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Ciao a tutti!

 

Mi ero sempre chiesto come mai le gambe dei giapponesi (soprattutto delle donne) fossero arcuate sotto il ginocchio, per formare una figura tipo questa:

 

Sopra il ginocchio: | |

Sotto il ginocchio: ( )

 

Mia moglie mi ha spiegato che tale "deformazione" è dovuta al fatto che fin da piccoli i giapponesi si siedono in ginocchio. Tale posizione per noi scomodissima per loro è molto naturale perchè la adottano fin da piccoli, e i loro corpi ne portano il segno.

 

Mi ha anche detto che attualmente nelle scuole la pratica del seiza è vietata fino ad una certa eta', a differenza del passato, proprio per limitare questo tipo di deformazione.

 

Purtroppo non ho trovato nessuna informazione a questo riguardo in italiano o inglese.. qualcuno sa' qualcosa di piu' ?

 

Ciao ciao!

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Da noi (non sto scherzando) la deformazione delle gambe molto arcuate è in parte dovuta ad un'attività lavorativa o allo port del calcio che, sollecitando molto i muscoli interni della gamba, ne aumentano la tensione favorendo l'arcuarsi dell'arto.

Per contro è una terapia consigliata a chi ha le gambe incurvate in fuori (non ricordo la definizione)

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Rispettivamente Varismo e valgismo


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:arigatou:

 

Per una volta che posso dire una cosa tecnica io :gocciolone:

 

di seguito passo un articolo della mia Associazione, la Taki no Kan sul Seiza e il Budo

 

 

Il Seiza è una delle posizioni per sedersi più comunemente usate nel "Budo" giapponese (arti marziali), e nei vari mestieri ed arti d'origine giapponese. I Budoka (coloro che si esercitano in una delle arti marziali: judo, karate, aikido, kendo, ecc…), assumeranno questa posizione per il saluto all'inizio e alla fine di ogni lezione, per la meditazione ed altre formalità, ma anche in altre arti o mestieri giapponesi ci si siede in seiza, come ad esempio per creare sui tatami delle composizioni di fiori, quando si esegue l'arte del tè ecc…; nell'aikido, in particolare, è usato il seiza per i movimenti di base. Perchè allora il seiza è così importante nel budo tradizionale? Il seiza nella cultura tradizionale giapponese era ed è una posizione usata nelle occasioni convenzionali e tutto quello che veniva da quella tradizione, compreso il budo e le altre arti, ne è stato influenzato.

 

Seiza è scritto con due caratteri cinesi. Il primo carattere si pronuncia "sei" che significa "giusto, corretto", il secondo carattere "za" significa "posizione seduta" ed è scritto con un ideogramma che descrive la gente seduta su una piattaforma sollevata, sotto un tetto.Per i giapponesi il Seiza è una posizione molto bella ed efficiente, ed inoltre è la posizione più adeguata quando ci si trova seduti sul tatami. Fu durante il periodo Edo (1600-1868) che il Seiza si è lentamente consolidato nella cultura tradizionale giapponese, divenendo definitivamente la posizione convenzionale per sedersi sui tatami.

 

Quando, rimanere seduti in tale posizione provoca il formicolio delle gambe e dei piedi, ciò può essere causato dalla mancanza di un'adeguata esercitazione e quindi dalla debolezza dei muscoli delle gambe e da una cattiva circolazione e non dalla posizione ripiegata degli arti. Chiunque se ben esercitato potrebbe sedere in seiza, sia per pochi minuti sia per un'ora, ed anche per un giorno intero senza accusare fastidi. Inoltre il seiza aiuta ad allineare naturalmente il corpo e la colonna vertebrale e conduce ad una mente e ad un corpo più pronto.

