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G.Luca Venier

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  1. Credo che nell'ambito di oggetti d'arte la cui conoscenza non si improvvisa dall'oggi al domani, il ruolo di commercianti e/o antiquari non specializzati, spesso magari in buona fede, sia più deleterio che non le aste su eBay...almeno su eBay si spende generalmente poco e non ci si aspetta più di tanto, e poi ci si prende le proprie responsabilità nel rischiare un acquisto senza nessuna referenza. Diversamente si può rimanere scottati e perdere sul nascere una piccola passione. Qualche anno fa un amico di famiglia, grande cultore di oggetti ed arredamenti antichi, volle mostrarmi un suo violino, con un'espressione che non tradiva nessuna aspettativa, e farsi dare un'opinione (sono un modesto collezionista di strumenti antichi a corda). Cominciai ad esaminare lo strumento che recava l'etichetta di un noto liutaio tedesco del '700 e, pensando volesse solo mettermi alla prova, iniziai liberamente (e spietatamente) a mostrargli tutte le caratteristiche evidenti che ne facevano un classico esempio da manuale di produzione industriale tedesca della fine dell'800...Il fatto fu che, ai miei commenti, l'amico cominciò in silenzio ad accigliarsi fino a quando, chiaramente irritato, sbottò dicendo: "Ma guarda che questo violino l'ho acquistato da un famoso antiquario di New York, che a sua volta lo ha comprato all'asta di una proprietà di nobile famiglia americana !". Da quella volta è rimasto sempre vagamente risentito con me anche se in seguito ha avuto conferma da persone più 'quotate'...e mai più si è avvicinato ad uno strumento musicale ! Scusate l'esempio non in tema (ma è quello che conosco direttamente), immagino che gli esperti del forum abbiano sperimentato queste situazioni assai spesso. Quello che volevo era dire questo: Genfiorello, non ti stare a mortificare troppo se le lame non sono come ti aspettavi, del resto te le sei trovate in casa. Non perdere l'opportunità di approfondire lo studio delle nihonto solo per una delusione iniziale; l'ambiente di questo forum è molto 'tecnico' e può sembrare un pò elitario, ma è l'argomento che porta a questo non le persone che lo frequentano. Avendone conosciute alcune posso assicurati che è così. :arigatou: :arigatou:
  2. Questo tipo di firma sarebbe dunque un esempio di nakirishi mei, da non confondersi con il dai mei/dai saku mei, giusto ? Sarebbe coerente, essendo che questa pratica risulta frequente proprio nell'area di Seki (Mino/Noshu). A proposito di un confronto con una lama certa di Kuwayama Kanetaka, essendo che la qualità delle lame prodotte era generalmente così variabile, possibile che pure un confronto risulti fuorviante ? Voglio dire: questo Kanetaka è valutato un milione di Yen, ovvio che la stima si riferisca alle sue migliori lame. Anche supponendo fantasiosamente che questa possa essere una sua lama 'di gioventù' oppure una 'ciambella riuscita senza buco' (avendo l'unica sicurezza che NON parliamo di una lama da un milione dii yen), una attribuzione ragionevole come si fa a farla?
  3. Ciao Francesco, sono Luca eravamo seduti accanto al kantei e di fronte a pranzo. Un saluto
  4. Un cordiale saluto a tutti coloro che hanno partecipato al Kantei I.N.T.K. tenutosi oggi a Sesto Fiorentino. Vi ringrazio per il bellissimo spirito ed il clima familiare, privo di inutili formalismi, che ha messo a proprio agio un totale neofita quale sono. Ho davvero apprezzato la parte introduttiva e didattica, senza la quale sarebbe stato davvero difficile destreggiarsi nel corso della giornata. Un ringraziamento particolare a Togishi il quale, oltre a dispensare grande competenza, si è preso l'impressionante responsabilità di farci toccare con mano ed esaminare, come fossimo a casa nostra, delle lame eccezionali che solitamente si possono vedere dietro ad una teca nei musei, quando va bene, oppure sono semplicemente inaccessibili essendo custodite in collezioni private. Eccezionale, grazie !! :arigatou: :arigatou: Grazie molte a Paolo che ci ha illustrato il suo incerdibile ed encomiabile lavoro di raccolta ed organizzazione dati. Credo che lo strumento che ha sviluppato sia davvero prezioso per tutti coloro che sono appassionati del mondo delle nihonto. :arigatou: :arigatou: Arrivederci alla prossima !!
