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Hataraki

 

Chiunque tenga in mano una vera nihonto si rende subito conto di essere di fronte a un oggetto unico, molte persone rimangono stregate dalla bellezza dell'acciaio giapponese, affascinati dall'apparenza quasi naturale del tamahagane, come se fosse nato e cresciuto dalle mani del forgiatore.

Gran parte di questo fascino è dovuto a quelli che vengono definiti " Hataraki ", le attività dell'acciaio.

Gli hataraki fondamentalmente sono formazioni cristalline di acciaio che differiscono leggermente dal contesto in cui sono inserite e che formano particolari forme che i giapponesi, seguendo il loro proverbiale senso estetico, hanno poeticamente nominato ispirandosi alla natura.

Ashi (Piede)

sono segni verticali visibili nell'hamon, definiscono i choji e derivano dal modo in cui il forgiatore dispone l'argilla sulla lama prima di temprare.

Nijuba (doppio ha) e Hotsure (sperduto)

A seconda delle tecniche di tempra, è possibile che il bordo dell'hamon non sia semplicemente definito da una sola linea ma sia spezzato e irregolare (hotsure) oppure si sdoppi (nijuba) esistono rari casi anche di sanjuba (tripla linea dell'hamon). Se la parte sdoppiata è curva verso l'alto prende il nome di Uchinoke (mezzaluna)

 

Chikei (Apparenza)

linee di metallo temprato visibili nella superficie del ji. Si formano naturalmente per via dell'eterogeneità del contenuto di carbonio nel metallo della lama.

 

Kinsuji (filo d'oro) e Inazuma (fulmine)

simili ai chikei, ma si formano nell'hamon, i kinsuji sono paralleli al filo della lama, mentre gli inazuma formano zig-zag simili a fulmini.

 

HATARAKI.gif

 

Sunagashi (sabbia pettinata)

Sono come onde parallele formate da cristalli allineati di nie, derivano dal modo in cui il forgiatore ricopre di argilla la parte dello ha.

 

SUNAGASHI.gif

 

 

Yubashiri (acqua che scorre o acqua che bolle)

sono formazioni di nie che si formano nel ji, spesso sono allineate oppure formano nuvole scure e brillanti.

 

YUBASHIRI.gif

 

 

Yo (foglia)

sono "buchi" di materiale non temprato all'interno dell'hamon.

 

Utsuri (riflesso)

è un fenomeno dovuto alla tempra della lama e appare nel ji come se fosse un secondo hamon. Di fatto è una formazione di acciaio che ha raggiunto la fase cristallina martensitica solo in parte.

L'apparenza è evanescente e può seguire più o meno fedelmente la curva dell'hamon. Il midare utsuri ha un andamento variegato mentre il bo utsuri è diritto.

Lo shirake utsuri è invece un tipo di utsuri più diffuso e meno intenso, forma un riflesso su tutta la lama simile ad un appannamento.

 

UTSURI.gif



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Dovrebbero essere tutti i principali, se qualcuno ne ha sentito qualcun'altro lo dica.

E soprattutto se qualcuno sa tradurre i nomi che ho lasciato con i (..)



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CIAO,

 

detto che tutto il mio giapponese inizia e finisce a Konniciwa e a pochi altri termini che si usano praticando un'arte marziale, ho fatto qualche ricerca su internet e lo scarso risultato e' stato:

 

Yubashiri = rolling/boiling water = acqua che bolle/gorgoglia

Chikei = terrain = terreno (sembrerebbe nel senso piu' generico)

Hotsure = strays = cose vaghe-smarrite (ombre ?)

 

dal che si capisce che anche ad inglese non sto messo una meraviglia :hehe:

 

nel contempo sono incappato in questa pagina

http://www.sho-shin.com/yakiba.htm

 

:smile: :hiya:

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Stray in inglese indica un vagabondo, uno sperduto, in tono negativo.

Si usa ad esempio per gli animali randagi tipo "stray dog" o "stray cat" o per qualcuno che ha preso la strada sbagliata.

Traduco in italiano con sperduto



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gran bell'articolo simo :ok:

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Ho trovato una fantastica lama del maestro Yoshindo che comprende una varietà di fantastici hataraki, colgo l'occasione per esemplificare in modo più pratico, cliccate sull'immagine altrimenti non si vedono:

 

Yoshindo_hataraki.jpg

 

se qualcuno trova una bella immagine degli hataraki rimanenti la posti pure così completiamo l'articolo.



