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benkei

Ma Vale Veramente La Pena Di Polire?

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Volevo porre uan domanda che per me è stato recente argomento di discussione. A voi cosa risulta sugli usi e costumi della politura? Diverse persone mi hanno confermato che la tendenza alla politura "perfetta" è decisamente recente, eredità dell'epoca Meiji, dove le spade, avendo eprso gran parte del loro valore pratico, venivano apprezzate sul versante estetico. Prima di quel periodo, le katana erano prettamente votate all'uso e quindi una politura che esaltasse i dettagli della lama era considerata superflua e quindi ci si concentrava maggiormente su un aspetto di praticità, legato all'oggetto. Voi cosa ne pensate?


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per come la vedo io se devi USARLA deve FUNZIONARE..... tsuba e tsuka resistenti... lama che taglia... poco importa se bella e lucitissima...

o me o lui....

in battaglia vince chi rimane in piedi per ultimo... non il piu bello e quello con la spada piu bella e l'armatura piu alla moda...

la spada nasce con uno scopo... è si un'opera d'arte per alcuni aspetti... ma è (volgarmente parlando un grosso coltello per affettare le persone)

il tempo passa e i modi e costumi cambiano... cause politiche e culturali entrano in gioco a la cosa muta...
diventa uno status simbol... quella che era in passato e nascono lame spendide per la fattura o si creano tamarrate incredibili (tachi con galli e alto....)
poi un simbolo di cio che non deve piu essere (mi riferisco a editti che vietano di portare la spada e il tentativo di distruggere la classe samurai)


per far sopravvivere qualcosa che avrebbe rischiato di sparire e cancellare cio che si era si è preferito "cambiarne la destinazione d'uso" da arma per uccidere si è passato a un'opera d'arte apprezzata per la sua fattura...
ma ricordiamoci che una lama è comunque affilata, altrimenti non sarebbe una lama....

questo è il mio pensiero

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Per me vale assolutamente sia una cosa che l'altra.

Mi piace avere una lama in cui si vede l'opera di un maestro e mi piace possedere una lama che, se fosse usata, taglerebbe veramente il nemico. Naturalmente quest'ultima per potermi piacere deve avere dietro di se un "qualcosa" quindi solo nihonto.

Non avere una lama da poter usare mi sembrerebbe di non possedere una "vera" lama da samurai.

 

Spero di essere stato chiaro anche se sbrigativo.

 

Gianfranco

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La politura una volta soprattutto nei tempi della grandi guerre come Genpei e di Sekigahara aveve come fine quello di rendere affilate e riprendere le geometrie delle nihonto.

le caratteristiche estetiche infatti venivano accantonate e la nihon-to difendeva molto bene la sua nomea di assasina, la shitae togi non veniva eseguita e nella maggior parte dei casi si arrivava ad Uchigumori con la lappatura dello shinogi-ji e del mune.

Anche se ci sono poche testimonianze, in alcuni testi come Musashi di Eiji Yoshikawa viene detto esplicitamente che la maggior parte dei samurai(furibondi :laugh::ichiban: ) portavano spade ossidate e non troppo curate, Sasaki Kojiro in particolare portava sulla schiena una lama arruginità di 3shaku! :ohmy::ichiban:

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La politura una volta soprattutto nei tempi della grandi guerre come Genpei e di Sekigahara aveve come fine quello di rendere affilate e riprendere le geometrie delle nihonto.

le caratteristiche estetiche infatti venivano accantonate e la nihon-to difendeva molto bene la sua nomea di assasina, la shitae togi non veniva eseguita e nella maggior parte dei casi si arrivava ad Uchigumori con la lappatura dello shinogi-ji e del mune.

Anche se ci sono poche testimonianze, in alcuni testi come Musashi di Eiji Yoshikawa viene detto esplicitamente che la maggior parte dei samurai(furibondi :laugh::ichiban: ) portavano spade ossidate e non troppo curate, Sasaki Kojiro in particolare portava sulla schiena una lama arruginità di 3shaku! :ohmy::ichiban:

 

Purtroppo non ci sono esempi antichi di come i Toghishi lavorassero poichè ovviamente la lama arruginendo và riaffilata.

E' vero Le tecniche di politura si sono evolute durante il periodo Meiji e incredibile a dirlo ha contribuito inverosimilmente proprio un'invenzione occidentale "la lampadina" ad incandescenza (vedi T.Edison).

