Arashi 0 · Inserito: 21 aprile 2007 GESTUALITA’ CHE TRASMETTE ENERGIA Presenti oggi esclusivamente in ambito religioso, i mudra erano anticamente utilizzati anche nelle arti marziali Sopra le mani di un monaco formano un mudra Si atteggiano le mani come è prescritto, si piegano le dita in quel modo particolare e l’energia dell’universo, come captata da una magica antenna, scende in noi. La nostra natura, umana e mortale, si svela come natura divina: Buddha ha scoperto il suo volto. Il buddismo esoterico giapponese, o mikkyo, possiede un affascinante repertorio di strumenti per conseguire l’illuminazione, tecniche inizialmente segretissime, trasmesse solo attraverso il rapporto diretto maestro-discepolo. A differenza dello zen, che predica il distacco e il vuoto mentale, la meditazione secondo la scuola Shingon coinvolge il corpo intero dell’adepto, esigendo la sua partecipazione attiva. I Tre Misteri, o Sanmitsu, di Mahavaircana riguardano la Mente, il Corpo, la Parola, e sono espressi sotto forma di mantra, mandala e mudra. I mandra sono i suoni sacri, sillabe o versi che costituiscono le parole dell’illuminato, mentre i mandala rappresentano graficamente l’ascesi buddista. Ma cosa sono i mudra, quei gesti enigmatici delle mani, che fanno i monaci durante la meditazione? In Giappone, dove prendono il nome di inzo o kakunin’in, arrivano all’inizio del IX secolo, ma la loro origine va ricercata in quel indistinto humus misterico che è il tantrismo indiano, dove le vie del Buddha e Visnu si intrecciano in una salvazione fatta di formule magiche, pratiche sessuali e riti estremi. Anche le posture delle mani, durante la recitazione dei mantra, appartengono a questo contesto, strumento degli strumenti per congiungere l’energia pranica dell’individuo con le forze cosmiche. I mudra veicolano il “prana”, o “soffio vitale”, esattamente come farebbe uno specchio con un raggio luminoso, o una parete con le onde sonore: l’energia che il corpo emana costantemente e che in condizioni normali si disperde all’esterno, attraverso questi impercettibili movimenti torna all’interno. L’effetto è un’alterazione dello stato corporeo e della percezione, una sorta di introversione della mente, che accresce la concentrazione e la consapevolezza, ma anche i poteri fisici e psichici della persona. Sotto Monaco del tempio Yakuoin sul monte Takao I GESTI DI BUDDHA Nessuna meraviglia, dunque se questi gesti eseguiti con maggiore o minore rapidità durante le cerimonie esoteriche, si ritrovano come cristallizzati nell’iconografia buddista. Nella scrittura e nella pittura, i molteplici Buddha sono contraddistinti da precise posture delle mani e delle dita che ne rivelano l’identità; le qualità e la funzione. Per esempio, alcune sono quelle associate con le Cinque Grandi Tathagata della Sapienza, le cinque virtù (Vayra, Karma, Padma, Pathagata e Katna) che aiutano a liberarsi rispettivamente da rabbia, invidia, desiderio, ignoranza e orgoglio, interrompendo il ciclo delle morti e delle rinascite. Ciascuna di queste virtù ha il suo mudra, che al tempo stesso simboleggia uno dei cinque episodi fondamentali della vita del Buddha. Sebbene la corrispondenza di un determinato Buddha con un certo gesto non sia matematica, in linea di massima si può dire che Amida tende ad essere rappresentato in due modi: con le mani aperte, la destra rivolta verso l’alto e la sinistra verso il basso, nel significato di liberazione dalla sofferenza; oppure con i palmi sovrapposti, appoggiati in grembo, e gli indici e i pollici che formano due cerchi, a significare fede e dedizione al bene. Dainchi, invece, è più spesso rappresentato con i palmi in grembo rivolti all’insù, e con gli ndici e i pollici che formano un unico cerchio, simbolo dell’unica fonte e sostanza di tutte le cose. A volte, la destra a pugno si stringe sull’indice della sinistra, immagine della sapienza esoterica impenetrabile come un diamante. Statua del grande Buddha Daibutsu, del tempio di Kamakura UN’ARMA SUPPLEMENTARE Oggi i mudra trovano applicazione esclusivamente in un contesto religioso, ma ci fu un’epoca in cui costituivano una delle tecniche utilizzate nelle arti marziali. Prima che tra i samurai si diffondesse lo zen, le