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G.Luca Venier

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Contenuti inseriti da G.Luca Venier

  1. Ciao, non era mia intenzione contraddirti. Anche la mia è una semplice impressione e naturalmente dalle sole foto è molto facile sbagliarsi !
  2. A me non pare una replica. Il numero di serie ed il marchio di controllo sopra lo Hi corrispondono a quelli di una lama tipica prodotta nellarsenale di Koshikawa prima del 1936. I marchi sul fuchi corrispondono, come pure il fatto che sia in rame non patinato. Giusta anche la tsuka fissata con viti. Mi pare di scorgere tracce del colore originale con cui la tsuka veniva verniciata, ad imitazione di tsukaito e same.
  3. Certo che...sei agli Uffizi e non ti fai sentire per un caffè al volo...
  4. Buonasera Fabio, benvenuto e grazie per la tua presentazione. Gian non avrebbe potuto, col suo intervento, essere più preciso e puntuale. In questo forum non ci occupiamo di lame da pratica nè siamo propensi a fornire indicazioni per interventi su lame che non siano tradizionali. Parlane col tuo insegnante di battodo, saprà consigliarti senza dubbio al meglio (e tre...scusa Beta, abbiamo scritto in contemporanea..) Per aiutarti ad approfondire la tua conoscenza e passione per la spada e la cultura tradizionale giapponese siamo, invece, a tua disposizione. Fai tutte le domande che desideri: cercheremo, nel nostro piccolo, di darti delle risposte.
  5. Un ringraziamento a tutti i partecipanti. Come sempre è stato un grande piacere passare una giornata in vostra compagnia, studiando ciò che ci appassiona. Il mio augurio di buon lavoro va a tutta la nuova squadra del Consiglio Direttivo, a tutti i Soci presenti e futuri come pure ai non Soci, contando che questa comune passione ci faccia unire ulteriormente le forze per un più proficuo percorso collettivo di crescita. Un ringraziamento a tutti i membri per la fiducia accordatami. Un ringraziamento particolare a Stefano Verrina e al nostro Segretario Generale Massimo Rossi, senza la cui infinita disponibilità e voglia di condividere la propria conoscenza della Token non potrei ricoprire oggi il ruolo che mi è stato affidato.
  6. Ah, ma l'esperto è Mike Yamasaki, della NBTHK American Branch ! L'abbiamo conosciuto molto bene a Tokyo l'anno scorso, persona simpatica e disponibile. E' anche un dealer, presso Tetsugendo.com. Va notato che l'approccio alle lame, con attenzione rivolta esclusivamente ai nakago, non è propedeuticamente corretta. Inoltre va considerato che la lama più antica firmata e datata di Masamune (che è riportata solo su carta) è del 1314, mentre le probabili date di morte (ricavabili dai documenti) stanno tra il 1330 ed il 1343. La lama più precoce di Akihiro, che ancora esiste, è invece datata 1362 ed è ormai opinione comune (cfr. Honma Junji, "Masamune and his school", pag 34 e Fujishiro Matsuo, "Nihon Toko Jiten", Kotohen, pag.418) che questo forgiatore non possa essere stato allievo di Masamune, benchè in molti testi questa storia sia ancora pedissequamente riproposta. Ogni tanto bisogna anche aggiornare le proprie fonti. P.S. la Akihiro, a questo giro, è gimei
  7. Non so se avete avuto il tempo e la pazienza di leggervi i link che vi ho suggerito. Comunque la storia recente della lama di Akihiro credo meriti qualche riflessione. A parte il caso del ritrovamento in sè (acquistata in America per poche centinaia di dollari presso un banco dei pegni da un appassionato di coltelli, totalmente ignorante di lame giapponesi), mi pare abbastanza indicativo il fatto che sia stata fatta rientrare in Giappone (peraltro, polita da un occidentale) giusto per "riattivare" lo status di Juyo Bijutsuhin per poi rimandarla indietro. Gli anglosassoni in genere, inglesi o americani che siano, sono sempre molto attenti al concetto di "proprietà" e dunque leggo commenti di personaggi autorevoli che dicono:"Beh, la lama era sua dunque è giusto e legittimo che abbia potuto riportarla a casa". Se parliamo di oggetti da tutelare, però, si può considerare a titolo di esempio che una qualsiasi persona (di qualsiasi nazionalità) che acquisti un immobile in Italia e che, per caso, vi scopra in cantina un Caravaggio, può ritenersi a pieno diritto proprietario del quadro ritrovato ma non può portarlo fuori dall'Italia. Può venderlo, se crede, ma anche il nuovo acquirente non potrà portarlo fuori dal Paese. Legalmente, almeno. Esiste una commissione che si occupa di valutare l'importanza di un'opera d'arte che viene scoperta e, qualora si tratti di un oggetto di particolare interesse, non ne viene consentita l'esportazione in quanto rappresenta un patrimonio culturale del Paese in cui è nato e si considera giusto e legittimo chi ivi rimanga. Pare assodato che anche il procedimento di esportazione di una Juyo Bijutsuhin sia sottoposto all'esame di un' apposita commissione la quale, come ci si aspetta, si prende carico di valutare l'importanza intrinseca dell'oggetto che deve lasciare il Paese. Parimenti assodato è il fatto che, negli ultimi 50 anni, solo pochissimi oggetti con questo status sono stati "svincolati"; dunque nel caso che questo avvenga viene spontaneo chiedersi il perchè. Per quanto riguarda la tutela che abbiamo in Italia spesso si tende a pensare che segua parametri anche troppo severi. Si ritiene infatti che la custodia di un privato competente ed appassionato possa essere, in qualche modo, più attenta di quella che potrebbe garantire un Museo o, comunque, un Ente pubblico. Se si considera la quantità di materiale riversato nei depositi dei Musei che non è neanche disponibile al pubblico e magari in precarie condizioni di conservazione, la riflessione sorge spontanea. Nel caso specifico, però, mi chiedo se la visione della custodia del privato non rischi di essere un pò limitata, nell'ottica di una custodia e cura che vada oltre la vita media del singolo individuo. Poichè, è inevitabile, l'appassionato e competente collezionista prima o poi non ci sarà più e bisognerà vedere se, nel tempo, sarà riuscito a passare ai suoi eredi la stessa passione e competenza. E chissà che, dopo due o tre generazioni, uno di questi oggetti non si trasformi in un esotico strumento per scalcare il tacchino per la festa del Ringraziamento, come talvolta è già accaduto.