Motivo la mia risposta:

con l'invenzione della lampadina manco a dirlo i toghishi potevano lavorare anche di notte(i giapponesi sono proprio dei gran lavoratori :ichiban: ),prima invece erano costretti a fermarsi quando era vicina l'ora del crepuscolo,inoltre anche se non so spiegare il motivo,con la lampadina i dettagli dell'hamon ma della lama in generale sono maggiormente visibili rispetto ad un'illuminazione con luce naturale.

In tempi di pace inoltre si sà si accentua il senso estetico(vedi periodo Edo) quindi penso sia un evoluzione naturale delle cose.

Alcuni esperti giapponesi definiscono lo stile Hadori come stile "moderno",alcuni prediligono lo stile Sashikomi(come me)poichè mette in risalto le caratteristiche intrinseche ed estrinseche della lama,inoltre alcuni sono soliti chiamare lo stile Sashikomi come stile classico.

Attraverso siti americani ho sentito parlare anche di un certo altro tipo di politura adatto al tameshigiri,il quale pare differisca dal modo in cui viene trattato dal togishi l'hada della lama.

Inoltre non vorrei essere tedioso ma ho notato che la maggior parte delle stampe che tratta temi inerenti i samurai raffigurano lame che hanno un colore bluastro ed un hamon bianchissimo ,molto simile secondo il mio opinabilissimo parere allo stile Hadori.

Ci avete fatto caso anche voi?come mai?....

Qualcuno ne sa di più?... :gocciolone:


La vittoria è di colui,

ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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o me o lui....

 

in battaglia vince chi rimane in piedi per ultimo... non il piu bello e quello con la spada piu bella e l'armatura piu alla moda...

 

questo è sicuramente vero, ma credo che non bisogni mai sottovalutare l'attenzione tipicamente giapponese all'estetica: lo stesso Hideyoshi Toyotomi, (probabilmente il più grande condottiero del Giappone) era un noto Kabukimono: per farsi notare era solito vestirsi in modo sgargiante, con tessuti rari e oggetti lussuosi.

Molti esperti dicono che questa sua abitudine abbia contribuito molto a fare in modo che un semplice figlio di un contadino sia diventato il primo governatore dell'intero Giappone. Credo che questa la dica lunga sull'importanza che i giapponesi dedicano all'estetica ed all'eleganza.



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INFATTI:

 

Il periodo che segue l'unificazione del Giappone sotto il motto "tenka fubu"(almeno credo si scriva cosi),ad opera del generale Oda Nobunaga e del suo più fedele vassallo Toyotomi Hideyoshi ,è anche noto come Azuchi-Momoyama e prende il nome dalle rispettive residenze dei due signori della guerra.

In questo periodo è vero che si comincia ad affinare lo stile artistico ed in particolare quello decorativo,anche se ci sono molti esempi precedenti degni di nota.

E' da notare che con la chiusura delle caste da parte di Hideyoshi,solo i samuai potevano indossare la Tachi.

In questo periodo nacque l'usanza di indossare al fianco sinistro il Daisho(la coppia).

Sono proprio di questo periodo i primi esempi,mi riferisco in particolare al daisho appartenuto al signore della guerra Maeda Toshie (1538-99),che secondo me meglio rappresenta la vivacità decorativa di questi del tempo.

Il Daisho è conservato al tempio Oyama nella prefetture di Ishikawa(inviterei chiunque abbia la possibilità di vederlo dal vivo,perchè merita),ed è decorato nel fodero con un motivo in sottili fogli d'oro raffiguranti un dragone tra le nuvole eseguito con la tecnica del Kinnashiji.

Altri poi sono gli esempi degni di nota che al più presto posterò con tanto di immagini...


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ancor prima del confronto,

che non pensa a sè

e dimora nel non-pensiero della grande origine.

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Altri poi sono gli esempi degni di nota che al più presto posterò con tanto di immagini...

 

mooolto bene!



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yama concordo pienamente con cio che dici.... credo che dipendesse anche dal carattere e dalla personalita di chi portava la spada e da quanto avesse intenzione di usarla

toyotomi, koghiro, musashi, e lo stesso yagyu erano persone diverse con personalita diverse e fini diversi

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questa koshigatana appartiene al periodo Nanbokucho ed è conservata presso il Museo Nazionale di Kyoto.

lo tsuka presenta decorazioni in argento ma il resto della koshirae è in samezaya della migliore qualità.

