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Kentozazen

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Contenuti inseriti da Kentozazen

  1. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Ottimo quesito, concordo. E' proprio questo che andrebbe sviscerato. La questione riguarda anche il togi ad esempio. Ad oggi vi sono molti aspetti in cui il togi si è evoluto rispetto anche solo a cinquanta anni fa. Tecniche e materiali nuovi vengono usualmente adottatti con lo scopo di ottenere risultati sempre migliori ( talvolta anche più veloci ). Alcuni piccoli segretucci scandalizzerebbero sicuramente chi ha una visione "purista" della tradizione. Tuttavia esistono dei chiari limiti alla libera espressione dell'evoluzione. Ed ogni appassionato desidera avere un oggetto polito secondo tradizione... ma cosa s'intende con questo esattamente?
  2. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Mmmmm sei sicuro che in liuteria tradizionale non ci siano differenze tra le tecniche di oggi e quelle di 300 anni fa? Sicuro sicuro?
  3. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Quindi da Ichimonji in avanti non vi è tradizione ma solo un numero sconsiderato di nuove vie? Il termine tradizione infine è un mero concetto intellettuale , falso nel suo significato assoluto, vero se interpretato nel movimento.
  4. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Anche la tradizione è soggetta al mutamento la stessa evoluzione della spada giapponese lo dimostra. Nulla è immutabile. Il mutamento nella tradizione è accettabile - anzi meglio ancora auspicabile - quand'esso ha uno sviluppo lineare , coerente col passato ed al contempo adeguato al presente. In caso contrario si parlerà di devianza. Come l'american karate , il full contact o le interpretazioni di nicchia sviluppate a Messina...questa è devianza e quindi sinonimo di allontanamento, distacco, perdita... nel migliore dei casi la devianza potrebbe comportare la nascita di una nuova tradizione, in ogni caso comporta la perdita della tradizione d'origine. La tradizione necessità movimento, inteso come svilupppo lineare, se fosse immobile perirebbe non trovando più alcuna ragion d'essere nel presente. Nessuna arte in vita si presenta identica alla sua natura originaria. Immobilità è morte.
  5. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Mi domando se dovessi testare ogni tecnica kata di karate per vedere se funziona...su che? Su dei canguri ecco. Così...per vedere se ha un senso. Mah!
  6. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Se discutete anche in off topic su argomenti del genere aspettatevi sicuramente una discussione accesa, e Simone si aspetti di dovere cancellare a ruota libera. Lasciate perdere che è meglio. ..Consiglio.
  7. Kentozazen

    A proposito di tradizione

    Sgradevole piega presa dalla discussione... Un'altra carenza italica rispetto alla raffinata cultura nipponica, non saper evitare affermazioni "inopportune".
  8. In realtà la spada sopravvivrà alle umane passioni ed anche a questo forum.
  9. Grazie mauri per essere qui a ringraziare tutti quelli che intervengono. ;)
  10. Kentozazen

