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Coltellos

Dubbio Sulla Shirasaya

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Avrei una domanda che agli occhi di molti sembrerà banale, ma cercherò a porla in modo che sembri il meno sciocca possibile. :checcevofa:

Dunque, avete sempre detto che la montatura Shirasaya serviva a scopo protettivo della lama dagli agenti atmosferici e che quest'ultima veniva installata nella Shirasaya in fase di "riposo" o nel trasporto.

Da questo, ne deduco che in realtà la montatura ceh è entrata nell'immaginario collettivo, che se non ho capito male si dovrebbe correttamente chiamare Buke-zukuri, non è estremamente protettiva agli agenti atmosferici.

Fin qui, è logica, ma è da questo che cominciano a sorgermi dei dubbi. :ciuccio:

Ho letto in altri post che la superiorità della Shirasaya era del fatto che il pezzo unico di magnolia aderiva perfettamente e faceva si che non penetrasse aria o acqua. Quindi vine da pensare che sia la presenza dello tsuba ad interferire ed a permettere delle piccole infiltrazioni, nonostante la presenza dell'Habaki, che andrebbero a rovinare la lama. E' corretto?

Come mai i giapponesi, famosi per la loro maniacale precisione hanno costruito una montatura "imperfetta"? Non era possibile andare a perfezionare la montatura "da battaglia" in modo che non avesse questa carenza?

Quindi, visto che la Shirasaya era una montatura "da riposo" è corretto dire che ogni lama aveva 2 montature? Solo che tutte le lame che ho visto in vendita sin'ora le ho viste solo con una montatura. Quindi l'altra è andata persa nel tempo, oppure sono state perse entrambe e quella che è presente è semplicemente una ricostruzione moderna?

Inoltre, visto che le lame sono (come ampiamente spiegato in altri topic) delicate e suscettibli agli agenti atmosferici come fate a conservarle? E' corretto dire che la metodologia di utilizzo di quel tempo (sinceramente non ce lo vedo un samurai a ripararsi dalla pioggia o cose di questo tipo) necessitava di una protezione maggiore?

Insomma... sono tante domande tutte insieme... aiuto! :prostro:

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Penso che quando veniva forgiata una lama la si riponeva in un shirasaya, e una volta consegnata nelle mani del committente questi andava e commissionava il koshirae per la sua nuova lama, il shirasaya è di semplice fattura, quindi anche i costo è minore rispetto ad un koshirae completo di tsuba, fuchi, kojiri, ecc...

quindi alla fine uno si trova con due montature, anche perchè ogni montatura viene realizzata su misura per ogni lama, credo sia difficile scambiarle....


Mattia

 

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C'è gente esperta, ma provo a dirti qualcosa anch'io.

 

Che io sappia la shirasaya si faceva per lame importanti, oppure per lame di cui si vuole una maggior conservazione.

A volte c'è solo quella perchè il koshirae è andato perduto, venduto perchè molto bello, trasferito ad altra lama (con o senza adattamento).

Il battaglia non ci si preoccupava tanto per le condizioni atmosferiche, ma credo si pensse ad altro, e d'altronde dopo una battaglia c'era anche il tempo per asciugare la lama dal sangue o da altro ed eventualmente oliarla per proteggerla.

Se pensi inoltre che con una lama polita si ha un certo modo accurato di estrazione, cosa che certo non avveniva in battaglia.

Penso (tutte mie opinioni) che piccole rigature od altro potevano avvenire, ma certo non pregiudicavano l'uso.

Quando poi c'era l'opportunità, sempre secondo la lama, questa veniva sistemata e posta in riposo per l'uso successivo.

Altre ancora venivano quotidianamente portate. Penso che anche per queste ci fosse di tanto in tanto un trattamento di mantenimento, così come facciamo noi. Io ogni 2 mesi minimo.

 

Il koshirae non è imperfetto, ma è il miglior compromesso per poter avere tutti i requisiti per essere pronta all'uso.

Certo che in alcuni casi potrai trovare una saya con l'imboccatura più larga dell'habaki, ma di solito è dovuto o ad un lavoro fatto male (poco probabile) o ad un adattamento di una saya ad una lama.

Anche le montature militari hanno un rivestimento di lamierino, ma all'interno sono in magnolia (che ha proprietà antiossidanti).

 

Questo quello che conosco, spero sia tutto giusto.

