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getsunomichi

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  1. getsunomichi

    Katana Muromachi

    Si si, attenzione! Quel che ho detto non vuole per nulla svilire la lama... Nel suo complesso, se ciò che ho ipotizzato è vero, anzi essa avrebbe una originalità peculiare rispetto a tante lame del muromachi di pronta beva. Come dice Betadine, la lama ha un suo perché.
  2. Questa ipotesi è più affascinante della precedente. I mon tendono sempre ad avere un retaggio bellico, anche se fanno riferimento a qualcosa di spirituale. Qualcosa che possa incitare alla pugna, se occorre, stare su uno stendardo o su un armatura. Mano e tecnica di combattimento sono concetti che si fondono in una classe guerriera. Dopodiché, anche il fondoschiena di una parente nobile può essere motivo di scontro...
  3. getsunomichi

    Katana Muromachi

    Guardate, mi spiace fare questa parte. Personalmente, non ho mai visto niente di simile. Questo, di per se, potrebbe non significare nulla. In realtà, credo che il motivo per cui non ho mai visto cose di questo tipo è che il nakago va decrescendo naturalmente. Questo significa che il pezzo tagliato dal suriage non può aderire perfettamente al nakago rimasto. È più piccolo. L'unico modo per rimettere la firma al posto è tassellarla. ...Ed il tassello va fatto più piccolo possibile, per evitare di indebolire il nakago. Inutile dire che ci vuole un fabbro coi controcosi, non un falsario comune. Indovinate invece un po’ come apporrei io una firma ad un nakago se mi trovassi in mano una mumei e un cordolo firmato? Perché a guardarlo bene quel sugata io tutto sto suriage mica me lo vedo. Però, parlo da profano...
  4. La tre vince, ma a me piace anche là uno, nonostante le piccole ferite. O forse, proprio per quelle. Il problema è che gli italiani sono buongustai, anche quando rubano.
  5. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    È davvero simpaticissimo.
  6. getsunomichi

    Katana Muromachi

    Ho qualche dubbio e non solo sull'interpretazione del pensiero di Guglielmo.
  7. getsunomichi