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questa koshigatana appartiene al periodo Nanbokucho ed è conservata presso il Museo Nazionale di Kyoto.

lo tsuka presenta decorazioni in argento ma il resto della koshirae è in samezaya della migliore qualità.

 

 

Shimitsu, se non sbaglio, Samezaya o Same-saya indica non tanto la qualità della pelle ma il fatto che un fodero è ricoperto con Samegawa (pelle di razza gigante).

E' quest'ultima che, a questo punto, può essere di migliore o minore qualità.

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:arigatou: In realtà non saprei dirti qual'è il termine adatto per descrivere la pelle che ricopre questa koshirae poichè appartiene ad un particolare tipo di storione che si poteva trovare solo nei mari del Sud della Cina e quindi non è propriamente il classico Samegawa. :gocciolone:

Il disegno che si crea a lavorazione terminata,molto apprezzato tra i guerrieri del periodo Kamakura ,era simile alla sagoma del fior di susino.

Esiste solo un altro esempio di questo genere in tutto il Giappone ed è conservato presso il tempio Kasuga di Nara.

Sinceramente ho dei dubbi anch'io e non saprei dirti il termine più appropriato da adoperare :hiya:


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Ritornando al tema principale di questa discussione,vorrei proporvi ora una buona lama firmata dal famoso spadaio BISHU OSAFUNE NORIMITSU.

Il particolare che più mi ha colpito è che essa non ha l'hamon.

Infatti questo scompari durante un incendio nell'antica Edo.

Il fatto veramente interessante è l'abilità del togishi che ha ricreato apparentemente attraverso tecniche a me oscure e misteriose l'hamon senza temprare la lama ma col solo uso di pietre ed olio di gomito...

 

 

Siccome quello che ho detto poterebbe essere mal interpretato ci terrei e precisare che anche se pare di si la lama non ha comuncque l'hamon ma è solo un'artificio tecnico.

A voi che ne pare? :whistle:

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questa tacnica shimitsu si chiama Hadori, e in questo caso il togishi deve seguire e interpretare il profilo dell'hammon con la pietra hazuya, non è che avresti qualche altra foto di questa lama, perchè alcune immagini sono contraddittorie :confused:

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purtroppo le altre foto che avevo sono andate irrimediabilmente perdute durante un back-up del computer. :cry:


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sei sicuro che siano le stesse lame visto che nella terza immagine manca il bo-hi presente nelle altre

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Il togishi che ha eseguito la politura è lo stesso per tutte e due le lame.

Se non ricordo male oltre ad usare lo stile hadori ha attaccato la lama con alcuni acidi(prima di allora non l'avevo mai visto)

La lama firmata Bishu Osafune Norimitsu è quella che ha un hamon più ampio ed è priva di hi.


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Il mio primo messaggio dall'Italia, ciao a tutti ragazzi, gironzolando un po' nel forum non ho resistito a rispondere a questo post.

La lama postata da Shimitsu e così accuratamente descritta è un classico esempio di politura gaijin. Viste le tecniche esecutive mi rifiuto di definire il restauratore un togishi. Tuttavia bisogna rendere atto che sia stato fatto un discreto lavoro nel tentativo di resuscitare una la "morta".

In primis l'utilizzo di acidi è quanto di più sbagliato ci possa essere ed è una pratica purtroppo frequente tra i restauratori gaijin che dimostra ignoranza delle tecniche originarie, incapacità esecutiva ed incoscienza, non bisogna infatti mai trascurare il fatto che la lama presenta delle porosità e che l'acido quindi si insinua nell'acciaio andando a modificare le caratteristiche dello hada e della struttura in generale.

Bisogna comunque tener presente anche che in questo caso si trattava di una lama "morta" e che quindi il tentativo di ridarle lustro non è così biasimabile.

Personalmente non userei un acido in nessun caso. E' stato eseguito un hadori e si è particolarmente insisiito sullo habuchi in modo da rendere l'idea di una linea di nioi, sicuramente un tentativo che ha comportato molte ore di lavoro, ma ovviamente in una ispezione dal vivo le differenze sarebbero assai più evidenti di quanto lo siano in foto.

Ecco questa molto modestamente la mia opinione. :ichiban:


Mani fredde, schiena curva, odore di pietre bagnate. Questo è il togi.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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