 

Shirojiro

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Esatto, quel che conta è che l'interno sia in magnolia. Poi la lama deve comunque passare dal foro che ha la sagoma interna come quella esterna dello habaki, quindi... nello shira e nel koshi è uguale. Lo shira è come un armadio nel quale riporre la lama, mentre il koshirae è il vestito da passeggio che (anche se non ho prove) veniva cambiato negli anni della lama in base alle mode o al gusto del proprietario. Lo stesso itomaki veniva rifatto anche una volta all'anno.

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Questo vuol dire che non è proprio corretto dire che il koshirae meno funzionale. Quindi la shirasaya non è maggiormente preservatrice, ma soltanto "un vestito che non passa mai di moda".

Al contrario il koshirae è paragonabile ad un bellissimo abito che si porta soltanto nelle occasioni importanti perchè si ha paura di rovinarlo.

Mentre c'erano anche le "spade da tutti i giorni" che erano meno pregiate.

Se non ho capito male...

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Penso che quando veniva forgiata una lama la si riponeva in un shirasaya, e una volta consegnata nelle mani del committente questi andava e commissionava il koshirae per la sua nuova lama, il shirasaya è di semplice fattura, quindi anche i costo è minore rispetto ad un koshirae completo di tsuba, fuchi, kojiri, ecc...

quindi alla fine uno si trova con due montature, anche perchè ogni montatura viene realizzata su misura per ogni lama, credo sia difficile scambiarle....

 

Quoto .

 

Da quello che so traggo alcune considerazioni .

I samurai non erano commercianti , la pratica di vendere parti di koshirae è un fenomeno parallelo e moderno .

Commissionavano la lama e la facevano vestire in seguito come ritenevano opportuno .

 

Le lame tramandate da generazioni o considerate importanti non erano portate in giro quotidianamente in periodi di relativa pace , spesso portavano il loro koshirae per vestire una lama fatta fare su misura , la conseguente usura del " vestito " originale è uno dei motivi per cui è raro trovare lame con koshirae abbinati all'origine .

 

A mio parere una shirasaya con le iscrizioni del tosho sono di una bellezza unica e rimangono il modo più corretto per custodire una lama .

 

Il legno di magnolia ha una densità altissima unita ad una fibratura fitta e tenera , è raro trovare questo insieme di fattori in una specie non resinosa .

I legni duri sono sensibili ad una maggiore variazione dimensionale se assorbono umidità , i legni teneri sono più stabili ma solitamente presentano anche una fibratura grossolana e leggera oppure un eccessiva presenza di capillari .

L'insieme di queste caratteristiche rendono il legno di magnolia obovata insostituibile .

 

Per questi motivi ritengo che affermare che abbia proprietà antiossidanti sia in linea di massima corretto , non è un effetto legato a sostanze contenute del materiale ma una conseguenza delle sue caratteristiche .


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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Indubbiamente un sayagaki è la cosa più bella che accompagna una lama, una tsuba, kojiri, ecc, si possono cambiare di montatura in montatura, ma un sayagaki è proprio di ogni lama!


Mattia

 

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Dico la mia, concordo con quanto detto sin'ora con alcune precisazioni che ritengo personalmente utili.

1) La, spada giapponese vanta 1000 anni di storia, le lame che hanno effettivamente combattutto non costituiscono la maggioranza tra quelle in circolazione.La spada soprattutto (ma non solo) dall'unificazione Tokugawa in avanti, erano uno status simbol, le portavano samurai, ricchi mercanti,proprietari terrieri , nobili, cortigiani, amministratori pubblici e un sacco di altre categoria , ciascuna con le limitazioni dovute alle norme ed agli usi del periodo. La spada allora era un po' come la cravatta oggi in certi ambienti.

2) Bisogna quindi liberarsi dalla convinzione che essa fosse arma e basta, era oltre ad un arma un simbolo di rango, un oggetto di status.

3) Le lame che oggi sono a nostra disposizione sono quelle che generalmente hanno combattuto meno, per quanto riguarda le opere di grande pregio è opportuno considerare che spesso erano indossate da chi in battaglia -se si tratta di guerriero- se ne stava su sgabelli a dirigere le manovre con un ventaglio pittosto che da qualche ashigaru che si lanciava nella sanguinosa lotta. Molti nobili nemmeno partecipavano ai conflitti.

4) La stragrande maggioranza dei koshirae attualmente in circolazione risalgono allo shinto ed epoche successive anche per quanto riguarda le koto.