    Katana Muromachi

    Mi sfugge cosa c’entra il buon Guglielmo. Ma temo non sia l'unica cosa che mi sfugge.
  8. In un mondo in cui sempre di più si è in quanto si ha, bisogna comprendere l'atteggiamento di chi ha la necessità di possedere. Lo sviluppare gusti al di sopra delle proprie possibilità non esce dal loop. Spesso, però, questa frase L’utilizza chi è uscito dal loop del possesso e ha la delicatezza e la sensibilità di non giudicare chi non ne è ancora fuori. Proprio sulle pagine di questo forum constatiamo tutti i giorni con mano che si ha in quanto si è. Ho usato la parola "delicatezza", avrei potuto usare "educazione". In realtà sono parzialmente adatte entrambe. C’è una parola giapponese che spiega bene questo concetto abbastanza intraducibile nella nostra cultura. Un tempo si usavano termini come "etichetta" o "protocollo", che mancano però di calore umano. Oggi utilizziamo questi, piuttosto impropriamente, per tradurla. La parola è Reigi. È un piacere ogni volta constatare quanto alcuni di noi abbiano ormai connaturato questo termine nel proprio modo di essere.
  9. Il mon richiama il jutte o il jumonji yari. Ne abbiamo discusso in un articolo. In realtà l’ideogramma ju (dieci) ha più una forma di croce completa ed è caratteristico del clan Shimatsu, ma non è questo. La tentazione di trovarci una relazione è forte. Accadeva che elementi di un mon venissero ripresi in altri mon filiati o comunque legati. Il clan Shimatsu fu al governo delle Ryukyu, l'arcipelago dove si dice sia nato il Karate. Per il vero, un posto dove avevano tradizione di sapersi difendere anche con armi provenienti dalla tradizione contadina (kobudo). Esiste un'arma di quella tradizione, il sai, che lavora sullo stesso principio del jutte. Ma si tratta di un'illazione, non ho veri elementi a sostegno di questa tesi. Mi spiace, non lo conosco.
  10. ...era solo una battuta. A chi vuole spade, in genere consigliamo di acqustare libri. 😉
  11. Il consiglio è di comprare qualche spada. 😂😂😂
  12. Grazie Betadine, excursus molto interessante e piacevole.
  13. Insomma, gira e rigira, sei tornato dove sei partito. Puck, il furfante del bosco.
  14. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Invece non finisci mai di stupirci per il tuo polimorfismo e la varietà delle tue conoscenze. Gran lavoro. Là due e la tre sono le mie preferite. Riflettendoci, credo siano più luminose. Ma hanno tutte un loro perché.
  15. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Nigredo, albedo, rubedo. È quando è rossa che la lama si tempra. Il mondo fluttuante ha creato un suo campo. Dove si rivela la particella, o, se vuoi, l'informazione, conta abbastanza poco. È solo questione di maggior probabilità. ...E, si, in biologia amano fare un parallelo tra campo e pressione osmotica. Questa cosa delle stampe, però, tu l'avevi intuita anni fa, prima ancora che la luna decidesse di uscire dal cono d'ombra. Deve esserci una Miko nel tuo albero genealogico! Ahahahahahahahahah
  16. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Con quei pantaloni, persino camminare richiede una concentrazione che permette solo quello. ;-) Sulla sottomissione delle donne dal XVII secolo ad oggi, ci sarebbe un lungo capitolo da aprire. Tutt'oggi, in via Montenapoleone a Milano, spesso si vede la donna seguire l'uomo con sincera modestia è sottomissione, fino alla prima gioielleria... dove l'uomo è, con grande deferenza, invitato a fermarsi per tutto il tempo necessario se non calorosamente invitato ad entrare per levare l'eventuale polvere dalla nipponica carta di credito. 😂😂 Ciò detto, estremamente interessante il ruolo della donna nella civiltà guerriera giapponese. La donna porta con se sempre un grande mistero. Sia essa avvinghiata a un polipo. Sia essa in un angolo di una stampa a recitare formule magiche per evocare uno spirito scheletrico. Miko, se non vado errato, il termine con cui venivano apostrofate e che tutt'oggi caratterizza le donne che si occupano dei tempi.
  17. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Erano le quattro e non volevo svegliare mia moglie... ma sono ben conscio dei miei talenti. Vi posso assicurare che il Kami delle Foto aveva fatto il bagno nel sakè il giorno in cui sono nato. 😂😂😂 Sono un paio di paginette di uno dei tanti manuali di Hokusai. Niente di particolarmente notevole, dal punto di vista artistico. Ma ci sono molto affezionato perché fu un regalo di mia madre quando ancora ero un ragazzetto saccente. (Ora non sono più ragazzetto, come avrete capito). Servivano solo a dare un'idea dell'effetto del riquadro nel riquadro con il colore più esterno che contrasta.