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Dovrebbero essere tutti i principali, se qualcuno ne ha sentito qualcun'altro lo dica.

E soprattutto se qualcuno sa tradurre i nomi che ho lasciato con i (..)

 

 

 

Salve a tutti :fiori:

 

 

Sicuramente quelli indicati sono i principali, comunque il mio "motore" che è un pò snob ed ama distinguere gli Hataraki presenti nel Ji da quelli presenti nello Hamon, ne suggerisce alcuni altri (peraltro non tutti).

 

Per quanto riguarda i primi, possiamo quindi aggiungere:

 

JI NIE : Formazioni brillanti (spruzzate) di Nie nel Ji o, piú specificatamente, nel Hira-ji - Si ritrovano, in ogni periodo, nelle lame prodotte secondo la tradizione Yamashiro, Yamato, Soshû e Shintô Tokuden

 

JIFU : Aree scure, distinguibili, formate da densi Chikei

 

MUNEYAKI : Macchioline / aree di tempra presenti sul Mune e zone adiacenti

 

SUMIGANE : Evidenti punti scuri nel Ji molto diversi dall'area al contorno sia per il colore che per la grana - Periodo Kotô - Frequenti nei lavori della scuola Aoe, Sue-Mihara

 

TOBIYAKI : Formazioni brillanti di Nie sul Ji non collegate allo Hamon

 

 

Per quanto riguarda i secondi, abbiamo invece:

 

HAKIKAKE : A forma di "sfioriture" - sottili formazioni di Nie simili ad un "ciuffetto" - Ricordano i Sunagashi

ma sono piú corte e sottili - Compaiono sulla estremitá dello Hamon

 

IMOZURU : Formazioni spesse di Inazuma che compaiono nello Habuchi e nello Hamon - Tale tipo di attivitá si vede spesso nei lavori della scuola Naminohira di Satsuma

 

INAZUMA : Linee nere e brillanti ed inclinate nella Ha, a forma di "lampi" (vicino allo Habuchi)

 

KUICHIGAIBA : Linee di Hamon che non sono completamente allineate - Interruzioni / sfaldature nette nella linea del Nijuba - Nelle lame Yamashiro Den sono orientate verso il codolo; nelle lame Yamato Den sono orientate verso la punta

 

TOGARI-BA : Picchi appuntiti (orientati verso lo Shinogi), generalmente fatti di Ko-nie o Nioi. Presenti in Hamon di tipo Gunome o Suguha - Caratteristica delle lame delle provincie di Satsuma e Mino dopo Kaneuji

Modificato: da Paolo

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Grazie paolo!

 

certi non li conoscevo proprio, però devo riprendere un pò il tuo motoken, secondo me i togari, i tobiyaki e i muneyaki non sono esattamente Hataraki ma piuttosto particolarità nella forma o nella posizione dell'hamon.

non sei daccordo?



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Non sono così esperto per confutare la tua opinione e sostenere a tutti i costi la mia.

 

Probabilmente hai ragione ..... ma ............... ?????

 

Forse, i Togari-ba possono essere correlati agli Ashi.

 

Forse, i Tobiyaki possone essere correlati ai Ji-nie

 

Forse, i Muneyaki fanno parte di quelle strane cose che Tu così bene hai definito: "Gli hataraki fondamentalmente sono formazioni cristalline di acciaio che differiscono leggermente dal contesto in cui sono inserite e che formano particolari forme che i giapponesi, seguendo il loro proverbiale senso estetico, hanno poeticamente nominato ispirandosi alla natura."

 

Tutto quanto sopra..... umilmente e con beneficio di inventario :fiori:

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Non sono così esperto per confutare la tua opinione e sostenere a tutti i costi la mia.

 

Neanch'io! Però è bello parlarne no?

 

secondo me i tre fenomeni in questione sono solo particolari forme dell'hamon:

 

i tobiyaki sono parti di hamon distaccati dalla linea principale, ma non sono metallurgicamente differenti dall'hamon. Stesso discorso per i muneyaki che però si trovano sul dorso della lama.

 

I togari sono proprio forme particolari che assume l'hamon, se consideriamo hataraki questi, allora anche i choji lo sono.

 

Un'altra cosa che mi porta a differenziare è il fatto che anche in queste particolari forme di hamon è possibile trovare hataraki:

Ad esempio Hiromitsu di soshu era famoso per forgiare hitatsura con brillanti tobiyaki pieni di nie, mentre hiromasa, pur avendo uno stile simile, si distingue perchè i suoi tobiyaki erano di nioi.



