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Mauro Piantanida

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  1. Ciao Francesco, bell'acquisto, complimenti! Ho pero' dei dubbi che si tratti di shakudo, mi pare piu' probabile urushi, cioe' lacca. Saluti, Mauro
  2. Mauro Piantanida

    info tsuba

    La prima tsuba continua a piacermi sempre piu' della seconda. Mi sembra che tu abbia fatto un buon lavoro per quanto riguarda la ruggine attiva, e non andrei oltre. Qui di seguito un link ad una tsuba simile di soggetto daikon (rafano): http://www.mfa.org/collections/object/tsuba-with-design-of-turnips-8520 Saluti, Mauro
  3. Mauro Piantanida

    info tsuba

    Ciao Fabio. Non vorrei apparire scortese (sono anch'io un neofita), ma mi sembra opportuno mettere in chiaro alcuni punti. Se vuoi aiuto sarebbe opportuno almeno apprendere le nozioni di base: le tsuba e' bene che siano fotografate nel giusto orientamento, cioe' orientate come se fossero indossate con la spada al fianco (nel presumibile caso di katana/wakizashi) con la parte rastremata del nakago-ana (il foro centrale) rivolta in alto. Le dimensioni sono poi molto importanti. Infine, ma non meno importante, e' la difficolta' di giudicare in foto la qualita' del metallo: se usi il flash (come sembra) un giudizio minimamente sensato risulta impossibile. Comunque un giudizio preliminare provo a dartelo (ma vale veramente cinque lire). La prima tsuba nikubori sukashi potrebbe essere di scuola Kinai, Bushu o Shoami del tardo Edo. La seconda tsuba mi lascia piu'perplesso: la presenza di sekigane e la corretta forma/dimensione degli hitsu-ana depongono per la sua autenticita', ma l'assenza di segni d'uso che delimitino il seppa-dai e le dubbie dorature mi fanno propendere per una tsuba moderna. Spero di essere d'aiuto. Mauro
  4. Mauro Piantanida

    Nuovo kozuka

    L'immagine di Shōki (鍾馗 - in cinese Zhong Kui) era una rappresentazione molto popolare nei tōsōgu. Shōki viene chiamato "soggiogatore (queller) dei demoni" o anche "sterminatore dei demoni" (Queller non è un suo nome). La firma è: 味墨鋪随 - Miboku Nobuyuki, scuola Hamano, credo. Comunque un bel pezzo, a mio parere. Saluti, Mauro
  5. Mauro Piantanida

    Cesello patine e affini

    Un controesempio di vaso sgraziato e dozzinale... o no? Saluti, Mauro
  6. Ehm... tenderei a non dare consigli, ma se non li hai ancora comprati, lascia perdere (se li vede, il tuo kōgai si butta dalla finestra). Senza offesa
  7. Mauro Piantanida

    il mio primo kogai

    La scuola è Gotō (後藤), l'artista specifico è Mitsufumi (光文) o Mitsubumi (come riportato in Sesko - Genealogies of Japanese Tsuba and Tōsō-kinkō Artists, un testo che purtroppo non ho). Qui altre due sue opere: http://www.choshuya.co.jp/sale/new_tousougu/b/b002/index.htm (si parla di tardo Edo) http://blackcountryhistory.org/collections/getrecord/WAGMU_OJ191/?allowcookies=1 Saluti, Mauro
  8. Mauro Piantanida

    il mio primo kogai

    I primi due kanji potrebbero essere 後藤 - Gotō (e anche il kaō potrebbe essere compatibile, ma più semplificato rispetto ad altri visti in rete). Saluti, Mauro Credo che questo kōgai abbia la stessa firma 後藤光文(花押): http://js-samurai-art.com/SHOP/40011.html
  9. Mauro Piantanida

    Nuova tsuba

    Non so che dire: in effetti non vedo bave da fusione, e la presenza di più di un sekigane fanno pensare ad una stuba che è stata montata su una lama. D'altra parte l'aspetto poroso del metallo e l'assenza di ossidazione sui bordi interni delle traforature continuano a non convincermi. Do per scontato che stiamo parlando di una tsuba in ferro (testato con una calamita, per esempio). Se è così dovrebbe trattarsi di una tsuba probabilmente giapponese ma relativamente recente. Saluti, Mauro
  10. Mauro Piantanida

    Nuova tsuba

    La firma è ovviamente Echizen (no) jū Kinai saku (越前住 記内作). Non vorrei fare il gufo, ma alcuni particolari non mi convincono; vedi qui sotto: In A un apparente difetto di riempimento; in B quella che sembrerebbe una bava di fusione. Saluti, Mauro
  11. Mauro Piantanida

    Parere Tsuba...?

