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Kentozazen

Metallurgia Della Spada

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La durezza dell'acciaio giapponese

 

Rockwell_Hardness_Test_Rig.jpg

 

Si è già parlato della durezza differenziata dell'acciaio che compone il corpo della lama, inserisco questi dati al fine di rendere più chiara questa caratteristica delle nihonto. In termini generali possiamo dare un valore in durezza di 40 HRC ad un jihada e di 60 HRC ad uno yakiba secondo il più frequente sistema di misurazione, il Rockwell. Ma cosa rappresentano questi valori?

 

DUREZZA: la durezza è la proprietà di un materiale di opporsi alla penetrazione da parte di un corpo duro che ne viene a contatto. Varie sono le prove di verifica della durezza dei metalli. Ricordiamo le prove Brinnell, Vickers, Herbert, Shore, Rockwell, quest'ultima la più diffusa. Questo metodo (inventato dall?ingegnere americano S. Rockwell) fornisce un indice della durezza di un materiale sottoposto all'azione di un penetratore a sfera del diametro di 1/16 di pollice di acciaio duro (HRB), o a cono di diamante (HRC) se la durezza ? maggiore di 200. La durezza è ricavata dalla misura dell'affondamento e si esprime come differenza tra l'affondamento di un carico finale di 100 Kgf (HRb) e di 180 Kgf (HRc) e quello corrispondente a un carico di 10 Kgf. Ricordiamo che per i maestri di forgia il test di Rockwell non è assolutamente indicativo e determinante per le qualità globali della lama. Essi adottano molteplici sistemi di verifica non solo della durezza, ma anche della capacità di taglio, di elasticità e flessibilità della lama, della ritenzione del filo, della capacità di penetrazione, della distribuzione del peso e degli equilibri.

superficiphoto.JPG

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Specifico che i 60 gradi hrc misurati sull'hamon sono un grado di durezza enorme per un metallo, paragonabile a quella di brunitoi, punte da trapano al vidia, utensili ad alta resistenza etc...

Se poi restringiamo il paragone a oggetti in puro acciaio Fe-C, non in lega con altri metalli, possiamo tranquillamente dire che esistono ben pochi altri oggetti con una durezza simile a quella di una lama giapponese.



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Yama io ho cercato ma non ho trovato, non hai disponibile una tabella in HRC che possa dare un'idea con i gradi di durezza dei vari metalli?


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Specifico che i 60 gradi hrc misurati sull'hamon sono un grado di durezza enorme per un metallo, paragonabile a quella di brunitoi, punte da trapano al vidia, utensili ad alta resistenza etc...

Se poi restringiamo il paragone a oggetti in puro acciaio Fe-C, non in lega con altri metalli, possiamo tranquillamente dire che esistono ben pochi altri oggetti con una durezza simile a quella di una lama giapponese.

 

 

Basta lo 0,8% di C (nell'austenite) e una raffreddamento a velocità supeiore a Vs per far raggiungere all'acciaio la durezza massima della strttura martensitica, ovvero 65 Hrc circa.

 

Quindi i 60 Hrc non sono poi niente di eccezionale.

 

Ciao.

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Basta lo 0,8% di C (nell'austenite) e una raffreddamento a velocità supeiore a Vs per far raggiungere all'acciaio la durezza massima della strttura martensitica, ovvero 65 Hrc circa.

 

Quindi i 60 Hrc non sono poi niente di eccezionale.

 

Ciao.

 

 

beh, molto probabilmente il valore indicativo/statistico di 60 hrc è un parametro di riferimento per individuare il miglior compromesso tra durezza e la relativa, conseguenziale fragilità dell'acciao componente il filo


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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Quindi i 60 Hrc non sono poi niente di eccezionale.

 

Ciao.

A parte il fatto che da prove di laboratorio si sono rilevate anche durezze superiori a 65 HRC anche su lame molto antiche, è ovvio: non c'è niente di eccezionale nella martensite. Come non è eccezionale la perlite o il samè o il legno di magnolia, un chimico mi direbbe che non c'è niente di eccezionale nella lacca basta procurarasi un po' di urushiolo...

Eccezionali sono l'accuratezza del lavoro, il dosaggio empirico del carbonio, la perfezione della spada nel suo insieme, le doti tecniche e funzionali in cui la durezza specifica dell'acciaio costituisce una sola delle centinaia di variabili in gioco nella costruzione.

Altrimenti cosa sarebbe eccezionale? Forse un filo duro quanto il vidiam e fragile come il cristallo? :arigatou:


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A parte il fatto che da prove di laboratorio si sono rilevate anche durezze superiori a 65 HRC anche su lame molto antiche, è ovvio: non c'è niente di eccezionale nella martensite. Come non è eccezionale la perlite o il samè o il legno di magnolia, un chimico mi direbbe che non c'è niente di eccezionale nella lacca basta procurarasi un po' di urushiolo...

Eccezionali sono l'accuratezza del lavoro, il dosaggio empirico del carbonio, la perfezione della spada nel suo insieme, le doti tecniche e funzionali in cui la durezza specifica dell'acciaio costituisce una sola delle centinaia di variabili in gioco nella costruzione.

Altrimenti cosa sarebbe eccezionale? Forse un filo duro quanto il vidiam e fragile come il cristallo? :arigatou:

 

Senza dubio il katana, nel suo insieme, è qualcosa di straordinario, sia per l'accuratezza delle finiture che per la tecnica con cui venivano e vengono realizzate.

 

La mia osservazione era riferita solamente alla valutazione della durezza del tagliente.

 

Sicuramernte la durezza è solamente un fattore da valutare, sopratutto in lame complesse come quelle in questione.

 

Personalmene però credo che il tagliente di un katana sia comunque fragile, dato che alla fine si parla di acciai basolegati con l'1% o più di C.

 

Quello che poi rendeva così speciali queste spade erano gli altri pacchetti che componevano la lama e che la rendevano così tenace e resistente.

 

Ciao.

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Sì beh certamente l'hamon è l'area più fragile, la combinazione con differenti gitae (pacchetti come dici tu) ne aumentano comunque la resilienza sino a capacità nemmeno sospettabili. Tuttavia il fine di una katana non è quello di tagliare un palo della luce ma avversari che sono ben più teneri.

Non solo il gitae contribuisce alla sussistenza delle caratteristiche fisiche di resistenza, resilienza e capacità di taglio ma anche la conformazione geometrica. :arigatou:


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