Giuseppe Piva 6 · Inserito: 3 dicembre 2015 Buongiorno a tutti. Mi è stato chiesto di postare le schede delle spade interessanti che sono passate dal mio sito, poichè ho l'abitudine di rimuovere le opere vendute. Inizio quindi con l'ultima spada venduta, che nel sito non è nemmeno transitata. TACHI KO-AOE Provincia di Bitchu Firmata "MASATSUNE" (正恒) Periodo Kamakura (1185-1333) Circa 1213-1233 NBTHK Juyo Token (sessione nr. 61) Nagasa [lunghezza]: 64,9 cm Motohaba: 2,45 cm, sakihaba: 1,47 cm Sugata [configurazione]: shinogi-zukuri, koshi-zori, iori-mune, chu-kissaki Kitae [motivo della forgiatura]: ko-itame, jinie, midare utsuri Hamon [linea di tempra]: leggero notare basato su suguha con ashi, yō, kinsuji e sunagashi Boshi [punta]: komaru Nakago [codolo]: suriage, tachi mei: MASATSUNE; un mekugi-ana La provincia di Bitchu fu tra le prime a dare alla luce le lame giapponesi così come le intendiamo oggi. La scuola Aoe, che durò dal periodo Heian fino a tutto il Muromachi, fu quella con la produzione più significativa. Le lame più antiche, che vengono indicate come “Ko-Aoe”, sono sicuramente le più interessanti; esse furono prodotte da due famiglie di spadai: quella che fa riferimento a Yasutsugu e i cui membri spesso includono il kanji “tsugu” nel proprio nome, e quella detta Seno-o, geograficamente più vicina a Bizen e quindi più variegata dal punto di vista artistico. È all’interno di quest’ultimo gruppo che si individuano due fabbri che firmavano “Masatsune”. La spada mostra ben evidenti tutte le caratteristiche della scuola Ko-Aoe. Innanzitutto la forma è slanciata ed elegante, con una curvatura che si fa più profonda verso l’impugnatura (koshi-zori) e che doveva essere ancora più evidente prima che la lama venisse accorciata, poiché caratteristica di questa scuola era che il punto di maggiore curvatura fosse proprio nella parte più bassa della lama; la larghezza si assottiglia sensibilmente verso la punta, secondo lo stile dell’epoca, dando alla spada grazia ed eleganza, sottolineate anche dallo spessore dello hamon, che si riduce anch’esso verso la punta. Il monouchi, la parte usata per tagliare, mostra un profondo kirikomi, una “ferita da combattimento” di grande fascino. Anche le caratteristiche dell’acciaio sono quelle tipiche: un ko-itame molto ben visibile, che include particelle di jinie e un utsuri che segue la linea notare dello hamon. Quest’ultimo è in realtà un notare molto tranquillo, più movimentato nella parte bassa e quasi dritto in quella centrale. Le attività sono molte e variegate, rendendo la lama una straordinaria opera d’arte. Il codolo è lungo e mostra ben evidente dove arrivava la lama prima del suriage; si tratta di un accorciamento volutamente ridotto, che ha permesso di mantenere intatta la firma. ______________________Giuseppe Pivawww.giuseppepiva.com Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
G.Luca Venier 0 · Inserita: 3 dicembre 2015 Grazie, molto interessante Sarebbe possibile sapere anche la misura del sori ? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Francesco Marinelli 0 · Inserita: 4 dicembre 2015 Grazie per la condivisione! L'hada dal vivo com'era? Ho avuto una sola ko aoe in mano e me ne sono veramente innamorato... un'eleganza.. poi quest'acciaio con riflessi blu ed una hada da capogiro che sembrava tridimensionale! "Indiana Jones e la lama perduta" Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Renato Martinetti 1 · Inserita: 5 dicembre 2015 lama assai elegante, con un sugata che mostra la transizione tra il tardo Heian e il kamakura. Il fatto che il nakago non abbia subito troppo suriage la rende ancora più notevole. Mi son fatto scappare una Ko-Aoe firmata Moritsugu, qui in Italia e ancora me ne dolgo... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Giuseppe Piva 6 · Inserita: 9 dicembre 2015 Grazie per la condivisione! L'hada dal vivo com'era? Ho avuto una sola ko aoe in mano e me ne sono veramente innamorato... un'eleganza.. poi quest'acciaio con riflessi blu ed una hada da capogiro che sembrava tridimensionale! Era un itame fitto ma perfettamente leggibile, chiaramente non così contrastato come in fotografia ma godibile appieno su tutta la lama. ______________________Giuseppe Pivawww.giuseppepiva.com Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti