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Klaus

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Contenuti inseriti da Klaus

  1. Anche in Occidente molti artisti non firmavano le loro opere. Questo è andato avanti per secoli... Anzi... tanto per dire... quasi nessuno nel Rinascimento lo faceva... Michelangelo, per esempio, ha firmato solo la sua prima Pietà, opera giovanile, così come Leonardo, Raffaello, Donatello hanno firmato pochissimo... Modestia? Mah... non saprei... forse è vero addirittura il contrario... Forse, al di là dell'idealizzazione di una cultura, potrebbe darsi che un artista sia, al contrario, tanto presuntuoso da pensare che non gli occorre firmare: "tutti sanno che solo io sono in grado di fare questo o quest'altro"... L'ipotesi espressa nel link, a parer mio, dove fare i conti con i concetti di "verità" e di "modestia" giapponesi, che non coincidono con i nostri. In Occidente: "Se non mi dici... io non so". Il tuo comunicare (il nome dell'autore, mediante la firma) è l'inizio della comunicazione, dell'ascoltare e del capire un messaggio. In Oriente: "Non c'è bisogno che mi dici: io cercherò di capire": è il destinatario del messaggio che deve dedicare tempo ed energie a venire incontro al messaggio e al messaggero. Se il messaggio me lo dici e me lo dici chiaro, l'interlocutore avvertirà vanità, non un essere genuino ed autentico, ma un vuoto mostrare. Chiunque, dunque, può firmare... anche le gimei sono firmate... ma con firme vuote. Sono un vuoto mostrare. La vera firma è un'altra... me la devo andare a cercare... La cerimonia del te è lentissima, ma solo perché esprime il tempo che chi la compie dedica al proprio ospite. E allora perché un ascoltatore o un "lettore di una lama sublime" non dovrebbe dedicare il suo tempo a comprendere il messaggio o il nome dell'autore, leggendo hamon, hada etc...? E allora, forse, le lame più pregiate... Forse sono firmate eccome... Come è firmato il Mosè di Michelangelo (che non ha firme). Le une sono firmate, eccome, con un hamon, un hada e una fattura unici e sublimi... Allo stesso modo è "firmato" il Giudizio Universale (che non ha firme, ma che tutti sanno di chi è opera)... Ma non saprei dire se ciò coincide davvero con la modestia, non come la intendiamo noi... forse è vero il contrario. Nel momento in cui Michelangelo è divenuto artista affermato (quasi subito) ha smesso di firmare... ma non per modestia... A questo punto si comprende anche il "mancato rispetto" per delle sublimi firme, obliterate accorciando il nagako... "Tagliando via" una firma... non si elimina davvero il nome dell'autore dalla lama, nome che rimane, proprio sotto forma di hamon, di hada, etc...
  2. Dunque, vediamo un po' di riassumere: LATO OMOTE: le firme sul nagako e sullo tsuba; il kogai; il kogai hitsu ana... LATO URA kozuka; kozuka hitsu ana; mekugi; tsukamae-tome... e tutto?
  3. Non credo che le didascalie siano sbagliate, ma che la lama della spada in basso sia con tagliente verso il terreno... se la ribalti, come si deve, tutto torna.
  4. Grazie ancora... Leggevo su un sito in lingua inglese che un'area di grande usura è anche il quadrante superiore destro del lato ura, dove si poggia spesso il pollice della mano sinistra durante il porto e dove si usa spingere in fuori la spada nell'estrazione. Come si vede... è una zona molto usurata sulla tsuba che ho postato...
  5. Klaus

    Tsuba ottagonale...

    Grazie.
  6. Klaus

    Tsuba sukashi...

    Intendo dire che esaltavano oltre misura i difetti. Sarebbe bastata una spolverata... E a me va bene, intendiamoci... era rimasta invenduta... e me l'ha ceduta a prezzo scontato... meglio di così!
  7. Klaus

    Tsuba sukashi...

    Solo una goccia infinitesimale di olio lubrificante per lame Victorinox, stesa con i polpastrelli. Prodotto favoloso... In realtà, però, erano le foto del venditore ad essere catastrofiche...
  8. Klaus

    Tsuba sukashi...

    Gran bell'oggetto: uno dei miei preferiti...
  9. Klaus

    Tsuba ottagonale...

    Foto migliori, con luce radente, mostrano meglio la superficie dello tsuba... Lo spessore è inferiore a quando dichiarato dal venditore: misurato al micrometro, varia tra 3,8 mm e 4,2 mm
  10. Ottimo, grazie! Ne consegue che, se il foro è uno solo, non sempre è facile dire quale lato è quello omote, se manca la firma e se non c'è molta differenza nella decorazione dei due lati, sbaglio? Faccio un esempio: I due lati sono pressochè simili: non ce n'è uno più decorato rispetto all'altro... il foro è uno solo... Qualcosa mi dice che il lato omote è il primo dei due che ho postato... Per dire quale è il lato omote possono essere utili i tagane-ato? Dovrebbero trovarsi sul lato omote o sbaglio?
  11. Klaus

    Tsuba con motivi particolari...

    Getsu mio... tanta roba... proprio tanta roba, grazie mille! Veramente interessante!
  12. Klaus

    Tsuba con motivi particolari...