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I togari sono proprio forme particolari che assume l'hamon, se consideriamo hataraki questi, allora anche i choji lo sono.

 

 

Forse hai ragione ....... anche se I Togari sembrano Ashi messi con la punta in sù, ossia verso lo Shinogi.

 

Comunque non me la sento di continuare il dibattito perchè non conosco le effettive caratteristiche che una data "inclusione" o "figura" debba avere per potersi definire HATARAKI a tutti gli effetti.

 

Quanto da me sopra indicato è stato preso dalla seguente bibliografia:

 

- Cutting Edge - Japanese swords in the British Museum - Mostra 2005 - ISBN 0 7141 2419 2

- The Japanese Sword - ISBN 0-87011-562-6 - Ed. Kodansha (1983) - Autore: Kanzan Sato

- The Connoisseru's Book of Japanese Swords - ISBN 4-7700-2071-6 - Autore: Kokan Nagayama

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Non so dove inserire il mio commento che riguarda più topic contemporaneamente.

Sto polendo una gendaito, la lama è a mio parere molto interessante, è la mia Kanenori, la trovate in schede tecniche; ecco la cosa interessante è che la lama presentava una politura vecchia al di sopra della quale si rilevavano numerose abrasioni da taglio che avevano ossidazioni particolarmente spessorate. Essendo una lama del 42 sono quasi certo che gli stress da taglio che la lama rivelava fossero originari del periodo bellico, comunque la cosa interessante era una riduzione del sakihaba dovuta a numerosi tameshi su bersagli particolarmente resistenti. Giunto alla fase kaisei (terza pietra in questo caso) la zona interessata al taglio ha cominciato a presentare alcune quasi impercettibili microfratture dovute agli enormi stress subiti. Queste microfratture sono ora abbastanza ben identificabili e praticamente si sono tutte realizzate in corrispondeza dei chikei.

I chikei quindi risultano composti da materiale a minor resilienza del resto dello hamon. E' pazzesco , io lo trovo molto affascinante, le fratture sono esattamente sopra i chikei. Che ne pensate? se riesco faccio foto ma la vedo molto dura. Magari la porto all'incontro.

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Le eterogeneità in un materiale, in particolare cristalli particolarmente duri all'interno di un materiale elastico, sono i cosiddetti punti critici per quanto riguarda la resistenza.

I chikei sono allineamenti di cristalli duri quindi fondamentamentalmente sono "punti deboli" ideali.

 

Le onde d'urto si distribuiscono a velocità diverse a seconda della densità del materiale che attraversano. differenze continue di velocità provocano risonanze che hanno un effetto dirompente sul materiale, perchè lo fanno lavorare " a fatica" invece che semplicemente a urto.

Mi spiego in modo più semplice: avete presente come si taglia un pezzo di filo di ferro senza avere tenaglie? basta piegarlo avanti e indietro molto velocemente e il materiale cede.

Le onde d'urto provenienti dall'urto sul tagliente della spada "accelerano" e "rallentano" velocemente tra il materiale duro del chikei e quello morbido del jigane e producono lo stesso effetto, provocando rotture dell'acciaio.

 

 

Ma la cosa più affascinante è che queste cose gli antichi forgiatori le sapevano! i più grandi spadai sapevano distribuire uniformemente gli hataraki, in modo di frangere le onde d'urto come le onde sui moli di scogli, creare l'utsuri per diminuire le differenze di densità del materiale e collocare, proprio là dove serviva, l'hataraki giusto per ammortizzare gli urti.

Il tutto in pieno medioevo, senza sapere niente di teoria.



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Guardate questa attività.

Come la definireste? nijuba?

Sulla waki dell'altro post ce ne sono diverse e hanno sempre questa forma "rotonda".

IMG_0535.jpg


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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Guardate questa attività.

Come la definireste? nijuba?

Sulla waki dell'altro post ce ne sono diverse e hanno sempre questa forma "rotonda".

 

Per me si tratta di "Nie-Kuzure"... :arigatou:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Può darsi, però secondo me è il nie interno ad essere l'attività, non quello verso lo shinogi. Infatti in altre parti il nie interno non si chiude: guarda qui:

IMG_0575.jpg


______________________
Giuseppe Piva
www.giuseppepiva.com

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