5) A livello di preservazione della lama il koshirae presenta le stesse caratteristiche di uno shirasaya tranne per un paio di importanti elementi.

a- lo shirasaya è sicuramente di magnolia, il koshirae non sempre; il legno di magnolia non ha esalazioni resinose e possiede un naturale potere antiossidante

b- la laccatura del koshirae rallenta notevolmente il respiro del legno, essendo impermeabile costituisce barriera allo scambio termico ed al processo di evaporazione, con conseguenti rischi maggiori (sebbene in misura minima ed eludibilecon accurate manutenzioni) per la formazione di condense all'interno.

6) Non è vero che in antichità ogni lama nasceva con shira e koshirae. Lo shira poteva essere approntato o meno, è vero quel che dice Jarou lo shira è un abito da riposo il koshirae è la cravatta da sera.

 

Per quanto concordi su fatto che i tosogu rappresentino una stimabilissima, ammirevole, fantastica, suggestiva, raffinata forma d'arte, tale arte sta alla spada come una cornice sta al quadro. Questo non deve sottintendere che consideri l'arte del tosugu una sorta di arte minore, anzi. Tuttavia nell'ottica purista dell'apprezzamento della nihonto essa ha una funzione .... "accessoria" mi si passi il termine.

Tante lame di estremo pregio possiedono unicamente shirasaya attualmente e vengono esposte nei maggiori musei del mondo ma soprattutto del Giappone o nude o corredate di esso.

Sono ovviamente esclusi i casi di koshirae di gran pregio.

Nell'ottica quindi dell'apprezzamento della nihonto capita quindi spesso -non sempre ognuno fa come crede-ma capita molto spesso che una lama polita venga ospitata in uno shira nuovo, piuttosto che in un koshirae per vari motivi:

- L'assenza di tosogu riduce il rischio di sfregamento tra vari elemniti metallici durante le manutenzioni o le osservazioni.

- Lo shirasaya nuovo garantisce una preservazione corretta anche a livello di stabilità termo-igroscopica

- Non è possibile garantire la pulizia completa ed assoluta di un koshirae antico senza aprirlo e rovinarne quindi l'estetica, volendo dunque ospitare un lamapolita in koshirae si deve accettare o il rischio di qualche rigatura imprevista o la necessità di fare un koshirae nuovo dal costo notevole e comunque contemporaneo.

- L'apprezzamento della lama in sè si sposa bene con uno shirasaya di buona fattura la cui estetica, semplice ma tecnicamente più accurata di quella di un koshirae, naturale ma carica di attenzioni e cure, attriiusce al complesso un gusto wabi-sabi molto nipponico e sottolinea il pregio della lama proprio in virtù del contrasto tra la semplicità (apparente) della custodia e la meraviglia del contenuto.

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Per quanto concordi su fatto che i tosogu rappresentino una stimabilissima, ammirevole, fantastica, suggestiva, raffinata forma d'arte, tale arte sta alla spada come una cornice sta al quadro. Questo non deve sottintendere che consideri l'arte del tosugu una sorta di arte minore, anzi. Tuttavia nell'ottica purista dell'apprezzamento della nihonto essa ha una funzione .... "accessoria" mi si passi il termine.

 

 

Non sono daccordo.

 

Anzi, dal punto di vista perfettamente artistico, i tousogu permettono una serie di possibilità espressive che la lama non permette. Tralaltro, ci sono i massimi esponenti ti tale arte proprio nel periodo in cui i lavori da essi realizzati ospitavano spade decisamente non alla loro altezza.

E ciò proprio alle volte per quello che dici tu; Bisogna quindi liberarsi dalla convinzione che essa fosse arma e basta, era oltre ad un arma un simbolo di rango, un oggetto di status.

A sostegno di quel che dico, molte tsuba tra le più belle che ci siano nei musei o nelle collezioni private importanti non sono mai state montate su di una lama, e non sono state neanche costruite perchè lo fossero, poi ci sono anche le kenjo tsuba... insomma, con amicizia non sono daccordo :siamoamici:

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In pratica le lame che attualmente si trovano in commercio sono dotate di shirasaya perchè una volta polita è il modo migliore di conservarle, senza che si possano rigare da eventuali imperfezioni/sporcizie/residui che potrebbero esserci in un koshirae antico.

E, sempre se non ho capito male, la conservazione migliore per prevenire rigature in una lama polita sarebbe quella di esporla "nuda" in una teca con umidità e temperatura controllata (cosa che non tutti possono fare).