  5. Il nakago-sori immagino sia coerente con il sugata che, a detta di Togishi, è in stile 'antico' quindi piuttosto pronunciato. Al più presto cerco di postarne una foto decente. In realtà la condanna non esiste, anzi...già il fatto di poterne discutere in questa sede è per questa lama una clamorosa promozione
  6. Forse dalla foto non si vede perfettamente ma il kesho non c'è. Anche il nakagojiri mi pare leggermente diverso e la finitura di tutto il nakago non mi sembra all'altezza di quella mostrata in scheda. Quindi, almeno da questo unico confronto, non mi pare si possa dire che siamo di fronte allo stesso forgiatore.
  7. Grazie Paolo :arigatou: :arigatou: :arigatou: Mi par di capire che questo autore firmi in tre modi diversi, tra cui anche con un sintetico 'Kanetaka', giusto ? Peccato che la scheda non fornisca altri dettagli stilistici..... Comunque, per quel che no posso capire io, lo yasurime della mia lama non corrisponde a quello che si vede nella scheda. Infatti direi che si tratta di un sujikai, che corre su tutto il nakago; mentre nella scheda c'è una variazione nel suri dashi (ci vedo bene? Sarebbe un esempio di kesho yasuri ?).
  8. Avevo visto anche io questa lista e non mi era parso di aver trovato similitudini con nessuno dei tre Kanetaka degli esempi; ma naturalmente sono del tutto incompetente in questo campo ! L'unica concordanza che sono riuscito a trovare finora è data dall'analisi della lama fatta da Togishi che collimerebbe molto con la descrizione del lavoro di Kanetaka allievo di Kanenaga di cui sopra. Ma quanti forgiatori si firmano Kanetaka nello stesso periodo e con estremi qualitativi dei più ampi? Quello degli pseudonimi (se si può dire) mi pare un bel grattacapo
  9. Ho cercato di documentarmi un pò a proposito degli stili di scrittura ed è molto interessante. In effetti anche in Occidente usiamo stili (o meglio usavamo, dato che ad oggi quasi più nessuno scrive a mano...tantomeno documenti formali) diversi che si adattano a diverse circostanze: se è importante un fattore di formalità e finezza, oppure di chiarezza, oppure se si privilegia la velocità. Vogliamo parlare dello stile dei farmacisti o dei medici ? Immagino che in Giappone sia più o meno lo stesso. Mi chiedo allora quale sia il criterio con cui un forgiatore sceglie uno stile piuttosto che un altro e se, ad esempio, il corsivo sia più frequente nelle gunto proprio per il carattere di sommaria qualità delle lame. Per una questione di modestia? Un lavoro stimato meno buono dallo stesso artefice viene firmato in modo meno formale ? Oppure è una questione di epoca, di educazione a scrivere più o meno elegante ? (Ad esempio chi di noi ha fatto esercizi di calligrafia a scuola e quindi sarebbe in grado di scrivere una lettera formale in elegante corsivo con svolazzi ??).
  10. Posso provare a fare delle foto ma la lama è in condizioni 'da battaglia', nel senso che non è ben polita e dubito che si riescano a cogliere dettagli soddisfacenti. Comunque ci provo.
  11. Infatti grazie a te è stata una bella scoperta. Anche con occhio da profano mi era subito piaciuto il sugata stile antico, ma soprattutto avevo trovato un ottimo bilanciamento in mano, cosa importante poichè cercavo una lama non pregiata per la pratica. Però non ero riuscito a capire se fosse una lama forgiata tradizionalmente ed infatti mi ero fatto la mezza convinzione fosse una gunto industriale, e neppure conservata troppo bene. Ma naturalmente non si nasce imparati... A questo punto non potrò più, come ho fatto finora, chiamarla affettuosamente 'il ferraccio' !
  12. Grazie Sandro, infatti si tratta di una gendaito :arigatou: Ho fatto delle ricerche su questo Kanetaka: forgiatore di epoca Showa dell'area di Mino, il suo vero nome era Kuwayama Takashi. Nato a Takayama nel 1928 pare sia stato uno dei 18 allievi di Watanabe Kanenaga presso il suo Istituto di Forgiatura a Seki. Lavora in stile MIno, gli hamon sono gunome choji midare e suguha e le lame presentano un hame hada molto stretta. Togishi : la tua analisi della lama è stata giustissima ! :arigatou: :arigatou: :arigatou: Dovrebbe esserci una scheda su di lui sul libro di John Slough 'Modern Japanese Swordsmiths' , pag.67 (io però non lo posseggo) Sembra che abbia cominciato a forgiare nel 1942; ma a quell'epoca aveva solo 14 anni, è possibile ??
