Vai al contenuto

Kentozazen

Membri
  • Numero di messaggi

    5787
  • Registrato dal

  • Ultima visita

  • Giorni ottenuti

    7

Contenuti inseriti da Kentozazen

  1. Ovunque... ma in maggiore concentrazione sul ji dove indicano le frecce.
  2. Mmmm, temo che la foto non renda al massimo, in realtà sono ovunque, ho provato ad evidenziare le zone più intense, sono punti neri. Certo sullo hadori contrastano molto di più.
  3. Guybrush dai non fare così. ...grazie. Paolo non so se riesci a vederlo ma nella foto che hai utilizzato, tra le frecce, si vede anche una abbondante diffusione di ji-nie. Dunque abbiamo: Itame e ko itame compatti che tendono a nagare con queste "nastrature" allungate tipo masame. Ji-nie Nie deki Leggerissimi sunagashi su un hamon in gunome midare e.... adesso vado giù a fotografare un chikei! Secondo me dovrò fare almeno trenta foto prima di beccarlo...comunque lo becco. Mi spiace solo che non riesco in mattinata a terminare il boshi, abbiate pazienza.
  4. Comunque tornando al quesito iniziale direi che c'è chi subisce maggiormenteil condizionamento da nome e chi lo subisce meno. In realtà penso che dipenda anche da come uno vede la nihonto, chi ne fa una questione prettamente "storica" ovviamente direi che presta molta più attenzione al nome, al blasone, e minore alle qualità intrinseche. Il mio caso è sicuramente condizionato da una forma di deformazione professionale ed in genere tendo a ritenere di livello elevato una lama quando essa sia in condizioni concretamente adatte ad essere ben polita, oppure quando è effettivamente ben polita. Un ottimo togi è spesso indizio di ottima lama, soprattutto nei casi di lame antiche ove le condizioni di stanchezza possono rendere impossibile un ripristino di assoluta perfezione. Ovviamente m'inchino di fronte alle opere di rilevanza storica per il valore che esse hanno a livello appunto di "blasonatura", di prestigio dell'autore. In effetti ho sempre cercato di consigliare verso una lama di qualità piuttosto che blasonata. In termini generali e sommari meglio un waki mumei in carne con un bel tessuto, un sugata riconoscibile una accurata lavorazione, piuttosto che una lama firmata ma piena di hagire e dal difficile e compromissorio recupero. Ovviamente si escludono le celebrità. Inoltre mi sono sempre interessato molto ai motivi della popolarità di certi "tosho vip", in molti riconosco ovviamente un sicuro talento ma confesso che tante volte mi sfugge il concetto di "superiorità" che vantano a priori. Va poi comunque detto per amor del vero che talvolta tale superiorità diventa concretamente intelligibile solo tramite osservazione diretta e non fotografica.
  5. Mauri non riesci a cogliere la differenza con queste che hai ora postato? Osserva con attenzione. Nota quanto il funbari sia meno marcato nella Morokage. Nota l'incrocio con lo yokote come sia più spigoloso. Guarda anche la seconda immagine che hai postato la Sukesada katateuchi, anch'essa ha subito accorciamento dalla punta, guarda come l'hamon va quasi a spegnersi sullo yokote, ecco questa è una cosa che non mi piace proprio, soprattutto su un notare così allungato, vedi che l'hadori ha barato per cercare di aumentare l'ampiezza dello hamon e ridurre l'effetto di stanchezza? Avrà un hamon di un millimetro o poco più.
  6. Anche io! Grazie Andrea
  7. Debbo fare ora il mega kissaki. Quello che vorrei far notare ( e di cui vado abbastanza fiero), perdonatemi ma vorrei veramente poter essere utile nell' aiutare a riconoscere la qualità di un togi. 1) Lo hadori evidenzia la tempra ma non occulta gli hataraki anzi li eidenzia creando contrasto visivo. 2) Il bordo dello hadori è definito ma allo stesso tempo non tagliente e/o spigoloso, è sfumato come un bordo che va fuori fuoco in un'immagine. 3) Lo hadori ha una linea naturale che pur non seguendo rigorsamente lo habuchi ne rispetta il ritmo senza eseguire improbabili ed artificiose circumvoluzioni. 4) I punti dove la luce impatta e riflette sono quelli che evidenziano eventuali disomogeneità della satinatura a jizuya, spesso in togi frettolosi o in lame disomogenee vi si ritrovano alcune righe di satinatura più profonde, graffi per intenderci...e io sono molto contento di non rilevarne alcuna. ...e poiiii... basta...chi si loda s'imbroda...però...che bella cavolo, a me piace tanto.
  8. Purtroppo sono ancora con la digitale da turistello e la fotografia ne risente, ma come promesso vi offro quel che sono riuscito ad immortalare. Nella foto che segue ci sono alcuni aloni sono semplici macchie da evaporazione della mia miscela segreta. :) Niente di persistente. Però mi piace molto perchè è venuta molto bene a fuoco ed ingrandendola si vedono molto bene i nie che sconfinano dallo habuchi invadendo lo hada. Si può anche osservare con cura il tessuto e forse potrbbe essere qui ben comprensibile la differenza tra una cosa del genere ed un "damasco". ;)
  9. Due epoche diverse due sugata completamente differenti tra una Ichimonji ed una Bizen del Muromachi. Considera inoltre che molte Ichimonji erano tachi con forte koshizori molto sfilate ed anche dopo un suriage le geometrie sono diverese. Rispondendo al quesito abbiamo pochissimo spazio temprato sul boshi questo è il risultato di un accorciamento. Cerca qualche altra lama di stessa epoca e di scuola Bizen per un confronto.
  10. Mauri la Bizen che hai postato è una bella lama, anche io ho una propensione per certe Bizen soprattutto ho potuto vede spledide lame sue Bizen , Osafune Sukesada veramente ben eseguite. Ma non tutti i Sukesada sono uguali. In quella che hai postato concordo con Paolo la lama ha subito non solo suriage, cosa comune e generalmente non discriminante per la bellezza, ma anche un notevole accorciamento della punta quasi a portare fuori il boshi, e una rastremazione notevole, la cosa ha alterato di molto il sugata iniziale, e direi che c'è un accesso di fumbari che ritengonon sia esattamente consono al sugata dell'epoca, ma in questo Paolo certamente potrebbe dire di più.
  11. Kentozazen