 

La postura che bisogna assumere quando ci si siede in Seiza è con le gambe piegate sotto il bacino. Le ginocchia per gli uomini dovrebbero essere distanziate tra di loro di circa due pugni mentre le donne dovrebbero tenerle unite; anche se poi, in realtà, la posizione delle ginocchia dipende apparentemente dai diversi stili di arti marziali, dalle preferenze dell'insegnante e dalle proprie dimensioni del corpo. La distanza più corretta rimane comunque quella di due pugni. La schiena è dritta. Il mento è ripiegato un po' in dentro, in modo che, se vista di lato la parte superiore della testa sia perpendicolare con i lobi dell'orecchio, con la spalla ed il centro del corpo. La parte anteriore, deve assumere una posizione tale da far sì che la testa, attraverso il naso, il pomo di Adamo, l'ombelico, il seika tanden o hara - il punto dove è concentrato il Ki (l'energia dello spirito, tale punto si trova alcune dita sotto l'ombelico) - si trovino disposti virtualmente su un'unica linea verticale. Le mani poggiano con i palmi aperti sulle cosce con le dita unite. Le braccia sono leggermente piegate. Le ascelle sono un po' divaricate come se avessero uno spessore sotto di loro.

 

Il Seiza è una posizione rilassante, ma permette in qualsiasi momento di trovarsi pronto a contrastare qualsiasi tentativo d'attacco. Il Seiza, quindi, era una posizione perfetta per i samurai, i quali dovevano avere un atteggiamento sempre attivo e attento. Tale posizione, mentre da un lato serve per dare al corpo una postura corretta permette anche di muoversi agilmente, per esempio per cambiare posizione rapidamente ed estrarre la spada. Molto importante è la posizione degli occhi che deve essere dritta, come se fissassero un punto posto qualche metro avanti a loro. In questo modo è possibile vedere anche lateralmente e contrastare ogni eventuale attacco, senza dover necessariamente fissare lo sguardo verso il lato da dove ha origine l'offensiva. Questo è il sistema usato nelle arti marziali ed è definito zanshin ("spirito prolungato"; essere vigile, essere attento). Per cui quando ci si siede in seiza bisogna essere sempre vigili, ma nello stesso tempo mostrare uno spirito raccolto e calmo, cercare di armonizzare la capacità di vedere (ken) con quella "di percepire" (kan). In altre parole sviluppa la capacità del praticante marziale di vedere ciò che è visibile e ciò che non lo è, accrescendo la percezione dello spazio. Il Seiza è una tecnica di pulizia spirituale e questa posizione è usata come metodo per armonizzare il "corpo" e la "mente".

 

Per sedersi in Seiza da una posizione eretta bisogna per prima cosa portare giù la gamba sinistra piegando il piede, in modo tale che solo le dita del piede e il ginocchio rimangano in contatto col tatami. Dopodiché si porta nella stessa posizione la destra. È importante mantenere la pianta dei piedi sollevata e poggiare sul tatami solo le dita di entrambi i piedi. Questo perché conferisce al corpo una stabilità ed un equilibrio tale da permetterci di tornare rapidamente e improvvisamente in posizione eretta. A questo punto bisogna scendere con il resto del corpo, fino a che le cosce non vengano in contatto con la parte posteriore della tibia. Questa posizione è chiamata kiza, ed è del tutto simile al Seiza, tranne che per la disposizione dei piedi che sono alzati e poggiano sul tatami solo con le dita invece di essere distesi. Il kiza non è soltanto una forma transitoria da assumere per arrivare al Seiza, ma è di per se una vera e propria posizione.

 

Chiunque s'inginocchia, senza poggiarsi prima sulle dita dei piedi è definito "morto", perché piegare le punte, come abbiamo detto precedentemente, contribuisce ad avere un ottimo equilibrio nel caso fosse necessario risalire improvvisamente, movimento che sarebbe assai lento se ci s'inginocchia nella posizione scorretta; quando si assume la posizione di kiza, con le punte dei piedi piegate, indica che il nostro corpo e la nostra mente si trovano in atteggiamento vigile.

 

Chi indossa l'hakama, quando siede in Seiza, deve far in modo di non schiacciarla sotto i piedi, per evitare di inciamparci mentre si alza rapidamente nel tentativo di contrastare un attacco. Per non far finire sotto i piedi l'hakama, bisogna piegare esternamente le due gambe del pantalone nel momento in cui si scende giù in kiza. Per eseguire la piegatura non si usa mai, naturalmente, la mano sinistra, perché serve per impugnare la spada alloggiata sulla cintura. E' chiaro quindi che sarà la mano destra che dovrà piegare l'hakama. Tale operazione si esegue tenendo il palmo della mano destra aperto e, appena la gamba sinistra inizia a scendere in terra, schiaffeggiando rapidamente la parte interna della coscia sinistra.