religioni dell’èlite guerriera erano lo shinto e il buddismo esoterico, perciò è abbastanza naturale che qualcosa dei riti mikkyo uscisse dal sacro recinto del tempio, per accompagnare il guerriero fin sul campo di battaglia, dove si decideva la sua sorte. Certi strani movimenti, fatti nel bel mezzo di un combattimento, erano in origine mudra, eseguiti durante lo scontro per accrescere la concentrazione e i poteri del combattente. Shuto, il gesto della “mano a coltello” con indice e medio estesi e tutte le altre dita piegate, che si trova dissimulato in diverse mosse delle scuole di arti marziali più antiche, è un esempio di mudra convertito alla lotta. Questo mudra rappresenta la spada dell’illuminazione che spazza via ogni infelicità e – strano a dirsi- si addice altrettanto bene ad un monaco quanto ad un ninja. Sotto Alcuni mudra composti dai monaci delle scuole esoteriche, durante la preghiera. I mudra conosciuti ed usati dal clero buddista sono davvero numerosi, anche se sulla scultura si trovano sempre i cinque fondamentali, con qualche lieve variazione. HOKAIJOIN In sanscritto Dharmachakra (veicolo del Dharma), è il mudra che converte l’ignoranza nella conoscenza primordiale. Si ottiene facendo toccare gli indici e i pollici di entrambe le mani, in modo da ottenere un cerchio. Rappresenta uno dei momenti più importanti della vita di un Buddha, quando subito dopo l’illuminazione rivolse ai suoi compagni e discepoli il suo primo sermone. Il gesto, dunque, simboleggia l’avvio della ruota dell’insegnamento del Dharma: indici e pollici che si toccano dichiarano l’unione di metodo e sapienza. Anche le tre dita tese sono ricche di significato: il medio rappresenta coloro che ascoltano gli insegnamenti, l’anulare i pochi che lo mettono in pratica, il mignolo il Grande Veicolo della salvazione. La maggior parte delle statue di Shaka, Danichi e Senju Kannon atteggiano le dita in questo modo. Sotto Questo Bodhisattva ha le mani atteggiate nel mudra HOKAIJOIN GASSHO Il sanscrito Anjali (mani giunte), è la posizione delle mani in atto di preghiera, identica a quella usata anche in Occidente. Le utilizzano comunemente i giapponesi per esprimere rispetto nei confronti delle divinità, davanti agli altari o ai templi. Deriva forse dal tradizionale gesto indiano del ringraziamento ed esprime gratitudine e venerazione, ma anche una punta di sottomissione. Per questo, in genere, non la si trova nelle immagini del Buddha, ma piuttosto in quelle dei santi e del Bodhisattva, soprattutto nelle rappresentazioni di Kannon, forse perché è considerata la dea della pietà e della misericordia. JOIN In sanscrito Dhyana (meditazione), è il mudra che converte la lussuria in moderazione. Può essere con una sola mano o con due. Si forma posando il palmo destro rivolto verso l’alto sopra il palmo sinistro, con le punte dei pollici leggermente a contatto. Quando è fatto solo con la sinistra appoggiata al grembo, simboleggia il principio femminile della sapienza e in questi casi di solito la destra regge un oggetto, un testo sacro o più spesso una ciotola per le elemosine. Quando è fatto con entrambe le mani, la destra rappresenta l’illuminazione e la sinistra il mondo delle illusioni su cui l’illuminazione trionferà. In questo caso, forma una sorta di triangolo cui le dottrine esoteriche attribuivano una serie di significati, tra i quali quello del fuoco che brucia ogni impurità. E’ questo il mudra della meditazione, della concentrazione della Buona legge e della conquista della perfezione spirituale. Secondo la tradizione, deriverebbe dalla postura assunta dal Buddha durante la meditazione sotto l’albero sacro prima dell’illuminazione. Viene utilizzato dalle epoche più remote da asceti e monaci durante gli esercizi spirituali (da cui il nome di “yoga mudra”). Sotto Buddha in legno polocromo nella posizione della riflessione RAIGOIN In sanscrito Vitarka (epifania di Amida), è il mudra che si ottiene tenendo il palmo e componendo un cerchio con pollice e indice. La mano, così atteggiata, può essere rivolta verso il basso o verso l’alto. Anche le dita presentano diverse varianti: sono tutte tese o qualcuna è leggermente flessa, e al posto dell’indice si trova talvolta usato il medio