    Ciao Shinkokyu, non so come ma ho visto solo ieri il tuo post. Sembra una tsuba in ferro del tardo Edo. La firma dovrebbe essere: 雲隣齋 入道直盛製 e credo si legga Unrinsai nyūdō Naomori sei. Sembrerebbe attribuibile alla scuola Hamano, provincia di Musashi (prendi queste informazioni con il beneficio del dubbio). Saluti, Mauro
  12. Mauro Piantanida

    UNA TSUBA UN AIUTO

    Guido: confermo che la mei è compatibile con Jakushi. Shirojiro: bella tsuba; ma la firma, in caratteri sosho è appunto 若芝, e si legge semplicemente Jakushi (vedi Markus Sesko, Genealogies of Japanese Tsuba and Tōsō-kinkō Artists, p. 130). Mauri: la tsuba di Guido NON è una fusione; non è una verità rivelata, è solo il mio umilissimo parere, ma non vedo nulla che mi spinga in quella direzione, quindi (principia non sunt multiplicanda praeter necessitatem) deve essere una onesta tsuba tetsu-ji del medio-tardo Edo. Saluti, Mauro
  13. Mauro Piantanida

    UNA TSUBA UN AIUTO

    Mi sembra che siamo tutti d'accordo (Shokoku non è una specifica attribuzione, significa "di diverse province", ed in pratica è un contenitore si mette tutto ciò che non ci sta con le maggiori tradizioni tipo Akasaka, Higo, Nara, ecc.). La genealogia della scuola Jakushi è poi difficile da tracciare, visto che per 7 generazioni si sono firmati tutti solamente 若芝.
  14. Mauro Piantanida

    UNA TSUBA UN AIUTO

    L'immagine della firma continua ad essere confusa, ma mi sembra comunque compatibile con la firma Jakushi; ancora più convincente mi sembra però la particolarità del nunome zōgan che suggerisce sempre questa scuola. Saluti, Mauro
  15. Mauro Piantanida

    UNA TSUBA UN AIUTO

    Due tsuba con soggetto drago tra le nuvole e le onde: La prima da: http://blog.goo.ne.jp/yoshi_iltuki/e/757393097595353a94ba0a245b11ced6 (sembra esserci la spiegazione di questa immagine, ma è in giapponese ed al di là delle mie possibilità); la seconda da: http://www.tokka.biz/fittings/TS602.html. Entrambe sono tsuba di scuola Jakushi - 若芝, e forse è proprio questa la mei incisa sulla tsuba di Guido. Usualmente le tsuba di questa scuola sono firmate semplicemente 若芝 in caratteri sosho. Saluti, Mauro
  16. Ciao Stefano, sembrano tsuba interessanti ed autentiche. Mi sono permesso di editare le tue fotografie nel giusto orientamento e relative dimensioni: La no. 1 la definirei 時計透鐔 - tokei sukashi tsuba (cioè traforo a forma di orologio). Si tratterebbe di un soggetto di ispirazione occidentale, forse ispirato all'emblema dei Gesuiti piuttosto che agli ingranaggi di orologio. Vedi il post su NMB http://www.nihontomessageboard.com/nmb/viewtopic.php?f=9&t=17744&st=0&sk=t&sd=a&sid=a10394ca0e9f6917eba54b5d11533bc6. La daterei al primo-medio Edo, di scuola Kanayama od Owari (che è quasi la stessa cosa). Purtroppo non proprio ben conservata. La no. 2 la descriverei 六つ木瓜形透鐔 - muttsu mokkō-gata sukashi tsuba (cioè tsuba traforata a sei lobi). Direi tardo Edo, ma non saprei suggerire un'attribuzione di scuola. Saluti, Mauro
  17. Mauro Piantanida