Ho un altro dubbio, che però va un po' oltre la scelta tra koshirae e shirasaya, bensì è sul siscorso del purismo sull'apprezzamento delle nihonto. E da puramente ignorante che vuole apprendere come una spugna vi giro: ma se sono un appassionato estimatore e cultore di una nihonto non dovrei apprezzare il contesto e non solo la lama?

Teoricamente è vero che la lama è il vero cuore pulsante di quelle che noi consideriamo opere d'arte, ma considerarla come componentistica fondamente non è un po' limitativo?

Non è come guardare la Venere di Urbino del Tiziano e limitarsi a guardare la venere sdraiata sfuocando la domestica sullo sfondo? Nel senso: ad essere estremamente puristi non si rischia di perdere di vista la complessità di quello che potrebbe essere l'opera d'arte in sè?

Premetto che io parlo da ignorante e quindi più che sollevare dubbi, o creare polemiche, voglio semplicemente chiedere per apprendere.

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Ho un altro dubbio, che però va un po' oltre la scelta tra koshirae e shirasaya, bensì è sul siscorso del purismo sull'apprezzamento delle nihonto. E da puramente ignorante che vuole apprendere come una spugna vi giro: ma se sono un appassionato estimatore e cultore di una nihonto non dovrei apprezzare il contesto e non solo la lama?

 

Decisamente si.

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Essendo il koshirae costruito in un tempo sucessivo (di quelli originali non ce ne sono molti) penso che si debbano vedere le due cose separatamente.

Anche per un motivo molto semplice, quando la lama è chiusa si vede solo il Koshirae.

Certo è per me che un bel koshirae valorizza molto una lama (di più di una cornice per un quadro).

Personalmente ho 5 lame con Shirasaya, ma le tengo sempre o quasi in koshirae.

 

Facendo riferimento al mio wakizashi Tadayoshi, il koshirae che gli ho montato è per me non più sostituibile per la bellezza sia dei pezzi sia dell'abbinamento.

Ne sono innamorato letteralmente.

 

Shirojiro

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Daltronde oltre al valore economico, o storico, di una nihonto quello maggiore è il feeling che si stabilisce con il proprietario, il quale "non è propriamente il possessore ma ne è il custode" (questa frase l'ho spudoratamente rubata da un'altro topic, se non sbaglio è di Ken).

Perlomeno questo è quello che ho potuto carpire da voi... perchè, purtroppo, non ho lame... perchè includere le iaito o, peggio ancora, la ferrazza cinese che ho (aimè) raccimolato prima di trovare voi sarebbe una bestemmia.

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Non sono daccordo.

 

Anzi, dal punto di vista perfettamente artistico, i tousogu permettono una serie di possibilità espressive che la lama non permette. Tralaltro, ci sono i massimi esponenti ti tale arte proprio nel periodo in cui i lavori da essi realizzati ospitavano spade decisamente non alla loro altezza.

E ciò proprio alle volte per quello che dici tu; Bisogna quindi liberarsi dalla convinzione che essa fosse arma e basta, era oltre ad un arma un simbolo di rango, un oggetto di status.

A sostegno di quel che dico, molte tsuba tra le più belle che ci siano nei musei o nelle collezioni private importanti non sono mai state montate su di una lama, e non sono state neanche costruite perchè lo fossero, poi ci sono anche le kenjo tsuba... insomma, con amicizia non sono daccordo :siamoamici:

Trovo che il tuo approccio Jarou sia corretto, a mio modo di vedere stai esprimendo la stessa cosa. La stessa cosa che dice anche Shiro.

Tutto assume forma e valore differente a seconda di come viene contestualizzato.

Io non ho intenzione di derimere il valore dell'arte dei tosogu, avrai notato con quanta cautela mi sono espresso, ci sono estimatori che si concentrano espressamente su questa branca e hanno tutta la mia stima.

Sono cose differenti, se da un punto i tosogu permettono un assortimento espressivo molto vasto ed anche interessantissimo perchè ci parla delle consuetudini, dei gusti, delle propensioni di un'epoca, dall'altro la spada vanta nella sua semplicità una complessità esecutiva tale da richiedere decenni e decenni di studi per poter avere un panorama esaustivo del suo cosmo, la sola capacità di analizzarne ed apprezzarne i particolari richiede una sensibilità estrema che si sviluppa in concomitanza col sentimento e l'esperienza.