  18. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Le mie foto sono orribili, ma tanto per avere un idea.
  19. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    L'idea della mascherina è buona, ma la scelta del colore si rivela difficile. Il prevalere di colori freddi in basso, che farebbe optare per un azzurro tenue, potrebbe essere molto forte sulla parte alta che tende al rosso. Questa discrepanza farebbe comunque propendere per una maschera piccola e poco invasiva. Io farei anche una prova con un colore più neutrale. Pensavo ad un rosa carne non troppo forte che potrebbe sposarsi bene in basso con la decorazione floreale della piattaforma, andando poi sempre più in sintonia verso l'alto della stampa. Anche ad un giallo ocra. Ancorché tenue, il rosa potrebbe non adattarsi con ciò che cè attorno in casa, una cosa che richiederebbe un secondo passepartout da valutare ma non così grosso da rendere ancor più piccola la stampa. Un viola? Un rosso? Blu come dice Betadine, se opti per l'azzurro. E si, farei anche io vetro singolo con cornice a contrasto non in tinta unita. Così senza vedere dal vivo è difficile.
  20. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Questo forum ha questo di bello. Arriva sempre aiuto rapido e competente. Così rapido, che qualche volta arriva prima che lo chiedi. Sta a vedere che i bit li trasmette Kitsune di nascosto...
  21. ...che, fai lo spiritoso?!? Ne ho appena parlato di là...😂😂😂 Il celeberrimo trittico che citi è ovviamente in posto d'onore all'esposizione.
  22. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Bellissime, Betadine. Sapevate che Puck in Giappone faceva il kaji?!? Beh, è una storia che conoscono in tanti, ma forse possiamo tratteggiare brevemente come Puck aiuto Munechika a forgiare la spada dell'imperatore. Ogni tradizione dispone di questo spirito dei boschi birbante e dispettoso. Furbissimo e allo stesso tempo furfante. I greci lo hanno mirabilmente tratteggiato in un Dio ermetico e dalle mille sfumature che, ancora doveva nascere, già aveva rubato i bellissimi cavalli del fratello Apollo. Si tratta dello veloce, magico e misterioso Mercurio, Dio dei ladri, dei mercanti ... e degli Alchimisti. In Giappone, questo Dio dei boschi assume spesso le sembianze di una volpe, talora a nove code, un numero di cui abbiamo già parlato. Spaventa gli uomini per dispetto, specie i tronfi samurai, talvolta incarnandosi in donne. Esistono Shunga licenziosi in proposito, ma li lascio per un'altra volta. Abbiamo già dato. Munechika era stato incaricato dall'imperatore di forgiare la sua spada. Ma, ahimè, egli non poteva compiere l'opera perché privo di assistente. Il messo imperiale aveva tagliato corto: "se non hai l'assistente, procuratelo". Ma dove trovare un assistente all'altezza? Munechika proprio non lo sapeva. Perciò si recò nel tempio del bosco per pregare e richiedere aiuto. Stava pregando quando comparse con la furtivita' di una volpe, un giovane ragazzo (giuro, non mi ricordo come si chiava quel Dio... chi mi aiuta?) . "Non preoccuparti, Munechika. Domani inizia il tuo rito di purificazione. Quando avrai preparato, io sarò lì ad aiutarti". E così avvenne. Munechika si era purificato e aveva allestito la forgia. Come una volpe, il ragazzo era apparso ed aveva preso a lavorare. ...Ma il ragazzo era magico. Non aveva bisogno di nessuna istruzione. I suoi colpi andavano dove era necessario e, in men che non si dica, uscì una lama degna dell'imperatore". Come una volpe, il ragazzo scomparve. Ma Munechika non volle tutto per se' il merito. Sul lato omote pose la sua firma. Ma su quello ura scrisse: kogitsune. Piccola volpe. Era nata la kogitsune-maru, una spada pare davvero esistita e a lungo cercata nei secoli a venire, perché se ne è persa traccia. Questa stampa ricorda la magica collaborazione. ...Sullo sfondo, le volpi osservano in Spirito l'Opera Alchemica.
  23. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    I giudizi, più che i miei, erano quelli letti nel post linkato e nelle relative immagini, cui contrapponevo idealmente la donna del pescatore. 😂 Talvolta, la trasgressione non sta nell'accettare la propria istintualità, ma nell'accetarne il percorso che l'ha generata per quello che è, specie se qualche artista ci gioca dietro alle nostre spalle facendoci ballare come marionette.