    Ci sto provando

    Buongiorno Lucky. Entro raramente nel forum. Sono desolato ma la mia attività di togishi è limitata a lavori per me stesso. A causa di intensi impegni lavorativi non riesco più a dedicarmi a consulenze o lavori di restauro per terzi. Mi spiace. Troverai certamente soddisfacenti alternative ne son certo. Andrea
  11. Ehhh concordo, mi piace la definizione "eternamente pronta all'uso", è per questo che la nihonto sopravvive anche alla modernità.
  12. In generale , fatti salvi i casi particolari, la cultura artistica giapponese si è sempre orientata verso forme di restauro e conservazione abbastanza integrali. Lo si può vedere ovunque, nella manutezione di templi secolari, nella nihonto, nei giardini... si tratta di un vero e proprio sustrato culturale in cui il concetto di conservazione viene spesso intepretato con ciò che noi definiremmo "rinnovo". Questo approccio è nel cuore delle opere nipponiche e - a mio modo di vedere - avvicinarsi alla cultura artistica giapponese con questa occidentale inclinazione alla "suggestione della patina" non è corretto. Ne stravolge in qualche modo la natura. E' propro la misura di questo "bisogno di patina" che è diversa tra noi e loro al punto che in taluni casi in Giappone -laddove la patina costituisca elemento importante- anch'essa viene "rinnovata" portata ad una condizione di artificiosa naturalezza. E' un confine sottile, uno di quegli aspetti che rendono così particolare e spesso indescrivibile ciò che l'occhio vede ed il cuore sente. Per quanto sia imperativo nel togi avere un atteggiamento conservativo , penso che ci si debba per contro liberare anche di un certo "terrore dell'arato" , in primis perchè l'uso di pietre invasive è spesso molto limitato, in secondo luogo perchè stiamo parlando di durissimo acciaio e spesso mi pare non si abbia la corretta percezione di quanto siano infinitesimali gli spessori che vengono asportati. Dunque la regola dovrebbe essere "mai erodere oltre il minimo necessario" ma al contempo "non trascurare l'obiettivo della bellezza pura ed assuluta". Ricorderei inoltre che l'azione naturale dell'ossidazione trascurata su una lama è assai più invasiva di un togi, quindi ragionando in termini di preservazione è sicuramente maggior garanzia di lunga vita un togi ben eseguito piuttosto che una patina instabile.
  13. Anche oggi è una pratica per pochi intimi scelti. La nihonto sopravvive in una ristretta nicchia di appassionati. Personalmente non esibisco le mie spade il primo pirla che capita, foss'anche un ospite in casa mia. Non mostro ciò che non può essere apprezzato a chi non rtengo abbia come minimo le potenzialità per comprenderlo. Le armi sono sono sempre state motivo di orgoglio del possessore, per questo anche i più rudi strumenti di guerra hanno cominciato a presentare decorazioni che contribuivano a sottolineare uno determinato status del possessore. A ciò non esula il Giappone anche il più antico, quello che alcuni si ostinano a considerare "quello autentico" a detrimento delle epoche successive sempre viste come "decadenti". Certo concordo che ad oggi l'apetto commerciale ha una rilevanza preponderante, ma non si deve dimenticare che l'aspetto commerciale era protagonista anche nei tempi passati.
  14. La spada è un archetipo che rappresenta molte cose. Uno status, un'inclinazione del pensiero, una struttura etica, certo anche una propensione allo scontro fisico, così è sempre stato in Giappone. Ma anche una religione talvolta, un sentimento, una cultura intera. Limitare la spada al contesto di mero strumento marziale ...ecco questo la conduce fuori dall'arte che essa sottende.
  15. Scusate non concordo, non abbiamo mai concordato in questo. Non vedo decadenza nella nihonto contemporanea. In primis perchè troppa enfasi è spesso data alla funzionalità nella lama antica (soprattutto dallo shinto a seguire). In seconda istanza perchè l'aspetto pratico non è necessariamente venuto meno, è magari mutato ... ma il compito della spada va ed è sempre andato ben oltre "l'uso in battaglia"
  16. Grande G.Luca. Eccellente riflessione che riporta l'espressione artistica dei tosho alla loro realtà. Leggo il tuo quesito tanto palese nella risposta da farlo apparire retorico. Ovviamente dunque ...nessuna volontà di imitazione o astrazione da forme preesistenti. Le comuni espressioni "sembra legno" , "sembra acqua" sono attribuzioni posteriori al processo ed alla tecnica creativa. Aggiungerei...il pragmatismo della nihonto nulla toglie al valore in quanto opera d'arte, anzi è proprio questa sinergia tra concretezza e bellezza, questo equilibrio quasi indefinibile a sancire l'arte della spada.
  17. Concordo, per molti aspetti la spada in sè -escludendo quindi tutti gli ornamenti- è come dire...l'ho detto spesso...pragmatica nella sua natura fisica.
  18. Paolo... ben ritrovato!
  19. Kentozazen