    Politura Samonji Hiroyasu

    Le prime foto di una notevole katana attribuita a Hiroyasu , Nambokucho , Samonji School. Queste sono macro del tessuto la lama attende ora hadori. Si nota un tessuto in itame molto compatto e un habuchi totalmente in finissimo nie. Ci sono formazioni di tipo Matsukawa ed in altre zone è visibile ji-nie. L'hada tende al nagare approssimandosi al kissaki. Acciaio decisamente molto duro e dal colore non particolarmente scuro.
  12. La stragrande maggioranza delle nihonto è in kobuse gitae quindi troverei discutibile questa affermazione se non in casi isolati di gitae differenti.
  13. Domani le prime foto.
  14. Spero che Gian abbia altre vecchie foto da tenere "a memoria" di com'era, manca poco ragazzi, vedrete che signora spada.
  15. Grazie Snoopy, dunque l'alternanza non è di carbonio ma di altre sostanze che hai perfettamente descritto ...bene. La tua esperienza ci è spesso utile. Non ritieni che ci possa essere un'influenza dovuta all'ossidazione superficiale del panetto? Ora dimmi. Cosa procura la visibilità della trama in una nihonto da un punto di vista fisico/chimico? Le linee di giunzione lamellare che risultano più chiare a cosa sono dovute?
  16. Sciabola giapponese è una terminologia orrenda. Per me resta spada. Sul polire e pulire avevo fatto un articoletto in quanto era diventato di moda usare il termine "forbire" anch'esso errato .
  17. Kentozazen