  24. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Ma io non ho mai detto che non è così semplice come dici. La parte ulteriore serve solo a capire perché è così semplice. Ho solo fatto un po’ di kantei, un'operazione che non aggiunge nulla alla bellezza di una lama.
  25. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    . Se è vero che gli Shunga nascono in un mondo fluttuante dove le regole smettono di valere. Esse furono poi così diffuse anche fuori dal mondo fluttuante, al punto da essere avidamente ricercate ai posti di blocco nelle portantine delle donne dabbene, per richiedere proficue mance al dazio. Le immagini licenziose erano vietate, ma i lunghi viaggi dovevano essere assai noiosi e qualche passatempo Tutto sommato innocente era più che tollerato. Ma è anche vero che tracciare un confine netto tra erotismo e pornografia è facile solo se ammettiamo che esso è segnato dal nostro gusto e dal nostro senso estetico. I Giapponesi hanno un approccio meno rigido, meno "cattolico" con rispetto parlando. Questo permette loro di giocare con sfumature che descrivono il loro rapporto con la Natura che a noi non sono concesse. Le raffigurazioni Shunga fatte da artisti hanno spesso più di una storia da raccontare. Prendiamo ad esempio l'arcinoto "sogno della donna di un pescatore" di Hokusai. Prendo questo esempio perché credo sia patrimonio comune. Mostra una donna che fa l'amore con un polipo. Due per la precisione, perché ne ha uno più piccolo sulla bocca. Giornaletto porno?!? Un momento... Restano tutti catturati. Cè chi ammira, chi condanna, chi apprezza, chi schifa... ma non si resta indifferenti. Perché? Perché forse a ognuno di noi è capitato di sentirci come quella moglie del pescatore? Forse anche noi ci sentiamo qualche volta di notte abbandonati e al freddo, bisognosi di essere accolti e abbracciati non da due, ma da otto braccia? Forse quelle piovre non sono solo un buffo gioco a luci rosse per noi maschietti che vogliamo farci riconoscere. Se si voleva rappresentare un tradimento, perché scegliere qualcosa che si pesca? Qualcosa che ci riporta al marito lontano. Qualcosa che ci riconduce all'alveo familiare. Forse cè una trasgressione ancora maggiore... Quell'animale e' la trasfigurazione dell'amore. Un amore sessuale?!? Attenzione, anche qui. Certo che l'amore è sessuale, ma quell'abbraccio e' anche un abbraccio più primitivo. È un abbraccio che accoglie, che valorizza, che nutre (non ci dimentichiamo che stiamo parlando di giapponesi, che non si nutrono di pane e maccheroni e qui abbiamo la moglie di un pescatore). Per altro, è un abbraccio che non penetra. Si tratta di un abbraccio in qualche modo femminile. E chi è stata per tutti noi il primo accogliente e sicuro abbraccio femminile quando eravamo soli, indifesi, al freddo e spaventati? Chi ci ha nutriti col suo caldo seno quando eravamo affamati e dipendenti? Già, non ci avevate pensato. Come capite, quell'immagine è in qualche modo capace di farci regredire andando a toccare tasti molto profondi. Che travalicano addirittura la specie homo per adattarsi a tutti i mammiferi. E difatti, per rappresentare qualcosa di ancestrale e super-mammifero (gioco di parole voluto) viene scelta una creatura primordiale che mammifero non è. Si tratta di una creatura che proviene dalla profondità degli abissi. Il mondo delle paure e delle emozioni forti. Il mondo dell'ignoto. A ricordarci questo legame madre-figlio, il fatto che questa creatura si presenta in duplice forma adulta e bambina. Un duplice essere che sottolinea che la donna di un pescatore è sempre una donna e fa due cose che l'uomo non potrà mai fare. Nutre e genera col suo stesso corpo. Proprio attraverso la bocca che nutre e quella che genera, questo duplice essere primordiale entra in simbiosi con la donna, diventando una sola creatura con essa. Se cerchiamo di fare chiarezza nelle nostre emozioni contrastanti, scatenate dall'artista, ci accorgeremo presto che la sessualità è una ma che l'immagine ci cattura anche per altro. Sono altri i sensi che vengono sollecitati e stregati dall'immagine. Questo fa un grande pittore. Guardiamoci dai giudizi semplici sull'arte di un popolo che ama strutturare la verità come l'acciaio della sua spada.

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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