro dubbio. Ammettiamo che, come giustamente mi avete fatto notare, abbia finalmente comprato la mia Nihonto. La posso usare nella pratica delle arti marziali o no? Mi spiego meglio. Il quesito che pongo non è solo di natura pratica, ma anche filosofica. La spada, concettualemtne, prima di essere oggetto artistico è oggetto di uso pratico e probabilmente era questo che un samurai vedeva in quello che portava al fianca. Ora è giusto usare una nihonto per la pratica del battodo o del tameshigiri? Si può usare? Si rovina? E' un delitto nei confronti dell'arte? O nei confronti della spada?

Mi ricordo a questo proposito le parole del Maestro Yoshihara riportate ad un giornalista circa 20 anni fa, dove si lamentava che, a causa del pregio delle suo opere (allora era considerato uno degl iastri nascenti della forgiatura, almeno così si capisce dall'articolo, ora è un astro più che consolidato), molte lame finivano direttamente dalla forgia alla cassetta di sicurezza, perdendo così il loro valore marziale (e quindi anche parte di quello spirituale). Ovviamente già un grande grazie a chi parteciperà a questa discussione e che ha sopportato le mie elucubrazioni :laugh:


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bhè Benkei bel quesito :gocciolone: ...........per la mia opinione le nihonto più preziose(koto,shinto,shishinto) dal punto di vista storico devono essere conservate in modo da rimanere per le generazioni future come ora lo sono per noi, inoltre come patrimonio artistico culturale devono essere trattate come si meritano.

per quanto riguarda la pratica del batto-do,io per primo utilizzo una gun-to e consiglio queste ultime per questo utilizzo, sempre dopo essere passati dalle "stainless steel"(ovvero ferracci :hehe: ) in modo da non distruggere subito il kissaki impattando con la terra al primo taglio :nausea: , c'è sempre da considerare che ad alti livelli (okuden,menkiokaiden......soke) la tecnica sia abbastanza elevata per utilizzare anche lame d'epoca.

come però ho già detto in diverse altre discussioni:evitate di utilizzare le koto per tagliare!!!

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bhè Benkei bel quesito :gocciolone: ...........per la mia opinione le nihonto più preziose(koto,shinto,shishinto) dal punto di vista storico devono essere conservate in modo da rimanere per le generazioni future come ora lo sono per noi, inoltre come patrimonio artistico culturale devono essere trattate come si meritano.

per quanto riguarda la pratica del batto-do,io per primo utilizzo una gun-to e consiglio queste ultime per questo utilizzo, sempre dopo essere passati dalle "stainless steel"(ovvero ferracci :hehe: ) in modo da non distruggere subito il kissaki impattando con la terra al primo taglio :nausea: , c'è sempre da considerare che ad alti livelli (okuden,menkiokaiden......soke) la tecnica sia abbastanza elevata per utilizzare anche lame d'epoca.

come però ho già detto in diverse altre discussioni:evitate di utilizzare le koto per tagliare!!!

 

Quindi diciamo che una showa-to sarebbe la lama migliore per tagliare? Onestamente mi piace molto il tuo approccio al problema e credo ceh tu non solo colto nel segno, ma abbia dato una risposta che condivido al 100%


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Proprio ieri parlavamo con esperti che mi dicevano quanto fossero diffuse certe e koto e anche di pregio tra gli appassionati di Iaido e Kendo.

 

In fondo le nihonto sono oggetti fatti per essere usati, fatti in modo da diventare opere d'arte.

Credo che bisogni fare un pò di distinzione: fare qualche kata di iaido e kendo senza colpire niente non credo che possa rovinare in alcun modo la lama.

Tameshigiri è tutta un'altra cosa: sbattere una koto su un pezzo di legno è un delitto! è peggio di riempire di sale la saliera del Cellini!

Se poi siamo in condizioni dove un altra politura è difficile o impossibile, come nella gran parte delle Koto, è roba da incubo!

Le lame più recenti, oltre a poter subire tranquillamente diverse politure sono più resistenti e di valore più basso.

Se poi lo dice Yoshindo....



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Su questa cosa vado un pó controcorrente.

Ritengo ovviamente che ogni spada abbia una sua dignitá e sia da considerarsi opera d'arte, se non altro nel senso latino del termine (ars=attività con fini pratici) che si lega col termine artigianato.