o l’anulare. La mano destra è sollevata, col palmo in fuori, all’altezza della spalla, mentre la sinistra, sempre con il palmo in fuori, è abbassata all’altezza del bacino o appoggiata in grembo. E’ uno dei mudra più spesso associati ad Amida Noyari e significa discussione, insegnamento e ragionamento. I monaci Shingon hanno conservato la tradizione dei mudra L'uomo che sa, usa la spada, ma non uccide altri uomini. Usa la spada e dà agli altri la vita. Uccide solo quando è necessario. Quando è necessario dà la vita. Quando uccide lo fa con assoluta concentrazione, così come quando dà la vita. Senza pensare al bene o al male, egli è capace di vedere il bene e il male; senza provare a descriminare, egli è capace di discriminare il bene. Camminare sull'acqua è come camminare sulla terraferma, e camminare sulla terraferma è proprio come camminare sull'acqua. Se è capace di far sua questa libertà, non sarà confuso da nessuno al mondo. In tutto egli sarà al di sopra dei suoi simili. Takuan Soho Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Matteo 43 · Inserita: 21 aprile 2007 (modificato) vi è una cosa simile o magari è la stessa nel chinkong shintoista vi sarebbe un recitativo che non è propio un mantra... delle posture ed altro... ma ti prego non nominare la parola ninja quando parli di questi argomenti.... non voglio svilirti ma attenta a cio che leggi su questi argomenti... Modificato: 21 aprile 2007 da Matteo Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 22 aprile 2007 Grazie arashi per questo interessantissimo articolo! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Arashi 0 · Inserita: 23 aprile 2007 L'uomo che sa, usa la spada, ma non uccide altri uomini. Usa la spada e dà agli altri la vita. Uccide solo quando è necessario. Quando è necessario dà la vita. Quando uccide lo fa con assoluta concentrazione, così come quando dà la vita. Senza pensare al bene o al male, egli è capace di vedere il bene e il male; senza provare a descriminare, egli è capace di discriminare il bene. Camminare sull'acqua è come camminare sulla terraferma, e camminare sulla terraferma è proprio come camminare sull'acqua. Se è capace di far sua questa libertà, non sarà confuso da nessuno al mondo. In tutto egli sarà al di sopra dei suoi simili. Takuan Soho Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Lorenzo 67 · Inserita: 24 aprile 2007 Articolo molto interessante. Alcuni si usano anche nello yoga, o almeno, nel breve periodo nel quale ho realizzato che essere una palla non è vantaggioso per fare yoga , il maestro ci ha fatto mettere le mani in alcune posizioni, che consentivano il flusso del chakra https://www.facebook.com/pages/Lorenzo-Amati-Japanese-Metalwork/204598096238840 Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Musashi 38 · Inserita: 24 aprile 2007 articolo interessantissimo! il mikkyo mi ha sempre affascinato e non ho mai capito a cosa servisse un certo posizionamento della mani...ci voleva proprio! <!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em> Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Antonio92 0 · Inserita: 8 gennaio 2009 Scusate ragazzi, io da quando ho comprato un libro sui mudra (sono descritti 45 mudra, tra i quali alcuni per risanare tutti i chakra e i cinque elementi naturali nel corpo) talvolta ho notato l'energia del corpo come si comportasse, i così detti "fenomeni energetici" e l'ultima volta, agendo sull'elemento Acqua, mi sono sentito benissimo e senza pensieri, con le sole mani: la fronte era fresca e sentivo provenire del dolce calore dal basso che man mano saliva verso l'alto, come nei chakra, e arrivati al quinto chakra cominciava una dolce sensazione di fresco che mi passava dal collo fino alla testa e non mi sono mai sentito meglio (cambiava anche il modo di pensare, meno pessimista ). Ma c'è da aggiungere una cosa! Mi sono accorto che il Sesto Senso (parlo di telepatia, per il momento) era aumentato... Se ci fate caso, l'elemento Acqua risiede nel secondo chakra e ha una connessione con il sesto. La domanda è questa, seppure pare che già ne sappia qualcosa... Agiscono sul Sesto Senso? Il Sesto Senso è domato dalle emozioni, ecco perché capitano spesso inconvenienti, dovuti anche a stress della vita quotidiana? Se è vero questo, come e con quali mudra si può rimediare? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 8 gennaio 2009 (modificato) Ti ho inviato la risposta telepaticamente, conferma quando ricevi. Modificato: 8 gennaio 2009 da Kentozazen Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