  8. Carissimo, una qualsiasi ferramenta potrà consigliarti al meglio. Sia per quanto riguarda le marche disponibili sul mercato sia sul tipo di carta da usare (a bagnato o meno). Altrimenti un'alternativa più pratica è rivolgersi ad un coltellinaio. Lui ha le spazzole per fare questo tipo di lavoro e ci mette 10 minuti.
  9. Grazie Francesco per aver ricordato questo ritrovamento. La lama, in realtà, è riapparsa già qualche anno fa ed è stata il pezzo forte della mostra di Tampa del 2014. Molto interessante la questione della classificazione e dei permessi di esportazione. È praticamente certo che lo status di Juyo Bijutsuhin è stato perso dal momento in cui è stato dato il via libera per lasciare il Giappone. I dettagli della procedura, ad ogni modo, non sono noti. Qui se ne parla in modo esteso ed articolato. http://www.militaria.co.za/nmb/topic/23644-juyo-bijitsuhin-export/?fromsearch=1 Comunque, al DTI 2017 vi erano alcune Juyo Bijutsuhin in vendita e i commercianti spiegavano scrupolosamente che esiste un metodo legale, tramite rischiesta agli uffici competenti, che permette di esportare anche questo tipo di oggetto. Non è semplicissimo e non sempre la richiesta viene accettata, ma è possibile. Resta il fatto che la sola circostanza in cui una lama Juyo Bijutsuhin può lasciare il Paese senza perdere lo status è quando viene data in prestito ad un Museo. In quel caso, da quel che sono riuscito a capire, non viene neanche ritirato il torokusho. Vi consiglio anche la lettura di questo articolo http://www.militaria.co.za/nmb/topic/13632-tampa-2014-report/page-1
  10. Ciao Cristiano, sono in attesa che la regia mi invii gli oshigata e le schede tecniche.
  11. Incollare una saya non è operazione difficile ma se non hai mai lavorato con colle naturali ti conviene rivolgerti a qualcuno con esperienza. Puoi contattare un falegname restauratore, specificando di non usare colla vinilica. Oppure anche un liutaio classico, che quasi sempre usa colle naturali (di solito di coniglio, che va bene uguale). La spada puoi tenerla sul katanakake per qualche giorno anche nuda.
  12. Questo attrezzo nasce per smontare tutti i pezzi, qualora non escano facilmente.In genere è più facile che si incastri brutalmente un habaki, per via delle ossidazioni e delle variazioni di spessore del nakago, e ci si lavora male a mano libera perché la superficie di presa è molto ridotta. Quindi questo piccolo accessorio viene tirato fuori perlopiù per togliere un habaki. Ma non è specifico per quello.
  13. Si, come sopra, chi ha una grande dimestichezza con gli oggetti e le procedure standard può anche permettersi talvolta di usare piccoli accorgimenti non proprio ortodossi. Ciò non significa che lo possano fare tutti indistintamente.
  14. Attenzione ad improvvisare operazioni con mazzette e protezioni, soprattutto se è la prima volta che si mettono le mani su una spada. Per certi lavori occorrono gli strumenti giusti e bisogna usarli in modo corretto.
  15. Ciao cinziana, prima di fare qualsiasi richiesta sarebbe buona norma (di educazione) presentarsi nella sezione apposita. Grazie.
  16. Grazie Enrico. Confermo anche io la disponibilità a raccogliere 2 deleghe, di persona, in zona Firenze/Lucca/La Spezia. Naturalmente le deleghe possono essere inviate al delegato anche via posta ordinaria. Chiunque lo desideri può contattarmi in PM. Ricordo a tutti che, in sede di elezioni, la delega dovrà essere presentata in originale e firmata.
  17. Gian è sempre molto estremo nelle sue dichiarazioni ma se ci si focalizza solo sulla sua ultima frase e si tralascia quella precedente si rischia di osservare il dito e non la luna. Di certo per imparare a valutare correttamente un nakago occorre affinare competenze e capacità sensoriali differenti rispetto a quelle che si impiegano per esaminare il resto di una lama. A volte possono sembrare due mondi separati. Del resto un nakago può fornire molte informazioni supplementari interessanti, nel bene o nel male, dunque è fondamentale sforzarsi di imparare a "leggerlo" bene tanto quanto un sugata, un hamon o una hada. Anche in questo caso non c'è altra strada che osservare dal vivo il maggior numero di esempi, prediligendo quelli buoni. Come si è visto le foto possono ingannare. Non vi è dubbio, infine, che il nakago possa raccontare molto della perizia di un forgiatore. Personalmente tendo a diffidare di una lama ordinaria con un nakago troppo bello mentre posso di buon grado accettare una lama buona col nakago rovinato dal tempo e dagli eventi. Dunque anche il nakago va considerato un piccolo universo da scoprire ed è un errore comune limitarsi alla semplice verifica di un' eventuale firma, tralasciando il resto
  18. G.Luca Venier