  13. Fantastico Sandro, assolutamente utile ! Grazie per la disponibilità e la competenza :arigatou: Faccio una domanda da novello: l'uso di questa tipologia di caratteri (si può definire corsivo ?) è frequente nelle firme oppure è caratteristica di un particolare periodo storico ?
  14. Buonasera a tutti Potreste darmi una mano a tradurre questo mei ? Ho provato ad orientarmi con le guide trovate in rete ma, un oceano in cui affogare ! Oggi, poi, con grande pazienza ed immensa disponibilità, Togishi ci si è messo, con la lama sotto gli occhi (Massimo, ti ringrazio nuovamente per il tuo tempo ), sfoderando fior di repertori.....ma il ragno non si è cavato.... Grazie !!
  15. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Grazie delle precisazioni, è un argomento ben vasto e che mi interessa molto in visione del restauro di questa lama
  16. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Sono completamente d'accordo, è proprio una questione di filosofia. Sempre nel campo della liuteria, che conosco bene, il restauro è assolutamente un ripristino della condizione di massima funzionalità, ma anche di assoluta coerenza estetica con l'età dello strumento. Esiste una tecnica (giapponese, nenche a dirlo) che ricostruisce le fibre del legno una per una, così da rendere quasi impossibile rilevare visivamente il restauro di una tavola. Sul gusto personale intendevo questo: nel caso di un oggetto che non è esposto in un museo ma che è custodito in casa propria, è del tutto personale il tipo di filosofia cui far riferimento per un restauro. Ma probabilmente mi sbaglio: essendo che parliamo di lame giapponesi la filosofia da seguire dovrebbe essere solo quella nipponica...
  17. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Ho capito. Di fatto si entra in un ambito dove il gusto personale ha enorme importanza, se l'intervento di restauro/modifica debba essere visibile in modo lampante, oppure mimetizzato per donare 'omogeneità', e quindi bellezza, all'oggetto finito. Mettendo da parte la questione 'falsificazione ad uso commerciale' penso se ne potrebbe discutere per un mese: meglio il restauro dei marmi Elgin oppure il Palazzo di Cnosso di Evans? (però...che bell' OT!!!)
  18. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Grazie a tutti per l'incoraggiamento, lo apprezzo moltissimo Da oggi sono felice possessore del Nagayama quindi, se prima erano tenebre, adesso è penombra...... Ho avuto il piacere di conoscere Emiliano, persona squisita e disponibile. L'esame diretto della lama, pur confermando uno stato di conservazione precario a causa di politure scellerate, mostrerebbe però caratteristiche molto interessanti. Quindi l'idea di un togi a regola d'arte mi attira molto, sempre che questo risulti possibile. Nel caso la schedatura di questa lama assumerebbe un senso più compiuto.
  19. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Mi auguro di non essere parso troppo presuntuoso nell'avventurarmi, da novello, nella redazione di una scheda. Ho pensato fosse doveroso impegnarsi per farlo e non chiedere passivamente al forum una 'pappa scodellata'; naturalmente è piena di errori e mi viene il dubbio di averla postata forse nella sezione non adatta. Per quanto mi riguarda penso di aver imparato molto nel fare un primo tentativo e nel confrontare gli errori commessi ma spero, con questo, di non aver infranto l' etichetta del forum.
  20. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Grazie emtolor per la grande disponibilità e per l'illuminante risposta Riuscire a datare con tanta precisione il metallo dal colore della patina mi sembra davvero affascinante...solitamente è il cruccio di ogni storico dell'arte !
  21. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Questa cosa mi incuriosisce molto: quindi se non è una riproduzione più recente di una lama antica che interesse ci sarebbe ad invecchiare il nakago? Per riparare ad un guasto, del tipo che qualcuno ha pensato di dare una spazzolata alla ruggine e poi si è pentito? Mi viene da pensare ad un paragone: nella valutazione ed identificazione dei violini antichi non si guarda quasi mai ai cartigli interni (o almeno si guardano per ultima cosa). Infatti perlopiù sono spudoratamente falsi, oppure sostituiti per vari motivi, insomma raramente genuini; ma soprattutto ad un occhio esperto non risulta troppo difficile interpretare uno strumento solo ed esclusivamente badando alle caratteristiche morfologiche e costruttive, che sono l'unico chiaro metro di giudizio. Uno strumento del '700 è quasi impossibile sbagliarlo per uno del '900, a meno che non sia un falso d'autore (e già di per sè un oggetto comunque di valore). Che senso avrebbe metterci dentro un cartiglio fotocopiato che dice che è del '700 ? Per motivi commerciali, per ingannare uno sprovveduto? Ma non sarebbe un grande inganno, dal momento che non spaccerebbe una datazione per un'altra.