    Piva vs Casanova

    Maddai! Dobbiamo avere le immagini! Assolutamente!
  18. Ne sono convinto anche io, è stata una delle discussioni più appassionate degli ultimi anni, ed - al di là dalle divergenze tutte lecite e rispetabilissime - è stato ritengo proficuo.
  19. Nessuno poteva esprimersi meglio, grazie e felice di saperti ancora tra noi.
  20. Stefano concordo su tutto quel che dici tranne se mi è concesso su questo. Direi che la sensibilità artistica nei confronti della nihonto ha avuto una propria evoluzione ed estensione nel corso del tempo. Già dal Kamakura i signori feudali apprezzavano lame di determinate scuole e commissionavano le opere a determinati tosho, per motivi funzionali ed estetici, ci sono molti testi antichi che confermano l'apprezzamento estetico. Piuttosto esso è mutato si è evoluto nel tempo con l'evoluzione delle tecniche di togi che erano comunque già abbastanza raffinate nel primo kamakura da permettere l'apprezzamento di molte caratteristiche sebbene in maniera più grossolana ed in condizioni di luce particolarmente forti. La ricerca sul togi si è fortemente sviluppata ovviamente nello shinto -ed anche qui ci sono numerose fonti storiche- le tecniche "moderne" degli honnami risalgono alla metà del '700 ma non fu una rivoluzione bensì una evoluzione di tecniche precedenti, l'hadori storicamente prende piede un ventennio in ritardo rispetto agli honnami. In questo comunque c'è continua evoluzione e le opere attuali, grazie alla accurata selezione dei materiali, che a lor volta permettono affinamenti della tecnica (pur sempre nel rispetto della tradizione) , sono decisamente più accurate di quelle di un secolo fa. Paradossalmente un forte impulso nell'ultimo secolo al migliormento è dovuto ad un personaggio che col Giappone non ha nulla a che vedere...Edison. ;)
  21. Concordo giustissimo. Nikon questa discussione ti prende parecchio eh?! Eri quasi scomparso...
  22. La nihonto è sempre costruita sulla base di precise funzionalità pratiche, sempre. E' tuttavia vero che in certi periodi vi sia maggiore attenzione all'estetica piuttosto che alla funzionalità. Per mia opinione possiamo dire che la ricerca estetica ha vissuto maggior fervore (che non significa necessariamente evoluzione/miglioramento) dallo shinto a seguire, piuttosto che quella funzionale. Questo però non esclude che la spada moderna o quella contemporanea non abbia una piena funzionalità, certamente possiamo ipotizzare con buona certezza che alcune opere moderne non presentino doti funzionali eccelse come alcune lame di epoche precedenti; ma escludo a priori che queste lame non possano comunque avere efficacia in termini assoluti poichè la loro costruzione si basa su precisi parametri di tradizione consolidata. Ovviamente concordo che vi siano altre armi in altre culture che giustificano la loro esistenza con l'appartenenza ad un rango guerriero o comunque ad un ceto sociale ma vi sono precise differenze. Una nihonto mai utilizzata presenta comunque tutte le caratteristiche atte all'uso, magari potrà non essere un esempio assoluto di funzionalità, ma sarebbe comunque funzionale, se cadesse questo principio verrebbe meno l'intera valenza della spada giaponese. In sintesi ovviamente -ad esempio- una utsushimono di Ono Yoshimitsu potrà non presentare le stesse indentche doti della autentica Sanchomon a cui si ispira, ma rappresenta il preciso intento di emularne l'estetica mantenendone la funzionalità, è ovvio che è presumibile (presumibile!) una maggiore attenzione estetica a discapito di determinati parametri funzionali, ma tale scostamento non è poi in termini assoluti così marcato, così fortemente evidenziabile da poter tacciare la utsushi di "non funzionalità", potrebbe -ad esempio banale- essere assai più funzionale, dinamica,resistente, resiliente, tagliente di una kazuuchimono del Muromachi , la quale a sua volta rimarrebbe comunqe esuberante rispetto ai manufatti marziali di altre culture.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

Come associarsi ad I.N.T.K.:

Potete trovare QUI tutte le informazioni per associarsi ad I.N.T.K..
Associandovi ad I.N.T.K. accettate in maniera esplicita il Codice Etico e lo statuto dell'associazione ed avrete accesso ad una serie di benefici:
- Accesso alle aree riservate ai soci del sito e del forum;
- Possibilità di partecipare agli eventi patrocinati dall'associazione (ritrovi, viaggi, kansho, ecc...);
- Riceverete il bollettino trimestrale dell'Associazione.

"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Si prega di accettare i Termini di utilizzo e la Politica sulla Privacy