Siamo tutti d'accordo che le lame koto siano state fatte per essere utilizzate in battaglia o duello?

Allora non pronuncierei il termine "delitto" se qualcuno vuole anche tagliarci del bambú.

Ci sono spade koto che - per kizu o altri motivi - valgono davvero poco, nemmeno il costo di una politura. Non ci vedo nulla di male a usarle e magari rigarle anche di piú di quello che sono giá. Se si usa una spada per praticare un'arte marziale (non per tagliare la legna...) non c'é mancanza di rispetto verso la lama, anzi: sará il mezzo che permetterá a me di migliorare.

Penso che si debba porre un freno alle tendenze quasi "idolatre" verso la nihonto. Rispetto, va bene. Ma non perdiamo il senso della realtá.

Senza offesa per nessuno!!!


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Le lame di poco valore sono di poco valore e allo stesso tempo non sono il massimo anche come taglio.

Credo che per tagliare bambù l'ideale sia una spada ben affilata, con possibilità di poterla affilare di nuovo e di non rovinare un capolavoro.

Tutte caratteristiche che in generale si addicono di più ad una lama recente piuttosto che a una koto.



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Infatti non userei mai un capolavoro per tagliare!!!! Ma una spada ordinaria, magari giá rovinata o non perfettamente forgiata, si.

Le koto si possono benissimo affilare.

Per tagliare bene non serve una spada affilatissima, ma una buona tecnica.

Comunque il mio discorso non era incentrato sulle koto, ma sulle nihonto in generale!


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Tutto sommato Giuseppe hai ragione, spesso in fin dei conti il problema però è in quale mano finisce la lama. Insomma non vedo tanta differenza tra uno che con una nihonto ci taglia la legna e uno che -senza avere una preparazione adeguata- si esercita con una koto rischiando di danneggiarla ulteriormente oltre ai kizu magari già esistenti. Paul Chen sta lì apposta con 1000 eurini risolvi il problema. Insomma io capisco che quando si raggiunge un certo livello nella pratica nasce anche il lecito desiderio di utilizzare una vera nihonto, è come quando nel kendo si desidera avere un hakama di qualità o un bogu fatto su misura, si tratta di piccoli riconoscimenti personali che è giusto ed umano soddisfare; ma come giustamente dici tu un buon taglio non dipende dall'affilatura ma da una buona tecnica. Io ogni tanto pratico con la spada ma la mia esperienza maggiore è sicuramente nel karate e quanto ho fatto di buono non lo devo di certo alla cintura nera in seta giapponese, anche se avessi avuto in cintura uno spago il risultato non sarebbe cambiato. Va da sè che quando si è veramente (e sottolineo veramente) in grado di distinguere tra l'efficacia di una shinken e quella di una nihonto beh allora si deve supporre che quel grado di conoscenza necessaria per farne uso sia effettivamente raggiunto. E nuovamente concordo con te sul discorso di evitare assurde idolatrie però , come dire, io preferisco -dovendo scegliere- essere un po' più vicino all'idolatria piuttosto che a quell'atteggiamento che autorizza tutti a fare tutto, che autorizza uno stolto a lucidare il codolo di una bizen, o un incapace a tagliare il bambù del giardino con una yamato perchè "tanto non vale molto...c'è un kizu".


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Mi trovo concorde con tutti i vostri ragionamenti. Aggiungo che forse il compromesso migliore è cercare un taglio non sul bambù, ma sui makiwara di paglia, che dovrebbero danneggiare di meno la lama. Comunque secondo me può lasciare interessanti spunti di riflessione, come giustamente ha evidenziato Giuseppe e Kento. Devo dire che mi trovo assolutamente in linea con il vostro pensiero


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Si, certo, io mi riferisco ad un uso appropriato per la pratica del battodo, non cosí tanto per provare! Mi dispiace se non era chiara questa posizione: utilizzo per arti marziali, non per vedere se e come la spada taglia... :nausea:

Riguardo al makiwuara, al centro ci deve essere un bambú! :gocciolone:


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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io ho visto anche versioni più soft, soprattutto per i principianti solo con stuoie (però adeguatamente trattate). Non sapevo che ll'interno ci fosse un bambù. Non si finisce mai di imparare


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Serve ad evitare che si pieghi. In genere si bagna la stuoia (vanno bene quelle da spiaggia...) e si arrotola attorno ad un bambú sotttile.