    Sotto l'ala del Drago Nero

    Questa lama risulta venduta a quanto capisco... come mai invece qui sembra esposta in un museo americano? http://ww2db.com/image.php?image_id=5445
  20. ??? La bustina in pelle ??? Una vecchia fotocamera a pellicola? Nostalgicone!!! ;) Che modello? mandami un PM abbiamo molti nuovi accessori magari trovo qualcosa. ;) E' giusto ciò che dici , se si calcola il tempo necessario per certi lavori il loro controvalore in denaro diventa notevolissimo. Anche io non faccio praticamente più alcun lavoro per terzi. Sinceramente però non so se a me interessi particolarmente l'espansione del mercato tra appassionati. Non so nemmeno se mi interessi più l'aspansione della conoscenza su nuovi appassionati...a che pro? Che senso può avere questa campagna di evangelizzazione se non il dare tornaconto a chi del mercato si nutre? Alla fine diventa semplicemente una questione di approccio personale, da tempo ormai il mio rapporto con la cultura nipponica si è trasformato da una condizione di studio e ricerca a una situazioni di viverci dentro quanto più mi è possibile senza alcuna ulteriore pretesa, scevro da alcuna speculazione ideologica o economica. Guardo osservo penso, raramente condivido. Nessuna brama di perdita o arricchimento (non intendo economicamente), solo cio ha hai, o che fai, o che tocchi nel momento in cui lo tocchi. A Kyoto nel 1600 sulla porta di una bottega da togishi vi era scritto "Qui si lucidano le anime" ...ci sarebbe tanto da pensare su questa frase da occupare una vita intera. Tornando alle questioni di mercato molti forum di vario tipo vivono la stessa assurda contraddizione. Se da un alto è lecito discutere di oggetti in vendita in vari siti, dall'altro è poi vietato avere venditori nella community , l'ho sempre trovato paradossale. Certo il rischio di riempirsi di personaggi truffaldini è concreto, alcuni forum hanno dato soluzione alla cosa crando una sorta di certficazione "Trusted Seller"...troppo complicato per la realtà di questo forum. ...purtroppo
  21. Renato...amico Come accadeva ai bei vecchi tempi in parte concordo. Una nota di riflessione: Per fare un togi professionale occorrono 120 ore di duro, appassionato e faticoso lavoro. In questa frase credo si racchiuda tutto il mio pensiero, un po' di riflessione su questa cosa potrebbe dare risposta a tanti "perchè". Terminata da secoli l'opoca dei mecenati le "arti per puro diletto" rimangono appannaggio di pochi fortunati o di nessuno dato per scontato che buona parte della gente nella vita deve dedicare otto ore almeno al proprio lavoro qualunque esso sia. Se poi dobbiamo ragionare sul significato degli emolumenti io scinderei (nella mia personale etica) tra il commercio che è mero passaggio di mano di un oggetto e le opere umane artigianali in cui un valore, un riconoscimento è dato in funzione di una applicazione concreta di tecnica, sensibilità, passione e quant'altro. Detto questo...Il problema del non rendere pubbliche le compravendite ha una sua ragione nella legislazione italiana, questo non è un forum di appasionati di Lambrette.
  22. Il libro dei sei anelli mi intriga di brutto!!!! ricordo che dopo il famoso testo di fitness "10 kili in dieci giorni" uscì un prodotto di concorrenza "10 kili in OTTO giorni" !!!! ahahah fantastico!
  23. Nessuna polemica infatti, semplice riflessione. Concordo con mauri.
  24. ...posso solo dire che è difficile scindere le cose quando la passione diventa anche lavoro. Non è un segreto che tale difficile convivenza ha creato più volte discussioni e rivisitazioni sulla corretta condotta. Alla fine noto che buona parte di coloro che hanno tornaconti economici in questo settore decidono di allontanarsi dal forum. Non è così in altre realtà, in forum di collezionismo di altro genere, in forum di fotografia , di veicoli d'epoca ecc... è una questione di scelte e di opportunità. Alla fine la scelta radicale -per quanto discutibilie- è risultata l'unica percorribile.
  25. Secondo me fa bene. Chiunque abbia un qualsiasi tornaconto economico, in nero, in regola, di vendita, di offerta di servizi, di qualsiasi natura dovrebbe farsi gli affari propri al di fuori del forum. In questo approvo la sua scelta. Così ci si era orientati -a quanto ricordo- da molto tempo. ...giusto? Concordate?

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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