Ribadisco la nihonto è un sistema complesso fatto di varie branche e di varie arti, il discorso dei tosogu potrebbe tranquillamente essere fatto anche per le laccature nella stessa identica maniera in cui lo hai impostato tu. Non è questione di trovare arti superiori o arti inferiori, l'osservazione logico funzionale porta di suo alla conclusione che è il tosogu funzionale alla lama e non il contrario. Ciò non stabilisce gerarchie nella qualità dell'arte, non derime un'arte in funzione dell'altra ma crea una regola strutturata nella simbiosi del sistema tra le varie espressioni artistiche.

Proprio il fatto che molte tsuba sono esposte ed apprezzate singolarmente sottolinea la possibilità di contestualizzare e decontestualizzare a seconda delle personali inclinazioni. E svela che il tosogu può e deve essere apprezzato in funzione di diverse valenze.

Se esaminiamo però il sistema in sè nella sua totalità alla domanda cosè uno tsuba la risposta (più semplice e non esaustiva) non potrà essere altro che "il finimento di una spada."

Alla domanda cos'è una spada non si potrà però rispondere mai "l'oggetto affilato che sostiene lo tsuba."

Qunidi io penso che ben vengano le inclinazioni personali, giustissime, lecite ed anzi utilissime, ma -se si analizza il sitema nella sua totalità- non è possibile invertire il rapporto tra soggetto e oggetto, o sovvertire la centralità della lama sul tutto L'APPREZZATISSIMO cosmo che la circonda.

Coltellos se fosse per me la lama la esporrei proprio sempre così, nuda in una teca, come avviene a NBTHK e in tutti i massimi musei per la maggior parte delle opere, tuttavia la conservazione in shira offre pari garanzie ed io la trovo anche molto elegante.

Per quanto riguarda i koshirae di solito consiglio -ed anche qui esprimo il mio personale modo di vedere, condiviso ma anche non condiviso- di approntare uno tsunagi , un lama di legno clone di quella originale da utilizzare per la vestizione del koshirae e per poterlo esporre con orgoglio pari a quello con cui si espone la lama.

Venendo alla tua domanda esemplificata con la Venere di Urbino direi che esistono molti modi per correlare qualunque oggetto singolo ad un contesto storico , estendendo poi a proprio piacimento l'approfondimento storico , culturale , sociale, insomma partendo da qualunque cosa si giunge dovunque si voglia per il noto concetto buddista della "interconnessione dipendente della realtà" :gocciolone:

Nel caso della lama spesso ci si cristallizza sull'esame delle sue caratteristiche sorvolando "colpevolmente" sul fatto che ogni scuola , ogni stile, ogni mutamento ha un suo perchè,un motivo che va ben oltre la mera scelta estetica. Le modificazioni per esempio dei sugata del koto hanno tutte un 'origine ben definita, un esempio semplice è la modificazione dei sugata dopo la prima invasione mongola, per essere meno banali potrei citare la fine della supremazia Ichimonji a beneficio dei nuovi stili di Kamakura proprio in concomitanza con la caduta della stirpe degli Hojo, esistono dei "perchè" e leggendo una spada, leggendo il suo acciaio si può sperimentare ben di più del solo riconoscimento degli hataraki. E' solo una questione di volontà, perseverenza, applicazione...ma questo è l'argomento di un'altro topic. :gocciolone:

Modificato: da Kentozazen

Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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Certo è per me che un bel koshirae valorizza molto una lama (di più di una cornice per un quadro).

 

Shirojiro

Questo è soggettivo, ho un caro amico che è uno dei più noti doratori in Italia, ha lavorato per numerosi musei nel mondo e le sue cornici , costruite con i criteri classici di ogni epoca, valgono tantissimo, l'arte orafa antica che pratica è una tradizione stimata nel mondo e assai nobile, le sue opere sono meravigliose e riprendono gli stili più svariati esprimendo una sensibilità storica ed artistca di sublime raffinatezza. Si considera, lo considerano un grande artista ed è vero. Quindi ,similmente al discorso di Jarou, "molto più" e "molto meno" sono espressioni soggettive che tendono a categorizzare dove invece bisognerebbe apprezzare.

Comunque la tua propensione per le lame in koshirae - sebbene differente in parte dal mio modo di vedere- ha il mio rispetto totale, nulla in contrario ci mancherebbe.


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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