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Io dò la mia, più vicina a quella di Ken forse.

Qui il problema non è se usare una koto o una Paolo Cenno, il vero noccio e se chi pratica è consapevole di quello che fa o meno.

Se sto iniziando a conoscere ora le nihonto, come me ad esempio, e non riesco bene ancora a distinguere una lama di un epoca da un altra, come posso pretendere di avere l'arroganza di usarne una per tagliare qualsiasi cosa.

Di conseguenza per una questione di rispetto, esperienza e capacità tecnica sicuramente non pretenderei di utilizzare una nihonto per fare tameshigiri o batto-do, poichè non apprezzerei sicuramente la differenza se non dopo anni di pratica.

Chissa quante lame che schizzano via contro un muro o si infilzano a terra, bè questo vi sembra in pieno spirito marziale?

Penso che utilizzare per iniziare una lama shinken sia più che lecito.

Magari 500 anni fa si utilizzavano nihonto per far tutto anche perchè, logicamente di altro non ve ne era.

 

In definitiva credo che si possa pensare di utilizzare una nihonto, sia essa koto o shinto,ecc, solo quando si è in grado di capirle, apprezzarle, rispettarle e onorarle in quello che si fa e nel modo in cui si fa, e naturalmente non per la lama in se ma per quel che c'è dietro, cioè il forgiatore, il possessore e il tramandatore.

 

 

Funboy


Le parole possono ferire, il silenzio può guarire. Sapere quando è opportuno parlare e quando invece tacere è compito dei saggi.

La conoscenza può ostacolare, l'ignoranza liberare. Sapere quando è opportuno conoscere e quando ignorare è compito dei profeti.

La lama, indifferente a parole, silenzio, conoscenza o ignoranza, taglia in modo netto. Questo è il compito dei guerrieri.

(Suzume no Kumo)

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Comunque le lame -come sottolinea giustamente Rosi- in tempi antichi , dopo un centinaio di anni di onorato servizio, venivano spesso (dico spesso non sempre) messe a riposo e trattate con cura e rispetto.

Se proprio vogliamo seguire la antica via marziale anche questo fatto dovrebbe essere tenuto in considerazione e come minimo imporci una riflessione. Non parlo quindi di qualità della lama ma di qualità dello spirito marziale. Non di idolatria verso la lama ma di riconoscimento interiore. Temo spesso di sembrare troppo romantico, stucchevolmente spirituale quando faccio queste affermazioni; del resto la diatriba tra chi vede la spada più come strumento e chi la vede di più come oggetto d'arte è in vita da tanto tempo. Di sicuro chi in tempi remoti vedeva la spada più come strumento non ha certo contribuito alla fortunata possibilità che oggi abbiamo di possedere una nihonto in buone condizioni, forse non ha prodotto molti danni ma di certo non ha giovato.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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"Niente è piu' eccitante del rumore di una lama che taglia l'aria"

Dal basso della mia ignoranza e incompetenza concordo che lame di un certo periodo (ma questo non vale solo per le nihonto...direi che qualsiasi arma che ha una determinata "esperienza" debba essere trattata con rispetto) e valore debbano essere utilizzate solo nei katà (niente di piu' triste a mio parere di un opera d'arte occultata...rapita...stuprata della sua essenza).

Scopo pratico ok....ma non credo che un samurai avrebbe mai usato la sua spada (quella tramandata di padre in figlio....quella con l'anima interiore...quella che avrebbe portato in battaglia) per tagliare qualunque cosa che non fosse la carne di un nemico (quanto son crudo qui :hehe: )[e qui scommetto che subito qualcuno alza la manina :hiya: dicendo "e Kojiro Sasaki con le sue rondini?"...alt....io me lo immagino assorto in meditazione...magari su uno scoglio o su un picco mentre il sole che sorge gli bagna il viso di luce rossastra...con il fiore di ciliegio che si e' appena staccato dal ramo e la rondine che passa improvvisa (son romatico lo so') e senza nemmeno accorgersene segue la sorte del fiore...insomma....siamo nella corsia di sorpasso della "via" qui...e' l'essenza stessa].

E adesso basta che voglio recuperare il tempo "perso" in università a studiare anatomia equina invece delle nihonto :samurai:

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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