teo.m 1 · Inserita: 8 gennaio 2009 Ti ho inviato la risposta telepaticamente, conferma quando ricevi. Ma la conferma la vuoi via PM o sei telepata pure tu??? PS: si schersssssssa eh! Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Alberto Desideri 10 · Inserita: 9 gennaio 2009 Nel karate shotokan, certi kata iniziano con alcune posizioni "inconsuete" delle mani che non svolgono una funzione meramente utilitaristica di "guardia", ma in qualche modo comunicano all'avversario l'attenzione e la concentrazione di chi è pronto a combattere (yoi). Sono, appunto, mudra. Es. nel kata "bassai dai" si inizia con una mano che avvolge l'altra stretta in pugno, nel "kanku dai" le due mani con i pollici aperti formano un triangolo... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
bardix 1 · Inserita: 9 gennaio 2009 Parlare di Mudra è parlare di Esoterismo e sono entrambi campi molto ampi, tanto quanto le Arti Marziali (o la musica classica, oppure la musica Jazz): si tratta di un mondo (quello dei mudra) molto vasto e poche righe in un forum non sono sufficienti a darne un'immagine completa. Provo a fare un piccolo riassunto. La parola Mudra è in sanscrito (segno, sigillo) e nascono in ambiente induista (http://www.paramarta.it/approfondimenti/mudra.htm) ma questi gesti sono stati adottati anche dalle tradizioni Buddhiste e, con queste, attraverso la Cina, sono arrivate in Giappone. In effetti i Mudra sono diverse decine, ognuno col suo simbolo, col suo significato, col suo suono (mantra) corrispondenti, però in Giappone non vengono usati tutti. Le sette Buddhiste esoteriche Tendai (dal nome del fondatore cinese Tien-tai) e Shingon (rappresentate dal monaco delle foto) e gli Yamabushi seguaci del Shugendo, sono i principali utilizzatori di queste forme. Dagli Yamabushi ai Tengu ed alle Arti Marziali ... sia i ninja che alcuni adepti della Katori Shinto Ryu praticano il "Kuji no In" (anche Kuji-in), un "selezione" di 9 mudra (con relativi mantra): Rin - Strength of mind and body. Kyo - Direction of energy. Toh - Harmony with the universe. Sha - Healing of self and others around you. Kai - Premonition of danger. Jin - Knowing the thoughts and feelings of others. Retsu - Mastery of space and time. Zai - Control over elements of nature. Zen - Enlightenment che si possono vedere spiegati , sfortunatamente (per chi non lo capisce) in lingua inglese. Secondo i testi della Sokagakkai (nota setta buddhista giapponese), il kuji-no-in deriva dal "Sutra del Loto" ritenuto l'ultimo e conclusivo insegnamento del Buddha storico. Per quanto riguarda il Karate è vero che possiamo anche chiamare Mudra queste "posizioni delle mani" ma hanno altre origini ed altri scopi. La posizione delle mani, nel "bassai dai", deriva dal Kung-fu cinese e rappresenta il Tao: "Yin-Yang"; si dice fra gli adepti che indicherebbero la conoscenza dei "punti di pressione"; come indicazione tecnica rappresenta la preparazione per la liberazione da una presa al polso destro. Nel "kanku dai" il sollevamento delle mani a triangolo sono rappresentative di una tecnica di liberazione da un tentativo di strangolamento; faccio ancora notare che la stessa posizione viene usata per unire le mani a terra nello "zarei": in effetti nel kuji-in vi è un mudra simile ma la posizione dei pollici è differente. Consiglierei chi fosse interesato a questi argomenti di fare ricerche specifiche (non accontentatevi di questi pochi assaggi). Buona caccia a tutti. Un proverbio orientale recita: "La verità non suona bene all'orecchio". Le persone, in genere, tendono a preferire le cose piacevoli alle cose vere: Per quanto nelle mie possibilià, ricerco le cose vere ... anche se dovessi riscontrarle spiacevoli. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 9 gennaio 2009 Grazie bardix il tuo intervento riporta un pò di luce e indica il giusto sentiero. Ragazzi, ripetendo in parte quanto detto da bardix, l'argomento è di una vastita che si meriterebbe un forum intero. Vi invito pertanto a interessarvi costruttivamente prima di scrivere vaghezze qui. