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Giuseppe Piva

Bohi Tardi

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Vedere alcune spade durante i C.E. di iaido mi ha fatto sorgere alcune domande in merito agli bo-hi.

- E' possibile secondo voi capire se un bohi è originale o è stato aggiunto in un secondo tempo?

- Perde valore una lama modificata in tal senso? Nel mio modo di pensare direi di si, in quanto viene modificata l'idea originale dell'artigiano-artista,

- C'è qualcuno in grado di farlo qui in Italia?

- Come sono considerate sul mercato internazionale lame che magari nel certificato non hanno lil bohi e invece l'hanno poi aggiunto?

 

Grazie per le vostre opinioni. Il fatto è che ho visto spade anche pregevoli modificate per fare fischiare la lama (anche se si dice solo che sono state "alleggerite"...) e mi chiedevo se considerarla una cosa giusta.


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Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Per come la vedo io , e credo di seguire l'interpretazione più comune tra i collezionisti, qualunque modifica alla lama comporta una riduzione del valore, trovo abbastanza assurda la pratica di fare bo-hi dove non vi erano, penso che un praticante di iaido dovrebbe astenersi da comportamenti di tal genere su una nihonto, la cosa dimostra una mancanza di rispetto non indifferente, per non parlare di quanto sia frivola la motivazione di tali interventi, far fischiare la lama che scemenza, alleggerire la lama altra assurdità, io dico comprane una leggera ,magari gaijin, bestia che sei! (non dico a te Giuseppe ci mancherebbe mi rivolgo all'ipotetico deturpatore di nihonto) Comunque sta di fatto che interventi come questi impoveriscono il patrimonio artistico in circolazione. Non capisco poi che senso abbia voler praticare con una lama tradizionale se poi per riuscire in quel che si fa si devono inventare trucchetti simili.

Per quanto riguarda la capacità di comprendere se il bo-hi è originale o aggiunto la cosa direi che è impegnativa ma non sempre impossibile. I bo-hi gaijin molto spesso non rispettano le proporzioni corrette, per quel che spesso ho potuto vedere i bo-hi antichi sono molto frequentemente lunghi e corrono lungo il nakago, in questo caso una aggiunta posteriore sarebbe indentificabile giudicando il grado di ossidazione dello sguscio in confronto con quello del resto del nakago.

La creazione dello sguscio secondo il sistema tradizionale viene eseguita con delle apposite pialle , è un procedimento molto lungo e particolarmente complesso in quanto lo sguscio parte largo e profondo per modificare le propria forma avvicinandosi al boshi diventando più stretto e meno profondo. Sebbene alcuni capolavori rasentino la perfezione è quasi sempre possibile notare delle irregolarità nel solco evidenziabili con una accurata ispezione controluce.

Esiste chi fa lavori di questo genere con tecniche moderne , ho visto anche attrezzature da paura assemblate a questo scopo ma ,nel rispetto di tutti , trovo sia una grave errore su una lama nihonto,se invece si fa su una gaijin nessun peccato; il risultato comunque -ottenuto con frese- non è paragonabile ad un lavoro eseguito a mano, la precisione dell'incisione a fresa rende lo hi identificabile come gaijin , inoltre anche qualora venisse utilizzata una fresa a tre assi a controllo computerizzato per determinare con precisione la curvatura e calibrare la profondità di incisione, la "eccessiva" precisione del solco permetterebbe ancora una volta l'individuazione, senza trascurare il fatto che un solco di precisione contrasta fortemente con il resto della lama e mette in evidenza le piccole irregolarità del sori dal lato del mune, un contrasto abbstanza fastidioso esteticamente. Tra l'altro un solco fatto a mano non si modifica solo per spessore e profondità ma anche nella curvatura dello sguscio, la sezione iniziale è un segmento di cerchio di raggio più stretto di quello della sezione alla punta e questo una fresa industriale non potrà mai farlo, potrà solo alzarsi ed abbassarsi ma mai potrà modificare la propria forma man mano che prosegue nell'incisione.

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Infatti mi risulta che questi "alleggerimenti" siano fatti in Giappone a mano... Mi è poi venuta in mente un'altra cosa: se uno spadaio intende incidere un horimono profondo, come un bohi, non usa magari uno strato di acciaio duro più profondo vicino al mune? Scavando una lama a caso non si corre il rischio di andare a toccare lo strato "morbido"? O forse questo avviene comunque?


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Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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non si corre il rischio di andare a toccare lo strato "morbido"?

 

questa è una cosa che mi sono sempre chiesto anch'io



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anchio mi sono chiesto piu volte la stessa cosa


....se il tuo cuore è forte....anche la tua spada sarà forte.....

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Si arriva quasi sempre allo shingane, generalmente non è però visibile alcuna differenza in quanto la superficie dello sguscio è lucidata a specchio.

Modificato: da Kentozazen

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Si arriva quasi sempre allo shingane, generalmente non è però visibile alcuna differenza in quanto la superficie dello sguscio è lucidata a specchio.

 

sia ringraziato il migaki :hehe::hehe: cmq trovo proprio che le parole di ken siano + k ben dette visto le schifezze che fanno i gaijin su alcune povere nihon-to e purtroppo ne ho viste alcune rifinite persino con il dremel :nausea::nausea:

penso che cmq uno sguscio fatto dopo la forgiatura rovini la lama anche se fatto in giappone ( si trovano diversi siti k offrono questo servizio)

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Volete mettere una lama che vi taglia senza che la sentiate arrivare !

 

Sembrano quei motorini che fanno un gran casino e sono sempre lì !

 

Gianfranco

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é più scuro ma lo vedi solo se non è lappato. E' un po' lo stesso discorso che vale per hada e hamon

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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