Appena giunto a terra il ginocchio sinistro, a questo punto il palmo va a schiaffeggiare la parte interna della coscia destra. Lo "schiaffo" dovrebbe essere tagliente e non eccessivamente energico. Schiaffeggiare in modo eccessivo l'hakama facendogli fare un suono troppo forte era un qualcosa che gli antichi giapponesi consideravano profondamente fastidioso. Schiaffeggiare l'hakama è accettato soltanto nel budo (arti marziali), al di fuori di esso chi si siede con l'hakama, per non far finire il tessuto sotto i piedi, invece di schiaffeggiare il pantalone, porterà semplicemente entrambi i palmi delle mani nella parte posteriore delle ginocchia mentre scende rapidamente giù in seiza. Facendo così tirerà l'hakama verso le ginocchia accorciandola, impedendo in questo modo che finisca sotto i piedi.

 

Per chi invece non ha l'hakama, ma indossa solo il Kimono (un indumento che gli stessi samurai hanno portato per lungo tempo, soprattutto nel periodo Edo), scendere in Seiza presenta un inconveniente ben diverso.

Osservando da dietro chi indossa un kimono mentre sta scendendo in Seiza, potrebbe accadere che piegando il pantalone possa vedersi la biancheria intima, questo per un samurai non è certamente una cosa molto elegante. Il sistema per evitare questo imbarazzo, per tutti coloro che indossano il kimono (uwagi "attrezzatura di pratica" o keikogi "abito di allenamento") consiste nel mantenere in equilibrio la parte superiore del corpo e piegare contemporaneamente entrambe le gambe. Il ginocchio di sinistra scenderà leggermente più avanti del destro e poggerà sul tatami. Di fondamentale importanza è che le punte dei piedi siano piegate. Il ginocchio destro poggerà a sua volta sul tatami. Arrivati a questo punto si dovrà mantenere ancora la posizione di kiza, con la parte interna dei talloni unita tra loro.

Mantenere uniti i piedi, fa sì che la piegatura del kimono rimanga aperta e contemporaneamente impedisce di esporre la biancheria intima a chiunque si trovi seduto dietro. Dalla posizione di kiza si passa poi lentamente, utilizzando i muscoli delle cosce, in Seiza.

I movimenti da fare per rialzarsi dalla posizione di Seiza, sono per prima cosa tornare in kiza, dopodiché staccare dal tatami il ginocchio destro e portare il piede corrispondente esattamente di fianco a dove è poggiato il ginocchio sinistro, facendo sì che le dita del piede rimangano alzate e ben arricciate sopra.

Da questa posizione, utilizzando i muscoli della coscia, si solleva il tronco fino a giungere in posizione eretta e si affianca il piede sinistro al destro. Tale movimento è uguale sia per chi indossa il kimono o l'hakama.

 

Di fondamentale importanza è assumere sempre una postura rilassata e nello stesso tempo equilibrata, sia che ci si alzi, si scenda oppure ci si trovi in Seiza. Per i samurai, non essere ben bilanciati comporta la perdita sia della giusta forma sia dello zanshin. Quando ci si alza o si scende in seiza bisogna farlo in piena tranquillità, col massimo equilibrio e molta eleganza. Quando si torna in posizione eretta non bisognerebbe farlo a scatti o in modo sgraziato. Per chi conosce "l'arte del tè", sa che il movimento che si deve compiere per rialzarsi da seiza deve essere come "il calmo risalire di una colonna di fumo". E' inoltre molto importante, quando ci si siede in seiza, non farlo a cavallo di due tatami, sia per evitare un'usura rapida dei bordi che provocherebbero inevitabilmente la rottura del tatami, sia per un fatto estetico.

È chiaro quindi che il Seiza è abbastanza importante in tutte le scuole di arti marziali come forma di rispetto. Essa non è soltanto una posizione, a volte anche un po' dolorosa, da assumere per eseguire il rito del saluto all'inizio e alla fine della lezione o per la meditazione, ma è anche una posizione che permette di imparare la giusta postura, una posizione che estende ed accresce lo studio delle arti marziali, trasmettendogli lo zanshin e la bellezza.