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 9 gennaio 2009 (modificato) straquoto Yama. Aggiungerei una nota riflessiva e generica sui mudra in quanto parte di pratiche complesse ed articolate. In termini filosofici e psicoanalitici i mudra possono essere inquadrati nell'ambito degli archetipi, materializzazioni, simbologie utili a relazionare le attività dell'inconscio con la realtà (relativa) circostante. Una definizione come un'altra senza pretesa di essere esauriente, ma spero utile a quanto vado a dire. Non voglio entrare nel merito della loro utilità, essi hanno varie forme ,varie finalità a seconda del tipo di pratica "esoterica" a cui vengono applicate. Una cosa comunque si può affermare con certezza senza entrare nel giudicare: I mudra quale parte di una pratica complessa, e quali simboli e riferimenti di essa non possono avere alcun significato ed alcuna utilità se eseguiti individualmente, privi dunque dell'intero supporto ideologico a cui sottendono. Leggere un testo sui mudra, eseguirli meccanicamente e pretendere di sperimentare in maniera fisica e concreta un qualche risultato è una sciocchezza e niente più. Un modo come un altro per aggiungere condizionamento ad una mente condizionata. Modificato: 9 gennaio 2009 da Kentozazen Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Simone Di Franco 54 · Inserita: 9 gennaio 2009 per esemplificare al massimo e un pò come farsi il segno della croce senza essere cristiano. Ho capito bene Ken? Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 9 gennaio 2009 per esemplificare al massimo e un pò come farsi il segno della croce senza essere cristiano. Ho capito bene Ken? Sì esatto...e ritenere per questo di essersi conquistati il Paradiso Cattolico. Con rispetto. Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Matteo 43 · Inserita: 10 gennaio 2009 Leggere un testo sui mudra, eseguirli meccanicamente e pretendere di sperimentare in maniera fisica e concreta un qualche risultato è una sciocchezza e niente più. Un modo come un altro per aggiungere condizionamento ad una mente condizionata. non avrei potuto dirlo meglio Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Kentozazen 44 · Inserita: 10 gennaio 2009 Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi. Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti
Alberto Desideri 10 · Inserita: 10 gennaio 2009 Si sta parlando di gesti e posizioni simboliche che hanno tradizioni millenarie e, pertanto, si sono caricati di significati "stratificati" (un po' come la croce nella cultura occidentale, appunto). Talvolta, in queste stratificazioni, c'è anche posto per intrepretazioni improvvisate e fantasiose: e talvolta queste, diventando antiche col passare del tempo, assumono l'autorità della Tradizione... Nel libro da cui ho tratto le immagini dei Kata, si legge, in merito ai primi movimenti del Kanku-Dai: "E' uno dei Kata più antichi. Comune a tutti gli stili, in esso si ravvisano i movimenti di yoga della sequenza Suryanamaskar, il saluto al sole, che rivelano l'antica matrice indiana del Karate"... Bah, non sono assolutamente in grado né di confutare né di avallare questa intrepretazione... ma personalmente, accanto all'utilità del gesto nel bunkai (nella fattispecie: liberazione da strangolamento), trovo suggestiva un'interpretazione come questa intrisa di spiritualità. Ringrazio Bardix per le competenti puntualizzazioni, in particolare al riguardo del simbolismo Yin-Yang legato allla posizione delle mani "a uovo" del Bassai-Dai. Certo è, che, come dice Yama, l'argomento è vastissimo, essendo poi legato all'Oceano Spirituale orientale e alle sfaccettaure varie delle correnti religiose che lo animano... però è così affacinante! Sacrosanta poi l'osservazione di Kentozazen: "I mudra quale parte di una pratica complessa, e quali simboli e riferimenti di essa non possono avere alcun significato ed alcuna utilità se eseguiti individualmente, privi dunque dell'intero supporto ideologico a cui sottendono"... Condividi questo messaggio Link al messaggio Condividi su altri siti