    Le dimensioni dichiarate dal venditore di questo tsuba sono 7,2 cm X 6,4 cm x 0,3 cm. Immagino periodo Edo... Trovo che sia particolare ed interessante il motivo della decorazione, che non avevo mai visto prima... A parte la libellula, simbologia piuttosto comune, cosa pensate dei rami secchi sulla destra, stretti da due nodi, con fiori e foglie che nascono proprio dal nodo superiore? Non ho foto del retro....
  13. Alcune domande: quando è vista dal lato omote il foro kogai, lobato (se solo uno è lobato) è sempre sulla destra? Se lo tsuba ha solo un foro, è sempre kozuka ana, sempre kogai ana oppure sono possibili entrambe le alternative? Il foro, quando è solo uno, deve capitare sempre sulla destra o sempre sulla sinistra, guardando lo tsuba dal lato omote, oppure anche in questo caso sono possibili entrambe le alternative? Grazie.
  14. Klaus

    Elementi del koshirae nel tempo...

    Mi pare di aver capito che, al passare dei decenni e dei secoli, una lama possa essere stata "vestita" via via con koshirae differenti... e dunque possa essere passata da un "vestito" all'altro, più e più volte... Mi pare pure di aver capito che il nucleo centrale della nihonto rimane pure sempre la lama in sè e per sè considerata, senza troppi riguardi neppure per il nagako, che viene, alla bisogna, di nuovo forato, accorciato e talvolta "deturpato" obliterando magari le firme, e senza stare a guardare molto agli altri elementi del koshirae: tutto, per quanto importante, è semplice accessorio, con funzione ancillare e funzionale alla lama e alla sua efficacia... Giusto? Correggetemi, ovviamente, se sbaglio o se interpreto male qualcosa. A questo punto mi chiedo: esisteva un artigiano al quale il samurai si rivolgeva, semplicemente portando la lama, che faceva autonomamente diversi tentativi di accoppiamento, magari con diversi tsuba, per esempio, (scusatemi se non conosco ancora il femminile e il maschile dei diversi elementi di lama e del koshirae), adattandoli, con tagane-ato e/o con sekigane, oppure c'erano delle regole tecniche o stilistiche da seguire? Voglio dire: dipendeva tutto dal capriccio del samurai o dell'artigiano e si lavorava un pochino "ad libitum", oppure si seguivano delle regole? Per esempio: kashira e fuchi dovevano necessariamente essere abbinate tra loro, e a loro volta dovevano essere in qualche modo abbinate allo tsuba, oppure potevano essere scelte senza particolari accortezze? C'era una certa abbondanza di tsuba tra cui scegliere, oppure ci si doveva in qualche modo arrangiare con quello che si trovava sul mercato, magari riciclando vecchi elementi di koshirae, alla meglio? Non solo: si trovano diversi tsuba con le aperture kozuka e kogai bitsu chiuse... mi chiedo... perchè farlo? Voglio dire: ovviamente la cosa è dovuta alla rinuncia di uno o di entrambi i due accessori... ma... mi chiedo: dava tanto fastidio la loro presenza, non funzionale, da "obbligare" alla loro chiusura, nel caso non servissero, oppure parliamo di una raffinatezza, ovvero di una necessità solo ed esclusivamente estetica? Grazie in anticipo per i vostri contributi.
  15. Mamma mia che storia! Dal punto di vista legale, una delle più intricate possibili! Peccato che non insegno più, altrimenti sarebbe stato materiale per una perfetta esercitazione di diritto privato... Rinvenimento del tesoro, in terreno di recente acquisizione, donazione ritenuta di modico valore che forse non è tale, possesso e possesso vale titolo! C'è tutto o quasi...! Io starei tranquillo, però, perchè dal punto di vista penalistico, a parte gli eventuali problemi connessi alla detenzione, che sono un campo minato... non riesco proprio ad immaginare elementi di appropriazione indebita o altri illeciti contro il patrimonio... Mi chiedo di che materiale è quel nastro di tsukaito: cuoio, pelle, pellame?
  16. Klaus

    Tsuba sukashi...

    La tsuba è arrivata: favolosa! È forse quella che mi piace di più tra tutte quelle che ho. E anche la più grande e sottile: la descrizione era sincera...
  17. Klaus

    Tsuba con intreccio e intarsi...

    Ancora una volta, grazie. Adesso sì... ho titubato un po', ma alla fine l'ho presa... Ho fatto bene a prenderla?
  18. Klaus

    Tsuba con intreccio e intarsi...

    Trovo che fosse bellissima, sebbene bisognosa di amorevoli cure e pulizia, questa tsuba con disegno di intreccio ed intarsi (si chiamano sempre zogan?)... Le dimensioni sono piuttosto importanti: 84,8 mm X 78,9 mm. spessore non indicato, ma dalle foto direi non enorme... Che ne pensate?
  19. Klaus

    Tsuba epoca Showa

    Trovo interessante mostrarvi una tsuba molto più recente delle solite e forse anche meno pregiata, per quel pochissimo che ne so. A me sembra addirittura, soprattutto per via del difetto superficiale visibile sul raggio ad ore 7, che sia prodotta per fusione e in ghisa... sbaglio?
  20. Klaus

    Tsuba... ancora una tsuba...

    Ma certo che comprendo e condivido pure, in linea di massima, questo approccio.
  21. Klaus

    Tsuba... ancora una tsuba...

    E di questa cosa pensate?
  22. Klaus

    .. ci mancava solo Maria

    Non si possano fare paragoni...
  23. Klaus

    Tsuba... ancora una tsuba...

    Grazie mille! Certo che... presi singolarmente siete fenomenali, tutti insieme siete la Treccani in persona!

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

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