    UNA TSUBA UN AIUTO

    Il vecchio sistema a ricalco con carta velina e carboncino a volte sembra essere ancora l'ultima risorsa. Mi piacerebbe se fotografassi i particolari dorati; il loro aspetto "corroso" mi fa pensare alla scuola Jakushi, ma non riesco a vedere bene. Ciao, Mauro
  18. Mauro Piantanida

    UNA TSUBA UN AIUTO

    In un mercatino!? Che c... (che karma, volevo dire, che karma!), e poi un drago con un doppio lavoro (tempi di crisi, si sa...). Se fai una foto migliore magari si legge la mei (l'ultimo kanji dovrebbe essere 乏 - ...tomo). Ciao, Mauro
  19. Mauro Piantanida

    Tsuba con onde e drago

    Posto un'immagine delle 4 stuba per confronto e per futuro riferimento (i link, si sa, sono evanescenti). La tsuba A è la mia, rifotografata; la tsuba B è quella di Daniele; la tsuba C dal sito http://www.silk-road.us/kinko1.html che riporta "Jakushi style" (e sarà che non capisco nulla, ma a me sembra un richiamo assolutamente strampalato); la tsuba D dal sito http://tsuba.jyuluck-do.com/TU10481.html e che ha un'attribuzione Kyō-Kanagushi (京金具師) da un kanteisho NBTHK del 2007. Mi verrebbe da dire che forse è un'attribuzione un po' troppo generosa (ma chi sono io per discutere con i sensei del NBTHK?). Saluti, Mauro
  20. Mauro Piantanida

    Tsuba con onde e drago

    Ciao, Mauri Confermo che la mia al seppa-dai é spessa 3,6 mm. Uso un calibro con nonio (di plastica, però) che consente (più o meno) di apprezzare i decimi di millimetro; direi che fatto salvi gli arrotondamenti del caso le dimensioni sono identiche alla tsuba di Daniele. Ipotizzo un medesimo stampo per la forma di base, poi rifinita manualmente (il kebori è per esempio reso in modo differente). Le incisioni del nakago invece rispettano lo stesso pattern, e possono quindi configurarsi come un vero tagane-mei. Saluti, Mauro
  21. Mauro Piantanida

    Tsuba con onde e drago

    Una mia recentissima acquisizione: si tratta di una tsuba già nella collezione di W.M. Hawley, un importante collezionista ed esperto di arte orientale californiano (certo uno dei suoi pezzi minori). E' identica a quella postata da Daniele, salvo che in questa rimane poca traccia della doratura (probabilmente ottenuta con tecnica dell'amalgama al mercurio). Le dimensioni sono 70 x 63,6 x 3,6 mm, peso 98 g. Questo conferma che si tratta di una produzione seriale (anche se questo, come ho più volte avuto occasione di ribadire, non significa necessariamente una tsuba "farlocca"). Saluti, Mauro
  22. Mauro Piantanida

    Tsuba con onde e drago

    Ciao Daniele, bella tsuba, ma la qualità non eccelsa del nanako suggerisce la definizione di Nagoyamono (in pratica per un samurai di basso rango che non poteva permettersi una tsuba Mino-Goto). Il materiale potrebbe essere nigurome (lega di rame e stagno). Saluti, Mauro
  23. Visto che i link vi sono piaciuti, rilancio: http://is2.sss.fukushima-u.ac.jp/fks-db//txt/20011.002/index.html. Si tratta del "Tōsōgu korekushon" di Aotsu Yasuhisa; è tutto in giapponese ma potrebbe essere un buon esercizio. Buon divertimento, Mauro
  24. Segnalo brevemente agli tsubaka italiani due link che credo meritino una visita (mi limito a "rilanciarli" dal Nihonto Message Board a cui rendo ogni merito). Il primo è quello della Church Collection del museo Ashmolean di Oxford (http://jameelcentre.ashmolean.org/collection/7/10237/). Il secondo riguarda la documentazione fotografica della collezione di Thierry Bernard (https://plus.google.com/photos/111034403517161566011/albums/5907642350231257809?banner=pwa), che trovo fantastica, e tanto più notevole considerando che è una collezione privata di un contemporaneo. Saluti a tutti, Mauro

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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(proverbio popolare giapponese)

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