  22. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Ecco, ho fatto due scatti al nakago con luce diversa. Non so se possa essere più chiaro. Non riesco a scorgere segni di yasurime. Purtroppo l'hamon è ben visibile solo con una luce molto forte e, con l'attrezzatura che ho adesso non riesco a fare un macro senza un sacco di riflessi. Confermo che lo yokote è debole e dal vivo lo è ancor di più, dato che tutto il kissaki appare lucidato in modo non giusto. Comunque l'aspetto generale è uniformemente 'lucido', come appunto se fosse stata fatta una politura incompleta o, molto più probabilmente, inappropriata. Emtolor, se ci vediamo (come mi auguro) venerdì a Firenze potrei cogliere l'occasione per fartela vedere di persona (se non ti è di disturbo), così potresti darmi anche un consiglio sull' opportunità o meno di farla polire " a modino" .
  23. G.Luca Venier

    Wakizashi

    Buongiorno a tutti, dopo lunga e sofferta gestazione ho cercato di fare del mio meglio per presentarvi il mio umile wakizashi, ​ Nagasa 52,5 cm Nakago 13,2 cm MotoHaba 2.8 cm SakiHaba 1.9 cm Sori (Tori-zori) 2,05 cm Motokasane 0,580 cm Sakikasane 0,476 cm Peso 276 gr Mei : mumei Hamon: Gunome Choji con Tobiyaki e Konie Hada: Itame kizu: si vedono bene nelle foto, sembrerebbero umegane ma guardando con la lente non si vede aggiunta di metallo, quindi direi che sono difetti di forgiatura. La parte più 'controversa' secondo me è il kissaki (di cui ammetto di non essere riuscito a fare foto decenti). Innanzitutto non mi riesce di scorgere il boshi, in nessuna angolazione di luce: l'hamon, si vede bene, termina nello yokote. Lo stesso yokote non è decisissimo e poi il Ko-Shinogi non è perfettamente parallelo col filo del Kissaki. Possibile che la punta sia stata rifatta? La lama non è perfettamente diritta, ma ha una leggera deformazione laterale nella zona del datotsubu e proprio lì ci sono i kizu. Per spiegare questo ho pensato a tre ipotesi: la lama ha subìto una piattonata laterale in occasione di un tsuriage-waza (ipotesi romantica); la lama ha colpito erroneamente qualcosa di molto duro, il kissaki si è rovinato e la botta ha causato anche la deformazione e la delaminazione interna, poi evidenziata dalle successive politure (ipotesi ragionevole); la lama era a terra, assieme al guerriero, e qualcuno ci è passato sopra col piede (ipotesi romanzesca). Mi permetto di fare un tentativo di datazione: lo stato di ossidazione del nakago, il funbari abbastanza pronunciato ed il sori notevole mi fa pensare ad una lama koto. Considerata la fattura non eccelsa potrei azzardare: tardo muromachi, periodo sengoku ? Bene, adesso smetto di far finta di sapere di cosa parlo e lascio spazio agli esperti....
  24. E' vero quello che dici, il rischio è falsare le caratteristiche. Ad esempio ho notato subito che l'hamon, che si vede bene sulle foto della mia lama, ad occhio nudo non è affatto così chiaro da vedere...ma è evidentemente solo l'effetto della luce catturato dal sensore digitale che sembra amplificare la 'lattiginosità' dell'hamon. Eppure non ho usato nessun foto ritocco. Si può parlare di foto falsata in questo caso? PN sta per Pordenone, dove sono nato. In verità ho vissuto per 30 anni a Firenze ed attualmente vivo tra Lucca, La Spezia e Torino
  25. Ciao emtolor, la tecnica che mi dici è interessante, mi ci proverò. Nel frattempo ho ottenuto delle foto credo abbastanza accettabili senza montare un vero e proprio set, con l'utilizzo di luce naturale più un flash. La tecnica per fotografare le nihonto meriterebbe un topic a sè, dato che ci sono molti modi per rendere le superfici riflettenti, anche senza l'uso di un programma di fotoritocco. Grazie per la dritta, a presto

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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