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molto bello, grazie :arigatou:


"Bellezza, gioventù e fascino cominciano ad appassire quando appaiono la prima volta.

Attraverso le prime foschie della primavera, scorgiamo il Ponte d'Autunno"

----

mai confrontarsi con un imbecille, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza

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Da ragazzino ho fatto per anni Atletica leggera a livello agonistico, e quindi ho sempre avuto gambe belle potenti (ancora adesso dopo anni di ozio agonistico :gocciolone::gocciolone: ).

 

Fatto sta che le ginocchia robuste e i polpacci spessi mi hanno sempre impedito di far raggiungere i talloni al mio pesante popò. Per me il seiza non è una posizione, è una tortura!

Ricordo ancora che durante uno stage di aikido, il maestro Hosokawa, vedendo la mia espressione disperata dopo 35 minuti di seiza, mi disse " stai pure con le gambe incrociate, tu non hai le gambe giapponesi..." Da quel momento l'ho stimato ancora di più... :ok::laugh:



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ho dovuto faticare molto per riuscire ad abituarmi alla postura. Poi, dopo molti anni adesso qualcosa sono milgiorato, anche se a volte i crampi mi prendono ancora :wacko:


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Per me il seiza non è una posizione, è una tortura!

Ricordo ancora che durante uno stage di aikido, il maestro Hosokawa, vedendo la mia espressione disperata dopo 35 minuti di seiza, mi disse " stai pure con le gambe incrociate, tu non hai le gambe giapponesi..."

 

Questo fondamentalmente racchiude un po' il senso del mio topic. Tralasciando la pratica delle arti marziali, dove una piccola dose di "masochismo" puo' essere un modo per accrescere lo spirito (in parole spicciole, per quanto riguarda me, la pazienza) il seiza è una tradizione, estesa alla vita quotidiana. Non con la forma perfetta pero'; diciamo che come noi per sederci a terra a cazzeggiare ci mettiamo a gambe incrociate, perchè all'asilo o alle elementari ci insegnano cosi', loro si mettono in ginocchio perchè gli insegnano cosi'.

 

Pare che ultimamente pero' si stiano riformando in questo senso; nell'ambito scolastico non viene piu' insegnato in tenera eta' per evitare inestetismi.

Purtroppo pero' non ho trovato fonti per approvare questa mia affermazione.

 

A favore del seiza posso dire che quando indosso il kimono o lo yukata senza sedermi in seiza mostro a tutti le mie orribili mutande. Ho trovato su internet un sistema per non soffrire troppo e per sedersi in un simil seiza, tramite un tipo di seggiolino che arriva giusto sopra i talloni per appoggiarvi il sedere.

Forse con questo seggiolino ci si puo' abituare in eta' adulta al seiza senza rischiare (come diceva Fantozzi) di perdere l'uso delle articolazioni elementari..

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A favore del seiza posso dire che quando indosso il kimono o lo yukata senza sedermi in seiza mostro a tutti le mie orribili mutande. Ho trovato su internet un sistema per non soffrire troppo e per sedersi in un simil seiza, tramite un tipo di seggiolino che arriva giusto sopra i talloni per appoggiarvi il sedere.

Forse con questo seggiolino ci si puo' abituare in eta' adulta al seiza senza rischiare (come diceva Fantozzi) di perdere l'uso delle articolazioni elementari..

 

personalmente, i problemi avuti all'inizio con lo seiza era sopratutto sulle caviglie, i miei piedi non erano abituati a stare così distesi, ho risolto il problema mettendo delle ginocchiere alle caviglie per poi levarle del tutto, non posso dire di starci per molto tempo ma il sufficente per sopravvivere agli stage con i maestri giapponesi.


....finchè quelli che oggi sono ciotoli

 

diverrano grandi rocce che il muschio ricoprirà.

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Io ho risolto il problema col peso.

Sono aumentato fino a 125-135 kg (dipende dalla stagione) e quando mi metto in seiza soffro solo per pochi minuti .....

 

.... dopo non sento più le gambe ! :nausea:

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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