    katana

    Leggendo sul sito di Giapponeserie mi è caduto l'occhio su questo link: http://www.global-yamato.com/business/service/ Non conosco questo corriere. Qualcuno se ne è mai servito ? Chissà che non possa risultare utile.
  19. G.Luca Venier

    katana

    Si, sono originali e sono in vendita presso questo negozio: http://www.e-sword.jp/ Si trova a Saitama (Tokyo) ed il proprietario, Masayuki Hirato, è molto simpatico ed esperto di transazioni oltreoceano. Ho avuto modo di conoscerlo personalmente a gennaio. Il link che hai postato è un negozio italiano che, evidentemente, fa da tramite. Il vantaggio è che si occupano loro di tutte le pratiche doganali e postali. Lo svantaggio è che le lame hanno un costo abbastanza superiore, tra i 1.000 ed i 1.500 euro in più rispetto al prezzo originale. Però, alla fine, se si è totalmente inesperti di importazione di armi bianche in Italia, è una possibilità da valutare.
  20. birichino... La signorina con la tsuba è Miss Martyna Lesniewska, curatrice del museo.
  21. In effetti, Enrico, hai colto nel segno. Gli appassionati della token sono una famiglia e, come si vede...neppure troppo numerosa.
  22. Qui un breve ma esaustivo report dell'evento: http://www.militaria.co.za/nmb/topic/25172-berlin-berlin-berlin/ Clima molto cortese ed informale, grazie al coordinamento di Eckhard Kremers, presidente della NBTHK EU e di Paul Bowman, chairman della Token Society of Great Britain. Come si legge le lame proposte per il kansho erano tutte suriage mumei e, per chi abbia partecipato alla mostra di Solingen, sono "vecchie conoscenze". Questo riflette il problema fondamentale della maggior parte delle raccolte europee che siano in qualche modo "accessibili". Le lame buone che siano anche ubu e firmate stanno perlopiù...in madrepatria. La spada firmata Nobukuni, proposta a fine giornata per un estemporaneo kantei, è una nuova arrivata alle nostre longitudini e rappresenta una luminosa eccezione. Detto questo, non fraintendetemi: la qualità in sè di queste lame è molto alta, indiscutibile, ed è stato molto stimolante affrontare alcune riflessioni attributive (al di là dei certificati, anche prestigiosi). Comunque è evidente che l'interesse di Peter Janssen (proprietario del museo che, ricordiamo, è privato) si è concentrato molto sulle armature piuttosto che sulle lame e statisticamente, tra gli oggetti in mostra, quest'ultime la fanno da padrone. Qualità alta e pezzi davvero sorprendenti. Uniche note dolenti, l'illuminazione delle spade (che, nelle teche, sono apprezzabili con una certa difficoltà) e la quasi totale assenza di didascalie esplicative.
  23. Interessante, a questo proposito, questa discussione : http://www.militaria.co.za/nmb/topic/25136-the-internationalization-of-japanese-blade-making/?do=findComment&comment=254349
  24. G.Luca Venier

    katana

    Ciao Mario, benvenuto tra noi. Come già ben accennato da Betadine, per iniziare una pratica di questo tipo è indispensabile un maestro competente e in carne ed ossa. Lui saprà darti i consigli più adatti. p.s. nel Kendo si usa solo lo shinai e, nei kata, il bokken. Per lo Iaido (che spesso si inizia a praticare in parallelo al Kendo ma non necessariamente) si inizia sempre e solo con lo iaito in lega di alluminio non affilato. Dopo qualche anno di pratica, e sotto consiglio del maestro, si può pensare di passare ad una spada vera.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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